Un po' di tempo fa passavano in TV Il delitto perfetto (Dial M For Murder), diretto nel 1954 dal regista Alfred Hitchcock e tratto dal dramma omonimo di Frederick Knott, così ho deciso di riguardarlo.
Trama: accortosi del fatto che la moglie ha un amante, Tony decide di ucciderla anche per ottenerne il patrimonio ma le cose non vanno come pianificato...
Il delitto perfetto è uno dei film di Hitchcock che preferisco anche se viene comunemente definito come uno dei suoi lavori "minori". Effettivamente, il regista lo ha realizzato sotto pressione degli studios, asservendolo a un 3D che stava lentamente morendo (io non l'ho mai visto in 3D ma alcune inquadrature sono in effetti ben strane e si vede che Hitchcock ha spesso messo alcuni oggetti in primo piano proprio per farli protrudere verso gli spettatori), e come trama e sequenze è sicuramente meno d'impatto rispetto ai suoi capolavori girati in seguito, eppure io l'ho sempre trovato meraviglioso. Partiamo dalla trama. Hitchcock ha adattato un dramma di Frederick Knott (da qui l'impianto squisitamente teatrale della pellicola e l'utilizzo quasi esclusivo di un unico ambiente, il lussuoso appartamento dei coniugi Wendice), imperniato prima sulla progettazione e poi sull'esecuzione del delitto perfetto del titolo italiano, cosa che rende buona parte del film ricca di dialoghi e spiegazioni; diversamente dalle pellicole zeppe di "spiegoni", tuttavia, Il delitto perfetto non annoia neppure per un secondo, in quanto è letteralmente ipnotico stare a guardare prima Ray Milland tessere la propria tela verbale attorno al triste assassino interpretato da Anthony Dawson, e poi l'ispettore Hubbard mettere assieme i pezzi del puzzle trovando le falle di un piano apparentemente inattaccabile. Nella prima parte, dunque, si assiste al mefistofelico progetto messo in atto da Tony Wendice, quindi alla perpetrazione del delitto e a tutti i piccoli imprevisti che lo rendono un crescendo di tensione da manuale, fino ad arrivare alla sequenza in cui l'assassino tenta invano di uccidere Margot, vero e proprio spartiacque della pellicola, dopo la quale i giochi mentali si fanno sempre più difficili e il "fato" diventa ancor più protagonista, così come alcuni piccoli oggetti che vi consiglierei di non perdere di vista, magari a causa di una visione frettolosa.
Grazie alla regia di Hitchcock, al montaggio e ai giochi di luce, l'appartamento dei Wendice diventa un luogo allo stesso tempo claustrofobico e terrificante ma anche ricchissimo e vario, mai uguale, zeppo di dettagli non solo interessanti, ma anche fondamentali ai fini della trama; si può anzi dire che l'appartamento è il quinto protagonista del film, con quella lama di luce lungo la quale Margot si incammina verso il suo destino e le spesse tende che fungono da nascondiglio per l'omicida, un complemento d'arredo elegante e "sicuro" che si trasforma nel giro di un inquadratura in un abisso di orrore, e lo stesso vale per il telefono, ambivalente fonte di salvezza e morte. All'interno dell'appartamento, poi, vagano fior di attori. L'attenzione dello spettatore "casuale" rischia di venire catturata solo dalla bellezza surreale di Grace Kelly, principessa raffinata dal guardaroba commovente, i cui colori si fanno sempre più scuri a mano a mano che il suo destino diventa plumbeo, ma le vere chicche de Il delitto perfetto sono Ray Milland e John Williams. Ray Milland è mefistofelico ed inquietante, i suoi gesti e sguardi seppelliscono quelli di centinaia di villain cinematografici che hanno meno della metà del suo carisma (e pensare che parliamo di un ex tennista!) e i suoi modi di fare veicolano un meraviglioso humour nero, mentre John Williams è l'ispettore sagace e apparentemente "sottotono" che tutti vorremmo avere accanto nel caso ci ritrovassimo ingiustamente accusati di aver compiuto un omicidio. Il delitto perfetto è uno di quei film che non perdono di freschezza nemmeno dopo più di 60 anni ed è piaciuto tantissimo anche al Bolluomo, che non l'aveva mai visto, quindi è assolutamente da recuperare nel caso l'aveste snobbato fino ad oggi.
Del regista Alfred Hitchcock ho già parlato QUI.
Ray Milland interpreta Tony Wendice. Inglese, lo ricordo per film come La casa sulla scogliera, Giorni perduti (che gli è valso l'Oscar), Sepolto vivo, L'uomo dagli occhi a raggi X, Frogs e Incredibile viaggio verso l'ignoto; inoltre ha partecipato a serie come Colombo, Fantasilandia, Love Boat e Charlie's Angels. Anche regista e produttore, è morto nel 1986, all'età di 79 anni.
Grace Kelly interpreta Margot Wendice. Americana, la ricordo per film come Mezzogiorno di fuoco, La ragazza di campagna (che le è valso l'Oscar), Mogambo, La finestra sul cortile e Caccia al ladro. Anche produttrice, è morta nel 1982, all'età di 52 anni.
Hitchcock avrebbe voluto Cary Grant nei panni di Tony ma la Warner pensava che sarebbe stato un errore offrirgli il ruolo del villain mentre Olivia De Havilland voleva troppi soldi per quello di Margot. Nel 1998 il film ha ottenuto una sorta di remake dal titolo Delitto perfetto, che vi consiglio di recuperare per amor di vintage (è su Netflix), anche se non lo ricordo granché bello. ENJOY!
Un Hitch minore è sempre un gran bel vedere 🥰
RispondiEliminaMa poi io non lo trovo nemmeno minore!
EliminaPurtroppo di hitchcock ho visto veramente poco, una lacuna che dovrò recuperare, magari proprio con questo film che sembra veramente piacevole.
RispondiEliminaQuesto è breve ma intenso, se si possono usare due aggettivi così prosaici per definire Hitchcock, vedrai che ti piacerà!
EliminaNon lo trovo minore neanche io, per nulla: anzi, mi piace molto più di alcuni dei suoi film più famosi. Vertigo è superbo, ma troppo melodramma, troppo zucchero per i miei gusti... Questo ha una scrittura teatrale inossidabile!
RispondiEliminaVertigo è un capolavoro ma anche io ho sempre preferito questo, più compatto e teso :)
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