Da un po’ di tempo a questa parte è giunto ad imporsi sul mercato cinematografico un modo di fare horror prettamente d’Oltralpe. Registi come Alexandre Aja sono stati esportati in USA, film come Ils hanno ispirato uno gli ultimi successi commerciali americani (The Strangers, appunto) e in generale le pellicole horror francesi, a cominciare dall’ormai “antico” Alta Tensione sono diventate molto famose: per il loro gusto estremo, l’alta percentuale di gore e scene splatter, le trame crudelotte e soprattutto maledettamente realistiche. Non fa eccezione il terribile À l’interieur, girato dal regista Alexandre Bustillo nel 2007.
La trama è questa: la sera della vigilia di Natale Sarah, una fotografa in procinto di partorire, rimane sola in casa poco dopo essere sopravvissuta all’incidente stradale dove ha perso la vita il suo fidanzato. Ad un certo punto una donna misteriosa suona alla sua porta, una donna che conosce tutto di Sarah e che, soprattutto, non si fermerà davanti a niente per avere il bambino che lei porta in grembo, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue.
Da parecchio tempo un film non mi infastidiva fin dalla prima scena, o mi faceva stare in agitazione costante sulla sedia, o non mi lasciava un tale senso di depressione addosso da sperare di poter un giorno fracassare di legnate regista ed interpreti. A’ l’interieur è devastante da vedere per una donna perché parte da un tema delicato e dolce come quello della maternità e già lo fa dal punto di vista distorto ed impaurito di una madre/vedova, sotto shock per la morte del fidanzato e comprensibilmente terrorizzata all’idea di avere un bambino tanto da avere orrendi incubi pre-parto, ma non solo. Il regista mostra come viene vissuta la violenza, a partire dal giorno dell’incidente, “all’interno” come dice il titolo, dal punto di vista cioè del piccolo che deve ancora nascere e si trova placido e sonnacchioso nella placenta: vedere il feto che sbatte contro le pareti dell’utero e perde il sangue dal nasino, oppure mentre sembra urlare nel momento in cui la follia della donna sconosciuta si manifesta nell’attacco contro Sarah fa stare davvero male per il realismo con cui la scena è realizzata. Il terzo punto di vista è quello della donna sconosciuta. Ora, costei incarna tutto ciò che esula dalla natura femminile: nonostante l’aspetto decisamente dark e sensuale (visivamente ricorda quasi la Fata Morgana, l’incarnazione del vizio e del male ingannevole, affascinante e disturbante insieme) è infatti violenta, pazza, iraconda, soprattutto è sola per colpa d’altri, e da quest’ultimo difetto nasce il desiderio malato di possedere il bambino di un’altra, eliminando chiunque osi impedirglielo.
L’ambientazione è claustrofobica e ridotta all’osso perché la vicenda principale si svolge nella casa a due piani di Sarah, soprattutto in bagno, sulle scale e nel salotto. La fotografia è fumosa e tutta sui toni del nero e dell’ocra, tranne nelle scene girate nel bagno, dove il bianco ed il rosso sono abbacinanti e molto vividi. Così come l’ambientazione, anche la musica è essenziale, ricorda molto quella di Funny Games, con picchi di suoni isterici nelle scene più splatter.
Al di là della banale e scontata violenza presente in un simile film, quello che mi sconcerta è l’inutilità di questa pellicola e la cattiveria perversa. A l’interieur si mantiene a livelli di “realismo” per tutta la sua durata, ma ovviamente il realismo non poteva giustificare l’orrendo e stomachevole finale. Pur di non risparmiarlo allo spettatore subentra anche l’assurdità di un poliziotto zombiezzato (!) ed impazzito che si accanisce contro la protagonista nel momento esatto in cui, presa finalmente in mano la situazione, poteva tranquillamente e giustamente fare a fette la maledetta antagonista. Seh, magari. Perché evitare di mostrare una scena che farebbe chinare il capo in segno di umiltà al già bastardissimo Antropophagus di Aristide Massaccesi? Beh, perché, come da intervista ai due idioti responsabili di cotanto scempio, “il gore è divertente, si devono vedere litri di sangue”. Per carità di iddio, io adoro gli horror, ma serve un minimo d’ironia. Il finale di A l’interieur, invece, DOVEVA essere serio e cattivo proprio perché il sangue diverte. Quando capirò dove sta il divertimento nel vedere una scena così schifosamente orrenda e crudele allora rinchiudetemi pure in una casa di cura. In conclusione, un film ben fatto, ma da evitare se si ha un minimo di sensibilità ancora.
Alexandre Bustillo è alla sua prima (e per ora unica) opera come regista e sceneggiatore. Nato a Saint-Cloud in Francia, ha 34 anni.
Alysson Paradis interpreta Sarah. La giovane attrice francese è sorella della più popolare attrice/cantante Vanessa Paradis, la mogliettina di Johnny Depp. Ha 26 anni e due film in uscita.
Béatrice Dalle interpreta, molto banalmente, “la donna”. Famosa attrice francese bella e maledetta, dalla vita sregolata e dalla fedina penale non proprio immacolata, ha partecipato a film come Betty Blue, Taxisti di notte, Il tempo dei lupi. E’ stata fidanzata con il nostrano Alessandro Gassman e ha 45 anni.
Dopo tutto quello che ho scritto, io metto il trailer, per chi volesse vederlo. Si può dire ENJOY? Provateci...!
Di questo film ne hai dette di cotte e di crude e ogni briciolo di curiosità che poteva esserci, si è decisamente spento o.ò
RispondiEliminaLe scene di violenza gratuita e sangue atte unicamente a impressione chi guarda, non mi hanno mai ispirato.. non è questo il tipo di 'emozioni forti' che posso ricercare in un film.
Che dire.. avanti il prossimo : P
dovresti dare un'occhiata a frontieres, altro film francese che si rifà a The texas chainsaw massacre... mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensi, anche se credo che lo distruggerai come questo! XD
RispondiEliminaBaci baci!
Karlo
Ne ho sentito parlare, dicono sia parecchio simile a Hostel.
RispondiEliminaHm.... non so, ho altre priorità al momento ^__^
Concordo: la scena del poliziotto che si accanisce sulla povera donna incinta era da evitare. Il film è discreto. I francesi son bravini, Martyrs ad esempio mi ha convinto maggiormente ( a parte la ripetitività ossessiva della seconda parte). Comunque ora preferisco gli horror asiatici.
RispondiEliminaQuesto film non mi ha disturbato troppo. Niente a che vedere con A Serbian Film. Quello è il massimo del minimo e/o viceversa. Un film che sconsiglio sempre
Di A Serbian Film ho sentito parlare, le opinioni sono contrastanti. Al momento seguo altri percorsi, questi "torture porn" mi hanno un pò stufata, ma non è detto che in futuro non mi capiterà di vederne altri.
RispondiEliminaComunque, per la tua gioia, i prossimi due post che scriverò tratteranno horror asiatici, quindi... ripassa pure ^^
Molto volentieri
RispondiEliminaMagari sono film che ho visto anch'io.
Il più bello, per ora, resta A tale of two sisters
A tale of two sister l'ho già recensito, ed è piaciuto moltissimo anche a me!!
RispondiEliminaI titoli che stanno per arrivare sono Acacia e Whispering Corridors, due film coreani girati dallo stesso regista, peraltro.
Acacia è molto bello, Whispering Corridors un pò meno, ma gradevole comunque.
No guarda hai ragione, questo film è stato troppo anche per me, non si può proprio vedere, non è solo orrendo, è stomachevole, la scena del parto è la più turpe del film, per tutta la durata sono stata con gli occhi chiusi e le mani su di essi, roba da non crederci...è vero che ho visto di tutto, ma a tutto c'è un limite!!!
RispondiEliminaA distanza di ormai quasi dieci anni sto quasi cominciando a dimenticarlo per fortuna!
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