martedì 4 novembre 2025

Good Boy (2025)

La sorpresa di Halloween è stata quella di vedere uscire su tutti i servizi streaming italiani il film Good Boy, diretto e co-sceneggiato dal regista Ben Leonberg.


Trama: Todd, in ripresa da una grave malattia, si trasferisce col cane Indy nella casa del nonno, in mezzo ai boschi. Lì, il cane comincia a percepire una presenza maligna...


Good Boy
aveva fatto parlare di sé ancor prima dell'uscita, per essere il primo film horror girato attraverso il punto di vista del cane; dopo la prima ondata di interesse, erano subentrati i timori del pubblico relativamente al fatto se il cane sopravvivesse o meno, e ciò ha contribuito ad aumentare ancora di più la popolarità di Good Dog e, ovviamente, l'hype nei confronti del film. Non vi starò a dire se Indy sopravvive o meno, perché dovete soffrire come me, ma purtroppo non posso nemmeno dirvi che l'attesa è valsa la pena, in quanto Good Boy non mi ha particolarmente entusiasmata. Il lungometraggio d'esordio di Ben Leonberg vive essenzialmente della sua originalissima idea, ma non va più in là di essa, e si rivela un horror a base di oscure presenze e case infestate abbastanza banale, legato ai canovacci tipici del genere. Todd, afflitto da una malattia polmonare cronica non meglio specificata (probabilmente un cancro) decide di passare la convalescenza nella casa del nonno, morto proprio lì qualche tempo prima. Tutti, in primis la sorella, cercano di dissuaderlo, in quanto la leggenda narra che la casa sia infestata, e che i suoi abitanti facciano una brutta fine; in effetti, fin da subito il cagnolone Indy capisce che qualcosa non va, e che una presenza non particolarmente amante degli animali è pronta a passare letteralmente sul suo cadavere per portarsi via Todd. Leonberg, che è anche il padrone del Nova Scotia Indy, sa bene quanto sia forte il legame tra un cane e il suo essere umano, e quanto l'idea che detto legame si spezzi (che sia per una presenza demoniaca o la malattia/morte dell'uno o dell'altro) riduca in frantumi i cuori degli spettatori più o meno sensibili, e giustamente rende questo potentissimo snodo emotivo il fulcro del film. D'altronde, il "good boy" del titolo si riferisce proprio alla natura stessa dei cani, animali fedeli, buoni, coraggiosi fino all'estremo, devoti ai loro padroni. Ad Indy manca la parola, ma ugualmente ci prova a mettere in guardia Todd, a seguito di incubi e visioni terrificanti, legate al passato della casa; quando la situazione precipita, Indy lotta con le unghie e coi denti per impedire che la presenza ottenga ciò che vuole. La valenza emotiva di Good Boy, quindi, è l'unica cosa che non metto in discussione, soprattutto perché la natura oscura ed incomprensibile della presenza potrebbe anche essere il modo in cui la mente di Indy processa la malattia di Todd dandole un "aspetto" e il potere di alterare la personalità e l'odore di un padrone che il cane quasi stenta a riconoscere, e che sicuramente lo terrorizza, nonostante l'amore che lo spinge a restargli sempre vicino. 


Il problema, almeno per me, di Good Boy è che Leonberg non è riuscito ad unire questi concetti interessanti ad una trama altrettanto coinvolgente. Il film ha dei grossi problemi di ritmo e ripetitività; durante la sua breve durata si alternano visioni, incubi, scorci di passato, momenti in cui Indy compie le stesse identiche scelte scellerate dei colleghi umani all'interno degli horror altrimenti "la storia non va avanti", ma è tutto abbastanza superficiale, confuso. E' come se Leonberg avesse in testa tante belle suggestioni ma non riuscisse a legarle tra loro se non ricorrendo sempre al terrore che ad Indy possa accadere qualcosa, "gioco" che, alla fine, dopo un po' logora. E anche l'utilizzo del POV di Indy (pur dimostrando la bravura di Leonberg, il quale gira tutto il film ad altezza cane, sfoca i volti degli esseri umani e rende Indy ancora più espressivo grazie ad inquadrature ad hoc) è, scusate il gioco di parole, un cane che si morde la coda, in quanto di Todd ci importa soltanto perché importa alla povera bestiola, o perché se dovesse morire, Indy ne soffrirebbe tantissimo. D'altronde, come si fa a non parteggiare in toto per un musetto splendido come quello di Indy, animale che unisce in sé la pucciosità e i colori di una volpotta e l'espressività senza pari di un cane dolce ed intelligentissimo? Indy è meglio di tantissimi altri attori a due zampe e mi piacerebbe molto vedere, un giorno, il backstage delle riprese, durate tre anni proprio per via della speciale star del film, che immagino non sarà stata facilissima da addestrare e gestire, a prescindere dal legame tra lei e il regista. Nonostante la mezza delusione, probabilmente derivante da aspettative diverse rispetto ad un prodotto finale tutto sommato "elevated", quando io pensavo a qualcosa di più dinamico e vario, Good Boy non è un brutto film, e sarebbe scorretto da parte mia sconsigliarvi di vederlo. State solo attenti a come utilizzate i soldi, perché è un noleggio che non costa poco e, cosa più scorretta di un mio eventuale consiglio negativo, non prevede la presenza di una traccia in lingua originale, né di sottotitoli. Midnight Factory, ma cosa mi combini??


Di Larry Fessenden, che interpreta il nonno, ho già parlato QUI.


Ben Leonberg
è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Anche produttore, attore, montatore e scenografo, è al suo primo lungometraggio.

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