mercoledì 13 giugno 2018

Bollalmanacco On Demand: Picnic ad Hanging Rock (1975)

Torna il Bollalmanacco On Demand dopo la solita centenaria attesa! Oggi tocca ad un film richiesto da Arwen del blog La fabbrica dei sogni, ovvero Picnic ad Hanging Rock (Picnic at Hanging Rock), diretto nel 1975 da Peter Weir e tratto dal romanzo omonimo di Joan Lindsay. Il prossimo film On Demand sarà Southland Tales - Così finisce il mondo. ENJOY!


Trama: il giorno di San Valentino tre ragazze e un'insegnante scompaiono misteriosamente durante un picnic ad Hanging Rock. Mentre le indagini proseguono, gli equilibri all'interno del college frequentato dalle ragazze si fanno sempre più instabili...



Dopo 12 anni faccio fatica a ricordare tutti i luoghi visti in Australia e dovrei andare a recuperare il diario di viaggio scritto (rigorosamente A MANO) all'epoca per essere certa dei posti toccati durante le gite fatte con il santo Leo ma sono quasi sicura di essere stata a Bendigo e di aver deviato verso Ballarat invece di tirare dritta verso Melbourne, città che dista solo a un paio d'ore di macchina da Hanging Rock. Probabilmente, se allora avessi visto Picnic ad Hanging Rock avrei fatto carte false per visitare questo luogo misteriorissimo e, chissà, magari sparire nel nulla come Miranda e le sue compagne, ma niente, ho aspettato fino al 2018 per guardarlo e chissà quando (e se) riuscirò a tornare nella terra dei canguri e farmi catturare dal fascino senza tempo di quello che è ormai diventato un sito turistico con tanto di statua di una delle protagoniste della vicenda. Sognare non è vietato ma nel frattempo meglio parlare del film altrimenti si fa notte! Picnic ad Hanging Rock è uno stranissimo mix di dramma e thriller, immerso in un'atmosfera surreale e onirica, che pone mille domande ma non offre risposta alcuna. Fin dalle prime linee di dialogo, pronunciate dall'affascinante Miranda, viene insinuato il dubbio che la realtà in cui viviamo, quello che percepiamo, non sia altro che un sogno dentro un sogno e più avanti ci viene detto che "tutto comincia e finisce esattamente nel posto e nel tempo giusti"; verrebbe dunque da dire che non vi è alcun mistero in Picnic ad Hanging Rock, che bisognerebbe solo accettare la scomparsa di Miranda e delle altre come un dato di fatto, pena il disgregarsi delle nostre convinzioni e della nostra percezione della realtà, fino alle inevitabili, disastrose conseguenze. La roccia di Hanging Rock diventa infatti, a poco a poco, emblema di un "tarlo", che non è solo quello che rode la polizia o la terribile direttrice del collegio, ma incarna un senso di insoddisfazione e di desiderio represso che accomuna tutti i personaggi del film e che può, a seconda del carattere, spingere a superare i propri limiti psicofisici (come nel caso di Michael) oppure portare ad abbandonare ogni speranza, ogni voglia di vivere, concretizzandosi nel desiderio di sparire dalla faccia della terra come se fosse un destino ineluttabile.


Peter Weir ce lo palesa questo tarlo; indugia sui gesti ancora acerbi ma comunque sensuali di Miranda e delle altre quando si tolgono calze e scarpe per scalare Hanging Rock, stufe della repressione di un collegio femminile dove a malapena ci si può sfilare i guanti, inquadra il volto della stessa Miranda, gli occhi persi verso un orizzonte a noi precluso, ci concede di spiare nella triste vita di Sara, abbandonata dal tutore e dalla migliore amica nonché vessata da Mrs. Appleyard, ci atterrisce con improvvisi picchi di isteria e terrore, come se il tarlo fosse diventato un enorme mostro impegnato a divorare l'animo delle ragazze superstiti e di quanti sono stati toccati dalla vicenda. In tutto questo, ci pone anche dei dubbi, perché alla fine siamo sempre umani. Incapaci di rassegnarci davanti a una mancanza di spiegazione, ci attacchiamo come i personaggi ad indizi materiali e siamo pronti a puntare il dito contro chi mostra qualsivoglia comportamento "sospetto". Nell'anno del Signore 2018 è troppo facile dubitare di John Jarratt, all'epoca ventiquattrenne ma già dotato di quel viso da compagnone pronto a cacciarti un machete giù per la gola, ed è quasi divertente pensarlo mentre schernisce con la sua risata le tre sfortunate prima di portarle nel suo rifugio a Wolf Creek... ma, a parte questo, già nel 1975 la costruzione della scena in cui Albert e Michael guardano Miranda e le altre saltare sulle rocce del fiume assecondava naturalmente l'idea che la scomparsa delle fanciulle derivasse da un tentativo di violenza sfociato in omicidio. Allo stesso modo, è facilissimo inquadrare come "colpevoli" le due ragazze sopravvissute e considerare le loro amnesie come menzogne, arrivando a odiarle come Mrs. Appleyard arriva a detestare Sara, colpevole di essere rimasta in vita al posto di studentesse che erano il fiore all'occhiello dell'istituto mentre lei è povera, timida, bruttina, svogliata. Eppure, con tutta la frustrazione che può causare un film come Picnic ad Hanging Rock, è proprio il suo strenuo aggrapparsi all'irrisolutezza del mistero a renderlo tuttora affascinante, emblema di un modo di fare Cinema che oggi porterebbe gli spettatori a scrivere su internet "Picnic ad Hanging Rock spiegazione finale" e scatenerebbe fastidiose lotte sui social tra chi apprezza il filtro onirico della visione di Weir e chi lo maledice perché "in questo film non succede nulla". Ah, bei tempi quelli in cui non c'erano tutte le risposte. Ma se io ora salissi sul Monte Diogene, riuscirei a sparire in un passaggio temporale per il 1975?


Del regista Peter Weir ho già parlato QUI mentre John Jarratt, che interpreta Albert Crundall, lo trovate QUA.


Proprio il mese scorso è uscita per il canale Showcase la serie Picnic a Hanging Rock, una miniserie in sei parti con Natalie Dormer tra i protagonisti; non l'ho ancora vista ma se il film di Weir vi fosse piaciuto potete guardarla e aggiungere Cracks. ENJOY!


15 commenti:

  1. mi fa piacere che ti è piaciuto, su YouTube c'è un filmato che non da una spiegazione, ma fa capire che certe cose devono accadere perché la natura vuole così, film stupendo, di Weir ho visto praticamente tutto, ti consiglio se non l'hai fatto di recuperare gli altri titoli diretti da questo grande regista, in particolare L'ultima Onda, e Un anno vissuto pericolosamente, sono film grandiosi ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho letto del "capitolo tagliato" scritto dall'autrice, dove si parla di un passaggio spazio-temporale in cui si sarebbero perse le fanciulle... però preferisco la mancanza di spiegazioni :)

      Elimina
    2. io l'ho letto pure, ma preferisco che il film rimanga col mistero insoluto, ha più senso ^_^

      Elimina
    3. Ho letto anche io il libro e preferivo la parte tagliata, beh... Tagliata! Il fascino di questa storia è tutta nella mancanza di spiegazioni... Ho il DVD comprato un secolo fa con CIAK quando ancora lo streaming era diffuso e si poteva fare i fighi con i film rari e introvabili. Devo recuperare quando torno a casa!

      Elimina
    4. Oooh i DVD di Ciak... che bei tempi!! *__* Sì, quando dovevi vagare per i negozi di DVD FISICI per trovare qualcosa di interessante...

      Elimina
  2. Che capolavoro. Sono molto curiosa della miniserie. Ma soprattutto del prossimo On Demand! 😉

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io vorrei vedere la miniserie ma ho tanta di quella roba da recuperare (devo finire The Terror!!!) che chissà quando riuscirò T__T
      Sììì spero di guardarlo presto il tuo On Demand! :)

      Elimina
  3. Ecco io sono uno di quelli che qualche risposta la vuole, anche se non farei le lotte sui social. Che poi dipende, a volte mi piace che l'atmosfera sia così, un po' trasognante. Comunque devo recuperare la miniserie ma infatti, non c'è tempo D:

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me questo film è perfetto così, avvolto nel mistero.
      Quanto alla miniserie... sospiro. Ieri ho anche scoperto che è cominciata Cloack & Dagger su Amazon. L'impatto della prima puntata è un po' da bimbiminkia ma... vedremo.

      Elimina
  4. Non ricordo questo film e probabilmente l'avrò perso, ma potrei vedere la serie, chissà potrebbe sorprendere ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà. Quando avrò tempo un'occhiata gliela darò :)

      Elimina
  5. Lento e decisamente onirico, sono rimasta vittima anch'io del suo fascino, di quei luoghi, di quei vestiti candidi... E ovviamente, del non aver capito molto di quel finale sospeso :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Te l'ho detto: alla fine Jarratt se le è portate a Wolf Creek u__u

      Elimina
  6. Un film affascinante , perfetto ed ipnotico quando lo vidi. Non all'uscita (ero una bambina) ma fine anni 80 , credo. Forse perchè erano altri tempi, forse perchè ero giovincella. Lo considerai un capolavoro onirico, psicologico e un pò mistery. Lo adorai.
    Purtroppo è in onda su sky un'orripilante miniserie tv (titolata Picnic ad Hanging Rock) che vorrebbe essere un remake dell'originale. Sconsiglio vivamente la visione : non è ancora finita ma ho visto abbastanza. Non fatevi un'idea del soggetto iniziando dalla serie tv ! Vedete l'originale.
    Grazie Erica, bella recensione come sempre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh, vedi? Aspettavo che qualcuno parlasse della serie, con quella cagnaccia maledetta della Dormer tra le attrici. Perfetto, mi tengo il ricordo del film e la evito, una serie in meno da vedere :)
      Grazie dell'info e anche dei complimenti!

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...