venerdì 12 febbraio 2016

L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente (1972)

Prima o poi doveva succedere. Il Bolluomo ormai vittima del Wing Tsun e del culto di Bruce Lee mi ha costretta a lasciare a metà la visione de Il sesto senso, troppo terrificante per quel povero Cristo che ha la sventura di starmi accanto, per dedicarci a L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente (Meng long guo jiang), diretto e sceneggiato nel 1972 da Bruce Lee in persona.



Trama: il giovane esperto di arti marziali Chen arriva a Roma per aiutare alcuni suoi compatrioti cinesi, proprietari di un ristorante che fa gola alla malavita locale...



Prima di inoltrarmi nella disamina di questa famosissima opera di Bruce Lee lasciate che vi racconti del diludendo salitomi sulle spalle a mo' di carogna a fine visione, quando grazie a quel blog illuminato che risponde al nome de I 400 calci ho capito di avere guardato un film mutilato, sia dalla censura occidentale che dall'adattamento italiano. Ormai avrete capito che io ESIGO l'integralità, anche quando si tratta di film DI menare o supercazzole, soprattutto se ciò che viene tagliato serve a mostrare la differenza di culture, lingue e tradizioni tra il Paese d'origine del film (in questo caso Hong Kong) e quello in cui la pellicola è ambientata (in questo caso Roma); ai fini della trama potrà anche non servire a nulla vedere Bruce Lee che sbaglia le ordinazioni al ristorante, cambia i soldi in banca e viene rimorchiato da una prostituta ma serve a me per contestualizzare meglio il film e capire come venivamo visti all'epoca da una star cinese che mirava a commercializzare la sua opera all'estero. E' un modo per rendermi conto di come non fossimo così diversi, perché questi scontri culturali erano gli stessi che ci deliziavano guardando un Vacanze in America o un Chi trova un amico trova un tesoro, ed è anche una conferma di quanto i B-Movies ambientati all'estero avessero più o meno le stesse trovate comiche, a prescindere dal loro Paese di origine. Di fatto, L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente è MOLTO occidentale e non solo per l'ambientazione ma anche per i nemici che il protagonista si trova davanti, per la natura prettamente economica della "causa" alla quale si consacra (non c'è la lotta per l'onore o per la libertà ma solo il desiderio di levarsi dalle scatole un branco di gangster che impediscono ai propri connazionali di lavorare e forse, un giorno, tornare ricchi al loro Paese), per lo stile di combattimento utilizzato e, ovviamente, per LA guest star del film. Un giovane Chuck Norris col piglio da zamarro, il taglio di capelli a scodella e la peluria pettorale di Austin Powers, giustamente elevata dal buon Bruce Lee a simbolo dell'occidentalità da distruggere con un bello strappo.



Il combattimento finale con Chuck Norris è, neanche a dirlo, il clou del film. La scena finale di L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente è ambientata in un Colosseo trasformato per l'occasione in un delirante labirinto pieno di echi terrificanti, capaci di amplificare all'infinito la risata di scherno del viceboss baulicciu; il combattimento in sé è stato poi girato in studio e buona parte del fascino del film risiede anche in quei fondali palesemente finti davanti ai quali Chuck e Bruce si studiano e si colpiscono, un po' al ralenti e un po' a velocità normale quasi ci trovassimo davanti ad uno scontro tra titani, il tutto davanti agli occhi... di un tenerissimo gattino. Giuro. Gli altri combattimenti sono invece finti quanto le sberle che Bud e Terence tiravano ai nemici, o meglio, si vede che Bruce Lee si sbatte e si profonde in quelle acrobazie fantastiche e quegli urli che lo hanno reso tanto famoso ma gli avversari nemmeno tentano di toccarlo, la maggior parte delle volte! Per quel che riguarda gli attori, a Bruce e Chuck basta soltanto la presenza per diventare icone immortali, i "buoni" sono sostanzialmente dei figuranti poco carismatici e i nemici sono invece delle macchiette fenomenali che spaziano dal "tamarro dietro un angolo che voleva in***armi la vespa" al fricchettone sciccoso orientale che vorrebbe fa' l'americano ma anche no. Menzione d'onore spetta a Nora Miao, il cui nome mi ha letteralmente uccisa dalle risate e che, se vogliamo proprio essere fiscali, è l'unica "Chen" presente in tutto il film. L'adattamento italiano, infatti, non solo ha cambiato il discorso finale dello zio ma anche il nome dei personaggi; la bella Chen Ching-Hua è diventata Lao-Shan mentre Tang Lung è diventato Yen Chen. Vi pungesse mai vaghezza di guardare L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente evitate dunque le versioni italiane e mettetevi alla ricerca di Way of the Dragon in lingua inglese su Youtube!



Di Chuck Norris, che interpreta Colt, ho già parlato QUI.

Bruce Lee (vero nome Lee Jun Fan) interpreta Tang Lung ed è il regista e sceneggiatore della pellicola. Nato a San Francisco, lo ricordo per film come Il furore della Cina colpisce ancora, Dalla Cina con furore, I tre dell'operazione drago e per serie come Batman e The Green Hornet. Anche stuntman e produttore, è morto nel 1973 all'età di 32 anni.



Se L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente vi fosse piaciuto recuperate gli altri film con Bruce Lee, ovviamente. ENJOY!


5 commenti:

  1. Prim'o poi lo recupero! Questo genere da un paio di anni ha iniziato a piacermi parecchio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' una stupidata galattica ma anche molto divertente: se ti piace il genere va visto assolutamente!!

      Elimina
  2. Ammetto che l'ho visto tutto solamente qualche anno fa su Rai4.
    Prima conoscevo solo spezzoni. E' il film di Bruce Lee che apprezzo di più. C'è tutta quell'ignoranza che mi piace!

    RispondiElimina
  3. Grande Bruce, uno dei primi idoli del Cinema di botte.
    Ottimo recupero!

    RispondiElimina
  4. Quante volte l'ho visto da piccolo. Ogni tanto mi vien voglia di riguardarlo, ma temo che non reggerebbe allo sguardo del rompiscatole che sono diventato.

    RispondiElimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...