mercoledì 18 ottobre 2017

It (2017)

Domani uscirà l'attesissimo It diretto da Andy Muschietti. Ne parlo oggi, in quanto ho avuto l'onore di vederlo un mese fa a Praga, con un post rigorosamente SPOILER FREE. Se non vi fidate e quindi non volete leggere quanto segue sappiate almeno questo: It è un film splendido, che merita di essere visto sul grande schermo, pena la persecuzione eterna di Pennywise.


Trama: nella cittadina di Derry i bambini scompaiono o vengono ritrovati morti in circostanze misteriose. Un gruppo di ragazzini, uno dei quali ha perso il fratellino l'anno prima, scoprono che il responsabile è un mostro terrificante, capace di assumere le sembianze dei loro peggiori incubi...


Chi mi conosce sa che davanti a It non riesco ad essere obiettiva. Con tutti i suoi difetti, è il romanzo di Stephen King che ho amato di più, che rileggo da anni con piacere, che avrei sempre voluto vedere portato su grande schermo da un regista valido e da sceneggiatori capaci di non affondare dentro le mille e fischia pagine del libro, così da estrapolare ciò che di esso conta davvero. Nella fattispecie, al di là della figura di Pennywise sulla quale poi tornerò, il cuore di It (o meglio, di quelle parti del romanzo ambientate negli anni '50, condensate per comodità in una pellicola unica come già fatto da Tommy Lee Wallace nella miniserie del 1990) è il percorso di un gruppo di bambini costretti ad affrontare le tragedie della vita, le prese in giro dei loro coetanei, il mondo degli adulti, l'incombere della pubertà e, non ultima, tutta una serie di piccoli problemi magari sciocchi per i loro genitori e gli insegnanti ma assolutamente importanti ed insormontabili per questi ragazzini; personalmente, leggendo It ho sempre apprezzato di più i momenti in cui Beverly, Ben, Bill e gli altri si ritrovavano ad aver a che fare con tutti i problemi legati ai loro difetti fisici o le dinamiche familiari, alcune incredibilmente complesse, oppure quelli in cui la loro amicizia si rinsaldava in maniera "naturale", senza l'intervento di una Tartaruga o chissà quale altra forza magica, tra litigi infantili, primi amori o il desiderio di fare comunella per non soccombere ad un Henry Bowers sempre più imprevedibile e pericoloso. L'It di Muschietti mi ha dato tutto questo, ha messo il cuore davanti ad ogni cosa, persino davanti ai jump scare (che ci sono, tranquilli), ed è riuscito rendere reali ed indimenticabili almeno cinque personaggi su sette, ai quali aggiungo anche Henry Bowers, grazie all'aria stupidamente fragile di Nicholas Hamilton, un moccioso che vorrebbe fare il bulletto ma è destinato a finire vittima di problemi mentali più grandi di lui. Vedere il Club dei Perdenti prendere vita sullo schermo, a volte tratteggiato grazie a piccoli dettagli che solo chi ha letto il libro potrà apprezzare appieno (il modo in cui i ragazzi sistemano le biciclette, per esempio), altre grazie a dialoghi serrati e divertenti ma anche incredibilmente commoventi e rivelatori, mi ha riempito il cuore di gioia e gli occhi di lacrime, al punto che sul finale avrei voluto che la storia continuasse per vedere come sarebbero cresciuti QUESTI Perdenti, ben distanti dai bambocci monoespressivi della tanto celebrata serie degli anni '90, nonostante Stan e soprattutto Mike rimangano purtroppo un po' sullo sfondo. All'incredibile bellezza di una Beverly che sembra già ben più grande dei suoi coetanei, ferita nel profondo da una figura paterna molto ambigua prima ancora che violenta, si affiancano i problemi del "New Kid on the Block" cicciottello Ben, un Richie dalla logorrea incontrollabile, un Eddie che è più di una spalla per quest'ultimo e che finalmente riceve una storyline "materna" degna di questo nome, e soprattutto un Big Bill terrorizzato all'idea di non essere più nulla per i genitori distrutti dalla scomparsa del fratellino Georgie e quindi vero motore della storia, vero "capo" dei perdenti, l'unico dotato dell'incrollabile volontà di fare fuori Pennywise per riaffermare la propria esistenza prima ancora di vendicare il piccolo. A proposito, parliamo un po' di Pennywise, vah.


A quelli che "Tim Curry è l'unico vero Pennywise" (per quanto io adori comunque Tim, ci mancherebbe) rispondo citando le voci della Luna che ascolta Henry Bowers nel romanzo e dico "Ha-Ha ALL OVER you!!". Bill Skarsgard è la punta di diamante di un cast quasi perfetto, la sua voce mette letteralmente i brividi e quegli occhietti scompagnati già di suo sono la ciliegina sulla torta, che abbiano le iridi azzurre oppure gialle/rosse; è risaputo che l'attore abbia partecipato alle riprese solo all'ultimo, per ottenere dai giovani co-protagonisti delle reazioni di terrore più genuine possibili, ma sono lo stesso rimasta deliziata e sconvolta dalla faccia orripilata di Sophia Lillis durante il confronto con Pennywise nella casa di Neibolt Street, si vede proprio l'orrore negli occhi della ragazzina! L'idea di agghindare il buon vecchio Clown Ballerino come un pupazzo di fine '800 non solo è vincente ma si collega anche ai mille rimandi inseriti dagli sceneggiatori sul sanguinoso passato di Derry, cittadina all'interno della quale Pennywise campa da secoli uccidendo, depredando e spargendo il male sottile che influenza tutti gli abitanti; agghiacciante nel make-up più "mostruoso" ma anche in quello normale, il Pennywise di Skarsgard è dotato di un folle, infantile umorismo nero che lo rende ancora più inquietante di Tim Curry e anche di una sorta di "fascino" perverso, lo stesso che porta a fissare morbosamente qualcosa di disgustoso anche se razionalmente bisognerebbe distogliere lo sguardo. Aggiungo che Pennywise non è l'aspetto più agghiacciante del film, anzi. Muschietti osa l'inosabile e tocca gli intoccabili, infilando allegramente nella pellicola una sequenza pressoché ininterrotta di nefandezze assortite, alcune sbattute in faccia agli spettatori in un profluvio di gore, altre appena suggerite ma comunque da far accapponare la pelle, giocando tra l'altro in maniera subdola con chi conosce bene il libro e si aspettava alcune scene scioccanti (e NO, non sto parlando dell'"orgia". Quella non c'è, ma come può anche solo pensarlo la gente?). Anzi, nonostante adori il romanzo alla follia ho apprezzato la maggior parte dei cambiamenti, soprattutto per quel che riguarda le paure dei singoli Perdenti, alcune realizzate per esigenze di "spettacolo", come quella di Richie (ah ma Paul Bunyan è lì che osserva...), altre cambiate per offrire allo spettatore la possibilità di conoscere aspetti di Derry altrimenti impossibili da riportare su pellicola senza realizzare un girato di 40 ore.


Quindi l'It di Muschietti è un film perfetto, senza nemmeno un difettuccio? Ovviamente no, ma ciò non toglie che abbiamo davanti uno dei migliori adattamenti Kinghiani di sempre, almeno per quel che riguarda mezzo romanzo e si spera che il regista faccia il bis tra un paio d'anni, quando arriverà la seconda parte in cui i protagonisti si ritroveranno ad affrontare Pennywise con 27 anni in più sul groppone (cosa che viene spesso ironicamente citata nel film, per inciso). Tra i difetti della pellicola, salta all'occhio una scrittura frettolosa che ha reso Mike una figura bidimensionale, come se gli sceneggiatori non sapessero bene che farne. E' vero che l'"importanza" di Mike dovrebbe aumentare nel secondo capitolo e che molto di ciò che rendeva il ragazzino un outsider negli anni '50 probabilmente sarebbe suonato stridente in un film ambientato negli anni '80 però allo stesso modo ho trovato un po' deludente la sua presenza, anche perché Fukunaga con lui aveva fatto un lavoro migliore (vedi note in fondo). Così come ho trovato deludenti alcuni effetti speciali, con quel sapore di CG "finta" che già aveva inficiato la completa riuscita del lavoro precedente di Muschietti, Mama. A questi punti penso che il regista non sappia bene come connettere le riprese dal vero con gli effetti speciali più seri perché il resto del film è di una bellezza incredibile, ricco di sequenze omaggianti classici degli anni '80 che tuttavia non opprimono né stufano lo spettatore ormai saturo di questa voglia perenne di revival; in It è più una questione di atmosfera, il ritorno ai coming of age inseriti in un contesto horror/fantastico più che una rincorsa alla citazione d'annata, la riaffermazione del gruppo di ragazzini che tirano fuori le palle perché gli adulti hanno dimenticato di averle o non le hanno mai avute, troppo presi dai loro problemi per farsi carico degli "incubi" di un branco di mocciosi sfigati. Ecco, è questo che ho apprezzato maggiormente di It, al di là di tutte le idiozie assortite e faziose che si sono lette in rete: la volontà degli autori di omaggiare una storia bellissima CREANDONE una nuova, simile ma diversa, magari un pelino meno potente (pare che azzeccare il pre-finale sia piuttosto difficile ma d'altronde è risaputo che anche King non sia una cima a risolvere le sue stesse storie...) ma capace di coinvolgere tutti, sia gli amanti di Stephen King sia chi non ha mai nemmeno sentito parlare di It. Col Bolluomo accanto, stranieri in terra straniera, mi è sembrato che alla fine fossimo tutti pronti a prenderci per mano e prometterci di tornare, non tra 27 anni ma tra 2, per dare nuovamente fiducia a Muschietti e ai suoi collaboratori; nell'attesa, da brava loser/lover, io tornerò al cinema già domani, così da godermi per intero i dialoghi... sperando che l'adattamento e il doppiaggio italiani non facciano pena come al solito.


Del regista Andy Muschietti ho già parlato QUI mentre Bill Skarsgård, alias Pennywise, lo trovate QUA.

Jaeden Lieberher interpreta Bill Denbrough. Americano, ha partecipato a film come St. Vincent, Midnight Special e The Book of Henry, inoltre ha doppiato serie come American Dad!. Ha 14 anni e due film in uscita.


Nicholas Hamilton interpreta Henry Bowers. Australiano, lo ricordo per film come Captain Fantastic e La torre nera. Ha 17 anni e un film in uscita.


Jeremy Ray Taylor, che interpreta Ben, era già comparso in Ant-Man invece Jack Dylan Grazer, ovvero Eddie, ha partecipato ad uno degli episodi di Tales of Halloween e Owen Teague, alias Patrick Hockstetter, ha già fatto parte dell'universo Kinghiano grazie a quell'orrore di Cell. Anche Wyatt Oleff, che interpreta Stan, potrebbe non essere un volto nuovo per molti spettatori visto che è stato un giovane Peter Quill in Guardiani della galassia e un giovane Tremotino nella serie C'era una volta, mentre Finn Wolfhard, che interpreta Richie (e che è l'unico attore rimasto dopo che il film è passato da Cary Fukunaga ad Andy Muschietti), è ovviamente il Mike della serie Stranger Things; a tal proposito, i Duffer Brothers avrebbero voluto dirigere il film ma all'epoca delle prime fasi di produzione il loro nome era ancora poco conosciuto, quindi hanno dovuto "ripiegare" proprio su Stranger Things, uno dei migliori omaggi a King degli ultimi anni. Torno un attimo a parlare di attori dicendo che il piccolo Jackson Robert Scott, ovvero George Denbrough, dovrebbe tornare sullo schermo grazie al figlio di Stephen King, Joe Hill, in una serie TV (sempre diretta da Andy Muschietti) tratta dallo stupendo Locke & Key, dove il piccolino dovrebbe interpretare il dolce Bode Locke assieme a Megan Charpentier, che in It compare come Gret(t)a Bowie e nella serie TV dovrebbe essere invece Kinsey Locke. Passando a Pennywise, alla fine i due attori rimasti a contendersi il ruolo dopo l'abbandono di Will Poulter erano Hugo Weaving e Bill Skarsgård ma alla fine l'ha spuntata quest'ultimo in quanto Weaving non era in grado di offrire un'interpretazione che fosse anche infantile ed ironica ma faceva solo paura. Passando dagli attori ai registi/sceneggiatori, on line è disponibile lo script del 2014 scritto da Cary Fukunaga, immagino prima che lo stesso aggiungesse le scene controverse che lo hanno allontanato dal progetto (si parla di Henry Bowers che fa sesso con una capra ed eiacula su una torta di compleanno, della fusione di Stan e Richie in un personaggio di nome Richie Goldfarb, di un Pennywise nudo che si mostra ad una dei Padri Pellegrini, di una Beverly picchiata dagli amici del padre i quali, si dice, avrebbero fatto sesso con lei, del fatto che Pennywise avesse lasciato vivere Al Marsh solo per fargli molestare la figlia ogni sera e di Bowers e la sua gang che costringono delle ragazze a praticare loro sesso orale), ed è molto simile al film di Muschietti salvo per un paio di cose. Per esempio, Mike ha un ruolo ben più preponderante e il padre gli racconta dell'incendio al Punto Nero, l'"epica battaglia a sassate" diventa "l'epica battaglia con fuochi d'artificio", Al Marsh viene posseduto da It e cerca di violentare Beverly, Belch e Victor muoiono nelle fogne e la forma finale di It, così come un paio di visioni dei bambini, sono molto diverse (Stella marina coi tentacoli? Aiuto!); Muschietti è rimasto più legato al romanzo di King e avrebbe voluto inserire anche il rito del fumo nel quale Mike e Richie scoprono l'origine di It ma limiti di budget hanno purtroppo impedito la realizzazione della scena. E dopo questo infoporn praticamente infinito, mi duole informarvi che per It - Chapter II occorrerà aspettare il 2019, nel frattempo speriamo che molti degli attori che i bambini vorrebbero veder interpretare i perdenti da adulti esaudiscano le loro giovani controparti: sto parlando soprattutto con te, Jessica, ma potrebbero accettare anche Jake Gyllenhaal (Eddie), Joseph Gordon-Levitt (Stan), Chris Pratt (Ben) e Christian Bale (Bill), che dite? Il mio dreamcasting sarebbe però Casey Affleck (Stan), Ethan Embry (Ben), James Franco o Ryan Reynolds (Richie), Elijah Wood (Eddie), James McAvoy (Bill) e David Oyelowo (Mike), lascio solo Jessicona che sarebbe perfetta! ENJOY!








42 commenti:

  1. Sono stato così bravo di non cedere allo streaming, nonostante la tentazione di vederlo prima, e in lingua originale. Domani stesso, spero, vado al cinema, ma tornerò a vederlo in lingua per amore di Bill Skarcoso.
    Per il resto, mi hai detto tutto quello che volevo sentire. E i fan sono i più duri da convincere.

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    1. Per un film simile lo streaming deve morire male, io mi sono fatta i chilometri per vederlo, ohi! :P
      Scherzi a parte, l'occasione praghese era ghiotta ma anche io non vedo l'ora di riguardarlo in italiano per capire tutto ciò che i sottotitoli in ceco non mi hanno consentito di cogliere, soprattutto per quel che riguarda le battute di Richie.
      Skarcoso in lingua è spettacolare, ho una paura fo**uta del doppiaggio italiano.

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  2. Ho letto tutto. Avendo letto il libro questa estate non avevo comunque paura di spoiler. Brava come sempre, adesso però la voglia di vederlo è diventata ancora più pressante XD

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    1. Grazie :)
      Spero davvero possa piacerti quanto è piaciuto a me, io non vedo l'ora di correre al cinema e guardarlo di nuovo!

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  3. Recensione di " cuore ", ma anche con molta testa che ho apprezzato a pieno.
    In verità io ero/sono molto preoccupato per la seconda parte del romanzo, che ho sempre trovato più controversa.
    Non vedo l'ora di vedere il film. :-)

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    1. Della seconda parte al momento non mi preoccupo, mi limito a godere della prima.
      Se faranno l'ottimo lavoro di casting che mi aspetto e se riusciranno ad integrare un po' di più personaggi come Tom e Audra, oltre a sfruttare l'orrore di Pennywise e se, soprattutto, coglieranno l'essenza del tempus fugit che rende così malinconica la parte adulta della storia, allora avranno raggiunto la perfezione. In Muschietti I trust!

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  4. Ne riparliamo domani, ok?
    Ho deciso che fino alla visione non voglio saperne NIENTE di NIENTE XD

    Moz-

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    1. Oh, come ti capisco. Secondo te io ho letto qualcosa? :P
      Dai, torna domani che ti aspetto a braccia aperte! :)

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    2. Eccomi, come promesso :)
      Dunque, come ho scritto da me, il film è bello proprio per i ragazzi. Mi sono piaciute le stesse cose piaciute a te e ho odiato gli stessi difetti che citi (la cgi, l'horror sciocco degli anni 2000).
      Anche stavolta niente trasposizione fedele al romanzo, ma per come la vedo io un remake aggiornato della miniserie anni '90.
      Dopo 27 anni precisi, in fondo, IT è tornato davvero ed è pronto per traumatizzare i ragazzini 2.0

      Moz-

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    3. Niente remake della miniserie, questo no. Riadattamento del romanzo, sì. Comunque rivedendolo ieri sera mi sono ri-commossa, quel finale è perfetto!

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  5. Sul grande schermo non posso, tu dici che mi perseguiterà se lo vedo in altri modi? Comunque ho letto solo le prime 4 righe perché come Moz non voglio saperne niente di niente fin quando lo vedrò ;)

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    1. Eh, chissà. Pennywise è imprevedibile. Scherzi a parte, capisco che ci siano persone che, per motivi diversi, non possono proprio andare al cinema, qui si ride e si scherza ma non ognuno DEVE poter fare quel che vuole. Quindi, a Pennywise basta l'aMMore. Se lo guarderai con aMMore se ne starà bravo nel suo rifugio delle fognature senza perseguitarti.
      E torna quando lo avrai visto, mi raccomando! :)

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  6. Va beh, però non vale vederlo in anticipo, e per di più a Praga.
    Ti meriti una visita di Pennywise. :)

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    1. Eh, per una volta! Tanto sapevo che alle anteprime italiane non mi avrebbero mai invitata :P
      E comunque accoglierei Pennywise a braccia aperte!

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  7. Questo sarà il primo horror che vedrò al cinema.... Ho davvero tante aspettative!

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    1. Il primo?? Che bello!! Un po' ti invidio, lo ammetto :)
      Goditelo, non vedo l'ora di sentire cosa ne pensi! :)

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  8. Mi auguro che al cinema qui da me passi anche la versione sottotitolata, perché non ho la minima intenzione di guardarlo doppiato!

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    1. Figurati, qui da me avrei dovuto aspettare il DVD in quanto l'unico cinema che, una volta o due al mese, proietta film in lingua originale sottotitolati, è il cinema d'essai... che sicuramente non programmerà MAI It XD

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  9. Splendida recensione Babol. It non l'ho mai letto e sarà il mio prossimo impegno (dopo le 1300 pagine di Limit); ho letto moltissimo di King e soprattutto i suoi romanzi migliori. mi era piaciuta la miniserie con Tim Curry (tra i miei attori preferiti) e non mi perderò sicuramente questo film. e vorrei vederlo in lingua originale.

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    1. Grazie :)
      Eh, anche It è un bel mattonetto ma a mio avviso vale tutto il tempo speso (io l'ho già letto ormai una decina di volte da quando lo comprai alle superiori), spero ti piaccia.
      La miniserie la porto nel cuore, per carità, è un pezzo d'infanzia e Tim Curry è favoloso, però questa versione del libro è praticamente perfetta e Bill Skarsgard un ottimo Pennywise. Aspettando il secondo capitolo... :)

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  10. Se una kingiana convinta come te lo promuove, allora mi fido 😉 non vedo l'ora di vederlo!

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  11. Morto di noia, vi perseguiterò dall'aldilà, ma io non sono un fan di Stephen King ed era prevedibile che finisse così...

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    1. Addirittura morto di noia? Strano perché, a prescindere da King, è un horror che non da un attimo di tregua o__O

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  12. Visto ieri sera e devo dire che mi aspettavo molto di più dal film. Adattamento veramente ben fatto, su questo non si discute. Ha inoltre un grande pregio che è quello a fine film di farti venir voglia di prendere subito in mano il romanzo. Ma sembrerà strano quello che dico, l'ho trovato troppo corto. Condensare il racconto in poco più di due ore non ha giovato alla narrazione ed il risultato è un film che non esplora mai i suoi protagonisti. Sono tutti abbastanza piatti e il montaggio del film aiuta solamente a non porsi domande su tutto quanto li circonda. Nel film Muschietti cita apertamente un capitolo di Nightmare e devo dire che questo Pennywise potrebbe essere per chi ha oggi 13/14 anni quello che fu per me Freddy Krueger, una icona horror. Anche l'intera pellicola ricorda uno di quei film anni '80, fatta di sequenze paurose ammassate l'una sull'altra. Come nel precedente "La Madre", la pellicola consegna il meglio di se quando rallenta e invece di spaventare abbraccia una deriva maggiormente fantastica, che regala momenti visivi splendidi, come ad esempio la parte prima dello scontro finale o quella nel garage. Visione godibile nonostante gli spaventi latitano, ma forse James Wan ci ha abiutato troppo bene quando si tratta di questo genere di prodotti.

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    1. Corto è corto, hai ragione. Io sarei stata altre tre ore in sala ma, per ovvi motivi, Muschietti non poteva girare un'opera fiume. Speriamo nel director's cut che dovrebbe uscire in DVD, in teoria dovrebbe anche essere chiarito il destino di Belch e Criss.
      A parte questo, io il piattume di cui parli non l'ho visto: è vero, alcuni personaggi sono sacrificati e l'ho anche scritto, altri tuttavia brillano di luce propria e sembrano usciti dritti dal romanzo. La paura, ovviamente, è soggettiva ma sono felice che sia stata subordinata al percorso di amicizia e crescita dei giovani protagonisti, anche se Skarsgaard è stupendo!

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    2. Li ho trovati piatti, perchè non andiamo oltre al minimo indispensabile in quanto a caratterizzazione del singolo. Il gruppo invece è un'altra storia e Beverly svetta su tutti. Ma credo che siano stati bravissimi a condensare il tutto.

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    3. Io trovo invece che Bill, Ben, Richie ed Eddie siano caratterizzati benissimo: del primo si sottolinea la difficoltà a relazionarsi coi genitori proprio a causa della morte di Georgie e il senso di colpa nei confronti del fratellino, il secondo è outsider tra gli outsider, Richie il clown che scherza per superare il terrore che lo muove (di qualsiasi cosa, anche dell'anonimato), Eddie uno scricciolo malato perché la madre lo vuole. Sono cose che Stephen King ha avuto 1400 pagine per sottolineare, Muschietti solo due ore, eppure il regista riesce a farle risaltare al meglio.
      A dire il vero, Mike a parte, risalta anche il carattere "ordinato" di Stan, quello che lo condannerà, da adulto, a suicidarsi per non affrontare la "violazione" all'ordine incarnata da It, quella paura che non è paura ma proprio la consapevolezza di qualcosa di "sporco" e perverso nel mondo, un concetto molto Lovecraftiano.

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    4. Guarda a me il film è piaicuto, non ne sono uscito esaltato, ma mi è veramente piaciuto. Però niente non riesco a convincermi di quello che stai dicendo, più che altro provo ad azzardare questa ipotesi. Per prima cosa tu lo hai visto in lingua originale e questo cambia molto, ti assicuro che il doppiaggio italiano è uno dei peggiori che ricordo da qualche anno a sta parte e questo castra parecchio l'immersività e l'atmosfera. Ma poi credo che tutto quanti hanno letto il libro, mettano pezze in automatico alle mancanze del film. Certo è incondensabile il testo e il lavoro di Muschietti è splendido, su questo non discuto. Ma è anche vero che ci sono troppi momenti tirati via, ma lo sono fatti in maniera conscia perchè il film ha una impronta ben precisa e che personalmente a me piace molto. Però ci sono troppe parti che sembrano fin troppo scollegate, tipo quando incontrano Mike alla battaglia dei sassi e subito dopo sono in centro a Derry a parlare come se avessero passato tutta l'estate assieme, quando di fatto non sembra nemmeno passato un giorno. Di passaggi come questo il film è pieno e personalmente se non avessi letto il libro sarei molto spaesato dalla visione.

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    5. Io l'ho visto in inglese ma anche in italiano giovedì. Obiettivamente, le voci di Ben, Stan ed Eddie fanno schifo al pazzo, così come un paio di scelte di adattamento (It lasciato in inglese... vabbé). Comunque è piaciuto molto anche al mio ragazzo, che mai ha letto il libro e neppure visto la miniserie: la sua unica perplessità era relativa al destino finale di Bowers, a suo avviso fatto un po' a tirar via.
      Quanto a Mike, anche nel libro dopo la battaglia coi sassi si sviluppa subito l'amicizia, questo per i motivi che sappiamo (predestinazione, tartaruga, quel che vuoi) e Mike il giorno dopo va ai Barren con l'album di foto in mano. A noi sembra si conoscano da una vita perché è Mike che li riunisce ma, di fatto, il ragazzino arriva solo verso la fine dell'estate, quando i Perdenti stanno già cullando l'idea di eliminare It.
      Poi sì, io ragiono come una persona che ha letto il libro quindi me ne faccio assai e probabilmente non ho una percezione "esterna", non riesco davvero a mettermi nei panni di chi It non lo ha mai letto né a capire se il film potesse essere fruibile anche da loro.

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  13. La fine di Bowers è un altro esempio in effeti di quello che intendo, ma ce ne sarebbero ancora. Sta di fatto che adesso voglio vedere il seguito e rivedermi questo in lingua originale. Comunque film come questo ce ne vorrebbero di più, capaci di portare il genere anche a chi di solito lo evita.

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    1. It è da rivedere assolutamente in lingua originale, anche perché Skarsgaard è da brividi.
      E sull'ultima cosa che hai scritto ti do ragione, anche se prima di lasciare entrare in sala cani e porci farei un bel test del QI per tenere fuori i bonobi urlanti XD

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    2. Beh io avevo a fianco due ragazze che hanno saltato per tutto il film. Quando non saltavano tentavano di nascondersi sotto la sedia, fino al momento epico in cui i perdenti sono dentro al garage e li sono volati 2, sottolineo 2, confezioni grandi di pop corn del The Space XD

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    3. Beh dai hanno tenuto fede alla miniserie, nel momento in cui Richie fa cadere in testa i pop corn a Bowers e compagnia XDXD
      Scherzi a parte, io alla loro età ero andata a vedere Scream (quello faceva sul serio ca*are in mano) e 'ste sceneggiate non le ho mai fatte, al limite mi tappavo gli occhi con le mani o__O

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  14. Ciao! il film mi è piaciuto, forse qualche effetto speciale un po' finto (come la scena della fogna). Devo dire che il romanzo non l'ho mai letto, ma sono abituato a vedere film senza aver letto il libro. Svariati recensori commettono l'errore di fare paragoni libro - film....
    Skarsgard ha interpretato bene un It più cattivo di Curry e mi è piaciuto. Ciao!

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    1. Ciao a te :)
      E' giunta l'ora di recuperare il romanzo a prescindere dal paragone, che dici? :P

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  15. Meno male che l'hai visto in originale!!!!
    Io non vedo l'ora,il Khal non ne può più di sentir parlare di IT a dx e sx....
    Il vecchio con Tim Curry non l'ho visto,forse meglio così???

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    1. Secondo me è sbagliato evitarlo, è comunque figlio dei suoi anni e un prodotto televisivo, quindi basta prenderlo con le pinze e apprezzarlo per quello che è.

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  16. Accipicchia, avrei un po' voglia almeno di leggere il libro, ma poi non dormo più la notte.

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    1. A me il libro (o meglio, alcune parti di esso) mette tuttora paura, al punto da avere difficoltà a spegnere la luce.

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