lunedì 26 settembre 2011

L'alba del pianeta delle scimmie (2011) - Recensione

Dopo un teaser per nulla invogliante e un trailer ufficiale decisamente ispirevole, la curiosità ha vinto e questo weekend sono andata a vedere L’alba del pianeta delle scimmie (Rise of the Planet of the Apes), diretto dal regista Rupert Wyatt.



Trama: durante le ricerche di una cura per l’alzheimer, un genetista scopre un virus che riesce a rendere le scimmie intelligenti come gli esseri umani. Cesare, un cucciolo di scimpanzè da lui adottato, cresce e diventa sempre più consapevole di questo dono, finché non decide di usarlo per liberare i suoi simili prigionieri…



Come dicevo, non volevo andare a vedere L’alba del pianeta delle scimmie. In primis, perché ero già rimasta scottata dal film di Tim Burton, quel Planet of the Apes che aveva già cominciato a segnare il declino artistico del regista. Seconda cosa, non sono mai stata una fan dei film originali, che credo di non aver mai guardato se non qualche spezzone giusto per caso. Quindi, appena saputo dell’esistenza di questo prequel ho sbuffato e storto il naso, soprattutto dopo aver visto il teaser, che mostrava un branco di scimmie in procinto di balzare addosso ad un povero sfigato che passava di lì per caso. E poi… e poi è arrivato il trailer ufficiale, che mi schiaffava John Lithgow in primo piano. Diamine, uno dei miei attori preferiti. Subito dopo, spuntava Tom Felton: voglia di rivedere Draco subito salita a 3000. E infine lui, quello scimmiottino dolcissimo dagli occhioni chiari, quella bestiola così espressiva. Alla fine mi sono quindi decisa a dare una chance al film, e non me ne sono pentita affatto.



Certo, L’alba del pianeta delle scimmie non è il film dell’anno, ma è ben fatto, ben recitato e ha degli effetti speciali che sono la fine del mondo; in più, e non è poco, non bisogna essere fan dei vecchi film per poterselo godere. Ovvio, magari non guasta conoscerne la trama, ecco, visto che solo lo spettatore che più o meno la sa intuirà il significato del finale e della sua particolare prosecuzione durante i titoli di coda, comprendendo così anche il significato del titolo. Ma per il resto, il film si lascia guardare, eccome. La storia non è sicuramente delle più originali, visto che fa leva sul solito binomio “scienziato buono che trova una cura vs profittatori cattivi che condannano la razza umana solo per avidità”, ma è come sempre molto efficace e regala momenti abbastanza toccanti ed emozionanti. Momenti che non esisterebbero senza la bravura degli attori, che poi è il motivo principale che mi ha spinta ad andare al cinema e fondamentalmente la caratteristica che rende L’alba del pianeta delle scimmie diverso da tonnellate di altri film simili.



Essendo abituata a vedere John Lithgow come un vulcano, un carismatico caratterista impossibile da relegare a semplici ruoli di comprimario, il suo personaggio in L’alba del pianeta delle scimmie mi ha stupita; la sua interpretazione è misurata, sofferente, realistica e commovente, assolutamente indispensabile. Infatti, nonostante i protagonisti siano lo scienziato Will e la scimmia Cesare, il personaggio più importante della pellicola è il vecchio Charles; il figlio crea la cura che rende intelligenti i primati proprio per guarirlo dall’alzheimer e decide di accogliere il cucciolo di scimpanzé in casa anche per l’immediata simpatia che il vecchio dimostra nei confronti dell’animale. Si può dire così che la vita di Cesare cominci grazie a Charles e che anche la sua perdita dell’”innocenza” e successiva ribellione coincida con il progressivo aggravarsi delle condizioni dell’uomo. Questi sono i momenti più toccanti dell’intero film e diventano ancora più emozionanti perché la realizzazione di Cesare rasenta la perfezione di un’opera d’arte, dove la bravura mimica di Andy Serkis si fonde con degli effetti speciali incredibili, dando vita ad una creatura espressiva, viva, assolutamente realistica (lo stesso si può dire anche delle altre scimmie, la maggior parte delle quali credo sarebbero indistinguibili da quelle vere, a parte un paio di primati un po’ più “fasulli” perché troppo caratterizzati, come il gorilla, lo scimpanzé orbo o il babbuino).



     
Non è tutto oro quel che luccica, ovviamente, perché alcune finte immagini “da poster” con il gruppetto di primati messi in posa ci sono, e anche perché l’idea che un branco di scimmie, per quanto intelligenti siano, riesca a mettere a ferro e fuoco una città come San Francisco in barba alle forze armate mi risulta un po’ difficile da digerire. Però devo ammettere che L’alba del pianeta delle scimmie mi ha fatto venire voglia di vedere i vecchi film della serie perché, laddove Planet of the Apes di Burton non mi aveva smosso un capello, questo mi ha messo addosso parecchia inquietudine e mi è riuscito difficile parteggiare per le scimmie, per quanto vessate e desiderose di libertà: l’idea che la razza umana si autocondanni all’estinzione e che le scimmie nel frattempo si freghino le mani sottomettendo gli stupidi uomini… mah, mi turba!! Lo ammetto! E ora scappo… il babbuino che tengo in casa mi ha detto di staccarmi dal pc che gli serve, e anche di invitarvi a vedere L’alba del pianeta delle scimmie e di votare per lui alle prossime elezioni. (Aiuto).



Decisamente. AIUTO.



Di Brian Cox, qui nei panni dell’odioso John Landon, ho parlato qua. Immancabile, ovviamente, Andy Serkis, che presta i movimenti e l’espressività a Cesare.

Rupert Wyatt è il regista della pellicola. Inglese, è al suo quarto film. Anche sceneggiatore e produttore, ha 39 anni.



James Franco interpreta Will. Uno dei più famosi attori americani di ultima generazione, lo ricordo per film come Spider – Man (e i suoi due seguiti) e 127 ore, che gli ha valso la nomination all’Oscar come miglior attore protagonista. Ha partecipato anche ad un episodio di X – Files. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 33 anni e otto film in uscita tra cui l’attesissimo (almeno da me!!) Oz: The Great and Powerful di Sam Raimi, dove interpreterà Oz in persona.  



John Lithgow interpreta il padre di Will, Charles. Uno dei miei attori preferiti, soprattutto dopo essermi goduta per anni le sue performance nella meravigliosa ed esilarante serie Una famiglia del terzo tipo, lo ricordo per film come Ai confini della realtà, Footlose, Bigfoot e i suoi amici, Cliffhanger – L’ultima sfida e Rosso d’autunno; ha inoltre prestato la voce al Lord Farquaad di Shrek e partecipato ad episodi delle serie Dexter e How I Met Your Mother. Americano, anche produttore e sceneggiatore, ha 66 anni e quattro film in uscita.



Tom Felton (vero nome Thomas Andrew Felton) interpreta l'odioso Dodge. Attore inglese passato alla storia per avere interpretato un altro personaggio odioso per eccellenza, il Draco Malfoy dei sette film dedicati ad Harry Potter, ha partecipato giovanissimo al film Anna and the King. Ha 24 anni e quattro film in uscita.



Non è facile inserire questo L’alba del pianeta delle scimmie in una cronologia che comprenda gli altri film perché, apparentemente, se ne distacca mantenendo solo qualche riferimento in quanto a nomi e situazioni. Per esempio, Cesare era il protagonista del quarto film della franchise originale, 1999: conquista della terra, ambientato in un futuro alternativo dove lo scimpanzé liberava i suoi simili ritornati ad essere schiavi degli uomini. Quindi, probabilmente L’alba del pianeta delle scimmie sarà un film che preluderà a tutta una nuova serie di reboots delle pellicole originali, anche perché il regista sta già pensando ad un sequel ambientato otto anni dopo le vicende narrate in questo episodio. E ora... so che dovrei lasciarvi con il trailer del film. Ma mentre scrivevo il post una canzone e una sola mi rimbombava nella mente.... ENJOY!!!

10 commenti:

  1. Ciao 
    per la tua straordinaria recensione ti premierei con un Oscar...sicuramente!

    Dai una occhiata in questo Blog

    Un sorriso. Edo

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  2. Grazie per essere passato e per i complimenti.
    Quello di Egle è un blog dove passo a volte e sempre molto volentieri!!
    Buona serata!

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  3. Concordo pienamente, avevo molte riserve anch'io ma è impossisile non restare colpiti dlala bravura di regia attori effetti speciali. Un ottimp lavoro

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  4. L'ho visto ieri sera e mentre lo vedevo mi veniva da pensare "ma quanti diavolo di scimpanzè ci sono a San Fransisco?".
    Scherzi a parte non me lo aspettavo perchè non sono un gran fan di questo Franchise ma il film mi è piaciuto molto ed Andy Serkis è stato davvero il protagonista assoluto in tutti i sensi. :-)

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  5. ciao,
    grazie della visita, interessante blog!
    Questo film vorrei vederlo, anche io ero rimasta assai delusa da Planet of the Apes di Burton e questo mi sembrava di livello migliore, visto i trailer.
    Draco vedo che non si stacca dalla parte dello sbruffone cattivello! 
    Passiflora

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  6. Grazie a te per essere passata, Passiflora!
    Anche io in effetti vorrei vedere Felton in un ruolo un po' diverso, per una volta...

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  7. Ciao Erica grazie dei complimenti e congratulazione per il tuo blog, molto ben scritto

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  8. Mmm il film mi puzza di delusion lontano un miglio, però concordo che anche solo per la presenza dell'immenspo Lithgow (ma l'hai visto come super-cattivo in Dexter 4? è davvero straordinario) meriterebbe la visione. Però anche a me ripensare a The Planet of the apes mi rattrista, perchè mi ricorda quanto sia caduto in basso ultimamente il mito della mia gioventù, Tim Burton.

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  9. A me invece piacquero molto anche i vecchi film ( soprattutto il primo ! ), per cui sono molto curioso di vedere questo prequel, di cui tra l'altro ho letto quasi tutte recensioni positive.
    Il film di Burton, purtroppo, era terribile !!! :-(

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  10. @MonsieurVerdoux
    Purtroppo ho smesso di seguire Dexter dopo poche puntate della prima stagione, complice il pessimo doppiaggio italiano e la mancanza di tempo. Ma potrei sempre rimediare! Comunque una chance all'Alba del pianete delle scimmie la darei!

    @Spiderci
    Recupererò sicuramente la prima pellicola della serie vecchia prima o poi. Peccato che questo è il prequel ad una nuova serie di film, che si rifarà solo in parte alla saga originale.

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