Trama: una sciamana e il suo assistente vengono contattati da un ricco uomo d'affari per indagare sulla misteriosa malattia del primogenito neonato. Una volta capito che il male nasce dallo spirito inquieto di un antenato, la sciamana contatta un esperto di feng shui e il responsabile di una ditta di pompe funebri per spostare ed esorcizzare il luogo di sepoltura del defunto, scatenando una serie di eventi nefasti...
Di Exhuma avevano detto tutti meraviglie ma, purtroppo, fino alla settimana scorsa non ero riuscita ancora a guardarlo. Ora che l'ho fatto, non posso esimermi dall'unirmi al coro unanime di apprezzamenti, perché Exhuma è uno degli horror più interessanti e, soprattutto, coinvolgenti visti di recente, anche se per un pubblico occidentale non è un'opera facilissima da approcciare. La trama, infatti, è molto radicata nella storia della Corea del Sud, soprattutto per quanto riguarda i rapporti di sudditanza col Giappone, e anche nelle credenze religiose, nelle leggende e nelle superstizioni sudcoreane. Poco danno, perché sicuramente il film fa venire voglia di documentarsi al riguardo, il che è sempre una cosa positiva, e anche perché, fortunatamente, la trama e i personaggi sono così ben costruiti che la visione risulta comunque molto piacevole. Exhuma racconta uno dei (si suppone) tanti casi di un eterogeneo gruppo di "risolutori" formato da una sciamana, il suo giovane assistente, un esperto di feng shui nonché geomante, e l'amico impresario di pompe funebri. Tutto inizia quando un ricco coreano emigrato in America chiede l'aiuto di Hwa-rim per curare il figlio neonato, afflitto da una misteriosa malattia. La sciamana capisce che il piccolo, così come tutti gli uomini della famiglia ancora in vita, sono stati maledetti da un antenato, incapace di trovare pace nella sepoltura. Chiede così aiuto al geomante Sang-deok, per capire cosa ci sia che non vada nel luogo dove è stato sepolto l'uomo, e il gruppo va ad indagare in una misteriosa foresta popolata da volpi (le volpi, nella cultura giapponese, hanno una fortissima valente magica e spirituale), un luogo di sepoltura dalla chiara natura nefasta. Le azioni di Sang-deok e soci, atte ad esorcizzare il defunto, danno il via, come spesso accade negli horror sud-coreani, ad uno sdoppiamento della trama, per cui un pericolo tutto sommato "facile" da sventare ne nasconde un altro ben più terribile e complesso, che potrebbe anche causare la morte dei protagonisti. In questo caso, il problema di Exhuma è che i personaggi principali sono tutti ugualmente adorabili, ognuno caratterizzato da pregi e difetti che li rendono umani e molto interessanti, al punto che verrebbe voglia di aver tra le mani un'intera serie di film per conoscere il loro passato e come sono arrivati a fare gruppo per risolvere magagne sovrannaturali.
Oltre ad avere un parterre di protagonisti carismatici, che avranno modo di evolvere ulteriormente nel corso del film, Exhuma è molto affascinante, perché presenta una mitologia particolare, basata su rituali e leggende ai quali noi occidentali non siamo avvezzi. Da appassionata del Giappone, ho apprezzato molto che si facesse un confronto tra spiriti sudcoreani, apparentemente più "malleabili" o comunque esorcizzabili con riti sciamanici, e quelli giapponesi che, come Ju-On insegna, non si possono fermare neppure con le cannonate, e sono persino passabili di evolvere in divinità maligne, regolate da complessi equilibri naturali di non facile comprensione. Exhuma è un horror commerciale, che in patria ha fatto sfracelli al botteghino, quindi è "fruibile" anche da chi non tollera opere troppo splatter, sperimentali o paurose. A differenza del nostro horror commerciale medio, però, è incredibilmente curato sotto ogni punto di vista: dagli effetti speciali, mai invasivi e molto ben fatti, alle coreografie dei rituali sciamanici, dalla regia, passando per la bella fotografia, fino ad arrivare agli attori principali. Choi Min-sik è una garanzia da decenni, lo sappiamo, e il personaggio di San-deok è un equilibratissimo mix di serietà professionale, fragilità umana e tratti faceti ma anche spicci, tuttavia il resto del cast non sta lì per bellezza. Kim Go-eun interpreta una sciamana carismatica e affascinante, e brilla anche nei momenti più drammatici del film, quanto a Lee Do-hyun e Yoo Hae-jin superano lo status di semplici spalle e, con l'umanità imperfetta dei loro personaggi, apportano un equilibrio fondamentale alla riuscita dell'opera. Exhuma è un film che dura più di due ore ma, grazie a tutte queste caratteristiche, scorre con una facilità estrema nonostante la sua natura sibillina per il pubblico occidentale, intrattenendo e spaventando come la versione di lusso delle opere cinematografiche prodotte dalla Blumhouse. Lo trovate a noleggio su quasi tutte le piattaforme italiane, vedete di non fare come me e di recuperarlo il prima possibile!
Questo mi è piaciuto parecchio, ha la capacità di portati in territori cinematografici diversi dal solito, avercene di film così ;-) Cheers
RispondiEliminaDavvero ganzo e, nella sua fruibilità, pure raffinato. Connubio non scontato!
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