martedì 16 luglio 2019

High Life (2018)

Ho uno strano metodo di scelta dei film quando mi ritrovo a non sapere cosa guardare. Seguendolo, anche memore del fatto che già Lucia ne aveva parlato, ho affrontato la visione di High Life, diretto e co-sceneggiato nel 2018 dalla regista Claire Denis.



Trama: all'interno di un'astronave alla deriva nello spazio, un gruppo di detenuti cerca di sopravvivere mentre una scienziata tenta di perpetuare la specie.



High Life è un film che richiede pazienza e un po' di apertura mentale. Non lo dico per sembrare più intelligente di quanto non sia, sapete bene che sono una capra ignorante, è solo che fa caldo, la gente potrebbe aver voglia di staccare il cervello o divertirsi con qualcosa di più dinamico, mentre High Life sembra quasi un film d'altri tempi. Interamente ambientato all'interno di una claustrofobica astronave dal sapore retrò, con qualche squarcio di "esterno" che serve a contestualizzare un minimo la situazione in cui vengono a trovarsi i protagonisti e il loro passato, la pellicola non racconta proprio una "storia", bensì presenta sprazzi della stessa, microepisodi che costituiscono un puzzle incompleto ed inquietante, presentati non in maniera cronologica, ché i flashback e i fast forward
abbondano, quanto piuttosto seguendo associazioni di idee o ricordi. Fulcro della vicenda è Monte, giovane assassino che all'inizio vediamo completamente solo, impegnato a crescere una neonata; mano a mano che il film procede capiamo come Monte facesse parte di un equipaggio di carcerati mandati a studiare lontanissimi buchi neri, una missione suicida aggravata dalla presenza di una donna, Dibs, incaricata di preservare la specie e di creare nuove vite che possano portare a termine la missione in caso di morte dei membri dell'equipaggio. Le giornate che si svolgono all'interno dell'astronave hanno il sapore onirico di un incubo ad occhi aperti, alimentato dalla convivenza di animi tormentati, "rifiuti della società" sempre sull'orlo della follia i cui corpi vengono sistematicamente violati oppure costretti a incanalare le naturali pulsioni verso qualcosa di inanimato e spersonalizzante. Donne letteralmente usate come incubatrici, costrette a vedere i propri figli morire in un ambiente asettico ma velenoso, uomini usati come distributori di sperma, privati del piacere dell'atto sessuale con conseguenze talvolta fatali; ogni aspetto della (non) vita di queste persone viene controllato e reso in tutta la sua brutale e funzionale materialità e le uniche fonti di svago sono un rigoglioso orto e la cosiddetta "fuck box".


Mentre l'astronave è fatta di ambienti monocromatici ed ordinati, e la vita al suo interno è regolata da ritmi ben precisi, questi due luoghi deputati alla distrazione sono sporchi, disordinati ed incontrollabili, espressioni di vita caotica tanto quanto la piccola Willow, pargolotta di pochi mesi alla quale vengono dedicati i momenti più genuinamente poetici e commoventi di un film che è zeppo di scoppi di violenza e momenti sul filo dell'horror, una fantascienza contaminata non solo da altri generi, ma da un'atmosfera così malinconica da far star male. I dialoghi all'interno del film non sono molti, ci sono parecchie sequenze silenziose in cui a parlare sono gli sguardi e i gesti degli attori, impegnati a far vivere sullo schermo un copione scarno, dotato di molteplici chiavi di interpretazione e anche di momenti fisicamente disgustosi o comunque "fastidiosi" da vedere, nei quali i fluidi corporei vanno ad insozzare il sembiante solitamente patinato delle star. Sulla bravura di Juliette Binoche e Mia Goth (solo per citare le due attrici che conoscevo ma l'intero cast è sorprendente) non avevo dubbi ma mi ha stupita Robert Pattinson. Come la ex compagna Kristen Stewart, se tirato fuori dalle pellicole commerciali in cui, davvero, entrambi c'entrano come i cavoli a merenda, da prova di avere il phisique du role per questo genere di film un po' autoriali e sostiene interamente un ruolo che avrebbe rischiato di sfociare o nel ridicolo o nel patetico, trasmettendo l'idea di un uomo profondamente solo, condannato all'inferno a causa di un errore compiuto in gioventù e pronto a rinascere sotto lo sguardo vivace e penetrante di una bambina costretta a crescere all'interno di un'astronave. Probabilmente senza trovare l'happy ending, ché il finale di High Life è sospeso e lasciato alla libera interpretazione dello spettatore, ma l'importante è il viaggio e in questo caso è qualcosa per cui val la pena viaggiare. So che ciò che ho scritto fino a qui è incomprensibile ma quello che volevo dire, in sostanza, è di non perdere questo stranissimo, interessante film.


Di Juliette Binoche (Dibs) e Mia Goth (Boyse) ho già parlato ai rispettivi link.

Claire Denis è la regista e co-sceneggiatrice della pellicola. Francese, ha diretto film come Nénette e Boni, Beau travail, 35 rhums e White Material. Anche attrice, ha 72 anni.


Robert Pattinson interpreta Monte. Inglese, lo ricordo per film come Harry Potter e il calice di fuoco, la saga di Twilight, Cosmopolis e Maps to the Stars. Anche sceneggiatore e produttore, ha 33 anni e tre film in uscita.


Lars Eidinger interpreta Chandra. Tedesco, ha partecipato a film come Sils Maria, Personal Shopper e Dumbo. Anche compositore, ha 43 anni e sei film in uscita.


Claire Tran interpreta Mink. Inglese, ha partecipato a film come Sils Maria, Lucy e Valerian e la città dei mille pianeti . Ha 33 anni e un film in uscita.


Claire Denis avrebbe voluto affidare il progetto, pensato già nel 2002, all'attore Philip Seymour Hoffman, morto purtroppo nel 2014, mentre Patricia Arquette avrebbe dovuto interpretare Dibs ma ha rinunciato per impegni pregressi. ENJOY!


11 commenti:

  1. Ce l'ho sull'hard disk da un po'. Rimando, così come ho fatto con il coreano Burning (recuperato la settimana scorsa però), temendo la stranezza e la lentezza. D'estate, come dici giustamente tu, non un toccasana.
    Mi immolerò comunque, perché ogni tanto si ha bisogno di bei film, anche fuori stagione. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ben poco estivo, sì, ma molto soddisfacente. Fammi sapere quando riuscirai a guardarlo :)

      Elimina
  2. Dalla locandina e la foto mi sembra Interstellar 2.0, mi sbaglio?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sbagli in pieno. Interstellar è una menata presuntuosa, questo un gioiellino delicato :)

      Elimina
    2. Aaaarrrghhh noooo! Dai, Nolan lo adoro per il suo stile. Interstellar non sarà perfetto però è bello. Comunque non metto in dubbio le potenzialità di questo che se riesco vedrò.

      Elimina
    3. A me Nolan piace(va) molto. Dopo Interstellar a mio avviso si è montato parecchio la testa e i suoi ultimi due film li ho vissuti come un mero sfoggio di tecnica montato su trame risibili.

      Elimina
    4. Intendi anche Inception quindi? Io quello l'ho rivisto almeno tre volte per capire bene i vari livelli del sogno condiviso (e non sono ancora sicuro di averlo capito). Resta il fatto che mi è piaciuto molto, con Di Caprio perfetto nel ruolo (anche se, come ho scritto da un'altra parte, si ripropone sempre uguale a se stesso come in tutti i suoi film). E comunque l'impianto scenico affascina (tecnica ostentata come dici tu) e il finale lascia aperte discussioni se la trottola si fermerà o no (per me no, quindi è un sogno anche il finale, ma parere mio eh). Forse io sono meno ricercatore del film intellettuale e mi accontento delle prime impressioni, e quelle me lo hanno fatto piacere proprio per capirci di più.

      Elimina
    5. No, Inception l'ho trovato splendido e lo stesso vale per The Illusionist e Memento. Ma Interstellar e Dunkirk li trovo sopravvalutati in maniera assurda.

      Elimina
    6. Ah Dunkirk mi manca, allora posso evitarlo.

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...