Aspettando il tardivo post sulle uscite della settimana (se ce ne saranno) ecco il mio contributo all'idea pre-natalizia di Alessandra, che ha riunito gli amici blogger per farsi gli auguri con una Top 10 delle scene che hanno segnato la nostra esistenza di cinefili. Prima di venire linciata, vi dico come ho proceduto a stilare la mia: ho chiuso gli occhi e scritto un centinaio di piccoli "punti", poi ho lasciato passare un'ora. Dopodiché ho dato una scorsa veloce ai punti e ogni volta che mi si accendeva la lampadina, sorridevo, mi veniva il magone o sentivo un'emozione in petto, il punto veniva inserito nelle dieci posizioni della classifica. Il risultato è questo, una roba assolutamente di pancia che, purtroppo, lascia fuori altre migliaia di scene adorate, meritevoli e magari più "pregnanti" per la storia del Cinema. ENJOY!
10. Il quinto elemento (Luc Besson, 1997)
Dopo essere stata "ricostruita", Leeloo fugge dai suoi carcerieri ed esce dal grattacielo in cui era rinchiusa per ritrovarsi nel caos, ad un'altezza vertiginosa. L'unica è buttarsi e finire (guarda un po' che botta di fortuna!) tra le braccia di Bruce Willis. La bellezza di Milla Jovovich in questa scena è davvero fuori scala, per inciso.
9. Kingsman - Secret Service (Matthew Vaughn, 2014)
Il film è una cretinata, per quanto simpatica, ma l'inglesissimo Colin Firth che massacra, letteralmente, gli avventori di una chiesa mi torna alla mente ancora oggi.
8. Quei bravi ragazzi (Martin Scorsese, 1990)
Tutto il film è memorabile ma quel Joe Pesci lì, quel tipo buffo... "Come sarebbe buffo, Bolla?" Ma sì, Joe, sei buffo, insomma, racconti belle storie, storie buffe, sei un tipo buffo! "Perché, per via di come parlo o cosa?" Ma no, è che sei... buffo! Insomma, è il modo in cui racconti le storie. "Buffo come? Che ci trovi di buffo?" Ossignore. Scappo prima che mi succedano cose brutte, altro che buffe!
7. Beetlejuice - Spiritello porcello (Tim Burton, 1988)
Quando ancora Tim Burton non era bollito si potevano vedere al cinema scene in cui le persone venivano possedute e costrette a ballare sulle note della Banana Boat Song. Che tristezza, sapere che ci sarà un Beetlejuice 2!
6. Indiana Jones e il tempo maledetto (Steven Spielberg, 1984)
Le scene qui sono infinite: Kate Capshaw che canta all'inizio, il primo sacrificio nell'antro di Mola Ram, la caverna tempestata di scolopendre, un cattivissimo Harrison Ford a torso nudo. Eppure, scelgo il Cervello di Scimmia Semifreddo. Yum, bontade!!
5. Pulp Fiction (Quentin Tarantino, 1994)
Anche qui ce ne sarebbero di scene che non vi sto nemmeno a dire. Eppure, quella che mi è sempre rimasta impressa, quella che davvero adoro, è quella in cui Uma Thurman balla sulle note di Girl, You'll Be a Woman Soon. Capolavoro!!!
4. Ritorno al futuro (Robert Zemeckis, 1985)
I libici!! Scappa, Marty!!!! E non aggiungo altro.
3. The Rocky Horror Picture Show (Jim Sharman, 1975)
Dopo lo scatenato Time Warp, Brad e Janet sono pronti a scappare senza guardarsi indietro ma vengono fermati dal ritmo di una musica... da una zeppa che tiene il tempo battendo sul pavimento... e dalla comparsa dello sweet transvestite per eccellenza!!
2. Ghostbusters (Ivan Reitman, 1984)
Anche qui scene ce ne sarebbero. Potrei essere banale e parlare dell'inizio, alla biblioteca, o del finale con l'omino di marshmallow... ma non scherziamo. Ciò che ricordo meglio di questo capolavoro è la povera Dana intrappolata nella sedia e trascinata dritta verso la porta dove si nasconde Zuul. Ansia a palate!! Nota: La gif che ho trovato non corrisponde alla scena in questione ahimé, però anche questa era bella!
1. Arancia meccanica (Stanley Kubrick, 1971)
Poteva non essere primo il Maestro? Dovrei mettere l'intero film come best scene ever ma se ne dovessi scegliere solo una direi che è il momento in cui Alex inculca giudizio nei suoi drughi a colpi di bastonate, con quel meraviglioso ralenti accompagnato dalla voce narrante di Malcom McDowell e dalle note di Rossini. Praticamente un balletto, che meraviglia!!!
Ecco le top 10 degli altri blogger che si sono cimentati in questo gioco. Postate le vostre, se ne avete, nei commenti e passate delle buone feste!!
Director's Cult
SOLARIS
Mari's Red Room
Non c'è paragone
A fish-flavoured apple
Pietro Saba's World
Visualizzazione post con etichetta the rocky horror picture show. Mostra tutti i post
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giovedì 29 dicembre 2016
venerdì 26 agosto 2016
The Rocky Horror Picture Show (1975)
Per “colpa” della rassegna estiva Castelfranco Off e
della Collezionista di biglietti è arrivato il tanto temuto momento di
affrontare la stesura di un post sul film cult per eccellenza, quel The Rocky
Horror Picture Show diretto da Jim Sherman nel 1974. Sarà un post atipico, sappiatelo. “I see you shiver with
antici… pation!”
Science Fiction/Double Feature
Il Rocky Horror Picture Show non è semplicemente un film o uno spettacolo teatrale, bensì un'esperienza. Un'esperienza fondamentalmente basata sulla nostalgia, sull'omaggio ai film di fantascienza o horror risalenti agli anni '50/'60 (gli stessi, più o meno, di cui parlava Stephen King nel suo capolavoro It) e ci vorrebbe un vero appassionato del genere per comprendere tutti i riferimenti nascosti all'interno del cult di Jim Sherman e Richard O'Brien, non solo nominati all'interno della canzone introduttiva ma anche citati a piene mani nel corso della pellicola. Brad e Janet, due "normalissimi ragazzi in salute" si ritrovano all'improvviso catapultati all'interno di un Castello di Frankenstein dove troveranno la quintessenza delle icone da film horror: lo scienziato pazzo, la Creatura, il servo gobbo, zombie, alieni, improbabili raggi della morte e quant'altro, tutto raccontato allo spettatore attonito attraverso la voce compassata di un inglesissimo Narratore, chiamato a dare un senso ad una vicenda misteriosa e terrificante che nasconde un imprevedibile twist "arcobaleno".
Dammit, Janet!
I due protagonisti di The Rocky Horror Picture Show, i già citati Brad e Janet, sono la quintessenza del WASP. Lei è una dolcissima verginella, ingenua e totalmente impreparata ad affrontare qualsiasi cosa esuli dalla piccola realtà a lei conosciuta, mentre lui è il trionfo della sicumera americana, dotato di quella tipica strafottenza di chi vive col paraocchi ed è convinto di avere SEMPRE in mano la situazione. Due personaggi odiosi, quindi? Assolutamente no, ma quanta goduria si prova vedendo i bravissimi Susan Sarandon e Barry Bostwick, entrambi giovani e bellissimi, perdere progressivamente il senno e i freni inibitori, sotto le "cure" dell'espertissimo Frank'n'Furter.
Over at the Frankenstein Place
The Rocky Horror Picture Show è un trionfo di colorate scenografie ed esterni ad hoc. La chiesa dove facciamo la conoscenza di Brad e Janet, il castello battuto dalla pioggia (e da quei terrificanti lampi finti), il laboratorio di Frank'n'Furter, la fantomatica Zen Room, la piscina sotto il palco e l'antenna della RKO sono indimenticabili tanto quanto i personaggi che popolano il film. In un attimo l'atmosfera cambia dalla banale sicurezza della sequenza iniziale all'assurdità di un castello pieno di passaggi segreti e trappole, dove chiunque potrebbe strisciare nel buio e fare chissà cosa ai poveri malcapitati ospiti!
Time Warp
Se c'è un momento in cui chiunque sia predisposto rischia di cedere totalmente il proprio cuore al Rocky Horror Picture Show o è quando compare Frank'n'Furter o quando Magenta, Columbia e Riff Raff si scatenano assieme ai transilvani ballando il Time Warp. Siccome di musica non me ne intendo, non posso spiegarvi la bellezza della colonna sonora del film, fatta non solo di esaltanti brani rock ma anche di struggenti e tristissime melodie, quindi approfitterò di questo spazietto per raccontarvi di come sono venuta a conoscenza di questo cult e come, letteralmente, sono finita in un time warp che si rinnova ad ogni visione. Devo ringraziare pubblicamente mia cugina Daniela, la quale mi ha prestato videocassetta e colonna sonora per "sverginarmi" (è un termine osceno, ma i neofiti del Rocky Horror si chiamano vergini) prima di portarmi a vedere lo spettacolo messo in piedi dalla compagnia originale londinese, miracolosamente in tournée a Savona. L'amore è scoccato subitaneo e travolgente, vedere lo spettacolo dal vivo è stata un'esperienza che non dimenticherò mai e che fortunatamente si è ripetuta qualche anno dopo, quando ormai padroneggiavo benissimo il "jump to the left", lo "step to the right" ma soprattuttamente "the pelvic rush" che, come si sa, è quello che "really drives you insaa-aa-aa-aane". Rimpiango di non avere mai potuto andare a vedere lo show di mezzanotte che si tiene in moltissimi cinema sparsi per il mondo, magari con tutti gli oggetti necessari all'interazione, ma ancora non è detta l'ultima parola.
Sweet Transvestite
Inutile negare che il cuore pulsante di The Rocky Horror Picture Show è il Frank'n'Furter di Tim Curry, qui nel ruolo più iconico di sempre. Uno scienziato pazzo dal nome tedesco, che parla con l'accento inglese della regina, amante di uomini e donne in egual misura e deciso a costruire l'uomo perfetto... ovviamente per portarselo a letto, che domande. Il carisma di Curry è gigantesco, così come è incredibile il fascino che emana pur con le fattezze bruttarelle che lo contraddistinguono, al punto che non è difficile capire perché sia Janet che Brad cedano alle sue lusinghe. Frank è l'agente del caos, un motore di libertà dallo stile "troppo estremo" che non esita a spargere sangue e dolore per raggiungere i suoi scopi. Ma, anche lì, come si fa ad odiarlo? Come si fa a non creparsi la faccia di lacrime sul finale? Non si può, io ve lo dico. Questa è la vera magia di Frank.
I Can Make You a Man
Ragazzini, se cercate un film scevro di allusioni sessuali avete sbagliato pellicola. Non fate come i genitori che hanno portato i bambini alla proiezione di Castelfranco storcendo poi il naso davanti a cavalline peniche e amplessi sessuali più o meno suggeriti. Di questi tempi, il Rocky Horror Picture Show non ha più nulla di scandaloso ma sicuramente nel 1975 la storia di uno scienziato pazzo deciso a costruirsi l'amante perfetto, zeppo di muscoli e superdotato, e di due fidanzatini che riescono a "trovare la propria strada" (e probabilmente anche a capire di non essere fatti l'uno per l'altro) attraverso la scoperta del sesso, deve aver destato parecchio scalpore. Canzoni come Hot Patootie, Touch-a-touch-a-touch me (che, di fatto, descrive nella minuzia ciò che viene dopo il citato "heavy petting that only leads to trouble and... sit wetting") e la splendida Rose Tints My World parlano di un modo di vivere interamente consacrato ai piaceri della carne, al raggiungimento della libertà attraverso la ricerca disinteressata del piacere. Un modo di vivere non privo di conseguenze ma comunque meno riprovevole rispetto all'ipocrisia e alla stolida ignoranza mostrata all'inizio dai due giovani protagonisti.
Eddie
Vogliamo parlare anche dei personaggi "secondari"? Dopo un'unica visione di The Rocky Horror Picture Show vi rimarrà probabilmente in testa solo Frank'n'Furter ma se persevererete capirete che Frank non esisterebbe senza gli iconici co-protagonisti che lo affiancano. Lo sfortunato motociclista Eddie (interpretato da un Meat Loaf in stato di grazia e giovanissimo), i servi Riff Raff (ovviamente interpretato dal compositore Richard O'Brien) e Magenta, la groupie Columbia, il bambinone Rocky, il compassato Criminologo e l'esilarante Dottor Scott sono personaggi essenziali tanto quanto Brad e Janet, oltre ad essere incredibilmente ben caratterizzati.
Don't Dream It
L'inno del prefinale, per me la canzone più importante e bella della pellicola. Il messaggio di Frank al mondo è Don't Dream It, Be It: non sognatelo, siatelo. Come ho detto sopra, il Rocky Horror è un inno alla liberazione sessuale e non solo in termini puramente legati all'esperienza ma anche alle pulsioni, che siano etero, omosessuali o addirittura pansessuali. Per estensione, chiunque dovrebbe avere il coraggio di essere ciò che vuole, senza rinunciare ai propri sogni ed adoperandosi perché essi diventino realtà. Se ci pensate, è lo stesso messaggio che da anni la Disney cerca di inculcare nei bambini, ma ascoltato attraverso la sensuale voce di Frank fa tutto un altro effetto.
I'm Going Home/Super Heroes
The Rocky Horror Picture Show, con tutti i suoi lustrini, le paillettes, l'apparente superficialità, non è un film stupido. Innanzitutto è un horror, per l'appunto, e in quanto tale ci racconta di come i desideri di Frank non siano innocenti né i mezzi utilizzati per raggiungerli privi di vittime. Il sangue scorre e non solo, c'è anche un twist piuttosto inquietante nel corso di una cena di compleanno, quindi è necessario che qualcuno venga punito. A tal proposito, il finale è uno dei più tristi della storia del musical, dai toni tragici e malinconici, ed è la classica conclusione in cui all'innocenza viene sostituita una dolorosa, oscura esperienza che spesso coincide con una perdita e la consapevolezza di essere soli al mondo, costretti a lottare contro i mulini a vento per riuscire a tenere tra le mani la libertà faticosamente conquistata. Certo, qualcuno potrà tornare a ballare il Time Warp, di nuovo, ma non per tutti sarà così. "And crawling, on the planet's face, some insects, called the human race. Lost in time. And lost in space. And meaning". Non so voi, ma io mi immedesimo e mi commuovo ogni volta che sento queste parole che escono dalle labbra del sommo Charles Gray.
Science Fiction/Double Feature
Il cerchio si conclude, si torna all'inizio. Come fece mia cugina con me, ho avuto l'onore di accompagnare la Collezionista di biglietti a vedere il suo primo The Rocky Horror Picture Show. Posso solo sperare che le sia piaciuto tanto quanto era piaciuto ad una Bolla ancora al liceo, e che Giulia a sua volta convinca altri "vergini" a ballare il Time Warp, così come spero che questo post sconclusionato ma zeppo di amore spinga altri a diventare "Regular Frankie Fan" come Columbia e la sottoscritta. Se non dovesse accadere, tornerò comunque felice al mio dolce pianeta Transexual, nella galassia di Transilvania, riguardando in loop questo fantastico cult finché non sarò troppo vecchia e rincoglionita per capirne le parole.
Di Tim Curry (Frank'n'Furter), Susan Sarandon (Janet Weiss), Richard O' Brien (Riff Raff), Patricia Quinn (Magenta), Meat Loaf (Eddie) e Charles Gray (Il criminologo) ho già parlato ai rispettivi link.Science Fiction/Double Feature
Il Rocky Horror Picture Show non è semplicemente un film o uno spettacolo teatrale, bensì un'esperienza. Un'esperienza fondamentalmente basata sulla nostalgia, sull'omaggio ai film di fantascienza o horror risalenti agli anni '50/'60 (gli stessi, più o meno, di cui parlava Stephen King nel suo capolavoro It) e ci vorrebbe un vero appassionato del genere per comprendere tutti i riferimenti nascosti all'interno del cult di Jim Sherman e Richard O'Brien, non solo nominati all'interno della canzone introduttiva ma anche citati a piene mani nel corso della pellicola. Brad e Janet, due "normalissimi ragazzi in salute" si ritrovano all'improvviso catapultati all'interno di un Castello di Frankenstein dove troveranno la quintessenza delle icone da film horror: lo scienziato pazzo, la Creatura, il servo gobbo, zombie, alieni, improbabili raggi della morte e quant'altro, tutto raccontato allo spettatore attonito attraverso la voce compassata di un inglesissimo Narratore, chiamato a dare un senso ad una vicenda misteriosa e terrificante che nasconde un imprevedibile twist "arcobaleno".
Dammit, Janet!
I due protagonisti di The Rocky Horror Picture Show, i già citati Brad e Janet, sono la quintessenza del WASP. Lei è una dolcissima verginella, ingenua e totalmente impreparata ad affrontare qualsiasi cosa esuli dalla piccola realtà a lei conosciuta, mentre lui è il trionfo della sicumera americana, dotato di quella tipica strafottenza di chi vive col paraocchi ed è convinto di avere SEMPRE in mano la situazione. Due personaggi odiosi, quindi? Assolutamente no, ma quanta goduria si prova vedendo i bravissimi Susan Sarandon e Barry Bostwick, entrambi giovani e bellissimi, perdere progressivamente il senno e i freni inibitori, sotto le "cure" dell'espertissimo Frank'n'Furter.
Over at the Frankenstein Place
The Rocky Horror Picture Show è un trionfo di colorate scenografie ed esterni ad hoc. La chiesa dove facciamo la conoscenza di Brad e Janet, il castello battuto dalla pioggia (e da quei terrificanti lampi finti), il laboratorio di Frank'n'Furter, la fantomatica Zen Room, la piscina sotto il palco e l'antenna della RKO sono indimenticabili tanto quanto i personaggi che popolano il film. In un attimo l'atmosfera cambia dalla banale sicurezza della sequenza iniziale all'assurdità di un castello pieno di passaggi segreti e trappole, dove chiunque potrebbe strisciare nel buio e fare chissà cosa ai poveri malcapitati ospiti!
Time Warp
Se c'è un momento in cui chiunque sia predisposto rischia di cedere totalmente il proprio cuore al Rocky Horror Picture Show o è quando compare Frank'n'Furter o quando Magenta, Columbia e Riff Raff si scatenano assieme ai transilvani ballando il Time Warp. Siccome di musica non me ne intendo, non posso spiegarvi la bellezza della colonna sonora del film, fatta non solo di esaltanti brani rock ma anche di struggenti e tristissime melodie, quindi approfitterò di questo spazietto per raccontarvi di come sono venuta a conoscenza di questo cult e come, letteralmente, sono finita in un time warp che si rinnova ad ogni visione. Devo ringraziare pubblicamente mia cugina Daniela, la quale mi ha prestato videocassetta e colonna sonora per "sverginarmi" (è un termine osceno, ma i neofiti del Rocky Horror si chiamano vergini) prima di portarmi a vedere lo spettacolo messo in piedi dalla compagnia originale londinese, miracolosamente in tournée a Savona. L'amore è scoccato subitaneo e travolgente, vedere lo spettacolo dal vivo è stata un'esperienza che non dimenticherò mai e che fortunatamente si è ripetuta qualche anno dopo, quando ormai padroneggiavo benissimo il "jump to the left", lo "step to the right" ma soprattuttamente "the pelvic rush" che, come si sa, è quello che "really drives you insaa-aa-aa-aane". Rimpiango di non avere mai potuto andare a vedere lo show di mezzanotte che si tiene in moltissimi cinema sparsi per il mondo, magari con tutti gli oggetti necessari all'interazione, ma ancora non è detta l'ultima parola.
Sweet Transvestite
Inutile negare che il cuore pulsante di The Rocky Horror Picture Show è il Frank'n'Furter di Tim Curry, qui nel ruolo più iconico di sempre. Uno scienziato pazzo dal nome tedesco, che parla con l'accento inglese della regina, amante di uomini e donne in egual misura e deciso a costruire l'uomo perfetto... ovviamente per portarselo a letto, che domande. Il carisma di Curry è gigantesco, così come è incredibile il fascino che emana pur con le fattezze bruttarelle che lo contraddistinguono, al punto che non è difficile capire perché sia Janet che Brad cedano alle sue lusinghe. Frank è l'agente del caos, un motore di libertà dallo stile "troppo estremo" che non esita a spargere sangue e dolore per raggiungere i suoi scopi. Ma, anche lì, come si fa ad odiarlo? Come si fa a non creparsi la faccia di lacrime sul finale? Non si può, io ve lo dico. Questa è la vera magia di Frank.
I Can Make You a Man
Ragazzini, se cercate un film scevro di allusioni sessuali avete sbagliato pellicola. Non fate come i genitori che hanno portato i bambini alla proiezione di Castelfranco storcendo poi il naso davanti a cavalline peniche e amplessi sessuali più o meno suggeriti. Di questi tempi, il Rocky Horror Picture Show non ha più nulla di scandaloso ma sicuramente nel 1975 la storia di uno scienziato pazzo deciso a costruirsi l'amante perfetto, zeppo di muscoli e superdotato, e di due fidanzatini che riescono a "trovare la propria strada" (e probabilmente anche a capire di non essere fatti l'uno per l'altro) attraverso la scoperta del sesso, deve aver destato parecchio scalpore. Canzoni come Hot Patootie, Touch-a-touch-a-touch me (che, di fatto, descrive nella minuzia ciò che viene dopo il citato "heavy petting that only leads to trouble and... sit wetting") e la splendida Rose Tints My World parlano di un modo di vivere interamente consacrato ai piaceri della carne, al raggiungimento della libertà attraverso la ricerca disinteressata del piacere. Un modo di vivere non privo di conseguenze ma comunque meno riprovevole rispetto all'ipocrisia e alla stolida ignoranza mostrata all'inizio dai due giovani protagonisti.
Eddie
Vogliamo parlare anche dei personaggi "secondari"? Dopo un'unica visione di The Rocky Horror Picture Show vi rimarrà probabilmente in testa solo Frank'n'Furter ma se persevererete capirete che Frank non esisterebbe senza gli iconici co-protagonisti che lo affiancano. Lo sfortunato motociclista Eddie (interpretato da un Meat Loaf in stato di grazia e giovanissimo), i servi Riff Raff (ovviamente interpretato dal compositore Richard O'Brien) e Magenta, la groupie Columbia, il bambinone Rocky, il compassato Criminologo e l'esilarante Dottor Scott sono personaggi essenziali tanto quanto Brad e Janet, oltre ad essere incredibilmente ben caratterizzati.
Don't Dream It
L'inno del prefinale, per me la canzone più importante e bella della pellicola. Il messaggio di Frank al mondo è Don't Dream It, Be It: non sognatelo, siatelo. Come ho detto sopra, il Rocky Horror è un inno alla liberazione sessuale e non solo in termini puramente legati all'esperienza ma anche alle pulsioni, che siano etero, omosessuali o addirittura pansessuali. Per estensione, chiunque dovrebbe avere il coraggio di essere ciò che vuole, senza rinunciare ai propri sogni ed adoperandosi perché essi diventino realtà. Se ci pensate, è lo stesso messaggio che da anni la Disney cerca di inculcare nei bambini, ma ascoltato attraverso la sensuale voce di Frank fa tutto un altro effetto.
I'm Going Home/Super Heroes
The Rocky Horror Picture Show, con tutti i suoi lustrini, le paillettes, l'apparente superficialità, non è un film stupido. Innanzitutto è un horror, per l'appunto, e in quanto tale ci racconta di come i desideri di Frank non siano innocenti né i mezzi utilizzati per raggiungerli privi di vittime. Il sangue scorre e non solo, c'è anche un twist piuttosto inquietante nel corso di una cena di compleanno, quindi è necessario che qualcuno venga punito. A tal proposito, il finale è uno dei più tristi della storia del musical, dai toni tragici e malinconici, ed è la classica conclusione in cui all'innocenza viene sostituita una dolorosa, oscura esperienza che spesso coincide con una perdita e la consapevolezza di essere soli al mondo, costretti a lottare contro i mulini a vento per riuscire a tenere tra le mani la libertà faticosamente conquistata. Certo, qualcuno potrà tornare a ballare il Time Warp, di nuovo, ma non per tutti sarà così. "And crawling, on the planet's face, some insects, called the human race. Lost in time. And lost in space. And meaning". Non so voi, ma io mi immedesimo e mi commuovo ogni volta che sento queste parole che escono dalle labbra del sommo Charles Gray.
Science Fiction/Double Feature
Il cerchio si conclude, si torna all'inizio. Come fece mia cugina con me, ho avuto l'onore di accompagnare la Collezionista di biglietti a vedere il suo primo The Rocky Horror Picture Show. Posso solo sperare che le sia piaciuto tanto quanto era piaciuto ad una Bolla ancora al liceo, e che Giulia a sua volta convinca altri "vergini" a ballare il Time Warp, così come spero che questo post sconclusionato ma zeppo di amore spinga altri a diventare "Regular Frankie Fan" come Columbia e la sottoscritta. Se non dovesse accadere, tornerò comunque felice al mio dolce pianeta Transexual, nella galassia di Transilvania, riguardando in loop questo fantastico cult finché non sarò troppo vecchia e rincoglionita per capirne le parole.
Jim Sharman è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Australiano, ha diretto anche Shock Treatment. Anche attore, produttore e scenografo, ha 71 anni.
Barry Bostwick interpreta Brad Majors. Americano, lo ricordo per film come Weekend con il morto 2, Spia e lascia spiare e Tales of Halloween, inoltre ha partecipato a serie come Charlie's Angels, Perfetti... ma non troppo, Scrubs, Cold Case, Supernatural, Ghost Whisperer, Nip/Tuck, CSI e doppiato episodi di Phineas e Ferb. Anche produttore, ha 71 anni e due film in uscita.
Nato come opera teatrale, il Rocky Horror Show comprendeva già nel cast Tim Curry, Richard O'Brien, Patricia Quinn, Little Nell e Jonathan Adams il quale, tuttavia, recitava nella parte del Criminologo; Susan Sarandon e Barry Bostwick sono arrivati dopo, per accontentare i produttori che volevano attori americani nel film (peraltro, pare che Steve Martin avesse fatto il provino per il ruolo di Brad). A Vincent Price era stato invece offerto il ruolo del Criminologo ma il grande attore ha dovuto rifiutare perché coinvolto in altre riprese. Il film avrebbe dovuto essere in bianco e nero fino al momento dell'apparizione di Frank'n'Furter, dopodiché l'unico tocco di colore avrebbero dovuto essere le sue labbra rosse, almeno fino alla fine di Sweet Transvestite, quando l'intero film sarebbe stato virato in "technicolor" fino a Superheroes; nel DVD per il venticinquesimo anniversario del film hanno tentato di fare una cosa simile ma la pellicola si colora nel momento in cui Riff Raff apre la porta, rivelando a Brad e Janet i Transilvani. Nel 1981 Jim Sharman e Richard O'Brien hanno realizzato una sorta di sequel intitolato Shock Treatment, che riporta sullo schermo i personaggi di Brad e Janet (interpretati stavolta da Jessica Harper e Cliff De Young) e alcuni degli attori presenti nel Rocky Horror, ovvero lo stesso Richard O'Brien, Patricia Quinn, Little Nell e Charles Gray, con ruoli diversi. In questi giorni dovrebbe inoltre essere entrato in post-produzione l'"omaggio" televisivo della Fox diretto da Kenny Ortega, che probabilmente andrà in onda negli USA ad Halloween e che si prospetta un'aberrazione della peggior specie, nonostante la presenza di Tim Curry nei panni del Criminologo. Chi vivrà vedrà, comunque. Detto questo, se The Rocky Horror Picture Show vi fosse piaciuto recuperate La piccola bottega degli orrori, Stage Fright e Repo! The Genetic Opera. ENJOY!
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