Dal 24 gennaio la Midnight Factory distribuisce sul mercato home video L'odio che uccide (Some Kind of Hate), horror diretto e co-sceneggiato nel 2015 dal regista Adam Egypt Mortimer.
Trama: stanco di sopportare i soprusi dei bulli a scuola, Lincoln reagisce con violenza e viene mandato in un centro di recupero per ragazzi problematici. Lì le prese in giro e le botte però non smettono e l'odio di Lincoln richiama lo spirito vendicativo di Moira, ragazza morta in circostanze misteriose proprio in quello stesso centro...
Alzi la mano chi non ha mai avuto a che fare con i bulli, a scuola o anche nelle ore dedicate al tempo libero. Quelle simpatiche personcine che non hanno altro scopo nella vita che rendere quella degli altri quanto più miserrima possibile, attaccandosi al difetto fisico, alla timidezza, all'orientamento sessuale della persona che hanno davanti, bullandosi (per l'appunto) di una presunta superiorità quando nella maggior parte dei casi basterebbe vedere come si conciano, come vivono e come sono stati cresciuti per ridergli in faccia da qui all'eternità. Effettivamente, l'arma migliore per seppellirli sarebbe proprio la risata e la perculata di rimando ma è difficile ridere quando a) gli stronzi sono sostenuti da un gruppo e, ancora peggio, b) un loro pugno ci sta facendo inghiottire i denti, soprattutto se la vittima non ha amici o una famiglia con i quali confidarsi e condividere il fardello. Ai bersagli dei bulli rimane dunque solo una strada da percorrere: quella dell'odio, verso i loro carnefici e, purtroppo, verso se stessi, quel terribile sentimento che, unito alla disperazione e alla solitudine, porta fin troppo spesso al suicidio. Questo osceno circolo vizioso viene riproposto nell'horror L'odio che uccide, le cui dinamiche affondano proprio nel rapporto tra vittime e bulli, dando il la ad alcuni ragionamenti interessanti ed altri, ahimé, più raffazzonati, forse a causa del troppo entusiasmo per quella che è l'opera prima di un regista e sceneggiatore comunque promettente. Protagonista è il giovane Lincoln, spedito a calci in una comunità di recupero per giovani problematici dopo avere giustamente infilato una forchetta nella faccia di uno dei suoi carinissimi aguzzini; nonostante, normalmente, a nessuno verrebbe in mente di fare il cretino con chi ha compiuto un atto simile, nei film horror americani la qualità principale dei personaggi non è il cervello, quindi Lincoln viene nuovamente bullizzato da un terzetto di fighetti e, al colmo della disperazione, esprime il desiderio di vederli tutti morti. Le sue parole arrivano all'orecchio di Moira, ragazza deceduta proprio nel centro di recupero, che accoglie l'odio di Lincoln e lo proietta sui bulletti uccidendoli facendo in modo che il loro sembri un suicidio; tuttavia, evocare un simile "genio della bottiglia" ha sempre un prezzo terribile, lo sappiamo, e Moira diventa presto un'entità priva di controllo contro la quale Lincoln è costretto a combattere.
Il cambio di prospettiva tipico di moltissimi horror a base di fantasmi vendicativi (riassumibile con un "Evviva, il fantasma malvagio mi da una mano, lì per lì la cosa mi fa anche piacere ma adesso basta, sta esagerando, me ne voglio liberare") in L'odio che uccide cade a fagiolo in quanto rappresenta l'incomunicabilità tra adolescenti, la natura chiusa di questa fase della vita e, ovviamente, la natura morbosa di un sentimento negativo come l'odio, soprattutto quando è alimentato dalla paura e dalla tristezza. In questo, i personaggi di Lincoln e Moira sono perfetti: lui cerca di non cedere alla disperazione e, nonostante tutto, di non diventare come i suoi aguzzini mentre Moira, poveretta, è già morta per colpa del bullismo quindi vede solo la vendetta e la speranza di trovare qualcuno che possa condividere il suo male di (non) vivere. Il personaggio invece buttato lì per caso è quello di Kaitlin, sciocca ex cheerleader autolesionista che è riuscita a portare al suicidio una ragazza rea di averle rubato il fidanzato e che quindi, per un assurdo senso di colpa, si mette prima con Lincoln (a mo' di esperimento sociale, per "capire come si sente uno sfigato", semicit.) e poi si allea con Moira facilitando le sue esecuzioni salvo poi pentirsi, pure lei, quando si accorge che lo spirito fa sul serio (ma cosa diamine credevi? Sei scema??). Ammetto che la presenza di costei mi ha fatto spesso storcere il naso, anche perché il personaggio è scritto talmente male da riuscire ad influenzare di rimando anche quelli scritti bene (quelli scritti male, ovvero il terzetto di educatori, ne escono proprio distrutti), ed è un peccato perché L'odio che uccide è ben confezionato anche dal punto di vista della regia e della fotografia, con quell'aspetto un po' ruvido che accompagna alla perfezione questa storia "scomoda", ha qualche simpatico picco splatter ed è popolato da attori discreti, tra i quali spiccano Ronen Rubinstein e Sierra McCormick. Insomma, non un film imprescindibile ma comunque una visione gradevole!
Adam Egypt Mortimer è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, anche produttore, ha diretto il segmento New Year's Eve del film Holidays.
Spencer Breslin interpreta Isaac. Fratello maggiore di Abigail Breslin, lo ricordo soprattutto come il bimbo ciccio del film Faccia a faccia ma ha partecipato anche ad altre pellicole come Ti presento i miei, Il gatto... e il cappello matto, E venne il giorno e a serie quali Soul Man - Casa & Chiesa e La tempesta del secolo. Anche produttore, ha 25 anni.
Grace Phipps interpreta Kaitlin. Americana, ha partecipato a film come Fright Night - Il vampiro della porta accanto, Tales of Halloween e a serie quali The Vampire Diaries, Supernatural e Scream Queens. Anche, ha 25 anni e un film in uscita.
Ronen Rubinstein, che interpreta Lincoln, era tra i protagonisti della breve serie horror Dead of Summer. L'edizione Midnight Factory stavolta non presenta extra particolari, salvo trailer e libricino esplicativo e, se volete un consiglio, meglio guardare il film in lingua originale, ché l'adattamento italiano non è proprio il massimo ("Sei diventato tutto rosso" per rendere "You came all over yourself" non si può sentire e non è l'unico dialogo edulcorato o reso male). Detto questo, se L'odio che uccide vi fosse piaciuto recuperate We Are Still Here e Tales of Halloween. ENJOY!
Non riesco a vedere horror, splatter vampiri e affini.. a meno che non ci si sghignazzi sopra.. tipo La notte dei morti dementi, oppure certi autentici capolavori come L'armata delle tenebre di Sam Raimi. Quando si prendono sul serio no, non ce la posso fa. Poi ti capitano pure quelli che ci credono davvero, e vogliono giocare anche al thriller, come con Saw: un film da cerebrolesi, che conta pure svariati seguiti... bah!
RispondiEliminaIo invece adoro l'horror peso (non che quello demenziale non mi piaccia eh: quelli che hai citato sono due capolavori!), soprattutto quello che mi fa riflettere e "vergognare" di me stessa :P
EliminaL'idea è buona, peccato non sia del tutto riuscita.
RispondiEliminaA tratti sì, a tratti no. Comunque ho visto film peggiori :)
EliminaDal trailer non mi sembrava esattamente un film imperdibile.
RispondiEliminaPerò potrei fare un tentativo. Tanto, più noioso di Silence non può essere... ;)
Guarda che mi trasformo in Moira e vengo a perseguitarti! :P
EliminaMi ispira. Segnato!
RispondiEliminaPotrebbe anche piacerti :)
EliminaNon ho letto il film, ma leggendo la trama mi ricorda un cortometraggio amatoriale che stavamo scrivendo. Poi è andato tutto in fumo ahah
RispondiEliminaMa davvero? Riprendete il progetto!!! :D
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