venerdì 18 settembre 2020

Host (2020)

Ultimamente gli horror interessanti stanno spuntando come funghi e nell'elenco rientra anche Host, diretto e co-sceneggiato dal regista Rob Savage.


Trama: durante il lockdown, un gruppo di amici si riunisce per una seduta spiritica online. A causa di un maldestro errore, però, le cose vanno di male in peggio...


Mentre in Italia si panificava a oltranza e la gente cantava dai balconi, da qualche parte nel mondo ci sarà stato qualcuno che ha impiegato il tempo del lockdown in maniera alternativa, ne sono sicura. Magari, come nel caso di Host, imbastendo una seduta spiritica via Zoom, collegando tra loro sei amici e una medium per superare la noia e passare una serata diversa. E' così che si è sviluppato uno scherzo diventato virale, realizzato da Rob Savage ai danni di alcuni suoi amici, diventando un mediometraggio (dura meno di un'ora) basato sulla semplice, stra-abusata idea di una seduta spiritica che a un certo punto prende una brutta piega, condannando i partecipanti ad avere a che fare con uno spirito assai incazzato che non esita a farla pagare pesantemente a chi ha ben pensato di prenderlo in giro. Ambientato proprio durante il lockdown, Host fa leva sulla familiarità di una situazione straordinaria e sull'inevitabile empatia che si viene a creare tra i protagonisti e lo spettatore, sul senso di claustrofobia e paura venutosi a creare a causa del Covid, accentuato ovviamente dall'elemento sovrannaturale; la breve durata del film concorre a non creare tempi morti, così che l'azione entri subito nel vivo e il pubblico non abbia neppure il tempo di storcere il naso di fronte alle solite, inevitabili forzature (va bene il lockdown, va bene qualunque cosa, ma se sento dei rumori in cucina o in soffitta non mi porto dietro il portatile, tanto le mie amiche da casa non possono uscire dallo schermo per aiutarmi) o di fronte agli spaventi cheap ma assai efficaci di cui il film abbonda, e il risultato è una pellicola dinamica e divertente, perfetta anche per chi ha poco tempo per "rilassarsi" davanti allo schermo.


Quanto alla realizzazione, Host si muove ovviamente sulla falsa riga di Unfriended e del suo seguito, come se lo spettatore stesse per l'appunto guardando una conferenza su Zoom, tra schermo diviso in sei parti, riprese quasi amatoriali, abbondanza di primi piani e vari ammenicoli utilizzati in maniera intelligente per mettere ancora più paura, come gli sciocchi effetti "alla FaceApp", le immagini riproposte in loop, ecc. Nonostante sia palesemente una produzione da due sterline, i pochi effetti speciali più improntati sull'horror e sul gore non mi sono parsi fatti a tirar via e le attrici mi sono piaciute tantissimo (l'unico a mio avviso fuori parte è l'amico roscio); poiché parte dei dialoghi e persino delle azioni compiute sullo schermo è improvvisata, oppure alla singola attrice è stato mostrato del materiale già registrato senza dirle prima cosa avrebbe visto, le reazioni delle fanciulle sono assai genuine e questo concorre ad alimentare l'empatia di cui parlavo sopra, anche perché quasi tutti i personaggi sono ben scritti e abbastanza plausibili nel loro essere "normali", soprattutto prima che l'elemento sovrannaturale entri a gamba tesa. Insomma, da Host non mi aspettavo nulla di che, invece sono rimasta molto soddisfatta e ringrazio Rob Savage per aver tenuto a mente la fondamentale massima "un bel gioco dura poco", che dovrebbe essere la regola d'oro per ogni film del genere.

Rob Savage è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Inglese, ha diretto film come Strings ed episodi di serie come Britannia. Anche direttore della fotografia, montatore e produttore, ha un film in uscita.


Se Host vi fosse piaciuto recuperate Unfriended e Unfriended: Dark Web (li trovate entrambi su Chili e altri servizi di streaming a noleggio). ENJOY!

7 commenti:

  1. Classico istant movie fatto per cavalcare la situazione attuale. Un occhiata si può anche dare, anche perché ultimamente mi sono imbattuto in pacchi clamorosi😂😂😂

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    1. Instant movie ma a mio avviso più interessante di altri. E per "altri" intendo Natale in Lockdown o come ca**o si chiama la nuova ciofeca vanziniana XD

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  2. Ho visto entrambi gli Unfriended, ed alcuni altri simili, c'è davvero qualcosa per cui valga la pena?

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    1. A me piace proprio il genere: rapido, diretto, frizzante se fatto bene. Questo è un perfetto esempio di quello che cerco in questo genere di film. Ovviamente, se non ti piace il concetto stesso, evita tranquillamente :D

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  3. Io non ho visto Unfriended, ma questo, ruffianeria a parte nel voler cavalcare l'onda dell'argomento caldo, mi sembra comunque abbastanza interessante.

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    1. Ma sai, io non parlerei di ruffianeria: il tema principale non è il lockdown, piuttosto è un espediente narrativo per far sì che la seduta spiritica online avvenga, oltre che consentire al pubblico di immedesimarsi di più.
      Comunque recupera i due Unfriended, sono entrambi molto carini!

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