mercoledì 16 marzo 2022

Red (2022)

Domenica sera ho riattivato l'abbonamento a Disney + solo per godermi Red (Turning Red), l'ultimo film Pixar diretto e co-sceneggiato dalla regista Domee Shi, scelleratamente relegato allo streaming quando invece avrebbe meritato ben più ampia distribuzione...


Trama: Mei Mei ha 13 anni ed è convinta di poter spaccare il mondo, nonostante si impegni per non dare neppure una delusione alla mamma. I casini cominciano quando un crogiolo di emozioni mai provate prima la trasforma in un enorme panda rosso...


Se devo essere onesta, i miei 13 anni non li ricordo proprio e per fortuna. Non che adesso sia Charlize Theron, ma a quell'età ero davvero un piccolo cesso vestito male, goffa da morire, con gli occhiali, l'apparecchio, quel fisico demmerda per cui non sei né cicciona né secca ma semplicemente un blob informe con le tette, presa tra il desiderio di nascondermi alla vista del mondo per tutto il resto della mia esistenza e quello di cominciare anche io ad uscire con qualche ragazzo, tra la necessità di sviluppare una mia personalità e la volontà di non deludere comunque i miei genitori; non stupisce, dunque, che di quegli anni ricordi solo un insopportabile, benché vago, senso di disagio e la sensazione di non capire né me né chi mi circondava. Insomma, alla faccia delle recensioni d'oltreoceano, che sottolineano quanto sia impossibile trovare "relatable" il personaggio di Mei Mei, io ho capito benissimo tutto quello che Domee Shi e soci volevano trasmettere con questo film, e non certo perché lo hanno ambientato nel 2002 (lì avevo già 21 anni e i problemi erano altri) ma perché ho vissuto sulla mia pelle buona parte delle esperienze della protagonista senza dovermi necessariamente trasformare in un graziosissimo, morbidosissimo panda rosso (magari mi fosse successo!). Red altro non è, infatti, che una delicata ma comunque neppure troppo trattenuta metafora dei problemi della pubertà, che raramente sono poetici ed aulici ma sono "stupidi", disgustosi, caotici, puzzolenti, tragici ed esagerati, e lo stesso vale ovviamente per le gioie e le passioni, da cui veniamo sopraffatti al punto da perdere la ragione. A Mei Mei è "semplicemente" questo che succede. La bambina modello che non vede l'ora di stare con la madre e fare, di base, quello che piace a quest'ultima, "chiusa" in un mondo protetto e controllato, comincia a diventare permeabile agli stimoli esterni, i ragazzi in primis, e a poco a poco scopre di essere un individuo unico, benché imperfetto, con pregi e difetti che prima sembravano insospettabili. 


Questi cambiamenti improvvisi (legati in primis allo sviluppo fisico ed ormonale, all'arrivo delle mestruazioni e al divenire donna a tutti gli effetti) vengono rappresentati dall'incapacità di Mei Mei di tenere a freno la sua trasformazione in un buffo panda rosso ogni volta che un'emozione la travolge, cominciando proprio con la lussuria, inusuale per un film Pixar ma naturalissima per una ragazzina che comincia a sognare i primi baci e forse anche approcci un po' più approfonditi (la scoperta dei disegni "pornografici" che mandano su tutte le furie la madre è da antologia), fomentata dal periodo storico più adatto a questo tipo di sensazioni, ovvero quello in cui spuntavano boy band da tutte le parti. Invece di fungere da mero veicolo di nostalgia "moderna", i fighettissimi e fittizi 4*Stars, diretti discendenti di NSync, Backstreet Boys e soci, diventano uno degli snodi fondamentali della trama in quanto fonte di isteria e caldane, fulcro di scontri generazionali e anche un modo per scoprire verità insospettabili su ancor più insospettabili persone, un'altra dimostrazione che chiunque può avere nascosto nel petto un panda rosso senza che questo si scateni per distruggere tutto.


Al di là del design buffo e bambolottesco sia dei personaggi principali che del panda, oltre che all'abbondanza di momenti esilaranti e di citazioni che spaziano dagli anime a Ghostbusters, Red si conferma dunque un prodotto molto profondo, che mira a parlare al cuore di tutti gli spettatori. I più piccoli saranno sicuramente deliziati dagli aspetti superficiali di una trama avventurosa che non cala mai di ritmo, dalla colonna sonora scoppiettante e dal design coloratissimo di un film giustamente stra-curato a livello di animazioni, i ragazzini più grandi penso possano facilmente riconoscersi in Mei Mei o in una delle sue amiche e magari riuscire a gestire un po' meglio tutti gli enormi cambiamenti da affrontare ogni giorno, facendo anche affidamento su amici e genitori, mentre questi ultimi potrebbero aprire un po' gli occhi e ricordare che anche loro sono stati degli esseri goffi e assurdi e dare una mano ai propri figli o nipoti in cerca di aiuto senza giudicare le loro non condivisibili scelte. Ho apprezzato tantissimo, durante il poetico e commovente finale, la connessione che gli autori hanno provato a creare tra un presente (ormai passato) fatto di piccoli, enormi problemi quotidiani che persistono nonostante un'epoca e una società che dovrebbero essere più tolleranti e aperti, e un passato in cui dolore, frustrazioni e rimpianti venivano ingiustamente imposti a causa di una fondamentale incapacità di comunicare e una chiusura mentale impossibile da abbandonare e da non riversare sui propri figli; dopo averlo già fatto nel devastante corto Fuori dal bosco, la Disney cerca anche in questo caso di sottolineare l'importanza di trarre esempio dagli sbagli dei propri genitori e cercare di non ripeterli coi figli, un messaggio fondamentale ed indirizzato agli adulti, che arricchisce ulteriormente quello principale, più universale. Nonostante tutto, comunque, disonore sulla Disney che nasconde questi gioiellini riservandoli allo streaming, e solo tanto amore per Domee Shi, sperando che il suo prossimo film possa raggiungere un pubblico ben più vasto!


Di Sandra Oh, che in originale doppia tutte le versioni di Ming, ho già parlato QUI mentre James Hong, che doppia Mr. Gao, lo trovate QUA.

Domee Shi è la regista e co-sceneggiatrice del film. Cinese, è al suo primo lungometraggio ma ha già vinto l'Oscar per il delizioso corto Bao. Anche animatrice e doppiatrice, ha 33 anni.


A doppiare la temibile Nonna è nientemeno che la Madame Gao di Daredevil, l'attrice Wai Ching Ho. ENJOY!

15 commenti:

  1. Non sarà il migliore della Pixar, ma a me ha divertito, mentre mia moglie si è annoiata, ma lo sai già visto che avevi letto la nostra recensione :) Secondo me l'anno 2002 serve anche per evitare la presenza degli smartphone, che avrebbero influito troppo sulla storia

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    1. Sì, probabilmente l'assenza di smartphone era fondamentale ma guardando anche l'età della regista è stata probabilmente una questione meramente autobiografica!

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  2. Per fortuna ho un caro amico che ha l'abbonamento a Disney Plus.
    Io preferisco andare al cinema con Lorenzo, e non ho tv a pagamento a casa, quindi mi sono autoinvitata a casa sua, per guardare questo film.
    Lo farò nei prossimi giorni, appena il lavoro e impegni vari me lo consentiranno.
    Mio figlio non vede l'ora e, da quanto leggo, non resterà deluso.

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    1. Onestamente, queste scelte della Disney le trovo incredibilmente stupide. Appunto, non tutti possono o vogliono pagare un abbonamento di cui magari non usufruirà, e comunque i cartoni animati al cinema, per i bambini, sono sempre una festa, di cui è davvero scellerato privarli.
      Ciò detto, spero che il film vi possa piacere!

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    2. Noi andiamo al cinema, in media, due volte al mese.
      La scorsa settimana abbiamo visto "Lizzy e Red" che è carino, sebbene non mi abbia convinta al cento per cento.
      In questi giorni saremmo andati sicuramente a vedere questo.
      Quindi concordo sulla discutibilità della scelta di non farlo passare dalle sale.
      Ma vabbè, l'importante è aver trovato una soluzione. 😉

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  3. Pago il fatto di non essere tra il pubblico a cui il film si rivolge, mi è sembrato un po’ un “Voglia di vincere” con un uso differente della metafora, alcuni momenti li ho apprezzati molto, ci ho visto tanti legami con i vecchi titoli della Pixar, anche se per lunghi tratti mi sembrava più di guardare un prodotto Dreamworks, non che sia un male eh? Cheers

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    1. Voglia di vincere! Cosa mi hai fatto tornare in mente!! Non guarderò più quel panda rosso con gli stessi occhi, ora XD

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  4. Niente da dire, l'ho visto con le mie nipotine, di cui una in età per comprendere le esigenze della protagonista, mentre per quanto riguarda me-sarà che cono cresciuto con i classici Disney in 2D come "Gli Aristogatti" e "Robin Hood" forse sarò troppo grande per poterlo apprezzare in pieno.

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    1. Beh con Robin Hood ci sono cresciuta anche io e tutt'oggi è il mio Disney preferito dopo La bella e la bestia, ma Red mi è piaciuto tantissimo!

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  5. Ma davvero l'hanno etichettato come non relatable?!
    Ma nessun critico è stato adolescente?
    Erano tutte già splendide donne senza imbarazzi e senza preoccupazioni?
    Non ho parole.

    Anche se la struttura e la metaforona non velata non mi hanno entusiasmato come altre volte (ma la colpa è delle alte aspettative che ho nei confronti della Pixar), a questo piccolo film esilarante e buffo voglio bene comunque.

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    1. Più che altro sono tutti uomini adulti, bianchi ed etero, ma non è che quando è uscito Ratatouille lo abbiamo apprezzato perché eravamo tutti ratti, eh XD

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  6. Molto, molto curioso, purtroppo in questo periodo non abbiamo più Disney+.

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    1. Io l'ho riattivato per l'occasione, penso di tenerlo un paio di mesi stavolta, visto che dovrebbe uscire anche Moon Knight, che mi interessava.

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  7. Per me è un film assolutamente "relatable". Pure adesso che non ho più 13 anni da un pezzo. XD

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    1. Infatti anche il Bolluomo è rimasto coinvolto e si è divertito :)

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