domenica 18 marzo 2018

Verónica (2017)

Su internet è appena diventato il fenomeno horror di Netflix, guadagnandosi addirittura il titolo di "film più terrificante dell'anno". Potevo quindi esimermi dal vedere Verónica, diretto e co-sceneggiato nel 2017 dal regista Paco Plaza?


Trama: durante un'eclissi di sole, la giovane Verónica decide di provare una tavoletta ouija con due sue amiche, allo scopo di contattare il padre scomparso. Il rito però va male e Verónica comincia a soffrire di strani disturbi fisici oltre a venire perseguitata da inquietanti figure nere...



Allora, o sono arrivata a livelli di desensibilizzazione cosmici oppure ho sbagliato a guardare l'ultimo film di Paco Plaza a orari pomeridiani approfittando di uno dei rari momenti di calma perché, sì, ho trovato Verónica inquietante ma non da mettermi a strillare come una pazza e staccare Netflix per la paura. Cari utenti esagerati, voi un horror prima di Verónica non lo avevate mai visto, vero? Oppure laGGente è talmente impastata di terrore (dei neCri, degliZZinghiri, del congiuntivo...) che basta una normalissima storia di infestazioni per farla uscire di testa? Mah. Che poi a me Verónica è piaciuto parecchio pur nella sua prevedibilità e nonostante quel senso di "già visto", perché mette in scena tutti gli ingredienti giusti per catturare la mia attenzione. Il film di Plaza è ciò che avrebbe potuto diventare quella schifezza di Ouija con un regista attento e uno sceneggiatore furbo, in quanto l'incipit che da il via a tutto il casino è talmente banale da far ridere: la protagonista compra una tavoletta Ouija IN EDICOLA, con uno di quei fascicoli che dovrebbero comporre una fantomatica enciclopedia dell'occulto, e assieme a due amiche la usa proprio durante un eclissi di sole (peraltro realmente accorsa in Spagna, proprio nel 1991, anno in cui è ambientato il film). Sarà l'eclissi, sarà la sfiga, sarà quello che volete, ovviamente il rito va male e da quel momento qualcosa comincia a perseguitare Verónica mentre l'amica di sempre la evita, apparentemente senza un perché. Ad aggravare la faccenda e aumentare l'ansia, il film è girato come un lungo flashback durante il quale i giorni che mancano a ciò che viene mostrato all'inizio vengono scanditi da didascalie lapidarie e, peggio ancora, Verónica vive con due sorelline e un fratellino più piccoli mentre la madre lavora ogni notte fino a tardi in un bar. Quindi sappiamo che la faccenda non finirà benissimo (non per tutti almeno) e che in mezzo ci sono dei bambini innocenti, pronti a diventare prede di chissà quale creatura demoniaca interessata a ghermirli, in più c'è una suora cieca (Verónica frequenta ovviamente una scuola cattolica, ulteriore aggravante, alla quale si aggiunge che la ragazza pur essendo quindicenne non ha ancora avuto il ciclo) che mena incredibile jattura alla protagonista. In effetti, ce n'è abbastanza per rimanere seduti sul ciglio della poltrona guardandosi intorno per cogliere eventuali movimenti sospetti, ma non è questo il bello del film.


In Verónica ci sono cliché come se piovessero, è vero, eppure gli stessi vengono gestiti in maniera molto convincente, con una messa in scena gradevole e abbastanza realistica da corroborare l'idea di avere a che fare con vicende accadute davvero (il che è così, leggere il trafiletto alla fine per credere); persino lo stile di regia, la scelta di centellinare gli effetti speciali limitandosi a qualche ombra, bicchieri che rotolano e attori truccati da demoni, ha un sapore anni '90 che è nostalgico senza risultare sciatto o poco efficace. Altro aspetto positivo del film è la protagonista, l'esordiente diciassettenne Sandra Escacena. Verónica è carina ma non bellissima, abbastanza carismatica da poter calamitare l'attenzione dello spettatore ma non tanto da risultare un'inarrivabile scream queen, soprattutto è una ragazza con la quale noi fanciulle vissute in quell'epoca possiamo riconoscerci, tra l'apparecchio ai denti, la fascinazione per l'occulto, la goffaggine congenita, il gusto di riversare sui fratelli piccoli tutte le incombenze di casa perché troppo impegnata a sognare ad occhi aperti... insomma, Verónica è una di noi, una di noi. E, soprattutto, ascolta gli Héroes del Silencio, fondamentali presenze della colonna sonora del film, gruppo di zamarroni che mi causa sempre un moto di nostalgia in quanto la hit Entre dos tierras (ahimé assente dalla playlist della protagonista) era una delle mie canzoni preferite all'interno della cassetta Festivalbar '92, ascoltata ai tempi con foga impressionante. Tutti questi elementi secondo me rendono Verónica un horror, come ho detto, non originale ma comunque estremamente godibile e c'è da dire che Plaza non lascia crollare la tensione nemmeno per un istante, neppure quando Verónica cammina per strada, dove tutti si girano  a guardarla senza un perché, quasi la ragazza avesse un alone violaceo intorno o fosse diventata qualcosa di estraneo persino a sé stessa. Insomma, non avete scuse per non recuperarlo visto che è disponibile su Netflix in tutta la sua gloria spagnola, in un tripudio di BEroniche e Antoñitos (povero pargolo che secondo me a un certo punto fa più danni del rito con la tavoletta ma vabbé...) che mi hanno deliziata forse più di tutto il resto!


Del regista e co-sceneggiatore Paco Plaza ho già parlato QUI.

Ana Torrent interpreta Ana. Spagnola, ha partecipato a film come Tesis, L'altra donna del re e a serie come La piovra 5 - Il cuore del problema e La piovra 6 - L'ultimo segreto. Ha 52 anni e un film in uscita.


Il film è tratto dalla storia vera di Estefanía Gutiérrez Lázaro, diciottenne di Vallecas che, per "contattare" dall'aldilà il suo fidanzato morto in un incidente motociclistico, usò una tavoletta ouija assieme a una sua compagna di scuola, in un'aula vuota. Un'insegnante scoprì le due ragazze, interrompendo il rito e spezzando in due la tavoletta, e da quel momento Estefanía cominciò a soffrire di convulsioni e visioni, durante le quali la ragazza asseriva di vedere delle creature oscure che volevano rapirla, e dopo sei mesi morì. La famiglia, che già mentre Estefanía era viva dichiarava di percepire presenze maligne in casa, una notte chiamò la polizia per il terrore di vedere crocefissi staccarsi dalle pareti, porte che sbattevano da sole e quant'altro e gli stessi poliziotti accorsi in aiuto fuggirono spaventati da tutto ciò che stava accadendo nella casa, debitamente documentato nei rapporti seguenti. Pare che qualche giorno dopo, inoltre, una delle foto di Estefanía abbia preso fuoco da sola, come mostrato nel film. Insomma, c'è sicuramente di che farsela addosso ma non certo per merito del film! Comunque, se Verónica vi fosse piaciuto, potete recuperare Ouija: L'origine del male e L'evocazione: The Conjuring. ENJOY!

12 commenti:

  1. Assieme a Muse di Balaguerò, che mi sono procurato proprio oggi, vedrò senz'altro. :)

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    1. Mi si dice che Muse sia una roba orripilante, e non in senso buono :(

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  2. Ma si, carino dai...p.s.rientrati da Genova, la bacarospa nella sua categoria è arrivata seconda...la mamma se pur fierissima si è fatta due palle così!

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  3. Concordo in tutto tranne nel dire che la Escacena non sia bellissima! È una musa, una bellezza fuori dal tempo, un sogno che si fa carne, e qui mi fermo perché credo fosse ancora minorenne quando ha girato il film. :-)

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    1. Ussegur, non volevo sminuire la Escacena ma ammetterai che in questo film, malvestita e con l'apparecchio ai denti, non sembra proprio una musa. E sottolineo per fortuna, altrimenti ci sarebbe stato l'effetto "Chloe Moretz in Carrie", cosa che sarebbe stata imbarazzante!

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  4. Devo dire che mi è piaciuto parecchio. Magari non un horror paurosissimo, nè un film perfetto, ma ha dei momenti piuttosto inquietanti che giocano a suo favore

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    1. Assolutamente sì. Ha me però hanno fatto parecchio ridere gli articoli sensazionalistici che parlavano di gente che non riusciva a finire di guardarlo XD

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  5. Pare interessante. Segno e recupero.

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    1. Guarda, guarda, è uno degli horror più ben fatti del momento!

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  6. Quando leggo "tavoletta Ouija" già mi viene paura al pensiero di che film possa essere...ahahah...Héroes del Silencio? Non me li ricordo proprio, addirittura in Festivalbar? Comunque da horrorofilo non amo il genere, quindi questo lo salto volentieri :D

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    1. Sì, in un'unica edizione e, mi dicono gli appassionati, neppure con una delle loro canzoni migliori anche se è l'unica che ricordano in tanti.
      Comunque dagli una chance perché questo Verónica non è un horroretto scemo come gli altri :)

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