Su Miocinema è disponibile il vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo festival di Berlino, Bad Luck Banging or Loony Porn (Babardeala cu bucluc sau porno balamuc), diretto e sceneggiato dal regista Radu Jude.
Trama: dopo che un video porno che la vede assieme al marito viene accidentalmente caricato su internet, l'insegnante Emilia si ritrova a dover subire un processo sommario da parte di genitori furibondi...
L'ultimo film di Radu Jude, regista che io ovviamente non conoscevo, è proprio loony, come da titolo internazionale. L'argomento trattato è più attuale che mai, visti anche i recenti fatti di cronaca che hanno toccato l'ambiente scolastico italiano, tuttavia stavolta non si tratta di revenge porn, ancor più deprecabile, quanto della normale vita sessuale di due coniugi che hanno la sventura di portare ad aggiustare un PC da qualcuno che non si fa scrupoli a caricare su YouPorn il contenuto dell'hardware. A scanso di equivoci, Bad Luck Banging comincia davvero come un porno e non vi salti in mente di guardarlo con qualche pargolo in giro per casa, perché il video incriminato viene mostrato all'inizio della pellicola, con molta dovizia di particolari, e per tutto il film, soprattutto nel secondo capitolo, vi sono immagini di falli, vagine, seni e quant'altro mescolate ad episodi storici tra l'aberrante e il deprimente: il simbolo dell'ipocrita deriva della società, dove vengono accettate e ritenute "normali" le peggio cose (stragi, omicidi, povertà, divario sociale, razzismo, violenza sessuale, pedofilia e dittature, solo per citarne alcune) ma GUAI, come si diceva nei Simpson, se non si pensa ai bambini e a quello che potrebbe succedere dovessero anche solo pensare che la loro insegnante faccia S.E.S.S.O. La cultura cattolica "pancina", ovviamente, prevede che l'atto sessuale sia solo a livello procreativo, che non rechi piacere alcuno a chi in esso indulge (men che meno alla donna, ça va sans dire) e che una coppia dia comunque di sé un'idea assolutamente asessuata, altrimenti tocca visualizzare cosa potrebbe succedere nel talamo, ed è un attimo dimenticare i pregi scolastici di un'insegnante palesemente brava come educatrice quando la stessa viene immortalata mentre fa un pompino al marito. Davanti ad un simile affronto, l'ottima insegnante di storia diventa una troia fatta e finita (agli occhi degli uomini che però non si fanno scrupolo di sbavare guardando il video e a quelli delle donne, probabilmente invidiose della vita sessuale di Emilia, molto simili a quelle che davanti a ragazzine violentate dicono "se va vestita così, se l'è andata a cercare") e, in quanto tale, incapace di insegnare e anzi, sicuramente persino sovversiva, piena di idee deleterie per la crescita equilibrata dei suoi studenti.
Il processo ad Emilia, fulcro del terzo atto del film, è qualcosa di estremamente faticoso da guardare, perché non è difficile immaginare come quei dialoghi all'apparenza fuori da ogni logica siano parte fondante di ogni pettegolezzo sulle labbra della gente "bene", che arriva persino a negare di avere mai fatto sesso "in quel modo", come se fosse la cosa più orrenda del mondo, mentre non si preoccupa di nascondere il proprio razzismo e la propria ignoranza, difetti ben peggiori; al processo di Emilia ci sono rappresentanze per tutte le classi razziali e sociali, per tutti gli "ismi" moderni, uniti (nonostante la diversità) dall'odio verso un nemico comune e soprattutto dalla ferma volontà di seguire una visione univoca di "normalità", che ovviamente non prevede spazio per alcuna forma di ripensamento o pietà. Il finale è surreale e liberatorio, si conclude con un fermo immagine blasfemo ed esilarante, ed è un perfetto contrasto (nella sua struttura teatrale, più che cinematografica), di una prima parte praticamente priva di dialoghi e quasi documentaristica, che vede Emilia camminare per le strade di una Bucarest ferita, impegnata a spazzare macerie e difetti sotto il tappeto, vittima comunque di rigurgiti di squallore e maleducazione mentre la vita delle persone continua come se niente fosse, anche nel bel mezzo della pandemia di Coronavirus. Come ho scritto a inizio post, Bad Luck Banging or Loony Porn è loony davvero. Lo è nella struttura, nel modo in cui mescola stili diversi, per come spiazza lo spettatore abituato a narrazioni più lineari, per il tentativo di insegnare qualcosa e far aprire gli occhi su quel mondo che vediamo ogni mattina e che ormai diamo per scontato, dimenticando il passato e appiattendo ogni esperienza particolare e sprazzo di diversità, se non addirittura condannandole. Ecco, il film di Radu Jude è sicuramente un'esperienza particolare e anche solo per questo andrebbe visto, almeno una volta, senza troppi pregiudizi di sorta. Poi fatemi sapere com'è andata la visione!
Radu Jude è il regista e sceneggiatore della pellicola. Romeno, ha diretto film come The Happiest Girl in the World e Aferim!. Anche produttore, ha 44 anni.
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