Avrebbe dovuto uscire al cinema ma causa Covid uno dei film "horror" che aspettavo di più, ovvero Antebellum di Gerard Bush e Christopher Renz, è finito proprio in questi giorni sulle piattaforme VOD USA.
Trama: Eden è una schiava costretta a subire le peggiori violenze in un campo di soldati confederati durante la guerra di successione americana. Nel corso dei suoi tentativi di fuga si ritrova a pensare alle strane circostanze che l'hanno condotta lì...
Un bel casino parlare di Antebellum senza fare spoiler, soprattutto visto quello che ha da dire questo film e visto quanto non è stato capito né apprezzato in patria, vai a sapere perché. Personalmente, l'ho trovato splendido, per quanto un po' troppo "raffinato" in momenti che non richiedevano filtro estetico alcuno e un po' troppo superficiale in situazioni che avrebbero voluto ben altro approfondimento e che invece si fermano alla mera esposizione di un'orribile violenza, ma giuro che sono stati parecchi i momenti in cui mi sono ritrovata a bocca aperta, completamente avvinta dalla potenza del racconto e delle immagini mostrate, al di là di un twist che potrebbe definirsi Shyamalano. Antebellum è infatti una moderna riflessione sull'annoso problema razziale e su alcune terrificanti derive "nostalgiche" che sta prendendo la nostra società; qualcuno potrebbe dire che è un film ruffiano pronto a cavalcare il momento, in realtà questo non mi sembra proprio un male, soprattutto dal momento in cui forse la gente non si rende proprio bene conto (diamine, non me ne rendo conto neppure io, proprio per mancanza di esperienza diretta) di quanti problemi devono affrontare quotidianamente le persone di colore non solo in ambienti dove il razzismo, la povertà e il disagio imperano, ma anche laddove dovrebbero ragionevolmente godere un'esistenza più fortunata fatta di ricchezza, cultura, agio e amore. Non posso nemmeno immaginare cosa debba essere portare ogni giorno sulle spalle il retaggio di un'indipendenza conquistata nel sangue e nella frustrazione, provare a vivere una vita normale e incappare di continuo in piccoli esempi di ordinario razzismo o, ancor peggio, di ordinaria stupidità, costretti ad avere a che fare o con gente invidiosa di un successo immeritato perché "non bianco" o con persone che decidono arbitrariamente di mitizzare e rendere "carino" un passato mai esistito davvero, non come ce lo hanno tramandato nei film almeno.
Ed è molto triste anche l'idea di essere costretti a vivere sepolti in una corazza, nascosti dietro una facciata di debordante forza che sconfina spesso in maleducazione. Sì, onestamente ciò che mi ha colpita di più in Antebellum è il personaggio di Dawn, interpretato da Gabourey Sidibe, che probabilmente ho male interpretato: l'attrice, che della battaglia contro il razzismo e il bodyshaming ha fatto giustamente una ragione di vita, si definisce infatti una "asshole" ed è comprensibile il suo atteggiamento pubblico di superiorità nei confronti di chi la critica per l'invidia di vedere una ragazza di colore e, Dio non voglia, obesa, avere successo in un mondo come quello dello spettacolo. Il suo personaggio rispecchia un po' il carattere che l'attrice esibisce in pubblico, perché è debordante, provocatoria, volgarissima, come se volesse colpire con violenza i suoi interlocutori prima ancora che abbiano il tempo di farlo con lei, non importa se le loro intenzioni siano positive o negative. Anche questa, ovviamente, è libertà, ma è una libertà a mio avviso imposta da un certo tipo di contesto sociale che esige protezione ed affermazione di diritti che dovrebbero essere insindacabili e invece non lo sono. E' "il passato che non è morto e che non è nemmeno passato", citato all'inizio di Antebellum, una fatica secolare che non bisognerebbe continuare a far rivivere quotidianamente ad un singolo popolo e nemmeno dimenticare con la leggerezza di chi non è mai stato oppresso. Poi, come dice Lucia nella sua bellissima recensione, "Se siete disposti ad affrontare Antebellum con questo tipo di sguardo, potreste davvero imparare tante cose. Altrimenti lasciate perdere e rivedetevi Via col Vento." Io, onestamente, preferirei riguardare 100 volte Antebellum.
Di Jena Malone (Elizabeth), Janelle Monáe (Veronica/Eden) e Jack Huston (Capitano Jasper) ho già parlato ai rispettivi link.
Gerard Bush e Christopher Renz sono i registi e sceneggiatori della pellicola. Entrambi americani e al loro primo lungometraggio, sono anche produttori.
Eric Lange interpreta Lui/Senatore Denton. Americano, ha partecipato a film come Fear, Inc., I segreti di Wind River e a serie quali Beautiful, Angel, Senza traccia, E.R. Medici in prima linea, CSI: NY, Cold Case, Ghost Whisperer, Criminal Minds, Bones, Numb3rs, My Name is Earl, Lost, Detective Monk, Weeds, CSI: Miami, CSI - Scena del crimine, C'era una volta e Grey's Anatomy. Anche produttore, ha 47 anni.
Gabourey Sidibe interpreta Dawn. Indimenticabile Queenie di American Horror Story, ha partecipato a film come Precious, mentre come doppiatrice ha lavorato in American Dad! e Bojack Horseman. Anche regista e produttrice, ha 37 anni.
C'è Jena Malone?
RispondiEliminaOk, me l'hai venduto 😂
Per dovere di cronaca non si vede tantissimo ed è stranamente dimessa, ma chi sono io per impedirti di guardare il bellissimo Antebellum, qualunque sia il motivo? u.u
EliminaAlla fine l'ho recuperato dopo sei mesi e mezzo...
EliminaE ti dirò, un inizio e una fine sfolgoranti, ma il twist centrale, per quanto efficace, mi ha lasciato un senso di incompiuto...
A me è piaciuto tantissimo, anche il twist. Quel cambio di registro, sia nei dialoghi che nella regia, è un tocco di classe.
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