Ultimamente riesco a stare più dietro all'On Demand e oggi tocca alla richiesta di Silvia, che ha scelto di farmi guardare Il cittadino illustre (El ciudadano ilustre), diretto nel 2016 dai registi Gastón Duprat e Mariano Cohn... con dedica al fidanzato Enrico, che adora questo film e legge il Bollalmanacco. Quindi "Grazie, Enrico, questo post è tutto per te!!". Il prossimo film On Demand sarà Inland Empire. ENJOY!
Trama: dopo quarant'anni lo scrittore Daniel Mantovani, fresco di premio Nobel, torna al suo paese, Salas, per ottenere il riconoscimento di "cittadino illustre". Tra vecchie conoscenze e fan non sarà facile per lo scrittore uscire indenne dal tuffo nel passato...
Il cittadino illustre è una particolare commistione tra dramma e commedia che segue le vicissitudini di uno scrittore in crisi, Daniel Mantovani, argentino trapiantato in Europa. Uomo che ha passato tutta la vita a fuggire dal suo paese natio, Salas, apparentemente Daniel è l'espressione massima dell'"artista maledetto", dotato di convinzioni granitiche che spesso lo portano ad andare controcorrente persino nelle occasioni ufficiali, nella fattispecie la consegna dell'ambito Premio Nobel ("se me lo avete consegnato significa che ho fallito, perché l'arte dev'essere slegata dalle istituzioni", cito a braccio ovviamente ma il succo del discorso di premiazione di Daniel è questo). Dopo il riconoscimento vediamo Daniel alle prese con il rifiuto di innumerevoli inviti e richieste ma uno di essi lo colpisce ed è la proposta di accettare il premio di Cittadino Illustre proprio nella sua città natale, fonte di ispirazione di ogni suo romanzo e racconto. Daniel, inaspettatamente, accetta e da quel momento si ritrova coinvolto in una serie di micro vicende sia positive che negative, specchio della doppia natura di quel luogo amato e odiato allo stesso tempo. Salas è, obiettivamente, una città squallida e triste, rimasta ferma almeno a cinquant'anni prima; la macchina da presa dei due registi si muove come se attorno a Daniel venisse girato un documentario, le riprese sembrano effettuate talvolta in presa diretta, e ci offrono scorci di un paesaggio brullo, case decadenti, cani randagi, biciclette abbandonate, automobili in avaria e persone scialbe, che guardano Daniel come fosse un alieno o un Dio, non certo un essere umano, senza un minimo di rispetto per la sua privacy. Il fastidio di Daniel, che a tratti cerca di "conformarsi" alla natura spartana del luogo e a tratti si oppone a quella stessa natura con parole dure e ragionevoli ma percepibili come le arroganti sparate di una star, si trasmette al pubblico rendendo molto difficile parteggiare per gli abitanti di una città spesso messa alla berlina dal suo più illustre cittadino all'interno di romanzi e racconti ben poco edificanti.
Mettendosi nei panni di chi tuttavia, in quarant'anni, ha avuto l'"onore" di venire dipinto come abitante di un paese di ignoranti trogloditi, il cittadino illustre risulta un po' come un illustre paraculo, non esente da difetti né dall'umano desiderio di fare selezione, mostrandosi gentile e affabile solo a chi, dal suo punto di vista, lo merita, e asfaltando chi non risulta degno della sua attenzione e della sua stima. Il rapporto con i cittadini di Salas risulta così altalenante e a tratti grottesco, un viluppo di caratteri magari appena accennati, con l'eccezione di un paio di personaggi quali la ex fidanzata di Daniel, il suo ambiguo marito, la loro figlia e il rappresentante degli artisti di Salas (colui che alla fine contribuirà ad aprire gli occhi ai suoi concittadini sul fatto che "il re è nudo"), ma che rendono bene l'idea di come la gioia per la presenza di una celebrità si tramuti a poco a poco in disprezzo, mano a mano che la celebrità in questione si palesa per quella che è, un uomo normalissimo con qualche pregio e tanti difetti. Dal mio punto di vista, Daniel è comunque un uomo impossibile da odiare soprattutto quando meriterebbe di venire messo al rogo per la sfacciataggine con cui impone opinioni maleducate e impopolari, perché una doccia gelata di autocritica è quello che servirebbe a Salas per svecchiarsi e andare oltre lo stereotipo... ma poiché nemo profeta in patria, è inutile dire che ne Il cittadino illustre nessuno uscirà indenne dallo scontro tra culture differenti e nemmeno, ahimé, riuscirà a cambiare. Un po' triste come concetto ma espresso in un film così interessante, interamente retto dalle spalle di Oscar Martínez, giustamente premiato a Venezia come miglior attore, regala comunque un paio d'ore di divertita e cinica riflessione sul successo e sulla piccola mentalità provinciale. Quindi, grazie a Silvia ed Enrico per avermi richiesto Il cittadino illustre!
Gastón Duprat è il co-regista della pellicola. Argentino, ha diretto film come L'artista, The Man Next Door e Il mio capolavoro. Anche sceneggiatore e produttore, ha 50 anni.
Mariano Cohn è il co-regista della pellicola. Argentino, ha diretto film come L'artista e The Man Next Door. Anche sceneggiatore e produttore, ha 44 anni.
Oscar Martínez interpreta Daniel Mantovani. Argentino, ha partecipato a film come Storie pazzesche. Ha 70 anni e un film in uscita.
Mi ispira dai tempi di Venezia, e a Cinematografo avevo sentito parlare benissimo anche di Il mio capolavoro, altro film del regista!
RispondiEliminaIl mio capolavoro l'ho nominato ma non l'ho mai visto!
EliminaInnanzitutto complimenti per la richiesta, perché conosco ed ho visto il film, un film che mi ha davvero sorpreso positivamente ;)
RispondiEliminaMolto bene ^^
EliminaPiaciuto parecchio anche a me, sospeso tra un'ironia pungente e discorsi più seri che non appesantiscono. Una ventata di leggerezza e di ottima scrittura che ci voleva al Lido ;)
RispondiEliminaBrava Silvia che te l'ha consigliato!
Sì immagino che con tutti i film pesantissimi che girano al Lido un'opera così ironica sia davvero un piacere da guardare!
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