martedì 19 ottobre 2021

The Last Duel (2021)

Attirata da un trailer a dir poco spettacolare, non potevo farmi scappare The Last Duel, diretto da Ridley Scott e tratto dal libro The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France di Eric Jager.


Trama: Francia, quattordicesimo secolo. Il Cavaliere Jean De Carrouges sfida ad un duello mortale lo scudiero Jacques Le Gris, accusandolo di avere stuprato la moglie. 


I duellanti
è stato il primo lungometraggio realizzato da Ridley Scott. Sarebbe stata davvero un'amara ironia se The Last Duel fosse stata l'ultima pellicola del regista, ma per fortuna il mese prossimo uscirà House of Gucci, quindi almeno per questo possiamo stare tranquilli e mettere da parte l'irrazionalità superstiziosa. Ho tirato in ballo quest'ultima, però, non a caso, in quanto The Last Duel fonda l'ultima parte della sua lunga ed articolata trama proprio sulle false credenze medievali, quasi tutte sfruttabili per annientare le donne, e dipinge un mondo talmente orribile che ci si chiede come abbiamo fatto ad arrivare a sopravvivere, come umanità, fino al 2021. Nonostante, infatti, il trailer ingannevole parli della "donna che ha cambiato la Francia", in realtà la povera Marguerite de Carrouges altro non è che la vittima di una società profondamente ignorante e maschilista, all'interno della quale donne un minimo più colte del normale rischiano di fare una brutta fine in quanto consapevoli dei loro diritti e ben poco disposte a farsi calpestare da false accuse o brutali violenze, e di fatto non ha cambiato proprio nulla. Ma torniamo un attimo a I duellanti. Il primo film di Ridley Scott raccontava la storia di un'ossessione nata da questioni d'onore che finivano per perdersi in un vortice di duelli quasi immotivati, e vedeva il ferino Feraud di Harvey Keitel perseguitare per tutta la vita l'integerrimo d'Hubert di Keith Carradine; nonostante non ci fossero buoni o cattivi nel film, col tempo il primo assumeva connotazioni oscure e malvagie, soprattutto perché del secondo ci veniva mostrato tutto, anche la vita familiare e tranquilla, e in The Last Duel accade un po' la stessa cosa, anche se le carte in tavola vengono ulteriormente mescolate. La bellezza dell'ultimo film di Scott, infatti, deriva dalla pluralità di punti di vista che raccontano la stessa storia e dall'ingresso a gamba tesa di uno sguardo innocente, puro ed incredulo, che ridimensiona entrambi i contendenti sottolineandone i moltissimi lati negativi a scapito dei pochi positivi. 


Apparentemente, il protagonista "buono" è Jean de Carrouges, mentre Jacques De Gris è il "cattivo" scudiero che vive di leccate di piedi e gli ruba persino la virtù della moglie; in realtà, l'indomito e indiscutibile valore del Cavaliere Jean nasconde un animo gretto, una testardaggine inamovibile, un egoismo senza pari che non vacilla neppure davanti all'idea dell'orribile morte della moglie, nell'eventualità della sconfitta nel corso del duello. Ma anche De Gris, per quanto deprecabile, ancor più perché scatenato da un "sentimento" da consumare a tutti i costi, ha qualche lato positivo, soprattutto prima di impazzire per amore, e sembrerebbe quasi che la sua discesa nell'abisso dell'abiezione nasca principalmente dall'incapacità di Carrouges di ignorarlo e lasciare correre, godendosi la fortuna che la vita gli ha concesso, ovvero la bella, intelligente e fedele moglie Marguerite. Marguerite, poverina, di par suo non è né una dea né una strega, ma una donna normalissima che si impegna per essere fedele a un marito che le è stato imposto e che cerca quel minimo di felicità innocente per sfuggire alla pressione di essere una moglie inadempiente (sapevate che nel Medioevo si pensava che una donna potesse rimanere incinta solo dopo aver raggiunto l'orgasmo? Ecco, immaginate quali accuse doveva sostenere chi non riusciva a fare figli...), finendo per ritrovarsi vittima di una faida di decenni dove non contano più né lei né l'amore, ma solo la sopraffazione, l'affermazione davanti a un Dio menefreghista quanto i nobilastri che infestano la pellicola, a partire dal disgustoso Pierre per arrivare all'orrido Re bambino Carlo VI. L'ossessione senza fine, per l'appunto, che si ripropone da I duellanti a The Last Duel.


Avrete capito che la storia raccontata in The Last Duel mi ha avvinta parecchio e, a mio avviso, dimostra come la coppia Ben Affleck/Matt Damon possa ancora fare faville alla sceneggiatura, ma ho ovviamente apprezzato anche la regia e gli attori, chi più chi meno. Ho in particolare amato moltissimo i piccoli dettagli e cambiamenti a livello di regia ed atmosfera tra le sequenze apparentemente uguali raccontate dai diversi punti di vista, dai momenti più eclatanti (la violenza di Marguerite, vista attraverso gli occhi di Le Gris, è praticamente un soft core dove lei, pur terrorizzata, non è così riottosa e lancia segnali assai espliciti allo scudiero, mentre dal punto di vista della donna è un orrore che mozza il fiato, qualcosa di squallido e terribile nella sua disgustosa "banalità") a quelli più sottili, dove bisogna stare molto attenti per cogliere le importanti differenze; inoltre, le battaglie, soprattutto il duello finale, sono violentissime e rozze, talmente tese da risultare, a tratti, difficili da sostenere. Per quanto riguarda gli attori, non seguendo serie TV per mancanza di tempo, sono rimasta sorpresa dalla bravura di Jodie Corner, attrice che non conoscevo per nulla, mentre invece ho avuto ulteriore conferma della versatilità di Adam Driver, che qui offre nuovamente un'interpretazione ricchissima di sfumature, perfetta. Inguardabili, invece, i due sceneggiatori, Affleck e Damon, ma è una pura questione di estetica dovuta ai tagli di capelli e tinte improponibili che gli hanno appioppato, tranquilli, ché sono molto bravi anche loro. Siccome da giovedì usciranno fior di film della Madonna, il mio consiglio è quello di correre al cinema ORA così da non lasciarvi scappare The Last Duel sacrificandolo ad altre pellicole più "importanti", perché rischiate di perdervi davvero un lavoro egregio. 


Del regista Ridley Scott ho già parlato QUI. Matt Damon (Sir Jean De Carrouges), Adam Driver (Jacques Le Gris), Ben Affleck (Pierre D'Alençon) e Marton Csokas (Crespin) li trovate invece ai rispettivi link. 

Jodie Comer interpreta Marguerite De Carrouge. Inglese, ha partecipato a film come Star Wars - L'ascesa di Skywalker, Free Guy - Eroe per gioco e a serie quali Killing Eve. Anche produttrice, ha 27 anni. 


Alex Lawther
, che interpreta Re Carlo VI, era il protagonista di The End of the F***ing World. Ben Affleck avrebbe dovuto interpretare Le Gris ma ha optato per un ruolo "minore" onde evitare contrattempi sul set del prossimo film di Adrian Lyne. Ciò detto, se The Last Duel vi fosse piaciuto, perché non recuperare il più volte citato I duellanti? ENJOY!

6 commenti:

  1. Sai che I Duellanti io l'ho recuperato almeno 10 anni fa perché tutti ne parlavano bene e invece lho trovato un po' un mattone? Con tutto il rispetto che posso avere per Ridley eh... Invece pare che Adam Driver anche qui abbia beccato un ruolo giusto. Altro che StarWars...

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    1. Più o meno l'ho guardato anche io 10 anni fa o giù di lì, ne ero rimasta coinvoltissima. Probabilmente, lo guardassi adesso, stanca come sono e costretta a cominciare i film alle 2130/22, crollerei addormentata dopo 30 secondi.
      Adam Driver è come Pattinson e la Stewart: un ottimo attore costretto ad esordire con un ruolo di merda che, per fortuna, ha sfruttato il successo per ambire a qualcosa di più!

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  2. Visto senza sapere niente di niente della trama, mi sono ritrovata avvinta dalla storia finendo per unirmi all'applauso convintissimo in sala a Venezia.
    Che duello finale, che film!
    Apprezzandola nelle varie serie fatte, la Cormer l'ho trovata un filo troppo moderna nella recitazione, ma il suo personaggio, la sua storia e la sua verità non le dimenticherò facilmente.
    Hai capito sto Ridley Scott? Mi hai messo la pulce per recuperare il suo esordio, ma ritorniamo al solito discorso: chi ce l'ha il tempo adesso?

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    1. Il duello finale mozza davvero il respiro, anche io sono andata sapendo poco o nulla della trama.
      I Duellanti, a trovare il tempo, te lo consiglio davvero!

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  3. E' senz'altro il miglior Scott degli ultimi vent'anni (non che ci volesse molto...) anche se l'attendibilità storica di ciò racconta è praticamente pari a zero. Però se vogliamo vederlo come prodotto di puro intrattenimento indubbiamente funzione. Anch'io l'ho visto a Venezia, come Lisa, ma l'applauso finale mi è parso un po' esagerato... :) comunque buon film, ci mancherebbe. Il buon Ridley il "manico" ce l'ha ancora!

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    1. Beh, ma l'attendibilità storica è davvero l'ultima cosa che vado a vedere in un film simile, ora come ora. Non credo che fosse questa l'intenzione dei coinvolti.
      L'applauso finale lo trovo un po' esagerato anche io ma ribadisco il mio grande apprezzamento per la pellicola!

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