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domenica 29 maggio 2016

Pomi d'ottone e manici di scopa (1971)

Non lo vedevo da decenni ma qualche sera fa mi è capitato di recuperare in TV Pomi d’ottone e manici di scopa (Bedknobs and Broomsticks), diretto nel 1961 dal regista Robert Stevenson e tratto dai romanzi Il magico pomo d'ottone, ovvero come diventare una strega in dieci facili lezioni e Falò e manici di scopa di Mary Norton.


Trama: negli anni della seconda guerra mondiale un’aspirante strega si ritrova costretta ad ospitare tre orfani proprio quando la sua istruzione magica per corrispondenza ha raggiunto un punto morto. Decisa a recuperare l’ultimo incantesimo mancante, il più importante, la donna si dirige a Londra, in cerca del suo insegnante…



Sono innumerevoli i film che ho visto e stravisto nel corso della mia infanzia ma purtroppo Pomi d’ottone e manici di scopa non è uno di questi; a differenza di Mary Poppins, Elliot il drago invisibile e persino La Gnomo-mobile o Darby O’Gill e il re dei folletti, visti perlomeno una decina di volte e recuperati anche in età più “avanzata”, Pomi d’ottone e manici di scopa non ha avuto l’onore di fissarsi nella mia memoria di bambina né di diventare in qualche modo un cult. E pensare che già solo la presenza di Angela Lansbury e dell’orrendo animatronic di un gatto nero avrebbe dovuto proiettarlo nell’empireo del mito, invece anche guardandolo pochi giorni addietro non è scattata la scintilla, nonostante mi sia scesa la lacrima ascoltando la canzone Portobello Road e l’ammirazione per la Lansbury e le sue mise surreali sia salita a tremila. Il problema del film, secondo il mio umilissimo parere, è la stretta sorellanza con Mary Poppins, di cui pare quasi una pallida imitazione, sorellanza dovuta ad un sacco di vicissitudini produttive di cui parlerò nelle note finali. Di base, lo schema seguito dai due film è più o meno lo stesso: bambini disagiati incontrano una signora dotata di poteri magici, assieme a lei vivono parecchie avventure (anche in universi a disegni animati) e vengono affiancati da una figura maschile sopra le righe, un po’ cialtrona ma fondamentalmente dal cuore buono. La differenza sostanziale tra le due protagoniste è che mentre Mary Poppins era “perfetta praticamente in tutto”, Miss Price è una pasticciona senza speranza, dotata della memoria di un criceto e per questo infinitamente più simpatica della tata volante, inoltre la sua missione non si limita a salvare i bambini e le loro famiglie da incomprensioni e superlavoro, bensì a contrastare i tedeschi intenzionati ad invadere i pacifici paesini inglesi, come preannunciato nei bellissimi titoli di testa. In virtù di queste differenze, Pomi d’ottone e manici di scopa risulta forse più vario e dinamico per quel che riguarda le ambientazioni e l’”azione” nel senso più vero del termine (si pensi anche solo alla scena finale con le armature e, in generale, ai pericoli ai quali vanno incontro i protagonisti), tuttavia il tempo lo ha fiaccato con non poche lungaggini, tanto che ho faticato ad arrivare alla fine.


I numeri musicali sono, a mio avviso, ciò che distrugge Pomi d’ottone e manici di scopa. Salvo la già citata Portobello Road, un trionfo di multi etnicità e nostalgia di un tempo che non tornerà mai più, e la simpatica Che bello ballonzolar, le altre canzoni non sono nulla di che e lo stesso vale per le coreografie che le accompagnano (se e quando le accompagnano, ovviamente). Abbastanza debole è anche la parte animata, composta da un balletto sottomarino e, ahimé, da un’infinita partita a calcio tra animali della foresta che diverte giusto il primo minuto e che mi sono ritrovata ad apprezzare soprattutto per il character design, identico a quello dell’adorato Robin Hood, con un Leonida/Principe Giovanni capellone ma scemo ed incazzoso quanto il re fasullo d’Inghilterra. Molto belle ancora oggi sono invece le scenografie, non a caso premiate all’epoca con l’Oscar, che mescolano pregevoli ricostruzioni in studio a location realmente esistenti e molto affascinanti, come per esempio Corfe Castle, nel Dorset; fanno il paio, ovviamente, i costumi azzeccatissimi e terribilmente stilosi della Lansbury, il cui ingresso a bordo di una motoretta scoppiettante, tra sbuffi di zolfo giallastro, è probabilmente uno dei più belli della storia del cinema. Non a caso, lei e David Tomlin reggono da soli il film, nonostante la Lansbury non abbia gradito l’essere costretta a “frenarsi”, condizionata da uno storyboard rigidissimo che le impediva di improvvisare come avrebbe voluto; problemi di recitazione a parte, è indubbio che la coppia funzioni e che la guasconeria (sempre molto elegante, per carità!) di Tomlin lasci il segno quanto la malinconica e testarda rigidità del suo Mr. Banks, dimostrazione che l’attore inglese era davvero un caratterista versatile e meritevole di aver lasciato un segno nell’infanzia della maggior parte dei 30/40enni di oggi. Nonostante ciò, mi sento di consigliare un recupero di Pomi d’ottone e manici di scopa solo se lo avete adorato nel corso della vostra esistenza perché se, come me, avete avuto modo di vederlo solo da bambini, probabilmente rimarrete delusi!   



Del regista Robert Stevenson ho già parlato QUI. Angela Lansbury (Miss Price), David Tomlinson (Emelius) e Roddy McDowall (Mr. Jelk) li trovate invece ai rispettivi link.


Julie Andrews aveva rifiutato il ruolo di Miss Price salvo poi pentirsene quando era ormai troppo tardi, perché nel frattempo Angela Lansbury aveva già firmato il contratto; sempre rimanendo in ambito Mary Poppins, la canzone Che bello ballonzolar era stata scritta per quel film ma era stata tagliata e quindi recuperata per Pomi d'ottone e manici di scopa. Il motivo di tutta questa serie di "coincidenze" è presto spiegato: nei primi anni '60 la Disney aveva acquisito i diritti dei due libri di Mary Norton, proprio nello stesso periodo in cui era cominciata la realizzazione di Mary Poppins. Quando la Travers, come raccontato in Saving Mr. Banks, aveva deciso di mettere i bastoni tra le ruote a Walt Disney, col rischio tangibile che il film non venisse mai realizzato, alla Casa del Topo erano cominciati i lavori per Pomi d'ottone e manici di scopa, che sarebbe stato girato al posto di Mary Poppins, nel caso il vecchio Walt non fosse riuscito a convincere la Travers. A parte questo, nel 1996 è uscita una versione rimasterizzata del film, contenente due sequenze inedite oltre ad una canzone tagliata nelle versioni originali, che se non erro è stata mandata in onda su qualche canale digitale della RAI; se Pomi d'ottone e manici di scopa vi fosse piaciuto recuperatela e aggiungete il pluricitato Mary Poppins, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Elliot,il drago invisibile. ENJOY!!!

giovedì 6 marzo 2014

Mary Poppins (1964)

Ed ecco a voi la seconda puntata del Crossposting con Prevalentemente Anime e Manga, dedicata stavolta alla fonta d'ispirazione del bellissimo Saving Mr. Banks, ovvero Mary Poppins, diretto nel 1964 dal regista Robert Stevenson e tratto dai libri della scrittrice P.L. Travers. Il film ha vinto ben cinque Oscar: Julie Andrews come Miglior Attrice Protagonista, Miglior Montaggio, Migliori Effetti Speciali, Miglior Canzone (Chim Chim Cher-ee) e Miglior Colonna Sonora. Come sempre il post della mia collega potete trovarlo QUI. ENJOY!


Trama: dopo la fuga dell'ennesima tata, il signore e la signora Banks decidono di cercare un'altra istitutrice in grado di tenere testa ai piccoli Jane e Michael, ignorati sia dal padre che dalla madre. Trasportata dal Vento dell'Est, arriva invece Mary Poppins, che riuscirà non solo a farsi accettare dai piccoli, ma ad aiutare l'intera famiglia...


Povera P.L. Travers, come si fa a darle torto e non simpatizzare con l'atavico terrore di vedere le sue opere trasformate in un musicarello frivolo e zuccheroso? Dopo decenni passati dall'ultima visione, e mi vergogno a dirlo visto che da piccina Mary Poppins era uno dei miei film preferiti, mi vien da pensare: all'anima se è invecchiato male!! Sarà che dopo avere visto Saving Mr. Banks ho capito quale sarebbe il vero fulcro delle opere della scrittrice e la vera funzione della tata volante, ma la visione del classico Disney mi è pesata come un macigno. La pellicola, innanzitutto, è TROPPO lunga e poco coesa. Vanno bene i numeri musicali, sono la prima a cantare in coro Supercalifragilistichespiralidoso, Can Caminì, Com'è bello passeggiar con Mary o Sopra i tetti di Londra, tuttavia le sequenze dei balletti vengono trascinate per un tempo che mi è sembrato eterno, ed effettivamente il film dura più di due ore in cui succede non poco... pochissimo!!! Mary Poppins arriva, porta a passeggio i pargoli, entrano nel quadro con Bert, vanno a trovare lo zio volante, Mr. Banks decide di correre ai ripari e portare i figli in banca per liberarli dalla nefasta influenza della tata, i bimbi scappano e vengono trovati da Bert che, assieme a Mary Poppins, li trascina a ballar sui tetti, Mr. Banks viene licenziato, capisce di essere stato un uomo dimmerda per tutta la vita, si redime, Mary se ne va. DUE. ORE. E la parte davvero importante, la redenzione e la presa di coscienza di Mr. Banks, il tema che più premeva alla Travers, si riduce agli ultimi dieci minuti di pellicola, tanto che sembra quasi di guardare due film distinti: la supercazzola Disneyana che dura un'ora e mezza e i 30 minuti di contentino dati alla scrittrice australiana. Che cattiveria, Walt!!!


Ok, calma. Cerchiamo di metterci nei panni del pubblico dell'epoca. Indubbiamente, Julie Andrews canta come un usignolo, ascoltarla è un piacere incredibile e Dick Van Dyke è un mattatore di prim'ordine, semplicemente spettacolare nei panni del dinoccolato Bert e nel divertentissimo ruolo del vecchio banchiere. La tanto vituperata sequenza animata è un trionfo di colori e personaggini simpatici (la mano del divino Hamilton Luske si vede eccome!) e, ancora oggi, gli esseri umani riescono ad amalgamarsi alla perfezione con l’universo animato che danza loro intorno; sicuramente, quest’effetto speciale regge assai meglio di quelli utilizzati nella sequenza in cui, sulle note famosissime di Con un poco di zucchero, Mary e i pargoli rimettono a posto la stanza, dove lo stacco tra i personaggi e lo sfondo è molto netto. Le coreografie, per quanto decisamente lunghissime, sono molto curate e mettono istantaneamente allegria, per non parlare dei costumi, particolarissimi ma allo stesso tempo credibili, soprattutto per quel che riguarda le ormai storiche mise di Mary Poppins. Ovviamente, anche la “divisa d’ordinanza” di Mr. Banks è fondamentale nella sua inglesità: ammetto che, alla mia veneranda età, la sequenza che più mi ha colpita e fatta ridere è quella in cui il figlio del vecchio bancario distrugge tutti i segni distintivi del povero George, con i soci della banca che inorridiscono davanti allo scempio perpetrato ai danni dell’ombrello!


Effettivamente, ora come ora quello che ho apprezzato maggiormente riguardando Mary Poppins non è tutto il florilegio di canzoni e colori ma il modo “irriverente” e quasi nostalgico con cui gli americani hanno dipinto quella che, in definitiva, è la loro madre patria (viene persino citato il famoso Boston Tea Party!!). Dalla vecchina che chiede i due penny per i piccioni, ai tetti ricoperti di fumo nero, al peculiare capitano che, senza muovere un baffo, ogni giorno spara cannonate sulle quali si basa l’ora di Greenwich, fino ad arrivare all’atteggiamento da maestrina educata ma molto witty della perfetta Mary Poppins, tutto nel film emana un’aria di incredibile, parodistica dignità inglese. Non a caso i personaggi migliori, accanto a Mary e Bert, sono proprio i Signori Banks (prima ancora di quei due tonni che hanno per figlioli, soprattutto il roscio, con quell’espressione da baccalà, che non si può guardare e che, pare, fosse autentica visto che spesso i poveri virgulti erano all'oscuro di quello che sarebbe successo sul set!): lui è talmente tenero e sciocco nel suo freddo desiderio di conformarsi alle regole, da non accorgersi che chi gli sta intorno lo tratta come un burattino da manovrare a seconda dei suoi ormai prevedibili tic, mentre lei è una donnetta tutta pepe che lancia uova al primo ministro al grido di “Voto alle donne!” ma, in realtà, è la peggiore delle casalinghe, completamente devota al marito ed incapace di donare le necessarie attenzioni ai figli. Se il film si fosse concentrato soprattutto su questo piccolo nucleo di personaggi e sulla loro naturale evoluzione, invece di perdersi in ninne nanne e giochini, molto probabilmente non sarebbe diventato il grande classico di oggi, ma indubbiamente avrebbe reso più felice la Travers e, forse, avrebbe anche retto meglio l’usura del tempo. Ciò nonostante, Mary Poppins è uno dei film che mi ha cresciuta e, giusto l'anno scorso, è stato inserito nel Registro Nazionale Americano dei Film da preservare, quindi non posso essere così tanto cattiva: basta solamente un poco di zucchero, ovvero la bellissima e bravissima Julie Andrews che canta la struggente La cattedrale (la canzone preferita di Walt Disney, tra l'altro) o si commuove sul finale, oppure l’aria contemporaneamente guascona e malinconica di Dick Van Dyke e tutti i difetti si stemperano nelle lacrime che ho versato come ha fatto Emma Thompson in Saving Mr. Banks.


Di Julie Andrews, che interpreta Mary Poppins e che ha vinto l'Oscar come miglior attrice protagonista per il ruolo in questione (sebbene fosse riluttante a partecipare, poiché sperava di essere chiamata ad interpretare Eliza Doolittle in My Fair Lady), ho già parlato qui, mentre Elsa Lanchester, che interpreta Katie Nanna, la trovate qua.

Robert Stevenson è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come Zanna gialla, Darby O' Gill e il re dei folletti, Un professore tra le nuvole, F.B.I. Operazione gatto, The Gnome-Mobile, un maggiolino tutto matto, Pomi d'ottone e manici di scopa, Herbie il maggiolino sempre più matto, Quello strano cane di papà ed episodi delle serie Zorro e Alfred Hitchcock presenta. Anche sceneggiatore, produttore e attore, è morto nel 1986, all'età di 81 anni.


Dick Van Dyke (vero nome Richard Wayne Van Dyke) interpreta Bert e, con lo pseudonimo Navckid Keyd, anche Mr. Dawes padre. Americano, lo ricordo per film come Citty Citty Bang Bang, Dick Tracy e Una notte al museo, inoltre ha partecipato a serie come Alfred Hitchcock presenta, Colombo, Sabrina vita da strega Scrubs. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 89 anni e un film in uscita.


David Tomlinson (vero nome David Cecil MacAlister Tomlinson) interpreta Mr. Banks e presta la voce a parecchi personaggi animati, tra cui uno dei pinguini, uno dei fantini e l'ombrello parlante di Mary Poppins. Inglese, lo ricordo per film come Un maggiolino tutto matto, Pomi d’ottone e manici di scopa e Diabolico complotto del Dr. Fu Manchu. E’ morto nel 2000, all’età di 83 anni.


Due parole sugli altri attori presenti nella pellicola. Hermione Baddeley, che interpreta la domestica Ellen, avrebbe poi dato voce alla Madame de Gli Aristogatti, lo "zio Albert" Ed Wynn aveva doppiato il Cappellaio Matto in Alice nel paese delle meraviglie e Arthur Malet (Mr. Dawes Junior) avrebbe partecipato a Hook - Capitan Uncino nei panni di Tootles, mentre i due piccoli Karen Dotrice e Matthew Garber, che avevano già recitato insieme l’anno prima in Le tre vite della gatta Tomasina, si sarebbero riuniti nel 1967 per The Gnome-Mobile; la Dotrice recita ancora mentre lo sfortunato Matthew Garber è morto a soli 21 anni dopo aver contratto una forma di epatite in Africa. Tra i doppiatori dei vari personaggi animati figura inoltre anche Alan Napier che, come la cara Acalia dovrebbe sapere, è stato lo storico Alfred della serie vintage di Batman. Per quel che riguarda gli scartati, invece, inizialmente Walt Disney aveva pensato ad Angela Lansbury o addirittura Bette Davis per il ruolo di Mary Poppins che, effettivamente, nel libro è descritta come fredda e assai sbrigativa, non come dolce e materna; il vecchio Walt è stato poi folgorato dalla performance di Julie Andrews nello spettacolo teatrale Camelot e il resto, come si dice, è storia! Per il ruolo di Mr. Banks invece tra i candidati c'erano anche Richard Harris, James Mason e Donald Sutherland, mentre per quel che riguarda Bert si era brevemente pensato a Fred Astaire o Cary Grant. Ci sono ovviamente stati dei “caduti” anche per quel che riguarda le sequenze musicali da inserire nel film (per fortuna!!). Tolta la canzone scritta apposta per il Capitano (la cui melodia, tuttavia, si può ancora sentire nel corso del film), una di queste sequenze, chiamata La bussola magica, era formata da quattro canzoni: tra queste, Negli abissi del mar (The Beautiful Briny) è poi finita in Pomi d’ottone e manici di scopa mentre la melodia di un’altra canzone, The Land of Sand, è stata usata come base per Spera in me (Trust in Me), la ninna nanna del serpente Kaa ne Il libro della giungla. Concludendo con questo lunghissimo elenco di curiosità, sappiate che, dal 2004, esiste anche il musical Mary Poppins e che nel 1983 è stato girato un film per la TV russo dal titolo Meri Poppins, do svidaniya che è più o meno basato sui libri della Travers. Non vi dico di recuperarlo, in caso Mary Poppins vi fosse piaciuto, tuttavia potete sempre buttarvi su Nanny McPhee - Tata Matilda, Madeline – Il diavoletto della scuola, Matilda 6 mitica, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (quello originale, ovviamente!!), Tutti insieme appassionatamente, Il mago di Oz, Pomi d’ottone e manici di scopa e, naturalmente, Saving Mr. Banks. ENJOY!! 

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