giovedì 16 luglio 2009

Dark Water (2005)

Ieri sera mi sono incapricciata di vedere Dark Water (potenza di Tim Roth, credo!) remake, diretto nel 2005 dal brasiliano Walter Salles, dell’omonimo film giapponese di Hideo Nakata, tratto da un racconto scritto dallo stesso autore di The Ring, Koji Suzuki. Ammetto che dell’originale non ricordavo nulla, tranne l’immagine della bimba con l’impermeabile giallo e le chiazze di umido sul soffitto, quindi col remake ho goduto anche di un discreto effetto sorpresa.



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La trama: Dahlia, una donna con alle spalle alcuni traumi infantili e in causa di separazione col marito, decide di trasferirsi in un appartamento con sua figlia Cecilia. Fin dall’inizio l’appartamento ed il palazzo in cui è situato si rivelano strani e fatiscenti: perdite d’acqua dal soffitto, ascensori che portano alla terrazza dell’ultimo piano senza che glielo si chieda, rumori in locali che dovrebbero essere vuoti, ecc. ecc. Quando poi la bimba comincia a parlare di un’amichetta invisibile e gli strani fenomeni cominciano a diventare sempre più difficili da ignorare, Dahlia intuisce che qualcosa di spiacevole è successo in quel palazzo…


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Come ho detto, è difficile fare un confronto tra i due film, visto che non ricordo bene l’originale. Come già The Ring, però, e come la maggior parte degli horror giapponesi (anche se qui non si può proprio parlare di horror, al limite di ghost story), alla base della trama c’è il rancore di una persona morta in circostanze che potevano essere evitate e che cerca di ottenere nella morte quello che è mancato in vita. In questo caso, ci troviamo di fronte ad una trama legata all’abbandono di bimbi ingiustamente non amati dai genitori, che potrebbe anche essere commovente se non fosse per lo sviluppo trito e ritrito di queste premesse e per come è stata realizzata la pellicola. Diciamoci la verità: sia nel remake che nell’originale non succede assolutamente nulla: al limite entrambi potrebbero rappresentare meravigliosamente il tormento di un idraulico e l’incubo di una casalinga, con quell’acqua di fogna che trabocca da ogni fessura, i capelli neri che galleggiano persino nei bicchieri, il tempo del cavolo all’esterno (non smette di piovere per tutto il film!!). Per non parlare poi della lavatrice che esplode e della simpatia assoluta del custode, dell’avvocato e del padrone di casa…




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Al solito, le versioni americane risultano però molto più piatte. Ricordo nell’originale il vago senso di inquietudine, la tensione che veniva creata anche nei momenti in cui accadeva poco o nulla (anche perché, se non rammento male, il visino della bimba fantasma non si vedeva mai e restava sempre nascosto sotto quel cappuccetto giallo alla Milo), le azioni del fantasma, molto più sottili, mentre nel remake si punta dritto al sodo e le sue intenzioni sono chiare fin da subito. Inoltre, per “sviare” lo stolto spettatore occidentale, nella versione americana vengono introdotte anche le figure dei due teppisti e viene enfatizzata quella del custode, che pur si limita a vivere nell’ignavia e a far finta di non sapere, calamitando su di sé l’attenzione ed i sospetti degli spettatori. Raccapricciante l’idea di omaggio al Giappone che hanno avuto regista e sceneggiatori, i quali hanno deciso di utilizzare come “regalo dall’aldilà” uno zainetto di Hello Kitty ovviamente assente dalla pellicola originale. Gli attori presenti, inoltre, sono davvero sprecati, gente come il tarantiniano Tim Roth, John C. Reilly e addirittura un premio Oscar come Jennifer Connelly non meritano di essere relegati a simili ruoli: e se la Connelly, almeno, fa da protagonista e non è neppure malaccio, i primi due sono invece utilizzati a mò di macchietta. In definitiva, un film che va bene per una serata non impegnata, e per chi non è avvezzo all’horror “pesante”: se non siete degli esperti la storia è carina e potrebbe persino risultarvi nuova, gli attori sono bravi e regia e scenografia sono molto ben curate. Si astengano quelli che cercano un horror originale ed inquietante, al limite guardatevi la versione giapponese.




Walter Salles è il regista della pellicola. Brasiliano, tra gli altri suoi film ricordo Central do Brasil e I diari della motocicletta. Ha 53 anni e un film in uscita.




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Tim Roth interpreta lo stranissimo avvocato Jeff Platzer. L’attore inglese, anche regista, è stato lanciato dall’ottimo zio Quentin, che gli ha regalato tre interpretazioni di culto ne Le Iene (era Mr. Orange), in Pulp Fiction (era Ringo, lo Zucchino dell’inizio del film) e infine in Four Rooms (Ted il fattorino). Ma la carriera di questo grandissimo attore non muore con Quentin, anche se ultimamente il povero Tim è decisamente poco sfruttato.. Tra gli altri suoi film infatti ricordo il meraviglioso Rosencrantz e Guildenstern sono morti (dove recitava con Gary Oldman!), Rob Roy, Gridlock’d – Istinti criminali, La leggenda del pianista sull’oceano, The Million Dollar Hotel, Vatel, Planet of The Apes, Funny Games (il remake USA), L’incredibile Hulk. Per la TV ha recitato in I racconti di mezzanotte. Ha 48 anni e due film in uscita.


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Jennifer Connelly interpreta Dahlia, la protagonista. L’attrice newyorchese è stata benedetta fin dall’infanzia da ruoli che dire splendidi è dire poco: la giovane Deborah nel meraviglioso C’era una volta in America di Sergio Leone, la sfortunata Jennifer nel Phenomena di Dario Argento e, non ultimo, la viziata e combattiva Sarah nell’indimenticabile Labyrinth con David Bowie. Tra i suoi, meno significativi, film della maturità, ricordo il pregevole Scomodi omicidi, Dark City, A Beautiful Mind (per il quale ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista), Hulk. Ha 39 anni e cinque film in uscita.


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John C. Reilly interpreta il signor Murray, proprietario del palazzo. Questo attore di Chicago, dai tratti somatici e dalla capigliatura riccia assai riconoscibili, alterna parti in filmoni memorabili a parti comiche nelle più becere commedie americane, spesso al fianco di Will Ferrell. Tra i suoi film ricordo Giorni di tuono, Ombre e nebbia, Hoffa: Santo o mafioso?, Buon compleanno Mr. Grape, L’ultima eclissi, Nightwatch – Il guardiano della notte, il bellissimo Boogie Nights – L’altra Hollywood, La sottile linea rossa, lo splendido Magnolia, Gangs of New York, The Hours, Terapia d’urto, Chicago, The Aviator, Radio America, Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby, Tenacious D e il destino del rock. Ha 44 anni e quattro film in uscita, tra cui la trasposizione di Cirque du Freak, tratto dai romanzi vampireschi di Darren Shan, famosissimi all’estero e pubblicati da noi (orrore!) nelle serie dei Piccoli Brividi.




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E ora vi lascio, ovviamente, con il trailer della versione giapponese… ENJOY!


 


5 commenti:

  1. allura, io la mia idea te l'ho sottoposta... casalinga e idraulico.. vedi poi che vero horror ne viene fuori... u.u
    Rigorosamente con biBBitara, mi raccomando : P

    Il film non l'ho visto, ma a giudicare dalle immagini e dal trailer jappo, direi che si conferma l'idea che l'originale è migliore del remake occidentale.. o.ò

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  2. Ma ando vai, se il biBBitaro non ce l'hai?!? XDXD

    Io mi riconfermerò aiuto regista dello splendido film sulle casalinghe e gli idraulici che dobbiamo girare, ovviamente.
    Rigorosamente not porno, sennò è banale...

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  3. 'petta, non siamo frettolosi nel giudicare, c'è porno e porno.. mi consenta! u.u
    noi potremmo fare un po-porno.. giusto per accontentare tutti.. casalinga e idraulico compresi XD
    vuoi che con tutto quell'orrore di tubi guati e trascurati quei 5 minuti contati? (solo perché poi l'idraulico deve tornare a lavoro, eh.. u.u)


    poi qualcuno mi spieghi questa mania di occidentalizzare film orientali anche piuttosto recenti, per non dire attuali... non so, l'occhio a mandorla non ci permette l'immedesimazione? O.o
    sarà che a me le pellicole d'oriente risultano molto più inquietanti di qualsivoglia lavoro occidentale o.ò

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  4. Come sempre, l'originale è migliore, ma non ho potuto evitare di sistemare questo film in un posticino del mio cuore, data la presenza di Jennifer Connelly e di un relegato John C. Reilly.

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    1. Reilly è un attore che non amo particolarmente, ma la Connelly è sempre brava!

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