Avrete notato che i film nuovi da recensire languono, ma d'estate è normale. Oggi tuttavia riesco a parlare di The Legend of Tarzan, diretto dal regista David Yates e ovviamente tratto dai romanzi di Edgar Rice Burroughs.
Trama: dopo molti anni passati in Inghilterra assieme a Jane, John Clayton alias Tarzan ritorna nella sua terra natìa su invito del Re del Belgio, impegnato in una violenta espansione coloniale in Congo. L'invito nasconde però una minaccia dal passato, che John Clayton sarà costretto ad affrontare...
Ciò che vale per i dinosauri, vale anche per Tarzan: la creatura di Burroughs non mi ha mai affascinata e in 35 anni non mi è ancora capitato di leggere un romanzo dedicato al "Signore delle Scimmie" (né credo capiterà, per inciso). Ammetto di avere guardato The Legend of Tarzan giusto per il bel trailer, l'addominale devastante di Alexander Skarsgård e la presenza di Christoph Waltz ed effettivamente almeno per quel che riguarda gli ultimi due punti sono stata parecchio soddisfatta. Riguardo alla bellezza e al coinvolgimento emotivo promessi dal trailer, diciamo invece che se ne può discutere. Di The Legend of Tarzan ho molto apprezzato giusto un paio di cose. In primis il personaggio di Jane, indipendente, colta e consapevole della sua bellezza al punto che la sua natura di damsel in distress mi è parsa quasi forzata, sfruttata giusto per spingere il protagonista ad intervenire nel momento clou. Come seconda cosa, ho trovato molto intelligente l'idea di mostrare un John Clayton ormai perfettamente integrato all'interno della società aristocratica inglese, oppresso dalla "leggenda" di Tarzan al punto da essere ormai materiale adatto per le fiabe da raccontare ai bambini; il suo ritorno nella giungla rappresenta un ritorno alle radici, eppure si vede lontano un miglio che ormai John non è più il Signore delle Scimmie (anzi, nella pellicola di Yates non lo è mai stato, almeno così mi è parso di capire) bensì un uomo civilizzato dotato di abilità fisiche che lo rendono superiore ai suoi simili e di conoscenze "etologiche" che gli consentono di non venire sventrato dagli animali africani. Il contorno avventuroso l'ho trovato sinceramente poco entusiasmante, popolato da personaggi poco caratterizzati o mal sfruttati (un esempio è il Capo Mbonga, messo a mo' di inutile boss finale) e concretizzato in una trama concentrata sulla condanna dello schiavismo e dei cattivoni belgi, prevedibile dall'inizio alla fine.
Tecnicamente, la bellezza di The Legend of Tarzan risiede nel fatto che, nell'anno domini 2016, chi è abile con la computer graphic può creare davvero qualunque cosa. Per esempio, si possono fondere le splendide immagini dei paesaggi del Gabon a delle riprese quasi interamente realizzate in studio, in Inghilterra, per poi aggiungere degli animali talmente reali da sembrare veri; la tenera interazione tra Tarzan e i leoni o la terrificante lotta tra lui e il capo dei Mangani, razza di grandi scimmie creata da Burroughs, sono effettivamente mozzafiato e lo stesso vale per l'incontro con gli elefanti, l'unico momento del film in cui mi sono commossa e ho sentito il cuore fremere dal desiderio di incontrare delle creature così straordinarie, oltre che dall'invidia per le capacità di Tarzan. Ciò che mi ha lasciata perplessa, per non dire delusa, è il già citato showdown finale con il Capo Mbonga, realizzato con tutti i tempi cinematografici sbagliati, al punto da non lasciare allo spettatore un minimo di partecipazione o suspance (la presenza di Samuel L. Jackson poi è particolarmente inopportuna...) e l'altra cosa che, dall'alto della mia ignoranza, ho percepito come quantomeno fatta tirar via, è il montaggio. Probabilmente, per ottenere il PG-13 dalla commissione americana si è dovuti ricorrere al taglio di sangue, violenze, colpi troppo ben dati, momenti intimi tra Jane e Tarzan, gorilloni che squartano persone e mi va benissimo così, per carità, ma un minimo di fluidità tra una scena e l'altra ci vorrebbe, ché a un certo punto mi è sembrato di vedere il filmino delle vacanze in Congo visto il netto (e a tratti incomprensibile) distacco tra le sequenze. Quindi, riassumendo, probabilmente The Legend of Tarzan potrebbe essere un film divertente per chi è appassionato del genere ma temo che buona parte degli spettatori, tra i quali rientro anche io, dopo un paio di giorni dimenticherà tutto tranne gli addominali di Skarcoso e aspetterà fremente l'arrivo della Robbie nell'imminente Suicide Squad.
Del regista David Yates ho già parlato QUI. Alexander Skarsgård (John Clayton/Tarzan), Christoph Waltz (Leon Rom), Samuel L. Jackson (George Washington Williams), Margot Robbie (Jane Clayton), Djimon Hounsou (Capo Mbonga), Jim Broadbent (Primo ministro) e Ben Chaplin (Capitano Moulle) li trovate invece ai rispettivi link.
Per il solito angolo della curiosità, pare che Emma Stone abbia rifiutato il ruolo di Jane e che Jessica Chastain vi abbia rinunciato a causa dei ritardi nelle riprese, mentre Alexander Skarsgård ha strappato quello di Tarzan ad attori come Henry Cavill (impegnato nelle riprese di Batman vs Superman), Tom Hardy e Charlie Hunnam. All'interno del cast era presente anche John Hurt ma alla fine le sue scene sono state tagliate e di lui è rimasta solo la voce narrante all'interno di alcuni trailer. Detto questo, se The Legend of Tarzan vi fosse piaciuto, avete solo l'imbarazzo della scelta nel recupero di film a tema, tra i quali posso segnalarvi giusto quelli che ho visto io ovvero Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie e Tarzan della Disney. ENJOY!
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domenica 24 luglio 2016
giovedì 14 luglio 2016
(Gio)WE, Bolla! del 14/7/2016
Buon giovedì (e buon anniversario della morte di Lady Oscar, sigh...)! E' estate e fa caldo ma la voglia di andare al cinema non accenna a diminuire e lo dimostra la bulaccata di film in uscita questa settimana. Roba buona? Non tutta ma qualcosina... ENJOY!
The Legend of Tarzan
The Legend of Tarzan
Reazione a caldo: Hmmm!!
Bolla, rifletti!: Sicuramente sarà una belinata epica ma innanzitutto c'è Christoph Waltz, che è sempre cosa buona e giusta. In secondo luogo Tarzan è un figo incredibile, forse il Greystoke più gnocco mai portato al cinema. D'estate basta questo, via.
Una spia e mezzo
Bolla, rifletti!: Sicuramente sarà una belinata epica ma innanzitutto c'è Christoph Waltz, che è sempre cosa buona e giusta. In secondo luogo Tarzan è un figo incredibile, forse il Greystoke più gnocco mai portato al cinema. D'estate basta questo, via.
Una spia e mezzo
Reazione a caldo: Mah.
Bolla, rifletti!: La solita storia dell'eroe superfigo costretto a far coppia con un minkietta improponibile. Sicuramente farà ridere ma perché spendere soldi per una roba simile?
Bastille Day - Il colpo del secolo
Bolla, rifletti!: La solita storia dell'eroe superfigo costretto a far coppia con un minkietta improponibile. Sicuramente farà ridere ma perché spendere soldi per una roba simile?
Bastille Day - Il colpo del secolo
Reazione a caldo: Anche no.
Bolla, rifletti!: Ho visto talmente tante volte il trailer da averne la nausea e sinceramente credo che il film possa offrire poco di più alla storia abbozzata di agenti segreti e ladri che si uniscono in una collaborazione forzata per sconfiggere... altri ladri? Terroristi? Nah, stavolta passo.
Cell
Bolla, rifletti!: Ho visto talmente tante volte il trailer da averne la nausea e sinceramente credo che il film possa offrire poco di più alla storia abbozzata di agenti segreti e ladri che si uniscono in una collaborazione forzata per sconfiggere... altri ladri? Terroristi? Nah, stavolta passo.
Cell
Reazione a caldo: LaMMerda
Bolla, rifletti!: Non ci credete? La recensione la trovate QUI. Don't bother.
Al cinema d'élite si sente profumo di Giappone...
Tokyo Love Hotel
Bolla, rifletti!: Non ci credete? La recensione la trovate QUI. Don't bother.
Al cinema d'élite si sente profumo di Giappone...
Tokyo Love Hotel
Reazione a caldo: Wow!
Bolla, rifletti!: Storia corale ambientata, per l'appunto, in un Love Hotel di Kabukicho. Molto ma molto interessante, se riuscissi a combinare gli impegni con il brevissimo tempo di proiezione andrei di corsa a vederlo.
Bolla, rifletti!: Storia corale ambientata, per l'appunto, in un Love Hotel di Kabukicho. Molto ma molto interessante, se riuscissi a combinare gli impegni con il brevissimo tempo di proiezione andrei di corsa a vederlo.
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