domenica 23 ottobre 2011

Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento (2010)

Dopo alcuni film trash - horror è giunta l'ora di calmarsi un po' e tornare al lato "kawaii" del Bollalmanacco con il bellissimo Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento (Kari - gurashi no Arietti), diretto nel 2010 da Hiromasa Yonebayashi, uno dei registi in forza allo Studio Ghibli.



Trama: Sho è un ragazzino malato che, poco prima di dover affrontare un importante intervento al cuore, viene ospitato dalla zia nella casa natale della madre. Lì Sho incontrerà Arrietty, una ragazza alta pochi centimetri che vive assieme alla sua famiglia in un mondo in miniatura, sotto il pavimento della casa...



Sarà difficile recensire Arrietty, mi si appanna la vista perché sono ancora commossa e mi magono a ripensare al film. Chiusa la parentesi personale, è innegabile e palese agli occhi di tutti che lo Studio Ghibli ha confezionato un altro piccolo capolavoro. A fronte di una storia davvero semplice (tratta dal romanzo The Borrowers della scrittrice inglese Mary Norton, già portato al cinema nel 1997 con I rubacchiotti) dove effettivamente poco accade, Hayao Miyazaki, qui in veste di sceneggiatore, intesse una trama delicata, fatta di silenzi, di piccole meraviglie e timidi gesti, con il solito tocco di grottesco umorismo e un pizzico di avventura, aggiungendo così un altro tassello alla sua personale poetica. Arrietty non è un anime per bambini, è infinitamente triste e malinconico. Come già in Nausicaa della valle del vento e in altre opere dello Studio Ghibli, si toccano temi difficili come l'estinzione di un'intera razza, la malattia, la solitudine, la difficoltà di conciliare il passato ed il presente, l'incertezza per il futuro che rende dolceamaro anche un apparente happy ending.



Il mondo di Arrietty è meraviglioso e colorato, un piccolo capolavoro di armonia arricchito da una madre divertente ed apprensiva e un padre severo ma giusto; tuttavia è anche un microcosmo isolato, chiuso e fragile, che rischia di venire inghiottito dall'avanzare della mentalità moderna e dall'incapacità che hanno ormai gli umani di sognare ed accettare ciò che è diverso da loro. Sono Sho e la zia che vorrebbero accogliere e proteggere Arrietty e la sua famiglia, il primo perché solo quanto la protagonista e altrettanto fragile, la seconda affascinata dalle storie che le raccontava il nonno, talmente felice dell'esistenza del piccolo popolo da avere costruito una casa in miniatura perfettamente abitabile; dall'altra parte, però, c'è la vecchia Haru, gretta e meschina, colma di rancore per il fatto che Arrietty e la famiglia "prendono in prestito" quello che serve loro per vivere, sottraendolo agli umani. Sono due mentalità che si scontrano, creando quei pericoli tanto temuti dal padre di Arrietty, pericoli che purtroppo rischiano di distruggere il piccolo popolo anche quando le intenzioni degli umani sono buone e dolci quanto una minuscola zolletta di zucchero. La riconciliazione finale, così, risulta ancora più triste perché lo spettatore non ha la certezza che il piccolo popolo sia riuscito a prosperare... più probabile, purtroppo, che sia scomparso come predetto da Sho, fino a diventare leggenda ed eterno ricordo.



Passando ad aspetti più tecnici, l'animazione di Arrietty è magistrale come sempre. Il design della casa delle bambole è incantevole, così come quello del piccolo mondo sotterraneo, colmo di colori, elementi naturali quali foglie, fiori, erbe aromatiche e piccoli tocchi di genio come lo spillo trasformato in spada affilata o l'insettino usato a mo' di palla. Bellissime alcune sequenze, come quella dell'esplorazione notturna della casa, quella iniziale della fuga dal gatto Niya e la malinconica e lunga scena finale che accompagna tutti i titoli di coda, preceduta dalla struggente immagine di Arrietty che, dopo avere "preso" per tutto il film, dona a Sho un portafortuna, quasi a ricostituire l'equilibrio. Ma ciò che contribuisce a rendere Arrietty un piccolo capolavoro è la splendida colonna sonora, affidata alla musicista francese Cécile Corbel, un azzeccatissimo ed evocativo mix di arie celtiche e giapponesi. Insomma, dopo la mezza delusione di Ponyo sulla scogliera lo Studio Ghibli non poteva farmi regalo più bello. Se riuscite ancora a trovarlo in qualche piccolo cinema della vostra zona andate a vederlo: non so se il doppiaggio italiano gli rende giustizia, perché per fortuna io l'ho visto in lingua originale con sottotitoli, ma vale comunque la pena tentare. 

Hiromasa  Yonebayashi è il regista della pellicola. Giapponese, come regista è alla sua prima esperienza ma ha già collaborato come animatore alla realizzazione di film come Princess Mononoke, La città incantata e Ponyo sulla scogliera. Ha 38 anni.



Se vi fosse piaciuto il film, vi consiglio spassionatamente di guardare Il mio vicino Totoro e La città incantata, i miei due film "ghibliani" preferiti in assoluto. E ora vi lascio con il trailer originale di Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento. ENJOY!! (io intanto cerco i fazzoletti....)

5 commenti:

  1. Concordo in pieno.
    Un film bellissimo, che trabocca poesia e dolcezza.
    Il fratellino del magnifico Totoro.

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  2. Fantastico! disegnato benissimo, al solito per lo studio jappo, soprattutto la natura. Poi anche la storia merita tantissimo... insegnano sempre qualcosa le avventure Ghibli , ed è importante! :)
    Poi ci sono un sacco di citazioni... una su tutte dalla mitica serie  "Conan il ragazzo del futuro". Fantastico!

    vincent

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  3. sono contenta che ti sia piaciuto, l'ho adorato anche io! :)

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  4. Dovevo registrare Ponyo, ma non ce l'ho fatta. Aspetto di vedere Il mio vicino Totoro, perché per l'animazione non riuscirei mai ad andare al cinema. Neanche per Il re leone 3-D.

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  5. Il re Leone lo eviterò. Il 3D non mi frega più dai tempi di Avatar, e inoltre ero tra i bimbi, all'epoca, che aveva visto già la prima, normalissima e bellissima edizione!

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