Questa settimana sono finalmente riuscita a vedere uno dei film che ultimamente mi ispiravano di più, ovvero Storia di una ladra di libri (The Book Thief), diretto nel 2013 dal regista Brian Percival e tratto dal romanzo La bambina che salvava i libri di Markus Zusak.
Trama: Liesel è una ragazzina che viene adottata da una famiglia tedesca. Solitaria, silenziosa ed analfabeta, può contare solo sull’amicizia del coetaneo Rudy e sulla gentilezza del padre adottivo che, un giorno, decide di insegnarle a leggere e a scrivere… proprio quando le leggi razziali della Germania nazista costringono l’ebreo Max a rifugiarsi da loro.
Cos’è che deve farci davvero paura? Non la morte, secondo Storia di una ladra di libri, perché prima o poi arriva per tutti ed è una presenza costante che ci accompagna e ci osserva silenziosa, aspettando il momento opportuno per trarci a sé. No, ciò che deve farci paura sono ignoranza, pregiudizi e silenzio. Non parlo di quel silenzio giusto, quello che “vale più di mille parole”, ma il silenzio della mente, di chi è privo di idee, personalità e sentimenti, di chi violenta le parole solo per promulgare odio e stupidità e non è in grado di creare altro che orrore e paura, soffocando la speranza. Sembrano banalità ma, come mi faceva notare l’amico Toto, in questi ultimi tempi parecchi Paesi hanno deciso di ri-avvicinarsi a sciocche idee segregazioniste di superiorità razziale o territoriale, gettandosi bovinamente nelle grinfie di chi fa la voce grossa e promette di risolvere i problemi legati a povertà e disagio sociale scaricando la colpa su qualsivoglia minoranza. E allora ben vengano film come Storia di una ladra di libri che, a costo di ribadire l'ovvio, per un paio d'ore ci ricordano cosa vuol dire davvero la mancanza di libertà e come il male possa essere banale, stupido e cattivo. Pellicole come queste, per fortuna, ci mostrano anche come la speranza possa nascere nei modi più semplici e disparati e come a volte basti davvero poco per trovare uno scopo nella vita o perlomeno mostrare agli altri quello che nascondiamo nell'animo mentre siamo stupidamente impegnati a dare un'immagine diversa di noi stessi.
Storia di una ladra di libri è uno di quei film dal sapore senza tempo, oserei dire quasi classico. Non ricerca la spettacolarità né l'innovazione visiva e non è neppure originale nel messaggio che veicola, eppure è talmente dolceamaro e popolato da personaggi ben costruiti che, nonostante il magone che lascia, verrebbe voglia di abbandonarsi alla malinconia e guardarlo più di una volta. Tutti gli attori coinvolti, dal dolcissimo Geoffrey Rush alla piccola protagonista Sophie Nélisse sembrano quasi danzare delicati sullo schermo, tratteggiando personaggi sospesi tra realismo e fantasia tra i quali spicca una Emily Watson commovente e sfaccettata, una sorta di "madre coraggio" che si ammanta in una scorza dura come il ghiaccio per riuscire a mandare avanti la sua strana famiglia e che, in realtà, vorrebbe potersi a sua volta lasciare andare ai sentimenti. C'è da dire che, invece, la donna si lascia andare a parecchie invettive e, a tal proposito, consiglierei di recuperare Storia di una ladra di libri in lingua originale perché i protagonisti parlano un inglese "sporcato" da un fortissimo accento tedesco; all'inizio l'effetto è straniante (effettivamente devo ancora capire perché mai i realizzatori abbiano optato per questa scelta che, per inciso, non è stata mantenuta nel doppiaggio italiano) ma, man mano che il film prosegue, ci si abitua a sentire i personaggi inserire qua e là parole come "Ja", "Nein", "Mama und papa" o i gran favoriti "Saumensch" o "Saukerl", che in italiano suonerebbero come "scrofetta" o "bastardo" e che sono stranamente usati da Rosa ogni volta che si rivolge a Liesel o dai ragazzini per insultarsi tra loro. Anzi, se qualcuno riuscisse ad illuminarmi sul perché di questa scelta particolare gliene sarei molto grata. Intanto, se vi capita, guardate questo delizioso Storia di una ladra di libri, non ve ne pentirete!
Di Geoffrey Rush (Hans Hubermann) e Emily Watson (Rosa Hubermann) ho già parlato ai rispettivi link.
Brian Percival è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto degli episodi della serie Downtown Abbey.
Roger Allam è il doppiatore originale del Narratore, o la Morte. Inglese, ha partecipato a film come V per Vendetta, Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro, Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare, The Iron Lady, The Woman in Black e a serie come Il trono di spade. Ha 61 anni.
La piccola Sophie Nélisse, che interpreta Liesel, aveva già partecipato al film Monsieur Lazhar mentre Heike Makatasch, che interpreta la madre di Liesel, era nel cast del primo Resident Evil. Infine, se Storia di una ladra di libri vi fosse piaciuto, consiglierei il recupero di La vita è bella, Schindler's List e Arrivederci ragazzi. ENJOY!
Presumo che ti sia piaciuto, entro la settimana lo guardo pure io, la tua recensione mi ha convinta ancora di più :)
RispondiEliminaSì, è delizioso e molto malinconico... ti dirò che a tratti mi ha anche ricordato Papà ho trovato un amico! :)
EliminaUh addirittura, allora lo guardo, non stasera che ho in programma diversi film che volevo vedere da tempo, ma sicuramente domani è nel mio lettore e lo vedrò ^_^
EliminaDai dai fammi poi sapere se ti è piaciuto :)
EliminaCe l'ho lì in attesa da parecchio, ma non ho ancora trovato l'ispirazione giusta.
RispondiEliminaVedrò di recuperare.
Non è nulla di trascendentale ma è carino :)
EliminaConcordo con la tua rece, è un film gradevole e ben fatto, sicuramente un classico senza tempo, che ribadisce concetti già detti, ovvi (ma anche no, purtroppo, come hai fattonotare tu), a volte richiama la lacrima troppo facilmente, forse, però ha dei gran meriti: mostra dei tedeschi sotto le bombe, la distruzione della Germania (a volte non ci si pensa, ma anche se erano nel torto, hanno subito una devastazione devastante, e in primis l'ha subita la popolazione inerme, anche chi tentava di protestare, non bruciava i libri, nascondeva ebrei in casa...). Insomma un film denso, direi da vedere, anche se non è un capolavoro. E poi attori perfetti (anche i bambini...).
RispondiEliminaSì, non è così automatico effettivamente ricordare che anche la Germania (il nemico, il nemico!!) ha avuto le sue gatte da pelare per colpa di uno stordito megalomane.. ben vengano film simili che ogni tanto ce lo ricordano, rendendoci forse un po' più umani.
EliminaAhah.. me so' già pentito d'averlo visto 'sto drammone finto... sarà che quel "furfante" del regista s'è preso gioco dell'originale (voglio sperare che il libro sia meno scialbo e pretenzioso... ha ragione Alligator.. l'abbiamo subita pure noi una "devastazone devastante": quella del buon cinema.
RispondiEliminaEffettivamente ora vorrei leggere il libro per capire un po' com'è stato adattato ma il film non l'ho trovato pretenzioso affatto. Sì, spinge molto il tasto "lacrima"... ma che ci posso fare, io adoro questo genere di film :D
Eliminasì, un filmone classico, che raggiunge il suo effetto di emozionare.
RispondiEliminaogni tanto ci vuole!
Concordo in pieno :)
EliminaSento solo pareri positivi su questo film e in più l'argomento mi ha sempre intrigato.
RispondiEliminaDunque è tra i miei film da visionare in un futuro immediato, disponibilità permettendo.
Guardalo appena riesci, è carinissimo :)
EliminaMi è parso di capire che la "morale" sia la stessa di Monuments men (ossia bisogna salvare la cultura e l'arte), stasera lo vedrò al cinema :)
RispondiEliminaMa magari Monuments Men avesse avuto una "morale" XD
EliminaNon avrei dato due lire a sto film ma per come ne parli potrei tentare il recupero. COme sembre ottima recensione, Erica.
RispondiEliminaGrazie! :)
EliminaRecupera, recupera! Come ho detto, nulla di innovativo o trascendentale, ma è comunque un valido racconto che riesce a far riflettere.
Mi è piaciuto, sopratutto perchè mi mancava del buon cinema europeo
RispondiEliminaEh sì, la Ladra di libri è molto british e, soprattutto, tamarreide-free :)
EliminaBuon film, anche se mi è sembrato più un compitino ben fatto che altro. Ma forse sarà che ho amato così tanto il libro che un minimo di pregiudizio mi è restato...
RispondiEliminaComplimenti per la parte iniziale della recensione. Davvero bella e sentita!
A questi punti devo davvero leggere il libro... grazie dei complimenti intanto! :)
EliminaVisto e mi è piaciuto, prestissimo lo recensirò pure io e ti passo il link della rece via facebook ok? ^_^
RispondiEliminaBenissimo, lo aspetto! :)
Elimina