martedì 29 settembre 2020

Le strade del male (2020)

Non ho ancora trovato il coraggio di guardare Sto pensando di finirla qui e la gioia di avere Lupin The First su Amazon Prime Video si è infranta contro la presenza del solo audio italiano (va bene, mi avete convinto, compro il BluRay a scatola chiusa piuttosto che strapparmi le orecchie con il nuovo, orribile doppiaggio!) quindi ho deciso di tentare Le strade del male (The Devil All the Time), diretto e co-sceneggiato dal regista Antonio Campos a partire dal romanzo omonimo di Donald Ray Pollock.


Trama: nella provincia americana del primo dopoguerra si incrociano i destini di mezza dozzina di persone perseguitate dalla sfortuna, ossessionate dalla fede e in generale afflitte da un destino sanguinoso.


A dimostrazione del fatto che in questo periodo sono completamente avulsa dal mondo cinèfilo che conta, de Le strade del male non sapevo nulla di nulla, a malapena ero consapevole del fatto che ci fosse Tom Holland come attore principale ma a dire il vero credevo si trattasse di un horror. Trattasi invece di southern gothic, dove l'orrore esiste, certo, ma è intrinsecamente legato a una società superstiziosa e corrotta, dominata in parte da Dio (e dall'ossessiva ricerca della sua benevolenza, qualcosa che spesso sconfina nella follia religiosa) e in parte da uomini violenti, pericolosi e senza scrupoli, là dove le donne "fortunate" possono ambire ad essere mogli e madri amate ma niente di più, mentre per quelle sfortunate l'unico destino è una vita misera probabilmente conclusa con una morte violenta. All'interno della provincia rurale americana post- seconda guerra mondiale si intrecciano dunque le vicende di svariati personaggi, in un alternarsi di diversi piani temporali: il protagonista principale è Arvin Russell, ragazzo di cui seguiamo la vita dall'infanzia dominata dal padre religioso e violento fino ad arrivare a una faticosa maturità come orfano e "fratellastro" di una ragazza complessata e tristemente piegata, anche lei, dalla religione, e attorno a lui gravitano altre povere anime identificabili in una coppia di serial killer, un poliziotto corrotto, un predicatore lussurioso e un altro predicatore completamente pazzo. Come ho scritto su, i destini di tutti questi personaggi arrivano a incrociarsi tra passato e presente, accompagnati dalla voce narrante di Donald Ray Pollock, a tratti caustica e spesso amaramente ironica, come se trovasse assai divertente farsi beffe delle illusioni di esseri dannati fin dal principio, all'interno di una struttura circolare in cui tutto torna sul finale e che ha molto del noir. Non è sempre facile seguire queste vicende, dilatate in più di due ore di film all'interno delle quali la sceneggiatura pare spesso perdersi in dettagli insignificanti, pesantezze varie e squilibri (non ho letto il romanzo ma la vicenda dei due serial killer mi pare preponderante al suo interno mentre qui ha un'utilità pari a zero o quasi, e sembrerebbe quasi una nota di colore aggiunta per sconvolgere ancor più lo spettatore), eppure il risultato è interessante e talvolta inaspettato, soprattutto se si pensa agli attori coinvolti.


Abituati a vedere Tom Holland nei panni dell'amichevole Uomo Ragno di quartiere, fa piacere notare l'impegno profuso dal fanciullo nello scrollarsi di dosso facili etichette e spingersi ad indossare le vesti di un personaggio con cui non è facile empatizzare, nonostante il carico di sfiga che si porta appresso. Arvin è infatti un ragazzo privo di qualità, un animaletto preso in trappola che cerca di sopravvivere e di tenersi stretto quel poco che la vita gli ha dato, in primis la sorellastra Lenora, ma che per il resto nasconde il proprio nucleo dagli occhi dello spettatore, che arriva a volergli bene quasi per reazione all'odio smisurato verso la maggior parte dei comprimari, papà Willard compreso (il cui dolore e la cui follia sono comprensibili ma, insomma, certe scene spezzano il cuore). Tom Holland affronta dunque tutto il film compreso in una furia e una disperazione intensi, inusuali per l'attore, che può così tenere testa a un Robert Pattinson meravigliosamente leppego, al solito, inquietantissimo Bill Skarsgård e all'altro campione di laidità del film, un Jason Clarke che fa venire voglia di togliersi la pelle di dosso dallo schifo; complimenti vivissimi anche all'ex Dudley Dursley, Harry Melling, il cui sguardo spiritato è perfetto per il ruolo di predicatore invasato, e anche all'irriconoscibile Sebastian Stan, altro membro della scuderia Marvel capace di un gradevolissimo trasformismo. E il cast femminile? Come ho scritto più su, le donne de Le strade del male sono l'equivalente di accessori soggetti al volere di Dio o dell'uomo e ciò comporta uno spreco di talenti come quello di Mia Wasikowska o Haley Bennett, mentre Riley Keough ed Eliza Scanlen si difendono come possono nel tempo che viene loro concesso. In definitiva, Le strade del male è un ibrido strano ed inusuale per il catalogo Netflix, che probabilmente non incontrerà il gusto di un buon numero di utenti della piattaforma ma che a me è comunque piaciuto, nonostante alcuni difetti. Il mio consiglio è quello di recuperarlo, possibilmente a mente fresca. 


Di Robert Pattinson (Reverendo Preston Teagardin), Haley Bennett (Charlotte Russell), Tom Holland (Arvin Russell), Bill Skarsgård (Willard Russell), Riley Keough (Sandy Henderson), Mia Wasikowska (Helen Hatton), Sebastian Stan (Lee Bodecker) e Jason Clarke (Carl Henderson) ho parlato ai rispettivi link. 

Antonio Campos è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Afterschool e Christine. Anche produttore e attore, ha 37 anni.


Harry Melling interpreta Roy Laferty. Inglese, famoso per il ruolo di Dudley Dursley nella saga cinematografica di Harry Potter, ha partecipato a film come Edison - L'uomo che illuminò il mondo e La ballata di Buster Scruggs. Ha 31 anni e due film in uscita. 


Eliza Scanlen, che interpreta Lenora, era la Beth di Piccole donne. Chris Evans avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Lee Bodecker ma ha dovuto rinunciare perché impegnato in altri lavori. Se il film vi fosse piaciuto recuperate Frailty - Nessuno è al sicuro, Hell or High Water (su Netflix), Prisoners (su Chili e altre piattaforme simili) e Non è un paese per vecchi (su Amazon Prime Video). ENJOY!

8 commenti:

  1. Ti confermo che il doppiaggio di Lupin, lui in particolare per cause di forza maggiore, non è granché. Ma anche il resto rimane su livelli bassini. Belle le animazoni delle scene action, ma mediocri quelle dei personaggi, secondo me.

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    1. Eh ma guarda, data la mia passione per Lupin non guardarlo mi fa male al cuore. Il mese prossimo uscirà in DVD/bluray con traccia anche in giapponese, lo acquisterò per dovere di completezza.

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  2. Ultimamente Netflix fa cose molto interessanti, segno che forse una vera e propria svolta ci sarà con le piattaforme - e recupera quello di Kaufman, assolutamente.

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    1. Per Kaufman mi servono: una sera senza Bolluomo, ché a lui sicuramente non posso propinarlo e una mente non troppo depressa. Due circostanze difficili da ottenere in questo periodo, ahimé.

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  3. Di Netflix recentemente ho visto diverse cose, anche se ammetto che la qualità è abbastanza altalenante, sia per quanto riguarda le serie che i film.

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    1. Sì, Netflix ha questo annoso problema. Aspetto molto patinato, contenuti spesso non all'altezza. Insomma, bisogna scavare un po' per trovare originali degni da vedere.

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  4. Questo insieme a Sto Pensando di Finirla Qui (stupendo), potrebbe farmi tornare la fiducia in Netfflix. Se riesco lo guardo oggi pomeriggio.

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    1. Sto pensando di finirla qui temo slitterà a dopo ottobre, mese che vorrei interamente dedicare alla visione dei millemila horror che usciranno in streaming!

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