Mah, tante volte me le vado a cercare. Nonostante i pareri contrari di chi lo aveva già visto, in questi giorni mi sono messa a guardare A Perfect Getaway – Una perfetta via di fuga (il titolo originale è, appunto, A Perfect Getaway; notare che in questo caso “getaway” sarebbe dovuto venire tradotto con “vacanza” visto che la via di fuga non c’entra davvero nulla…), diretto e sceneggiato nel 2009 dal regista David Twohy.
Trama: Cydney e Cliff sono due neosposi che decidono di passare la luna di miele alle Hawaii. Durante la vacanza vengono a scoprire che c’è in giro una coppia di assassini che ha già fatto fuori due sposini e, guarda un po’, lo scoprono proprio quando incontrano altri due fidanzati in vacanza come loro. Ovviamente il “gioco”, per lo spettatore, sarà scoprire quale coppia è quella omicida, considerato che in giro ce n’è anche una terza…
Quando un film si basa sul gioco di sospetti, l’importante è tenere in sospeso lo spettatore fino all’ultimo, possibilmente rendendogli difficile l’”indagine”. Purtroppo A Perfect Getaway fallisce proprio su questo punto fondamentale, o forse sono io che ne ho visti troppi di film per sorprendermi. Sta di fatto che un limitato dubbio si può magari avere fino a metà film, ma tolti un paio di personaggi la soluzione è palese agli occhi dello spettatore smaliziato. Palese ovviamente non significa logica, beninteso: le forzature per fare quadrare il tutto sono da lacrime agli occhi. Provate a riguardare il film col senno di poi e a ripensare ai dialoghi e capirete che la giustificazione trovata dallo sceneggiatore/regista è parecchio fuffosa e, a dirla tutta, anche il finale è assurdo: perché fare tutto quel casino per poi rinunciare all’ultimo? Ho capito che qui si parla di fanciulle deluse nei sentimenti (ma quali sentimenti, poi…?) però il ragionamento non fila comunque, come non fila affatto il motivo per cui gli assassini uccidono, troppo pretenzioso e altisonante per un film simile.
Peccato, perché la realizzazione di A Perfect Getaway non è male. Al di là della fotografia pulitissima che ci mostra eccezionali immagini da cartolina, verso metà film il regista risveglia anche la creatività e sbulacca, soprattutto al momento della risoluzione dell’arcano: flashback in bianco e nero, immagini passate che si sovrappongono a quelle presenti, uno schermo diviso in tre parti per mostrare tre eventi che avvengono nello stesso momento…una botta di vita, insomma, forse per svegliare un po’ lo spettatore che, come me, si aspettava uno slasher alla Blood Trails, per intenderci, e che invece deve limitarsi a fare il conto delle gocce di sangue, centellinato in un paio di ferite guaribili con un cerotto o poco più. Bravi gli attori, detestabili i personaggi, soprattutto quello di Timothy Olyphant, un ex soldato sottuttoio, sbruffone e antipatico. “Simpatico” invece lo sceneggiatore, che ha pensato bene di prendersi in giro e fare un po’ di metacinema creando il personaggio di Steve Zahn, sceneggiatore mediocre che per tutto il film se ne esce con battute del tipo “Ah, se ci trovassimo in una mia sceneggiatura a quest’ora succederebbe così, così e cosà…”. Ma per favore. L’unica citazione veramente divertente (per chi conosce la storia, ovvio…) è vedere Cydney dichiarare di non avere mai fatto uso di cannabis in vita sua, quando invece la Jovovich all’epoca fece parecchio scandalo per una serie di foto dove posava con un bel cannone in mano. Passate oltre, gente, passate oltre. A Perfect Getaway sta bene a prendere la polvere in qualche sperduto Blockbuster, visto che non è buono nemmeno per offrire qualche perla trash. O al limite potrebbe portarvi a chiedere perché mai qualcuno a cui è stata impiantata una placca metallica in testa riuscirebbe ad approfittarsene per passare i controlli in aeroporto e portarsi dietro un coltello da caccia attaccato alla caviglia, visto che nella realtà lo prenderebbero da parte per rivoltarlo come un calzino.
Di Timothy Olyphant, che interpreta Nick, ho già parlato qui.
David Twohy è il regista e sceneggiatore del film. Californiano, e responsabile di brutture di cui non voglio nemmeno parlare, come Pitch Black e Le cronache di Riddick, ha 55 anni.
Milla Jovovich interpreta la novella sposina Cydney. L’attrice ucraina ha cominciato la carriera giovanissima, come fotomodella, per poi diventare l’”erede” di Brooke Shields quando le è stato offerto il ruolo di protagonista nel fuffoso Ritorno alla Laguna Blu. Da quel momento in poi la sua carriera è stata un crescendo, grazie anche al matrimonio (ora finito) con il regista Luc Besson, che l’ha voluta nel carinissimo Il quinto elemento e nel meno bello Giovanna D’Arco. Ora i più la conoscono come la cacciatrice di zombie Alice nell’infinita serie di pellicole dedicate a Resident Evil (qualche settimana fa è uscito nelle sale italiane l’ultimo capitolo in 3D, Resident Evil: Afterlife) però ha girato anche altri film, tra i quali ricordo Charlot, The Million Dollar Hotel e Zoolander. Ha 35 anni e sette film in uscita, tra cui uno che mi interessa particolarmente in quanto ennesima versione di un romanzo che amo molto, I tre moschettieri. Questa volta c’è nientemeno che Christoph Waltz a fare Richelieu, potrei forse perdermelo??!! Peraltro sul Twitter della buona Milla se ne può seguire la realizzazione passo per passo quasi in tempo reale.
Steve Zahn interpreta invece lo sposino, Cliff. Americano, ha partecipato a film come Giovani carini e disoccupati, Allarme rosso, Out of Sight e C’è post@ per te e doppiato Stuart Little – Un topolino in gamba, Il dottor Dolittle 2 e Stuart Little 2; ha inoltre recitato nei telefilm Friends e Monk. Ha 43 anni e quattro film in uscita.
E ora un paio di curiosità. Per la serie “dove ho già visto questa faccia?”, i fan di Lost potranno riconoscere in Gina (interpretata da Kiele Sanchez) una dei due fidanzatini sfigati che vengono erroneamente sepolti vivi con dei diamanti in saccoccia. Parliamo invece ora della coppia di strapponi, Cleo e Kale: lei è interpretata da Marley Shelton, ovvero la Dottoressa Dakota di Planet Terror, la prima vittima del killer in Sin City e la ragazza concupita da Tobey Maguire in Pleasantville; lui invece è interpretato dall’australiano Chris Hemsworth, che in quanto tale ha ovviamente recitato nella soap Home & Away e che diventerà famoso quando uscirà Thor, visto che sarà lui ad interpretare il dio del tuono. Paradossalmente, di un film così mediocre esiste anche un Director’s Cut che nulla aggiunge a quanto si vede nella versione normale. Volete davvero gustarvi le epiche vicende di una vacanza andata male? Andate sul sicuro con l’Hostel di Eli Roth. ENJOY!
scusate ma questo film non l'ho proprio capito...non ho capito il flashback(mi stava iniziando ad annoiare) e non ho capito come potevano essere cydney e cliff gli assassini,se l'omicidio si un altra coppia sull'isola e avvenuta prima del loro arrivo...scusate ma in parte mi ha annoiato e non ho voglia di rivederlo
RispondiEliminaL'ho visto un po' di tempo fa ma, se non ricordo male, prima di incontrare Gina e il marito i due assassini avevano fatto fuori una coppia a cui si erano sostituiti.... in pratica rubavano le identità altrui per raggiungere una sorta di "immortalità" se ben ricordo. Mi pare infatti che il flashback lo mostri e che Gina se ne accorga perché nella macchina fotografica di Cydney e Cliff non ci sono foto loro, ma della coppia che avevano ucciso.
RispondiEliminaSpero di averti aiutato!!
(ed effettivamente non era un gran bel film, eh XD)
veramente nella videocamera c'è la foto di loro non della copia uccisa.....
RispondiEliminaNon discuto perché non lo riguardo da 13 anni ma ricordo che Gina sgama Cydney e Cliff proprio guardando le foto sulla macchina fotografica. Appena ho un attimo di tempo comunque controllo.
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