Trama: reduce da due anni di alcolismo e tossicodipendenza, Anthony vede un barlume di speranza quando gli viene offerto il ruolo del prete in un film horror, almeno finché finzione e realtà non iniziano a mescolarsi...
Stavolta produttori e distributori si sono impegnati per fare il colpaccio, riuscendo a gabbare più di uno spettatore (io sono andata al cinema perché gli horror non si perdono a prescindere, non faccio testo, gné). L'esorcismo - Ultimo atto è un film girato nel 2019, rimasto a frollare nel limbo della distribuzione mondiale finché, l'anno scorso, non è arrivato L'esorcista del papa a sdoganare Russell Crowe in versione nemico lambrettato del demonio, conquistando il cuore di tutti noi. Con un titolo inglese quanto più vago possibile (e uno italiano ancora più infingardo), nonché un poster praticamente identico a quello de L'esorcista del papa per colori, posa del protagonista e persino font, L'esorcismo - Ultimo atto si è proposto, a tradimento, come sequel/prequel/spin-off o comunque parte dell'Amorth Cinematic Universe, invece non potrebbe essere un film più diverso, per atmosfere e ambizioni. Che poi queste ultime si siano tragicamente infrante contro un secondo tempo ridicolo e banale è qualcosa di cui parlerò più avanti, adesso vi accenno un po' cosa dovete aspettarvi da L'esorcismo - Ultimo atto. Il film è diretto e co-sceneggiato da Joshua John Miller, il quale altri non è che il figlio di Jason Miller, l'attore che interpretava padre Karras ne L'esorcista. Ora, il capolavoro di Friedkin, benché non venga mai nominato, è l'opera a cui si rifà The Georgetown Project, ovvero il "film nel film" per il quale il personaggio di Russell Crowe decide di fare il provino. La sceneggiatura de L'esorcismo - Ultimo atto parte dalle suggestioni biografiche del regista figlio d'arte, spingendosi fino a includere ed enfatizzare gli incidenti reali accorsi sul set de L'esorcista e altri film a tema demoniaco, per raccontare il dramma di un attore fallito che ha scelto di scappare dalla malattia della moglie diventando un alcolizzato e drogato, abbandonando così anche la figlia. Questo dramma, caricato nella prima parte del film sulle ampie spalle di Russell Crowe, viene ulteriormente ingigantito dal palese affetto esistente tra Tony e la figlia Lee e dalla speranza che il film possa segnare la rinascita della carriera dell'uomo, brutalmente stroncata quando il demonio decide di metterci lo zampino sfruttando le traumatiche esperienze infantili che Tony ha avuto con la Chiesa.
L'idea che vuol dare di sé L'esorcismo - Ultimo atto, almeno nella prima parte, è quella di un elevated horror con riferimenti cinefili e c'è da dire che, per un po', funziona. La ricostruzione quasi filologica degli ambienti de L'esorcista, con tanto di interessantissimo set a tre piani raffigurante una villetta, la riproposizione di luci, fotografia (purtroppo scurissima quando finiscono gli omaggi al film di Friedkin, tanto che alla riaccensione delle luci ho rischiato di perdere la vista) e persino inquadrature è affascinante, e rende molto sottile la distanza che separa realtà, "leggenda" e finzione cinematografica. E' bello anche che Joshua John Miller si prenda il tempo di approfondire il personaggio di Tony, il legame con la figlia e il concetto di perdono, così difficile da concedere ma ancor più difficile da accettare, e che sfrutti le fredde regole dello showbusiness come veicolo per far precipitare definitivamente la situazione. Purtroppo, a un certo punto devono avergli ricordato che il film si chiama L'esorcismo - Ultimo atto, mettendogli una fretta boia, e il risultato è che tutto il precedente lavoro di "costruzione" della tensione viene mandato in vacca per diventare l'ennesimo, loffio horror a base di démoni importuni. Personaggi che fanno cose idiote (gli attori chiamati ad interpretare il prete, per contratto, devono fare le prove di notte, da soli, sul set deserto. Anche se quelli prima di loro sono morti male facendo la stessa cosa), Russel Crowe che si torce come un cavatappi e neanche una persona che chiami un medico, sempre le solite voci demoniache con insulti annessi, un prete simil-Fassino che si improvvisa esorcista dopo aver passato l'intero film a dire che lui a queste cose non crede, un esorcismo finale durante il quale l'esclamazione "grazie ar cazzo, così sono capaci tutti" ha raggiunto apici di non ritorno, una Chiesa FORSE infestata da pedofili ma forse sono adoratori di Satana, chissà, tanto sono meri plot device per dare colore. E' inevitabile che una seconda parte così frettolosa e ridicola afflosci, in retrospettiva, anche quanto è stato mostrato prima, che si fa di rimando pesante e presuntuoso quanto quel finale poetico che sembra aggiunto con lo sputo. E' un vero spreco, perché Crowe è un signor attore e sia lui che la brava Ryan Simpkins si impegnano anche troppo per un film simile, al quale avrebbe giovato molto di più rimanere in ambito psicologico con qualche venatura sovrannaturale, oppure giocare maggiormente con l'idea dei set maledetti senza diventare, paradossalmente, l'ennesima imitazione mal riuscita de L'esorcista.
Di Russell Crowe (Anthony Miller), Ryan Simpkins (Lee Miller), Sam Worthington (Joe) e Adam Goldberg (Peter) ho già parlato ai rispettivi link.
Joshua John Miller è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta il tecnico degli effetti speciali. Americano, è al suo secondo film dietro la macchina da presa. Anche produttore, ha 50 anni.
David Hyde Pierce, che interpreta padre Conor, è famoso per aver partecipato alla sit-com Frasier. Se L'esorcismo - Ultimo atto vi fosse piaciuto, recuperate L'esorcista, che è meglio. ENJOY!
Hai tutta la mia stima per aver trovato il coraggio di andare a vederlo.
RispondiEliminaHahaha, dai, ma scherzi? Ho visto cose ben peggiori al cinema e molto più blasonate!!
EliminaPiù trash questo o l'ultimo di Barbareschi? 😂 nel dubbio... NON li vedrò entrambi!!
RispondiEliminaQuesto in realtà di trash non ha proprio nulla, anzi. Si prende tremendamente sul serio e ha forti velleità attoriali, che si schiantano contro cliché banali. A questo punto era meglio buttare tutto in caciara. Barbareschi lo evito come la peste, mi fa sentire sporca.
EliminaBarbareschi ha avuto il grande merito di aver portato in Italia, 25 anni fa quando nessuno qui lo conosceva, David Hare; questo gli va riconosciuto, poi per il resto - è vero - soprassediamo, a partire (anzi a chiudere) dalla gestione dell'Eliseo a Roma.
EliminaCrowe ormai è la caricatura di se stesso, meglio si dedichi alla chitarra
RispondiEliminaCome musicista, in effetti, non mi dispiace!
EliminaIn genere non sopporto né Russell Crowe né i film sugli esorcismi (a parte il folgorante Late Night with the Devil), quindi mi ci vorrebbe un esorcismo per farmelo vedere XD
RispondiEliminaCredo proprio non sia il film adatto a te!
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