Trama: negli anni della seconda guerra mondiale un’aspirante
strega si ritrova costretta ad ospitare tre orfani proprio quando la sua
istruzione magica per corrispondenza ha raggiunto un punto morto. Decisa a
recuperare l’ultimo incantesimo mancante, il più importante, la donna si dirige
a Londra, in cerca del suo insegnante…
Sono innumerevoli i film che ho visto e stravisto nel corso
della mia infanzia ma purtroppo Pomi d’ottone e manici di scopa non è uno di
questi; a differenza di Mary Poppins, Elliot il drago invisibile e persino La Gnomo-mobile o Darby O’Gill e il re dei folletti, visti perlomeno una decina di
volte e recuperati anche in età più “avanzata”, Pomi d’ottone e manici di scopa
non ha avuto l’onore di fissarsi nella mia memoria di bambina né di diventare
in qualche modo un cult. E pensare che già solo la presenza di Angela Lansbury
e dell’orrendo animatronic di un gatto nero avrebbe dovuto proiettarlo nell’empireo
del mito, invece anche guardandolo pochi giorni addietro non è scattata la
scintilla, nonostante mi sia scesa la lacrima ascoltando la canzone Portobello
Road e l’ammirazione per la Lansbury e le sue mise surreali sia salita a
tremila. Il problema del film, secondo il mio umilissimo parere, è la stretta
sorellanza con Mary Poppins, di cui pare quasi una pallida imitazione,
sorellanza dovuta ad un sacco di vicissitudini produttive di cui parlerò nelle
note finali. Di base, lo schema seguito dai due
film è più o meno lo stesso: bambini disagiati incontrano una signora dotata di
poteri magici, assieme a lei vivono parecchie avventure (anche in universi a
disegni animati) e vengono affiancati da una figura maschile sopra le righe, un
po’ cialtrona ma fondamentalmente dal cuore buono. La differenza sostanziale
tra le due protagoniste è che mentre Mary Poppins era “perfetta praticamente in
tutto”, Miss Price è una pasticciona senza speranza, dotata della memoria di un
criceto e per questo infinitamente più simpatica della tata volante, inoltre la
sua missione non si limita a salvare i bambini e le loro famiglie da
incomprensioni e superlavoro, bensì a contrastare i tedeschi intenzionati ad
invadere i pacifici paesini inglesi, come preannunciato nei bellissimi titoli
di testa. In virtù di queste differenze, Pomi d’ottone e manici di scopa
risulta forse più vario e dinamico per quel che riguarda le ambientazioni e l’”azione”
nel senso più vero del termine (si pensi anche solo alla scena finale con le
armature e, in generale, ai pericoli ai quali vanno incontro i protagonisti),
tuttavia il tempo lo ha fiaccato con non poche lungaggini, tanto che ho
faticato ad arrivare alla fine.
I numeri musicali sono, a mio avviso, ciò che distrugge Pomi
d’ottone e manici di scopa. Salvo la già citata Portobello Road, un trionfo di multi
etnicità e nostalgia di un tempo che non tornerà mai più, e la simpatica Che bello ballonzolar, le altre canzoni non sono nulla di che e lo stesso vale per
le coreografie che le accompagnano (se e quando le accompagnano, ovviamente). Abbastanza
debole è anche la parte animata, composta da un balletto sottomarino e, ahimé,
da un’infinita partita a calcio tra animali della foresta che diverte giusto il
primo minuto e che mi sono ritrovata ad apprezzare soprattutto per il character
design, identico a quello dell’adorato Robin Hood, con un Leonida/Principe
Giovanni capellone ma scemo ed incazzoso quanto il re fasullo d’Inghilterra. Molto
belle ancora oggi sono invece le scenografie, non a caso premiate all’epoca con
l’Oscar, che mescolano pregevoli ricostruzioni in studio a location realmente
esistenti e molto affascinanti, come per esempio Corfe Castle, nel Dorset;
fanno il paio, ovviamente, i costumi azzeccatissimi e terribilmente stilosi
della Lansbury, il cui ingresso a bordo di una motoretta scoppiettante, tra
sbuffi di zolfo giallastro, è probabilmente uno dei più belli della storia del
cinema. Non a caso, lei e David Tomlin reggono da soli il film, nonostante la
Lansbury non abbia gradito l’essere costretta a “frenarsi”, condizionata da uno
storyboard rigidissimo che le impediva di improvvisare come avrebbe voluto;
problemi di recitazione a parte, è indubbio che la coppia funzioni e che la guasconeria (sempre molto elegante, per carità!) di Tomlin lasci il segno quanto la
malinconica e testarda rigidità del suo Mr. Banks, dimostrazione che l’attore
inglese era davvero un caratterista versatile e meritevole di aver lasciato un
segno nell’infanzia della maggior parte dei 30/40enni di oggi. Nonostante ciò,
mi sento di consigliare un recupero di Pomi d’ottone e manici di scopa solo se
lo avete adorato nel corso della vostra esistenza perché se, come me, avete
avuto modo di vederlo solo da bambini, probabilmente rimarrete delusi!
Del regista Robert Stevenson ho già parlato QUI. Angela Lansbury (Miss Price), David Tomlinson (Emelius) e Roddy McDowall (Mr. Jelk) li trovate invece ai rispettivi link.Julie Andrews aveva rifiutato il ruolo di Miss Price salvo poi pentirsene quando era ormai troppo tardi, perché nel frattempo Angela Lansbury aveva già firmato il contratto; sempre rimanendo in ambito Mary Poppins, la canzone Che bello ballonzolar era stata scritta per quel film ma era stata tagliata e quindi recuperata per Pomi d'ottone e manici di scopa. Il motivo di tutta questa serie di "coincidenze" è presto spiegato: nei primi anni '60 la Disney aveva acquisito i diritti dei due libri di Mary Norton, proprio nello stesso periodo in cui era cominciata la realizzazione di Mary Poppins. Quando la Travers, come raccontato in Saving Mr. Banks, aveva deciso di mettere i bastoni tra le ruote a Walt Disney, col rischio tangibile che il film non venisse mai realizzato, alla Casa del Topo erano cominciati i lavori per Pomi d'ottone e manici di scopa, che sarebbe stato girato al posto di Mary Poppins, nel caso il vecchio Walt non fosse riuscito a convincere la Travers. A parte questo, nel 1996 è uscita una versione rimasterizzata del film, contenente due sequenze inedite oltre ad una canzone tagliata nelle versioni originali, che se non erro è stata mandata in onda su qualche canale digitale della RAI; se Pomi d'ottone e manici di scopa vi fosse piaciuto recuperatela e aggiungete il pluricitato Mary Poppins, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Elliot,il drago invisibile. ENJOY!!!