venerdì 12 giugno 2015

Fury (2014)

Con il solito ritardo di poco meno di un anno, è arrivato anche da noi l'apprezzatissimo Fury, diretto e sceneggiato nel 2014 dal regista David Ayer. Potevo forse non guardarlo?


Trama: nell'aprile del 1945 un gruppo di soldati americani combatte in Germania, all'interno di un carro armato, una guerra disperata contro i ben più potenti corazzati tedeschi e gli ultimi scampoli di resistenza nazista...


Due ore e dieci che sembrano una, interamente passate nel claustrofobico interno di un carro armato e sugli ancor più claustrofobici campi di guerra. Due ore e dieci di angoscia mista a un senso di partecipazione e fortissima empatia, ecco la sensazione che mi ha comunicato Fury, una pellicola talmente intensa e concitata che persino io, che notoriamente non amo i film "di guerra", non ho potuto fare altro che lasciarmi assorbire dalla storia narrata e soffrire o combattere assieme agli occupanti del carro armato che da il titolo al film. E ad ogni sequenza, chissà perché, mi venivano in mente i versi di quel bardo genovese che così bene cantò i sentimenti dei soldati al fronte con La guerra di Piero. Il giovane Norman come il protagonista di quella meravigliosa canzone che, poverello, avanza "triste come chi deve" ed è costretto a rinunciare alla sua innocenza ed umanità per rispettare una regola orribile ma indispensabile per la sopravvivenza, quell'"uccidi o vieni ucciso" (sì, anche bambini, donne e uomini disarmati) che gli viene inculcato sia dal brusco Don che dalla triste ed ingiusta realtà della guerra; in quel momento storico d'incertezza in cui gli alleati stavano quasi per vincere ma i tedeschi non avevano ancora perso, ogni istante di tranquillità e cameratismo nascondeva l'insidia di una bomba inesplosa, di un agguato tra gli alberi o di un cecchino appostato chissà dove, pronto a far saltare la testa di chi era così incauto da rilassarsi. I personaggi di Fury, soldati pieni di difetti e anche poco simpatici ma per questo ancora più umani, sono uomini allo stremo che vivono solo per la guerra e che affrontano i quotidiani orrori del conflitto nell'unico modo che conoscono. Trascinato di peso nel fango di una terra straniera e in una realtà che non gli appartiene, la recluta Norman si ritrova all'improvviso a dover fare parte di un gruppo rude e molto unito, i cui membri sono già sopravvissuti a decine di battaglie e si sono lasciati alle spalle ogni remora o residuo di innocenza; la pellicola dunque si focalizza sulla "crescita" di Norman, che attraverso varie esperienza cambia e passa dall'essere uno sbarbatello pauroso ed incerto ad una Macchina di guerra, per quanto ancora capace di provare emozioni.


Il vero protagonista della pellicola è però il carro armato Fury che, come viene detto all'inizio e come tutti i suoi "fratelli" d'armi, ha una potenza assai inferiore a quella dell'artiglieria tedesca. David Ayer segue questo mastodonte come farebbe un documentarista con un elefante vecchio e stanco, affiancandone il cannone spesso in primo piano, mostrando nel dettaglio la sporcizia dei cingoli e le ferite riportate sul metallo ormai usurato e facendo diventare l'enorme "scatola di latta" un essere vivente al pari di Norman, Don e compagnia, un vero e proprio membro della squadra. Il carro armato viene così a simboleggiare la libertà e l'ultimo baluardo di difesa (emblematica la ripresa dall'alto che precede i titoli di coda) ed è sicuramente anche una casa, una sorta di ventre materno per i soldati capitanati da Don ma non solo: Fury è anche un mostro di metallo e all'occorrenza può diventare una trappola mortale per i suoi occupanti, un limite oltre il quale comincia una realtà sconosciuta e spaventevole ma pur sempre viva, lontana dall'alienazione che viene inevitabilmente a crearsi all'interno di quattro fredde e claustrofobiche pareti. David Ayer non è l'ultimo arrivato e riesce ad armonizzare alla perfezione la necessaria lentezza e "pesantezza" di una guerra combattuta sui carri armati a momenti di azione serratissima dove i continui scambi di granate e proiettili ricordano quasi un film di fantascienza; tra l'altro, non mi intendo di storia in generale o di seconda guerra mondiale in particolare ma la ricostruzione di mezzi e costumi a me è sembrata accuratissima, con tanto di utilizzo di un carro armato d'epoca realmente funzionante, il Tiger se non erro. Nonostante le varie critiche che ho letto in giro (critiche che in parte avvallo, ché il racconto non è particolarmente originale e soffre di alcuni momenti volutamente "finti", come il pranzo a casa delle signorine tedesche) a me sono piaciuti molto anche gli attori. Forse Brad Pitt non è il massimo dell'espressività ma, a mio avviso, il suo personaggio allucinato richiedeva proprio quest'approccio, mentre Logan Lerman, Shia LaBeouf (che normalmente odio) e Jon Bernthal sono perfetti e gli ultimi due portano a casa delle interpretazioni incredibili, nonostante i loro personaggi borderline rischiassero seriamente di venire trasformati in macchiette. Quindi, sono davvero contenta di essere andata a vedere Fury ma siccome mi sono accorta di avere scritto un post noiosissimo e troppo serio concludo con una bella domanda ignorante: ma quanto può essere figo Jason Isaacs, anche sfigurato, e quanto può essere incredibilmente MMostro Jon Bernthal, con quella faccia da Scéim che si porta dietro dai tempi di The Walking Dead?


Di Brad Pitt (Don "Wardaddy" Collier), Shia LaBeouf (Boyd "Bibbia" Swan), Logan Lerman (Norman Ellison), Michael Peña (Trini "Gordo" Garcia), Jon Bernthal (Grady Travis) e Jason Isaacs (Capitano Waggoner) ho già parlato ai rispettivi link.

David Ayer è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come End of Watch - Tolleranza zero. Anche produttore, attore e stuntman, ha 47 anni e un film in uscita, l'imminente Suicide Squad.


Tra gli altri attori che spuntano qua e là in Fury segnalo la presenza di Scott Eastwood, figlio di Clint Eastwood, nei panni del sergente Miles. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate anche Salvate il soldato Ryan e Bastardi senza gloria. ENJOY!

34 commenti:

  1. a me il film non è dispiaciuto da vedere, ma l'ho trovato molto superficiale nella sceneggiatura e nelle tematiche che voleva approfondire. Poi nel complesso è un film che non annoia e con delle scene molto belle, ma poca sostanza, non si eleva rispetto ad altri del suo genere :)

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    1. Più che superficiale l'ho trovato forse un po' pieno di cliché ma cliché apprezzabili!

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    2. poi cosa vorrà mai dire gli ideali sono pacifici è la storia che è violenta detto davanti al gruppetto di ricconi suicidi? È un po' criptico... no? ;)

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    3. Hm... che finché la merda non colpisce il ventilatore sono tutti buoni a parlare? :P Non so, io l'ho interpretata così!

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    4. mah, è criptica anche la metafora del ventilatore XD Credo di capire cosa intendi dire comunque

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    5. Non è criptica,è un modo di dire molto usato negli states ;)

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    6. Davvero è un detto? Ma dici la frase del film? Allora ho finalmente trovato qualcuno che me la può spiegare! ;)

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    7. No, la frase "when the shit hits the fan",è un modo di dire ;) come dire che la situazione precipita.

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    8. ah peccato, ci speravo! ;)
      Sì quella del ventilatore era più intuibile infatti.

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    9. Ahahah io ormai ogni tanto sostituisco le parole e i modi di dire inglesi a quelle italiane, sorry! Troppi film in lingua!

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  2. Non male, ben fatto e con un paio di sequenze notevoli.
    Ma resta comunque soltanto discreto.

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    1. A me è piaciuto molto ma, come ho detto, non sono appassionata di film di guerra quindi non faccio testo :)

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  3. anche a me non ha fatto impazzire...ma non sono propriamente appassionato del genere...

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  4. Un film enorme,anch'io non vado pazza per i film di guerra ma questo proprio per la forte empatia che crea con i personaggi l'ho apprezzato moltissimo.Il cambiamento del più giovane,la scena a casa delle tedesche(con quella assurda parvenza di normalità),il momento in cui il soldato si china,e vede il ragazzo sotto Fury decidendo di lasciarlo vivere...davvero un gran bel film,e la sceneggiatura non l'ho trovata superficiale per niente.Quoto sulla figosità di Jason Isaacs(featuring quell'aria da inglese testadicazzo che mi fa sempre un gran sangue),sempre e comunque,e sulla faccia da culo iperantipatica dell'ex Shane.

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    1. Concordo con tutto, soprattutto su quel figo di Jason XDXD Altro che Brad, io volevo Isaacs come protagonista!!!

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  5. Condivido in pieno il tuo entusiamo ed è bello vedere che anche chi non ama i film di guerra può apprezzare Fury ;-) Jon Bernthal prossimo Punisher per la Marvel, quella faccia da MMostro come dici tu tornerà buona ;-) Cheers!

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  6. Ce l'ho in lista da un bel po', ma non trovo il coraggio di vederlo dato che la guerra non è proprio il mio genere...

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    1. Non è neppure il mio eppure mi è piaciuto. Fidati e buttati!

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  7. Secondo me questo film è mastodontico. E in effetti è il miglior film di guerra dai tempi di Salvate il Soldato Ryan.
    Però io non so quanto posso fare testo: adoro i film di guerra e credo che Ayer sia il futuro del cinema d'azione.
    Sul povero Sceim, in questo film è perfetto in tutta la sua mostruosità e le sue orecchie a sventola

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    1. Io faccio ancora meno testo di te, ahimé, ma per motivi diametralmente opposti :P Però il fatto che sia piaciuto anche a me che non bazzico il genere vorrà dire qualcosa!
      E Sceim, ovunque lo metti, sembra sempre sceim appunto :P

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  8. Nemmeno io vado pazza per i film di guerra, ma se mi capiterà gli darò una possibilità, sembra potente.

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  9. Mio fratello lo ha bollato ^_^ ma io voglio dargli una cianz. Spero di vederlo presto. :-*

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  10. Adesso sono confuso...
    Pensavo di lasciarlo li dov'è per molto tempo, ma forse dovrei recuperarlo. Diciamo che i film di guerra li guardo quando ho la testa giusta.

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    1. Guarda, io ero al cinema col mio ragazzo che patisce i film lunghi e con un amico che che fa il pelo e il contropelo ai film di guerra, nel senso che se non sono più che perfetti li schifa. E sono usciti entrambi dalla sala soddisfatti e felici!

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  11. è un film godibile, niente di eccezionale, ma tutto sommato da vedere. La sceneggiatura è fatta bene e sa prendere lo spettatore con il giusto realismo (anche se la scena del pranzo "fuori casa" l'avrei evitata). Avrei evitato di chiamare Brad Pitt per il ruolo del protagonista, visto che era inadatto per un film del genere, o perlomeno io avrei preferito qualcun'altro.

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    1. Anche io ho un po' "patito" la scena del pranzo, chissà perché. Troppo forzata forse. Invece il povero Bradano non mi è dispiaciuto!

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  12. Recensione bellissima e molto partecipata.
    Non condiviso la stessa empatia ed entusiasmo ma questo conta poco, capisco perfettamente quello che ti ha dato e che anche a me, evitando certi trucchetti, avrebbe dato.

    ;)

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    1. Grazie! :)
      Eh, io ero talmente coinvolta che i trucchetti me li sono un po' persi per strada :P

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  13. Beh Bradano è SEMPRE tricologicamente impeccabile :)
    Scherzi a parte, non capendomene di film di guerra l'ho trovato molto ma molto gradevole!

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