Stavolta mi sono fatta attirare come una pirla dalla bellissima locandina e ho accettato con gratitudine l'offerta di Roberto che mi ha permesso di guardare Beyond the Gates, diretto e co-sceneggiato nel 2016 dal regista Jackson Stewart, solo per ritrovarmi a scuotere tristemente la capoccia...
Trama: con il padre scomparso da sette mesi, i fratelli Gordon e John decidono di smantellarne l'attività e ripulire il videonoleggio d'altri tempi da lui gestito. Nell'ufficio del genitore trovano la scatola di Beyond the Gates, gioco con videocassetta annessa pericolosissimo da giocare...
Avete mai giocato ad Atmosfear? Atmosfear era un divertentissimo gioco pubblicato in Italia negli anni '90 che consisteva nel seguire le istruzioni di un fantomatico "custode del cimitero", contenute in una videocassetta che scandiva il tempo necessario a raggiungere l'obiettivo finale (se non erro proprio collezionare delle chiavi e scoprire le paure degli avversari) e forniva un'esperienza interattiva al giocatore, il quale doveva rivolgersi al custode chiamandolo "padrone". Io purtroppo ci ho giocato solo una volta, grazie a una fortunata amica che lo possedeva, ma guardando Beyond the Gates non ho potuto fare a meno di ripensare a quel fatidico giorno e mi è venuta una voglia pazza di cercare su Ebay qualche venditore compiacente che possa esaudire il mio desiderio di ripetere l'esperienza. Questo, diciamolo senza timore di offendere nessuno, è stato l'unico risultato positivo di un film pesante come un cinghiale sullo stomaco, lento come la morte e zeppo di momenti MEH che neppure il costante e, si può dire?, ormai stantio omaggio agli anni '80-'90 è riuscito a risollevare. E va bene, Jackson Stewart mi cita a piene mani Atmosfear, quasi rasentando il plagio. Ok, il negozio del Signor Hardesty, zeppo di VHS e giochi retrò, è una meraviglia e mi ha fatto venire voglia di andarci subito. Però il film dura un'ora e venti, che normalmente sarebbero pochissime ma provate a riempirle con questi due unici elementi positivi! Per dire, Stewart gioca a fare il Wingard e il Ti West della situazione, satura la prima parte del film (e pure la seconda) di nulla, di dialoghi messi in bocca a personaggi i cui problemi non sono minimamente interessanti se paragonati alla possibilità di costringerli a partecipare ad un gioco horror interattivo, e gli stessi protagonisti sono le creature più molle della storia dell'horror. Gordon, John e Margot sono talmente amebe che riescono persino a DORMIRE pur sapendo che al piano di sotto c'è un gioco maledetto capace di uccidere persone, evocare spiriti e quant'altro; di più, riescono a dormire consapevoli del fatto che in CANTINA è spuntato il gate del titolo, dal quale arrivano sussurri spettrali e dal quale spuntano manine prensili nonché mostruose. Beh, complimenti.
Questo trio all'erta e pieno di brio è composto da attorucoli svogliati che non aiutano a sollevare la situazione e gli unici caratteristi interessanti ma poco sfruttati sono Barbara Crampton, utilizzata a mo' di ulteriore omaggio anni '80 come gatekeeper del gioco (quindi poco e male in quanto la signora si limita a qualche parola inquietante e qualche sguardo tra il sexy e lo scazzato verso la macchina da presa), e forse Matt Mercer, la cui faccetta da ratèn mi ricorda qualcosa ma non riesco a capire dove ho già visto questo losco figuro. A un certo punto, Jackson Stewart si ricorda di stare girando un horror e, tra uno sbadiglio e l'altro, infila un paio di splatterate anche ben realizzate, per carità, sicuramente meglio del trucco anemico di quel paio di morti viventi/fantasmi che di tanto in tanto infestano gli incubi dei protagonisti; purtroppo, le sequenze gore sono solo due e per il resto si è preferito puntare su lucette al neon, fumo da discoteca e musiche al sintetizzatore, giusto per ribadire allo spettatore (se ancora non lo avesse capito in tutte le salse o nel malaugurato caso che quest'ultimo appartenga alla cosiddetta generazione dei millenials) l'omaggio agli anni '80. E ora scusatemi se interrompo qui la disamina di questo interessantissimo (!!) film ma siccome sono nata nel 1981 vado a cotonarmi i capelli prima di uscire con un bel marsupio legato in vita e una giacca dalle spalline larghe, senza dimenticare i pantaloni "acqua in casa" e... ah no, questi li mettono tutti ormai, maledetti tizi che a 6 gradi sotto zero girate con le scarpe da ginnastica, senza calzini e con la caviglia scoperta!!!! Basta anni '80, che tornino in auge corsetti, crinoline e parrucche incipriate!!
Di Barbara Crampton, che interpreta Evelyn, ho già parlato QUI mentre Chase Williamson, che interpreta John Hardesty, lo trovate QUA.
Jackson Stewart è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Americano, anche produttore e attore, ha 32 anni.
Graham Skipper interpreta Gordon Hardesty. Americano, ha partecipato a film come Almost Human, Tales of Halloween, The Mind's Eye e a serie quali Criminal Minds. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha due film in uscita.
Brea Grant interpreta Margot McKenzie. Americana, ha partecipato a film come Halloween II e a serie quali Cold Case, Heroes, CSI: Miami e Dexter. Anche sceneggiatrice e regista, ha 36 anni e sette film in uscita.
Se Beyond the Gates vi fosse piaciuto guardate Jumanji, che perlomeno è più rapido e divertente, oppure giocate ad Atmosfear se avete la fortuna di possederlo. ENJOY!
Insomma una pagliacciata cosmica, roba che Jumanji forse se lo mangia...
RispondiEliminaComunque mi ricorda due film, uno che non ricordo il titolo uccideva tramite internet e l'altro si chiamava Stay Alive, brutto ma passabile, questo dici che è peggio? ;)
Jumanji se lo mangia sicuro, anche quello nuovo.
EliminaMa sai che forse Stay Alive lo avevo visto anche io? Non credo che Beyond the Gates sia peggio...
Ma ci credi che io avevo "Atmosfear" nella mia vecchia casa di Napoli?
RispondiEliminaDovrò chiedere a mio padre o a qualcuno dei miei fratelli se sanno dov'è finito, vediamo se risalta fuori!
Provo della sanissima invidia!! Se lo trovi giocaci anche per me :)
EliminaIo l'ho avuto Atmosfear, anche se poi non ci giocammo molto, ma una decina di partite devo averle fatte...
RispondiEliminaDici che lo ricordo più divertente di quanto in effetti non fosse?
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