La trama di Two Sisters non è complicata, almeno in apparenza: Su – Mi e Su – Yeon sono due giovani sorelle che tornano a casa dopo che la prima è stata in cura per problemi psichiatrici. Al loro arrivo trovano una matrigna indisponente e violenta, un padre distante e soprattutto inquietanti presenze che a poco a poco svelano a loro e allo spettatore un terribile passato che riguarda entrambe.
Non è facile parlare di questo film senza svelarne gli intrecci e gli abbondanti colpi di scena (che pur avevo presentito ad un certo punto…). Two Sisters passa come il più terribile horror coreano, brutale e sanguinolento, almeno da quello che avevo letto. Francamente, ho visto assai di peggio, anche perché non è un horror propriamente detto, ma l’elemento “pauroso” viene usato per scavare nella psiche umana. Il tema portante, che viene svelato verso la fine del film proprio dalla matrigna, è la ferma volontà dell’essere umano di dimenticare ciò che è spiacevole e troppo doloroso da ricordare, soprattutto quando è legato al senso di colpa. Si può dire che il fantasma presente nella casa (perché come mostra il finale “qualcosa” c’è davvero al di là di allucinazioni o sogni, e viene percepito, anche se non troppo chiaramente, dalla giovane zia delle due ragazzine durante un’imbarazzante cena) si nutre, più che di un desiderio di vendetta come nel caso di The Grudge, di un desiderio di espiazione, di non essere dimenticato, del senso di colpa di ogni abitante della casa.
Seppure il fantasma ci sia e segua la solita moda della maggior parte degli horror orientali (donna, dai lunghi capelli neri che le coprono la faccia ed accompagnata da suoni gutturali più o meno forti), non è una presenza preponderante però. Anzi, se possibile serve a confondere e sviare lo spettatore dalle parole che vengono dette nel corso del film, dalle azioni dei personaggi, dalle immagini che spesso e volentieri mischiano i due piani del reale e dell’immaginario, del sogno e della realtà. Non è un film da guardare con occhio disattento, il divertimento sta proprio nel cercare di capire la situazione prima che il regista ci dia una spiegazione, per quanto neppure quest’ultima sia troppo immediata.
Le immagini sono bellissime, inquietanti ed evocative, così come la casa dov’è ambientata la vicenda. Abbondano, ovviamente, i luoghi bui, ma il particolare che mi ha attirato è l’arredamento dal sapore vintage, l’armadio “maledetto” dalla fantasia a fiori come la carta da parati, il giardino zen, la deliziosa gabbietta per uccelli, lo stile femme fatale orientale della matrigna, che sembra uscita da una foto degli anni venti. Sono preponderanti come colore il rosso e il bianco, i colori del trauma violento e dell’innocenza, vera o presunta che sia (il bianco in oriente è anche colore associato alla morte e al lutto, non dimentichiamolo). Inoltre il tema del fiore ricorre anche nel titolo originale, la cui traduzione sarebbe “La Rosa e il Loto Rosso”, titolo che ha lo stesso significato dei nomi delle protagoniste. Gli attori sono tutti molto bravi, a cominciare dalle giovani protagoniste e nonostante i due zii siano decisamente da dimenticare, ma è proprio grazie a questi ultimi che assistiamo alla scena più trash ed esilarante del film. Un film da provare, a mio avviso, ma non per una sera di divertimento fancazzista.
Ji Woon-Kim è il regista della pellicola, nonché sceneggiatore (anche del remake americano). Nativo della Corea del Sud, tra i suoi film ricordo Three e The Good, The Bad, The Weird. Ha 45 anni e un film in progetto.
Su – Jeong Lim interpreta Su – mi. Come molte idol (anche se forse nella Corea del Sud non si può parlare di idol…) ha cominciato la sua carriera come modella per riviste giovanili. Ha recitato in Happiness e ha 29 anni.
Geun – Young Moon interpreta Su – Yeon (anche se la pronuncia coreana è totalmente diversa…). Anche lei originaria della Corea del Sud, ha 22 anni e cinque film all’attivo.
Jung – ah Yum interpreta la matrigna. Sud coreana, ha recitato in Three… Extremes. Ha 37 anni.
Kap – su Kim interpreta il papà. Sud coreano come il resto dei membri del cast, ha recitato in non molti film e serie tv coreane, nonostante l’età. Ha 52 anni.
E ora vi lascio col trailer di The Uninvited... dopo averlo visto, poiché alcune scene sono simili a quelle di Two Sisters, la mia decisione è stata presa: lo eviterò come la peste, e terrò vivo il ricordo di questo bell'originale! ENJOY!
E' vero, "The Ring" nn l'avevo giudicato poi così male...prima di vedere l'originale, tutta un'altra cosa!
RispondiEliminaAdoro gli horror orientali, hanno un'eleganza e una complessità che i remake americani non riescono ad imitare nemmeno lontanamente (sarà per questo che non li prendo nemmeno in considerazione, ma vado direttamente all'originale?). Two sisters mi piacque molto quando lo vidi, ma per capirlo meglio sarebbe stata consigliabile una seconda visione... ahimè, mai avvenuta ;)
RispondiEliminaUn saluto!
Due estimatori del J/K-horror *__*
RispondiEliminaGrazie per essere passati!!
Mi sono rivisto questo film, già seguito in una serata da dvd a noleggio non troppo attenta... e non nego anche questa volta mi sia stato difficile stare dietro la trama, spezzata più e più volte da interruzioni varie.
RispondiEliminaNon a caso temo proprio di essermi perso qualche passaggio fondamentale, visto che la conclusione mi risulta alquanto confusa, gh..
Interessanti però le informazioni extra che dai e senza svelare più del necessario.. : P
Ti chiederò comunque di spiegarmi meglio, sappilo u.u
Ho apprezzato sia l'originale che il remake.
RispondiEliminaCerto,ovviamente non esiste paragone.
Ecco, io il remake ad oggi devo ancora recuperarlo :P
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