In occasione della morte di Max Von Sydow ho scoperto di aver lasciato tutti i DVD necessari a commemorarlo a casa dei miei, quindi ho spulciato sui cataloghi Netflix/Prime, rimanendo un bel po' delusa e riducendomi (anche per i soliti motivi di tempo; sì, #tuttiacasa , avete ragione, "salviamo l'Italia non facendo un cazzo dal divano", haha, ma non noi che sempre e comunque dobbiamo lavorare mentre tantissimi imbecilli che avrebbero potuto e dovuto stare a casa tranquilli e beati sciamavano per l'Italia in vacanza. Stronzi, anche qui, ché se non ve lo dice Conte ve lo dico io) a recuperare Non ho sonno, diretto e co-sceneggiato nel 2001 dal regista Dario Argento.
Trama: quando il "nano assassino" ricomincia la sua serie di delitti, il detective in pensione che seguiva il caso all'epoca decide di tornare a indagare assieme al figlio di una delle sue vittime...
Il nano assassino col clarino. Santo cielo, con tutto il Bergman che c'era, mi sono ridotta a recuperare uno dei film del declino artistico argentiano per commemorare il povero Max Von Sydow. Il quale, bontà sua, è l'attore che esce meglio da tutta la triste faccenda, nonostante il suo personaggio di detective sia anche troppo caricato di elementi "tristemente divertenti", tra alzheimer galoppante e pappagalli, ma perlomeno l'adorabile vecchino ci mette umiltà e bravura, viene doppiato egregiamente, e non si riduce a diventare un Donald Pleasence rincoglionito in Paganini Horror, per dire. Tolto questo, mi tocca ammettere che Non ho sonno è meno peggio di quanto ricordassi e di quanto facesse credere l'esilarante parodia di Disegni & Caviglia, letta all'epoca e mai più dimenticata. E' vero, l'intero film è un compendio di cliché argentiani, ma sono proprio questi ultimi a funzionare: le ombre che all'improvviso sembrano diventare vive e minacciose e vomitano dall'interno mani pronte a ghermire le malcapitate fanciulle, la soggettiva dell'assassino, le corse forsennate lungo corridoi bui, le misteriose case abbandonate che nascondono cose indicibili, il familiare paesaggio urbano che diventa una dimensione da incubo, gli omicidi efferati e particolarmente dolorosi (denti spaccati, unghie mutilate, brrrr...!!), sono tutti elementi validissimi e coinvolgenti, zampate di un autore sicuramente stanco ma ancora in grado di tirare fuori qualcosa di buono e anche la trama in sé, con la terrificante filastrocca scritta da Asia Argento a fare da fil rouge, non è male, nonostante si sfilacci qui e là in una sovrabbondanza di dettagli. No, il problema risiede altrove, e mi chiedo perché Argento non sia stato in grado di metterci una pezza.
Il problema sta innanzitutto negli attori. Cani maledetti non rende l'idea. Prendiamo Angela, la squillo delle sequenze iniziali. L'attrice, come la maggior parte degli altri interpreti, o si è ridoppiata da sola o l'hanno doppiata, con risultati sconfortanti, al limite del dilettantesco: già offri un'interpretazione fisica ad espressiva al limite della macchietta, poi ci aggiungi una terrificante "scollatura" tra quello che si vede sullo schermo e quello che si sente, e la tragedia è compiuta. Però, dici, la squillo dell'inizio, gli altri non saranno così maledettamente cani, no? Sbagliato. Stefano Dionisi è mollo e inespressivo come pochi, Gabriele Lavia pare stia lì senza sapere bene perché, Chiara Caselli è sosia di Asia Argento anche nella capacità di recitare ahilei, la vocetta fessa appioppata a Roberto Zibetti (Lorenzo) non si può sentire e in tutto questo anche vedere il futuro Geller di Camera Café non ha aiutato a farmi prendere l'operazione troppo sul serio. Insomma, tolto Max von Sydow si passa il tempo a pregare che arrivi il nano assassino ad infilarti clarini, pardon, corni inglesi, negli occhi e nei timpani per liberarti dalla sofferenza. Poi c'è una fotografia televisiva imbarazzante, alla faccia dei colori splendidi delle vecchie pellicole di Argento, e persino i Goblin sembrano fiacchi, o se preferite schizofrenici: il tema portante, con quella sorta di carillon che suona, è calzante da morire, il resto della colonna sonora è soltanto dimenticabile e, quel che è peggio, viene sparata a mille anche nei momenti in cui non servirebbe. E poi, quei titoli di coda sulla scena finale? Che schifo, dai. Ci credo che mi ero dimenticata tutto di Non ho sonno, nonostante lo avessi visto decenni fa, perché non è neppure così brutto e imbarazzante da venire inserito negli annali del trash, mannaggia. E se posso dire, guardandolo, un po' di sonno mi è anche venuto. Scusa, Max, ti prometto che nei prossimi giorni farò meglio.
Del regista e co-sceneggiatore Dario Argento ho già parlato QUI. Max von Sydow (Moretti) e Gabriele Lavia (Betti) li trovate invece ai rispettivi link.
Stefano Dionisi interpreta Giacomo. Nato a Roma, ha partecipato a film come Farinelli - Voce regina, L'arcano incantatore, Bambola e a serie come La piovra 5, Il commissario Montalbano e Un medico in famiglia. Ha 54 anni e due film in uscita.
Chiara Caselli interpreta Gloria. Nata a Bologna, ha partecipato a film come Belli e dannati, Il gioco di Ripley e Il signor diavolo. Ha 53 anni.
Rossella Falk interpreta Laura de Fabritiis. Nata a Roma, ha partecipato a film come 8 1/2, Modesty Blaise - La bellissima che uccide, La tarantola dal ventre nero. E' morta nel 2013, all'età di 86 anni.
Se Non ho sonno vi fosse piaciuto recuperate Profondo rosso e la famosa trilogia degli animali argentiana: L'uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio. ENJOY!
A sto punto era meglio Flash Gordon 😂😂😂
RispondiEliminaEh, purtroppo l'avevo già recensito sul blog quindi ho optato per altro!
EliminaLa gestione degli attori è sempre stato un punto critico nei film di Argento, anche nel periodo d'oro. Però, nonostante quelle che tutto sommato mi son sembrate belle parole da parte tua, non me la sento di affrontarlo.
RispondiEliminaMah, io guardando i vecchi film argentiani non sono infastidita dagli attori; per dire, anche il personaggio un po' sopra le righe della Nicolodi in Profondo rosso lo trovo delizioso... ma questi sono indifendibili!
EliminaSugli attori dei film di Argento ci sarebbe da parlarne, a me spesso e volentieri infastidivano, tranne giusto in Profondo rosso, Suspiria e Phenomena - con Jennifer Connelly giovanissima (e rimasta gnocca uguale, tra l'altro) e Donald Pleasence si andava sul sicuro. L'importante con Argento è altro, Non ho sonno è l'ultimo film interessante da lui diretto, anche se per me l'ultimo davvero degno di nota è Trauma.
RispondiEliminaBel modo per ricordare Von Sydow comunque, forse non il migliore film della sua carriera o il più degno di nota, ma sicuramente poteva andare peggio!
Ti dico, io lo ricordavo peggio, però non mi è comunque piaciuto granché. A livello di trama è interessante ma molto più debole degli altri gialli.
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