Spulciando il catalogo Netflix mi è capitato sotto gli occhi Emelie, diretto e co-sceneggiato nel 2015 dal regista Michael Thelin; nonostante fosse segnato come thriller/horror Mirco si è detto disponibile a farmi compagnia durante la visione quindi ho deciso di dargli un'occhiata, ahimé.
Trama: tre bambini vengono lasciati soli con la sostituta della babysitter, la quale si rivela una pazza di prim'ordine.
Avete notato con quale scazzo ho liquidato la trama? Bene, il motivo è che Emelie non è nulla più di quello che traspare da una sinossi così stringata, inutile ricamarci sopra come hanno fatto i ben due sceneggiatori (regista compreso) della pellicola per raggiungere un metraggio standard, aggiungendo cose insensate e vagamente perturbanti. Il quadro iniziale di Emelie è americano che più non si può: coppia sposata da N anni ha messo al mondo tre figli rinunciando a qualsiasi parvenza di relazione coniugale tranne il festeggiamento dell'anniversario di matrimonio. Ca**o, per i due quello è IMPORTANTISSIMO e non va dimenticato, nemmeno se il festeggiamento si limita ad una cena moscia durante la quale si parla di figli, babysitter e ci si scambiano regali graditissimi ma con l'incoolata subito dietro l'angolo (Sì, tranquillo, vai pure a vedere la partita per la quale avresti venduto un rene. Ma solo se ti porti dietro il figlio undicenne in piena crisi puberale, a-ha!). Il problema nasce dal momento in cui anche la babysitter di fiducia, conscia di doversi a sua volta portare avanti cercando presto un compagno col quale metter su famiglia, decide di uscire con un ragazzo e tirare il pacco ai coniugi disperati ma non prima di aver trovato loro una sostituta, Anna. Solo che Anna è in realtà questa Emelie che si spaccia per lei e non vi sto a dire i tripli salti carpiati fatti dagli sceneggiatori per far sì che in un quartiere grosso come il tabellone del Monopoli i due cretini non sappiano come sia fatta Anna e abbocchino all'inganno come due tonni. Comunque. Emelianna è diventata quasi pazza a causa di un'enorme perdita subita in passato e di una conseguente sterilità quindi esige un figlio e quale famiglia è meglio dei Thompson che ne hanno ben tre, uno più rompicoglioni, odioso e potenzialmente psicopatico dell'altro? Basterebbe che la tizia entrasse in casa, ne addormentasse due, si prendesse il meno peggio e tanti saluti, film finito. Invece, sempre per la questione del metraggio di cui sopra, Emelianna decide di traumatizzare a vita uno dei due "scartati" e di sviluppare le pulsioni sessuali dell'altro prima di rivelarsi a tutti (tranne al prescelto che, in quanto tale, non capirà un belino fino all'ultimo) come la pazza che è, in un crescendo di situazioni thriller talmente abusate che persino Mirco, pur non avezzo al genere, è stato in grado di prevederle.
A parte questa trama moscia, Emelie è proprio brutto o, meglio, non sa di nulla. Regia non pervenuta, addirittura da metà pellicola in poi è tutto girato in ambienti bui affossati da una fotografia televisiva (a un certo punto non si capisce una cippa di quello che succede perché, di fatto, non si vede nulla) e hanno tentato di mettere una pezza al tutto con un montaggio "spezzato", così da ravvivare un po' la faccenda e aumentare il senso d'inquietudine dello spettatore mostrandogli alternativamente la seratina dei genitori e la serataccia dei figli, ma il risultato è stato solo quello di spezzare anche la tensione. L'unica cosa vagamente intrigante è il diario di Emelie, zeppo di disegni inquietanti, ma si vede per qualche secondo o poco più quindi è un elemento trascurabile e di sicuro non rischia di influenzare positivamente un giudizio negativo. Quel che è peggio, la versione italiana di Emelie è fatta talmente male che stavolta mi rendo conto di non poter neppure dare un giudizio obiettivo sugli attori, i quali mi sono sembrati tutti mediamente cani, a partire da Sarah Bolger, carina ma insipida. Mettiamo da parte per un attimo i doppiatori scelti, monocordi a livello imbarazzante; quello che mi ha scioccata davvero è stato l'adattamento, completamente differente dai sottotitoli (messi perché fuori dalla stanza c'era un casino devastante e il volume del tablet non riusciva a sovrastarlo) evidentemente realizzati da utenti appassionati che poveracci non lo fanno di lavoro ma superano di diverse lunghezze i cosiddetti professionisti (sì, per la miseria, questo per me è un tasto dolentissimo). Un adattamento castigato, trattenuto, nemmeno ci si trovasse davanti a un film per famiglie, reso ancora più fastidioso da quel "cabbie" ripetuto mille volte e mai tradotto: porca zozza, una frase come "il suo CABBIE" non si può sentire, Cabbie non è un nome proprio, piuttosto metti "cucciolo" come hanno fatto quelli che hanno realizzato i sottotitoli!!! Insomma, un enorme BAH, da tutti i punti di vista. Fossi in voi eviterei Emelie come la peste e se siete sposati e avete dei figli, per favore, non limitatevi a stare assieme solo una volta all'anno, dai!
Di Sarah Bolger, che interpreta Emelie, ho già parlato QUI.
Michael Thelin è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Probabilmente americano, al momento è al suo primo lungometraggio.
Se Emelie vi fosse piaciuto recuperate La mano sulla culla. ENJOY!
Nessun commento:
Posta un commento