domenica 1 marzo 2020

Rabid (2019)

Cominciamo un po' di recuperi horror dopo le consuete classifiche di fine anno, i film di Natale, gli Oscar ecc. Oggi tocca a Rabid, scritto e diretto dalle registe Jen e Sylvia Soska.


Trama: dopo un terribile incidente stradale, Rose si ritrova orribilmente sfigurata e viene curata in una clinica che la riporta alla bellezza originaria. La cura miracolosa, tuttavia, ha degli inquietanti effetti collaterali...


Non è da tutti arrivare a confrontarsi con David Cronenberg, anche quando si parla del "primo" Cronenberg, i cui film erano angoscianti filmacci rozzi e schifati dai più. Rabid - Sete di sangue è stato uno dei due film registrati su Fuori Orario (Dio benedica SEMPRE Ghezzi!) che più mi avevano sconvolta e perplessa dopo la scoperta del regista canadese e se, nonostante la vergogna nel guardarlo, col tempo sono arrivata a preferire Il demone sotto la pelle, non è che Rabid mi avesse lasciata meno schifatella, con quella protagonista freddissima dotata di protuberanza ascellare ibrida con la quale succhiava il sangue alle vittime. Essenziale e misterioso, Cronenberg non dava nessun background né alla protagonista né all'inquietante dottor Keloid e semplicemente la sete di Rose era un bisogno consapevole che spingeva la protagonista a nutrirsi di altri esseri umani infettandoli e condannandoli dapprima a propagare il contagio, infine a morire tra atroci sofferenze, decimando così l'umanità intera, per poi finire gettata nella spazzatura assieme al resto dei mostri morti (giuro). La storia del Rabid delle sorelle Soska è simile ma differente, molto più contestualizzata e radicata nel mondo della moda (e per estensione nella nostra società) dove l'unica cosa a contare e l'aspetto fisico, veicolo di soldi, successo, amore, sesso, attenzioni e persino talento, ché se non sei più che gnocca non ti verrà mai riconosciuto. Succede così a Rose, che nella sceneggiatura delle Soska diventa un'aspirante designer già piagata dalle cicatrici di un vecchio incidente, maltrattata dal capo e "coccolata" dalla bellissima amica oca, e che dopo l'ennesima umiliazione ha un altro incidente che la sfigura completamente, trasformandola in un mostro. Da qui la trama si allontana ulteriormente da quella imbastita da Cronenberg perché Rose diventa una sorta di innocente vittima dei suoi istinti, convinta per buona parte del film di soffrire di allucinazioni in cui fa scempio di persone più o meno innocenti (quando queste ultime non vengono contagiate da scambi di bicchieri o simili).


Inconsciamente, "grazie" alla sua trasformazione Rose si libera dei preconcetti altrui che la volevano fragile, insipida e conseguentemente invisibile, e diventa uno splendido cigno capace di valorizzare al meglio quegli abiti che per lei sono come "armature", utili per proteggere il nucleo delle persone dagli sguardi e dai pregiudizi altrui. Un concetto interessante che viene purtroppo stravolto dall'odioso stilista tedesco per cui Rose lavora, convinto di poter imbrigliare e asservire alle esigenze di spettacolo proprio queste pulsioni, per poi rimetterci (giustamente) la ghirba quando le Soska scelgono di dare sfogo a tutto il loro amore per il gore trasformando una sfilata in una mattanza dove i mostri se ne catafottono bellamente degli abiti e del glamour, spinti solo da una rabbia irrefrenabile e dalla sete di sangue. A proposito di quest'ultimo, a parte la disgustosa protuberanza mista tra un fallo e una vagina, il film di Cronenberg difettava di elementi particolarmente ardui da sostenere a livello di sangue e violenza, mentre il Rabid del 2019 picchia duro fin da subito con uno dei più terrificanti e ben realizzati make up visti l'anno scorso, per poi sbragare male da un certo punto in poi, tra laghi di sangue e mutazioni che avrebbero fatto la felicità dello stesso Cronenberg... o forse no, ché sicuramente l'autore Canadese era rozzo ma molto, molto più sottile delle pur brave Soska, che lo stesso meritano tutto il mio rispetto: non è da tutti riuscire ad omaggiare, rinnovare e portare a casa un risultato così positivo.


Delle registe e sceneggiatrici Jen e Sylvia Soska ho già parlato QUI.

Laura Vandervoort interpreta Rose. Canadese, ha partecipato a film come Ted, Saw: Legacy e a serie quali Piccoli brividi, CSI - Scena del crimine, V, Smallville, CSI: NY e Supergirl; come doppiatrice ha lavorato per I Griffin. Anche produttrice e sceneggiatrice, ha 35 anni.


Come detto più volte nel corso del post, Rabid è il remake di Rabid - Sete di sangue, quindi cercatelo perché merita tantissimo e aggiungete Il demone sotto la pelle. ENJOY!

4 commenti:

  1. Quindi meglio vedere Cronenberg, le Soska o tutti e due?

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    1. Entrambi, ovviamente. Quello di Cronenberg è molto affascinante anche se meno splatter.

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  2. Sono curioso di vederlo. Tra l'altro io delle Soska non ho mai visto nulla.

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    1. Avevo visto American Mary, carino ma non mi aveva entusiasmata più di tanto :)

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