martedì 22 luglio 2025

Il Bollalmanacco On Demand: L'innocenza (2023)

Per la rubrica Il Bollalmanacco On Demand avrei dovuto parlare oggi di The gangster, the cop, the Devil, ma Lory ha deciso di cambiare il titolo scelto con L'innocenza (怪物 - Kaibutsu), diretto nel 2023 dal regista Hirokazu Koreeda. Il film di  Lee Won-tae sarà comunque il prossimo della rassegna!


Trama: Minato è un ragazzino delle medie che vive solo con la madre, dopo che il padre è morto. Un giorno, Minato comincia a comportarsi in modo strano, a tornare a casa ferito e senza scarpe; indagando, sua madre scopre che la colpa sembrerebbe essere del professor Hori...


In un mondo in cui la gentilezza è diventata merce rara, è successo che una delle mie lettrici, Lory, ha deciso di chiedermi un film On Demand al posto di un altro che aveva proposto da tempo, perché un'altra lettrice, Patrizia, ha chiesto un parere proprio su L'innocenza, dichiarandosi "stupita , confusa, non sono sicura mi sia piaciuto al 100%". Sono stata comunque un po' lenta nel recupero, e mi dispiace, ma devo ringraziare sia Lory che Patrizia per avermi permesso di guardare un film veramente particolare e bellissimo, un "thriller" di sentimenti, raccontato attraverso quattro punti di vista diversi. Cercherò di non fare troppi spoiler, e di invogliare chi non dovesse conoscere L'innocenza a vederlo lasciandosi sorprendere dagli argomenti trattati. La storia è quella di Minato, un ragazzino che frequenta la sesta elementare giapponese (in pratica, l'equivalente di un nostro studente di prima media). Minato vive solo con la giovane madre vedova, Saori; il rapporto tra i due è sereno ma, ovviamente, Saori deve lavorare per mantenere entrambi, e spesso non riesce a stare accanto al figlio come vorrebbe. La donna rimane quindi sconvolta quando Minato comincia a farle domande strane su bambini ai quali verrebbero trapiantati cervelli di maiale, a tornare a casa tardi, a presentarsi con delle ferite oppure senza scarpe, finché un giorno il ragazzo arriva addirittura a buttarsi dall'automobile in corsa guidata dalla madre e finisce in ospedale, pur senza riportare danni gravi. Messo alle strette, Minato confessa di essere vittima delle angherie del giovane professor Hori, e Saori corre a scuola pretendendo soddisfazione, trovandosi davanti però un muro di insegnanti (direttrice compresa) distaccati e freddi, poco interessati ai problemi di Minato o alla rabbia di sua madre. Questo è l'incipit de L'innocenza anche se, per essere esatti, il film inizia in medias res, quando una serie di eventi ha già travolto Minato, ma prima che queste vicende cambino irrimediabilmente le vite di tutti i coinvolti. La sceneggiatura riparte altre tre volte dall'inizio, presentando la storia da altri punti di vista, e lascia allo spettatore il compito di unire tutti i puntini, ottenendo il quadro complesso di un delicato, malinconico coming of age che vede due mondi completamente diversi scontrarsi.


Il titolo italiano, L'innocenza, e quello giapponese, traducibile come "mostro", sono intercambiabili, perché dipendono dai punti di vista dei personaggi presenti nel film e rappresentano due mondi che si incontrano ogni giorno senza capirsi quasi mai, ovvero quello degli adulti e quello dei bambini. Minato e il suo compagno di classe Yori vivono e si rapportano tra loro con l'innocenza della loro età, scevri da pregiudizi o secondi fini, con una semplicità quasi commovente. E' la percezione altrui che è falsata, e da vita a tanti piccoli e grandi equivoci; ciò che è innocenza per alcuni, diviene dapprima stranezza, poi mostruosità per altri, e questo vale per tutti i protagonisti del film, che introiettano questa percezione estranea, arrivando a sentirsi davvero dei mostri e a comportarsi come tali, anche solo spinti da un istinto di autoconservazione. Anche i ruoli di "vittime" e "carnefici" si scambiano costantemente all'interno de L'innocenza, tanto che, se inizialmente si prova odio verso un personaggio, facilmente si verrà mossi a pietà in seguito, quando tutte le tessere del puzzle saranno andate al loro posto. Persino chi, sul finale, si scoprirà essere davvero colpevole di un atto gravissimo, benché involontario, racchiude in sé un dolore e un senso di colpa talmente grandi che è difficile non commuoversi durante la sequenza in sala musica; anche lì, un "semplice" momento di condivisione diventa qualcosa di più, perché rappresenta anche la salvezza fisica di un'altra persona, ed è l'ennesimo esempio di come L'innocenza sia un film complesso e mai univoco, la perfetta rappresentazione della natura spesso soggettiva della "verità". L'alternanza di una dura, prosaica realtà e la fuga verso un perfetto mondo di fantasia e libertà è un altro aspetto fondamentale de L'innocenza, all'interno del quale i personaggi combattono duramente per preservare un minuscolo spazio felice da cui vengono costantemente strappati, persino per mano di chi vuole loro bene. Il finale, in tal senso, è emblematico, e lascia aperta la porta a più interpretazioni, persino negative, anche se lo stesso regista ha parlato di rinascita metaforica, di un'accettazione di se stessi e di un futuro da accogliere con animo più leggero, senza timore di venire nuovamente ingabbiati o frenati.


Le vicende di Minato, Yori, Saori e Hori, vengono narrate attraverso una regia partecipe ma non invasiva, con inquadrature che lasciano ampio spazio allo spettatore per indagare volti, gesti, dettagli apparentemente insignificanti; la regia di Koreeda mima lo sguardo altrui, talvolta utilizzando splendide soggettive, altre volte replicando lo stupore provato da panorami stupefacenti o terribili, spesso lasciando particolari importanti appena fuori dall'inquadratura, a dimostrare che le persone vedono quasi sempre ciò che si aspettano di (o vogliono) vedere. Anche la direzione degli attori è incredibile, in primis quella dei giovanissimi interpreti di Minato e Yori, considerato l'argomento difficile trattato dal film. Gli atteggiamenti dei due ragazzini, così come il modo in cui interagiscono, è molto verosimile, sia nei loro giochi infantili che nei loro drammi, così complicati che schiaccerebbero degli adulti molto più navigati; per quanto riguarda il cast più "maturo", invece, gli attori apportano tantissime sfumature impercettibili ai personaggi, assecondando il costante cambio di punti di vista, dando vita ogni volta a una persona diversa e sempre più complessa. Se la regia di Koreeda è solida ma perfettamente "mimetizzata", la bellissima colonna sonora di Ryūichi Sakamoto, l'ultima realizzata dal talentuoso compositore (il quale ha composto solo due brani nuovi per pianoforte, il resto della colonna sonora comprende vecchi pezzi di Sakamoto scelti per l'occasione, da lui o da Koreeda), sembra sgorgare direttamente dalle immagini, naturale e necessaria quanto i silenzi che spesso accompagnano le vicende dei personaggi. Il brano che si sente sul finale, allungandosi nei titoli di coda, rende difficile allo spettatore staccarsi dalle atmosfere malinconiche e misteriose del film, ed alimenta il desiderio di riguardare L'innocenza da capo, più volte, per cogliere tutto ciò che magari è sfuggito alla prima visione e riuscire a catturare l'essenza di questi personaggi così sfuggenti e complicati.


Del regista Hirokazu Koreeda ho già parlato QUI.

Sakura Andou interpreta Saori Mugino. Giapponese, ha partecipato a film come Love Exposure, Un affare di famiglia e Godzilla -1.0. Ha 39 anni.






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