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domenica 25 novembre 2012

Paranormal Activity 4 (2012)

Nonostante il film trash della settimana avrebbe dovuto essere Dracula 3D (che qui dalle mie parti non si è visto nemmeno dipinto...), io e il mio amico horroromane abbiamo ripiegato su Paranormal Activity 4, diretto da Henry Joost e Ariel Schulman. Perché premiare le brutture nostrane quando possiamo importarle, con velocità impressionante, dall'estero?


Trama: indovinate un po' quale potrebbe essere la sinossi del film! Tutto comincia cinque anni dopo la fine del secondo capitolo, quando un moccioso viene ospitato da una famigliola che, subito dopo il generoso gesto, comincia a venire perseguitata da strani fenomeni opportunamente ripresi dalle telecamere dei pc portatili...

Filmati che poi dimenticano di riguardare, o li guarderebbero ma i pc non fungono più..
Paranormal Activity 4 raschia il fondo della saga, del genere horror e persino del pubblico pagante. Fate conto che in sala c'erano un gruppetto di cutrettole in ultima fila, probabilmente pagate dall'ormai solo produttore Oren Peli in persona, che urlavano come se le stessero scannando ad ogni colpetto o improvviso movimento di telecamera, mentre, in prima fila, una masnada di bambini delle elementari/medie giocavano a tirarsi i pop corn, a scambiarsi di posto e a rispondere ai personaggi del film. Un po' di sindrome da Erode ce l'ho sempre avuta, ma mi chiedo perché, di generazione in generazione, i ragazzini diventino sempre più imbecilli. Chiudo la parentesi "sociale", torniamo all'argomento del post. Paranormal Activity 4, dicevo, rasenta la mostruosità. Tolto il fatto che, ormai, è assodato che non ci si può aspettare dai film della saga nessuna invenzione relativa alla regia o al montaggio, c'è da dire che nei tre episodi precedenti si cercava sempre di creare qualche twist nella trama che facesse perlomeno inarcare educatamente un sopracciglio allo spettatore accondiscendente. Stavolta, ciccia. Gli sceneggiatori si sono riguardati ennemila volte lo Shining di Kubrick e ne hanno ricavato solo un paio di sequenze "omaggio" che il pubblico medio della pellicola non recepirà, poi ci hanno attaccato i due "colpi di scena" che caratterizzavano il secondo e terzo capitolo di Paranormal Activity, facendo piombare dritto dritto quest'ultimo episodio della serie nel baratro della baracconata colossale.

Ammazzali tutti. Soprattutto Oren Peli.
Appurato dunque che questo PA4 è la fotocopia di una fotocopia di una fotocopia e che ormai non fa nemmeno più paura, diamo a Cesare quel che è di Cesare: i realizzatori almeno due novità ce le hanno infilate. La prima, meno importante, è l'introduzione non già dell'ormai vetusta e banale telecamera, bensì del tablet o del portatile che tutti i personaggi hanno sempre con loro, no matter what. Senti un rumore nella stanza accanto? 'spetta che mi camallo il portatile appresso. Giù di sotto cade un lampadario? No problemo, la mamma in cucina ha un pc che usa per seguire le ricette di Benedetta passo passo, vuoi che non abbia anche una telecamera incorporata in grado di riprendere quel che succede? Che poi i protagonisti utilizzino questa prodigiosa tecnologia ad mentula canis non importa a nessuno. Un esempio su tutti: la mocciosa rimane chiusa nel garage con la macchina accesa, a rischio di soffocare per le esalazioni dei tubi di scarico, e si limita ad urlare dimentica del tablet che, fino a un secondo prima, le aveva consentito di comunicare col fidanzato. Usa Skype scema, chiama il 911 o il cellulare dei tuoi al piano di sopra!!! Macché, niente. La seconda, IMPORTANTISSIMA novità a livello "stilistico", invece, è questa:


No, non ho sbagliato immagine. Come i realizzatori insegnano, se prendete una X-Box, accendete il sensore Kinect (quello che, se non ho capito male, lo rende praticamente una Wii), spegnete le luci e cominciate a riprendere la stanza buia, il video risultante vi mostrerà una miriade di puntini verdi fluorescenti sulle vostre figure in movimento, come se vi trovaste in una discoteca di Ibiza al sabato sera. Certo, con questo metodo riuscirete a sgamare anche eventuali esseri invisibili che vi stanno infestando la casa e ciò li farà arrabbiare molto ma hey, non stiamo a spaccare il capello. Tanto prima o poi queste entità vi faranno comunque il mazzo a tarallo, come diceva Giobbe Covatta, quindi perché preoccuparsene? Preoccupatevi piuttosto del fatto che il finale della pellicola è apertissimo e che, dopo i silenziosi e brevissimi titoli di coda, c'è una sequenza girata in un luogo che somiglia parecchio al Messico. Preparatevi dunque ad Atividade Paranormal 5, che stanno già girando e che sarà pronto per il 2013 con, pare, un cast tutto nuovo e di sangre latino. Addio anche all'ex ciccia Katie Featherston, purtroppo, che ormai risulta troppo familiare per mettere davvero paura. Mi mancherai, granitica torcicolli. Procuratevi sombreros, Estathé e rosari, ci risentiamo l'anno prossimo. Ayayayayayyyy!!!

E tu, orribile bambino inespressivo, vai subito a prendere lezioni da Miko Hughes. Fila.
Dei registi Henry Joost e Ariel Schulman ho già parlato qui, mentre la veterana Katie Featherston, che interpreta Katie, la trovate qua.

Stephen Dunham ed Alexondra Lee, che nel film interpretano i due genitori dei giovani protagonisti, sono stati davvero sposati nella vita reale, almeno fino alla morte di lui, avvenuta nel settembre di quest'anno. Se Paranormal Activity 4 vi fosse piaciuto, datevi alla pazza gioia con i primi tre capitoli della franchise ed ESP - Fenomeni paranormali. ENJOY!





domenica 7 novembre 2010

Paranormal Activity 2 (2010)

Dalle mie parti, appena esce un horror ci si butta a capofitto, a prescindere o quasi. Non deve stupire, dunque, che io sia andata a vedere Paranormal Activity 2, del regista Tod Williams, seguito diretto (e sicuramente girato in fretta e furia, prima che il successo del capostipite si raffreddasse) del campione d’incassi Paranormal Activity, nonostante quest’ultimo mi fosse piaciuto ma non mi avesse entusiasmato troppo. Per la serie “squadra che vince non si cambia”, questo secondo episodio è una fotocopia del primo con pochissime varianti.

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Trama: un paio di mesi prima rispetto agli eventi accorsi nel primo film, un sistema di telecamere ci mostra la serie di inquietanti episodi, mano a mano sempre più invasivi e pericolosi, che si manifestano in casa della sorella di Katie, Kristi, da poco mamma di un pargoletto e con marito e figlia adolescente a carico.

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Paranormal Activity 2 aggiunge veramente poco a quanto già mostrato nel primo film. Sicuramente gli sceneggiatori ed il regista hanno avuto a disposizione più fondi e più mezzi per realizzarlo, inoltre molto probabilmente hanno fatto propria l’esperienza derivante dalle reazioni suscitate dal primo episodio, quindi sono riusciti a confezionare una pellicola leggermente più dinamica, un po’ più “elaborata” e anche a creare collegamenti più o meno sensati con il primo film. Il risultato, nonostante tutto, non è eccelso. Il punto di forza di Paranormal Activity era la (non)novità: una storia ridottissima, un mero canovaccio che fungeva da scheletro per una serie ininterrotta di episodi paranormali che diventavano sempre più evidenti ed inquietanti, fino a giungere ad un finale da salto sulla sedia. Ovvio quindi che lo spettatore scafato sappia già cosa aspettarsi dal secondo episodio e più o meno immagini quando e dove arriveranno gli spaventi e che il tutto risulti così meno efficace. Gli sceneggiatori quindi hanno deciso di sopperire alla mancanza di “suspence” stupendoci con effetti speciali (se prima dovevamo solo immaginare la gente presa per le gambe dal demone adesso la vediamo proprio volare via trascinata per tutta la casa) e telecamere ad infrarossi alla Rec, ed aggiungendo un paio dei più classici clichè horror: animali e bambini. Effettivamente è inquietante vedere il pastore tedesco abbaiare al nulla, uggiolare impaurito, oppure il piccoletto di un anno guardare fisso qualcosa che può vedere solo lui o mettersi a piangere terrorizzato mentre le porte sbattono però alla lunga anche questo diventa noioso ed alcune riprese, soprattutto quelle con la telecamera a mano, risultano palesemente forzate ed inverosimili.

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Quello che ho apprezzato, invece, è stato il rendere Paranormal Activity 2 così coerentemente legato al primo. La storia di Kristi all’inizio sembrerebbe successiva a quella della sorella Katie, invece a poco a poco scopriamo come gli eventi del nuovo film siano precedenti, anche se di poco, a quelli del primo. Una punta di nostalgia ci coglie nel rivedere un redivivo Micah, imbecille come lo ricordavamo, segnato per sempre da un’impietosa didascalia che ci indica come, nel giro di 60 giorni, il poveraccio verrà ucciso. E qui lo spettatore si chiede se le due “infestazioni” avvengano in parallelo oppure se c’è dell’altro sotto: effettivamente quello che si viene a scoprire la fine mi è piaciuto parecchio, peccato per il modo idiota in cui il film arriva a collegarsi direttamente alle primissime immagini di Paranormal Activity. Infatti agli appassionati di horror tocca sorbirsi non solo una giustificazione a dir poco banale sulla presenza del demonio (ovviamente trovata su internet…) ma anche l’esorcismo più ridicolo dai tempi dell’Esorciccio: un bel crocefisso pucciato nell’olio extravergine d’oliva e passa la paura!! Ma scherziamo?! Ne L’esorcista ci vogliono DUE preti professionisti che riescono a malapena a liberare la ragazzina e qui basta il proprietario di un Burger King? Inconcepibile, per fortuna che il crudelissimo finale si vendica di tutto questo scempio e ci lascia, nuovamente, a bocca aperta come dei tacchini a chiederci se ci sarà un Paranormal Activity 3 e su cosa verterà, visto che carne al fuoco ne è stata messa molta.

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Per farla breve, nonostante qualche calo di credibilità e nonostante sia inferiore al primo, Paranormal Activity 2 merita la sufficienza sia per il raggiungimento dello scopo, che alla fine è quello di tenere gli spettatori in tensione fino alla fine, sia perché gli attori, anche questa volta, sono molto bravi e danno vita a personaggi meno stupidi rispetto a quelli del primo episodio (anche se gli uomini, bontà loro, sono sempre mostrati come dei dementi…). Personalmente ho una passione per la spessissima (in senso fisico) e scazzata Katie Featherston, che torna appunto nei panni di Katie, ma anche le attrici che interpretano Kristi e l’adolescente Ali non sono male. In definitiva, però, questo è un film che può piacere solo agli appassionati di horror o a chi è rimasto folgorato dall’incipit della serie. Gli altri, si astengano.

Tod Williams è il regista della pellicola. Newyorchese, è al suo quarto lavoro. Ha 42 anni e un film in uscita, il remake di un film islandese del 2006.

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Katie Featherston interpreta Katie. Attrice texana al suo quarto film, già protagonista di Paranormal Activity, ha 28 anni.

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Sprague Grayden interpreta Kristi. Giovane veterana della tv USA ha partecipato a parecchi episodi di film come Six Feet Under, CSI: NY, Weeds, Senza traccia, CSI Miami, 24, Criminal Minds, Law & Order e Dr. House.

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Vi lascio con una curiosità e un paio di consigli. Come avranno capito gli spettatori più attenti, la casa utilizzata per le riprese è la stessa che compariva nel film precedente, ovvero quella del regista Oren Peli, che ovviamente dopo il successo del primo film ha modificato qualcosa. A quelli che, come me, rimangono a sorbirsi tutti i titoli di coda sperando che ci sia qualcosa dopo, dico di alzarsi pure tranquilli, non c’è niente dopo, solo un’ininterrotta di rumori e lamenti inquietanti. Se vi piace il genere, infine, non potete non guardare Paranormal Activity oppure gli assai più inquietanti Rec e Rec2. E ora vi lascio al trailer del film... ENJOY!!


mercoledì 10 febbraio 2010

Paranormal Activity (2007)

E’ proprio vero che il mondo è dei furbi. In Italia, capita che noi non si riesca a vedere l’ultimo film di Dario Argento, per mancanza di distribuzione. Per lo stesso motivo, un sacco di piccole perle cinematografiche vengono passate direttamente in DVD oppure si perdono in un limbo dal quale solo l’”illegalità” di E-mule o del Torrent li può salvare. Ma basta che Steven Spielberg (il quale ha suggerito il commercialissimo finale, vergogna…) se la faccia sotto davanti ad un film, e che la cosa venga sfruttata ed unita all’illusione di uno pseudo documentario alla Blair Witch Project, ed ecco che un’opera costata due lire ottiene (pur se in ritardo) una distribuzione a livello mondiale diventando campione d’incassi. Sto parlando ovviamente di Paranormal Activity, horror già cult ancora prima di uscire, girato nel 2007 da Oren Peli.


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La trama è ridotta all’osso: due fidanzati decidono di riprendere con una telecamera i fenomeni paranormali che paiono avere segnato la vita di lei dall’età di otto anni. Attraverso i filmati vediamo come quelle che all’inizio erano solo delle lievi ed innocue manifestazioni diventano sempre più invasive e pericolose, mano a mano che l’entità viene “stuzzicata”dai maldestri tentativi dei due.


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Prima di continuare a leggere, andate a riguardarvi la trama, e capitemi bene: il film è davvero tutto lì. Non ci sono scene splatter, non ci sono effetti speciali eclatanti, non si vede il “mostro”, quello su cui si basa il film è solo l’atmosfera, un (in)sano ritorno alle storie di fantasmi e demoni che si raccontano da ragazzini a tarda notte, per farsi paura a vicenda. Quello che vedrete sono porte che si muovono, lampadari che oscillano, accompagnati da inquietanti tonfi, rumori, fruscii e chi più ne ha più ne metta. Se non credete che esistano i demoni, che possano in qualche modo arrivare ad infestarci una casa, che le tavolette ouija possano davvero metterci in contatto con il mondo degli spiriti… allora lasciate proprio perdere e non spendete i soldi del biglietto, perché un film simile non vi farebbe né caldo né freddo. Per chi, come me, si lascia impressionare da questo genere di storie, l’importante è non diventare così boccaloni da credere ai fantomatici “malori” che coglierebbero l’incauto spettatore durante la visione e prepararsi a vedere un film molto lento e a tratti ripetitivo, dove l’orrore è intelligentemente dosato col contagocce, ed aumentato a poco a poco.


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Il bello del film, che è anche il suo aspetto più intelligente, è proprio la scelta di non essere troppo esplicito. Lo spettatore ha l’unico vantaggio di vedere “in diretta” quello che i protagonisti vedranno solo il giorno dopo, controllando la registrazione, altrimenti si vive l’esperienza assieme a loro, seguendo quello che avviene sentendosi impotenti e senza la possibilità di sottrarsi ad un destino che, diciamocela tutta, i personaggi si cercano. Sì perché alla fine questo Paranormal Activity è un manuale perfetto su cosa NON si deve fare quando la propria casa è infestata. E l’unico motivo per cui non si riesce a credere appieno all’idea del documentario è che, a differenza di The Blair Witch Project dove i tre idioti si accampavano e, amen, si perdevano nel bosco come succede a tanti sprovveduti, in questa pellicola invece sei in una casa, puoi scegliere di andartene, e il fatto che tu rimanga solo per il fatto che “tanto la presenza mi seguirà” ha un che di pretestuoso, così come è assurdo che due possano continuare a dormire tranquilli quando sanno di avere un demone in camera. Cristo, ma persino i protagonisti di Nightmare prendevano dei sonniferi per stare svegli ,e quella serie di documentaristico non ha proprio nulla! Tra l’altro proprio questa decisione di mostrare i fenomeni mentre i due fidanzatini dormono (elogiata perché ha permesso di minimizzare il budget cavalcando così il mito dei film fatti con due lire e molte idee) concorre purtroppo a rendere il film un po’ ripetitivo e a tratti monotono, più che claustrofobico.


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Nonostante la trama un po’ pretestuosa e la realizzazione un po’ piattina, non è quello che mi ha fatto storcere il naso, ma il fatto che ad un certo punto la storia butti lì un omaggio a L’esorcista che di realistico ha proprio poco (ma figuriamoci se su internet si potrebbero mai trovare storie di esorcismi VERI con tanto di video…) e poi, insomma, anche il finale è abbastanza scontato e per nulla in linea con il resto del film, una bieca concessione a quei finali negativi e “aperti” che vanno tanto di moda ora. Due passi falsi che fan dispiacere, visto che gli attori (esordienti come il regista) sono bravi e molto credibili, soprattutto il ragazzo è il tipico maschio che ha la soluzione pronta a tutto, convinto di avere la situazione sotto controllo anche quando è evidente che non è così, e soprattutto testardo come pochi, visto che ignora tutti gli ottimi consigli che gli vengono dati da chi ha capito che con la Presenza è meglio non scherzare. Anche la regia è ottima, con gli ovvi limiti di soggettiva e di nitidezza dovuti alla scelta di mostrare gli eventi attraverso una telecamera usata da un dilettante. Insomma, io un’occhiata la consiglio, ma ovviamente non aspettatevi l’horror del secolo, né di beccarvi un infarto anzitempo.


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Di regista ed attori non posso lasciare biografie o simili, sarebbe inutile visto che al momento questo è il loro unico lavoro. Ma Oren Peli è già al lavoro su un nuovo horror, al momento in fase di post produzione, dal titolo Area 51, che quindi al 100% parlerà di alieni poco amichevoli, e si sta già pensando ad un seguito di Paranormal Activity. Anche la protagonista Katie Featherston sta per tornare sullo schermo con un horror dal titolo Walking Distance che dopo il successo ottenuto da Paranormal Activity probabilmente cambierà nome in Experimental Activity (giusto per attirare qualche gonzo…), mentre il suo partner cinematografico Micah Sloat è attualmente disoccupato, ahilui. E ora, invece di lasciarvi con l’inflazionato trailer… vi lascio con qualcosa ti ancora più terriBBile… Mia Nonna Activity!!!! ENJOY!


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