mercoledì 3 giugno 2020

Ragazza tutta nuda assassinata nel parco (1972)

Giovedì scorso mi sono di nuovo ritrovata davanti alla TV, su Cine34, per il consueto giallo della settimana. Stavolta è toccato a Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, diretto nel 1972 dal regista Alfonso Brescia.


Trama: un ricco uomo d'affari viene trovato morto nella casa degli orrori di un luna park, proprio il giorno in cui aveva stipulato un'assicurazione sulla vita milionaria. Un agente della compagnia assicurativa comincia ad indagare tra gli eredi...


Alla faccia del titolo utilizzato come esca per i gonzi! Ragazza tutta nuda assassinata nel parco incarna la pura malvagità dei titolisti che, facendo leva sulle attitudini guardone e morbosette del potenziale spettatore, lo trascinano a vedere una roba di una noia mortale, recitata da gente al cui confronto Stannis La Rochelle e Corinna Negri sono rispettivamente Jack Nicholson e Meryl Streep. Per inciso, la ragazza tutta nuda assassinata del titolo compare a metà del film, ed effettivamente fa quel che promette: sta lì, morta, nel parco, ma è una sorta di collateral damage. Tutto parte, in effetti, dalla morte di un vegliardo, che era vestito e all'interno di una casa degli orrori (Vecchio tutto vestito assassinato nel tunnel dell'orrore, capite bene che non funziona), e da lì la compagnia di assicurazioni decide di indagare, sospettando che qualcuno abbia voluto accaparrarsi i soldi della polizza sulla vita appena stipulata dal distinto gentiluomo. Si offre come volontario il giovine Chris, bellimbusto dagli occhi azzurri che, trovandosi davanti tutte eredi di sesso femminile, decide di indagare sfruttando un mezzo ben poco convenzionale, ovvero la sua virilità, dandoci fondamentalmente dentro con le tre donne di casa, una messa peggio dell'altra. La protagonista, Catherine, è una sorta di morta che deambula, col dottore sempre appresso a consigliarle, tra le righe, di NON copulare pena scompensi cardiaci; la sorella, Barbara, è un zoccolone fatto e finito che la darebbe a chiunque respiri; la madre ha visioni sul marito defunto e per tenerle a bada si ubriaca come se non ci fosse un domani, con buona pace di Chris che una limonata se la fa pure con lei, che tanto vecchia e brutta non è, anzi. Il film si trascina stancamente su questi siparietti fatti di promesse d'amore, promesse di pilu e promesse di alcool, coi poveri Adolfo Celi e Philippe Leroy che, di tanto in tanto, provano a portare un po' di dignità alla baracca indagando sui pochi omicidi perpetrati dalla solita mano ignota, guantata, armata di rasoio.


Tolta la recitazione canina e alcuni dialoghi che vabbé, la risoluzione finale non sarebbe nemmeno tanto stupida, a patto che lo spettatore si ricordi l'introduzione iniziale in bianco e nero che, lì per lì, c'entrerebbe col film come i cavoli a merenda ma è forse il momento artistico più alto. Il problema è che la noia regna sovrana non solo nella trama ma anche nella messa in scena, di un piattume e uno squallore rari persino per questo genere di filmacci. A tal proposito, ci sono alcune chicche, tutte legate all'idea di spendere denaro essenzialmente per il guardaroba delle protagoniste, vestite quasi sempre come se dovessero presenziare alla notte degli Oscar; il contrasto tra questi abiti di gran galà e le scelte infelici di Chris, che porta Catherine rispettivamente in una birreria tedesca zeppa di animali impagliati e avventori vestiti da barboni (lei ha una cofana che pare Maria Antonietta e una veletta nera) o al ristorante/balera del luna park (gesto delicatissimo, tra parentesi, visto che lì è morto suo padre tipo tre giorni prima) dove le cameriere sono sempre vestite da tirolesi MA con una minigonna che nulla lascia all'immaginazione, unito alla terribile colonna sonora che a tratti pare scritta ed eseguita dall'orchestra del maestro Canello, creano uno shock tale, ai sensi dello spettatore, che alla fine davvero il fatto che gli attori siano dei cani senza pedigree passa in secondo piano. Quindi nulla, vi sconsiglio con tutto il cuore Ragazza tutta nuda assassinata nel parco e attendo la prossima "perla" che mi propinerà Cine34.

Alfonso Brescia è il regista della pellicola. Nato a Roma, ha diretto film come Napoli serenata calibro 9, Zappatore e I figli... so' pezzi 'e core. Anche sceneggiatore e attore, è morto nel 2001 all'età di 71 anni.


Adolfo Celi interpreta l'ispettore Huber. Nato a Messina, ha partecipato a film come Il tormento e l'estasi, Agente 007 - Thunderball, Diabolik, Brancaleone alle crociate, Amici miei, Febbre da cavallo, Innamorato pazzo, Amici miei - Atto II e Amici miei - Atto III. Anche regista, sceneggiatore e produttore, è morto nel 1986 all'età di 63 anni.


Philippe Leroy interpreta Martin. Francese, ha partecipato a film come Il castello dei morti vivi, Milano calibro 9, Milano rovente, Il portiere di notte, Qua la mano, State buoni se potete, Montecarlo Gran Casinò, Nikita, La terza madre e a serie quali Sandokan, Elisa di Rivombrosa, Don Matteo e I Cesaroni. Ha 90 anni.


6 commenti:

  1. Ma guarda, il titolo sinceramente nessun effetto, anzi, avevo immaginato fosse un trabocchetto, dopotutto i titolisti italiani sono sempre un po' strani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No ma io mi mettevo nei panni degli spettatori ingenui dell'epoca :)

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...