Per la rubrica Bolla Loves Bruno parliamo oggi di Codice Mercury (Mercury Rising), diretto nel 1998 dal regista Harold Becker e tratto dal romanzo Simple Simon di Ryne Douglas Pearson.
Trama: un bambino autistico decifra accidentalmente un codice sviluppato dalla NSA e il direttore, per non perdere la faccia, decide di farlo uccidere. Art Jeffries, agente dell'FBI caduto in disgrazia dopo una missione finita in tragedia, si ritrova accidentalmente a dover proteggere il bimbo...
Dopo The Jackal, il sito Imdb inserisce Bruce Willis come attore nella commedia romantico-sportiva Broadway Brawler. In realtà, di questo progetto non è rimasto nulla, perché è stato tolto dalla produzione dopo soli 20 giorni di riprese e ben due anni di pre-produzione, quando Bruce Willis ha fatto licenziare diversi membri della troupe (tra i quali il direttore della fotografia e la regista), insoddisfatto dei risultati; Broadway Brawler avrebbe dovuto essere distribuito dalla Walt Disney Company che, per evitargli una penale salata, ha imposto a Bruce di partecipare con un compenso ben più basso del solito a tre film, ovvero Armageddon, Il sesto senso e Faccia a faccia, i primi due destinati ad entrare a far parte dei maggiori successi commerciali dell'attore. Prima di Armageddon, però, esce questo Codice Mercury, che non riguardavo da anni e che ho riscoperto essere un'opera dignitosissima, soprattutto per come amalgama le caratteristiche ormai tipiche del "personaggio" Bruce Willis a quelle di un innocente con la I maiuscola, un bambino autistico completamente incapace di sopravvivere da solo, neppure in circostanze normali. In questo caso particolare, il piccolo Simon finisce nel mirino del glaciale direttore dell'NSA dopo aver trovato per puro caso (letteralmente per gioco) la chiave di un codice virtualmente indecifrabile. Invece di prendere Simon e portarsi lui e i genitori in qualche base dove mettere a frutto le incredibili capacità del bambino, il direttore Kudrow preferisce assoldare una serie di spietati sicari per eliminare l'improbabile testimone e tutti quelli che gli sono stati vicini, a cominciare da papà e mamma. Fortunatamente, si mette di mezzo Bruce Willis nei panni di Art Jeffries, un agente dell'FBI traumatizzato da un'operazione sotto copertura finita malissimo, con la morte di due giovanissimi criminali, poco più che ragazzini. Proteggendo Simon contro tutto e tutti (sfruttando pochissimi conoscenti e un'imprevista alleata), Art cerca di fare ammenda per delle morti che gli pesano sulla coscienza, e lo fa cercando il giusto equilibrio tra epici momenti d'azione e la necessità di superare il muro impenetrabile eretto da un bambino che lo considera giustamente un estraneo e che, non percependo il pericolo, cerca di scappare e tornare a una vita che non esiste più.
Come dice da sempre mio padre: "Sun propriu cini". Per apprezzare Codice Mercury bisogna innanzitutto sorvolare sul suo stupidissimo assunto iniziale, che vede due nerd dell'NSA testare l'impenetrabilità del codice pubblicando un rompicapo su una rivista di enigmistica, e la natura psicopatica del direttore dell'NSA (non il fatto che una donna decida di aiutare Bruce Willis, dandogli persino un posto dove dormire, senza avere idea di chi sia, questo lo farei anche io), che opta per sterminare una normalissima famiglia in virtù di un patriottismo distorto. Per fortuna, lo spettatore viene distratto dalla stupidità della trama, che risulta comunque avvincente, grazie alla bellissima alchimia che si viene a creare tra Bruce Willis e Miko Hughes, complice anche un'intensa colonna sonora di John Barry, non proprio l'ultimo dei pivelli. Miko Hughes, in particolare, è uno degli enormi misteri del mondo del cinema, perché non si capisce come abbia potuto un bambino così dotato scomparire dagli schermi proprio poco dopo l'uscita di Codice Mercury. Immagino abbia voluto prendersi una pausa per godere di un'esistenza normale e non fare la fine di tanti suoi coetanei, ma vista la straordinaria, realistica interpretazione di un bambino autistico, mi permetto di dire che è stato proprio uno spreco; nel personaggio di Simon non c'è traccia di pigrizia, di scappatoie che si adagiano nei cliché, solo un palese impegno derivante dallo studio della malattia e dal contatto prolungato con bambini autistici, e chissà cosa avrebbe potuto fare Hughes se avesse deciso di proseguire la carriera con questo stesso impegno. Bruce Willis non si lascia eclissare da un simile talento, ma ammorbidisce i tratti spigolosi e piacioni tipici dei suoi personaggi "action" per mettere sul piatto un cuore vero, un reale desiderio di proteggere e capire il bambino, in un percorso di crescita difficile e non banale, che si conclude in un finale tanto verosimile quanto toccante. Il resto del cast si assesta su livelli abbastanza medi, così come la regia, la fotografia e il montaggio, ma Codice Mercury è uno di quei film "di cassetta" che fa comunque piacere rivedere, di tanto in tanto, anche solo per vedere spuntare quelle belle faccette all'epoca non proprio famosissime (come Peter Stormare e John Carroll Lynch) che tante gioie ci avrebbero dato negli anni a venire.
Di Bruce Willis (Art Jeffries), Alec Baldwin (Nick Kudrow), Miko Hughes (Simon Lynch), Kim Dickens (Stacey), Peter Stormare (Shayes), John Carroll Lynch (Martin Lynch) e Jack Conley (Detective Nichols) ho già parlato ai rispettivi link.
Harold Becker è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Crazy for You, Seduzione pericolosa e Malice - Il sospetto. Anche produttore, ha 97 anni.
Chi McBride interpreta Tommy B. Jordan. Americano, ha partecipato a film come La rivincita dei nerds III, Sospesi nel tempo, Fuori in 60 secondi, Faccia a faccia, The Terminal e a serie quali Willy il principe di Bel Air, Dr. House, Monk, How I Met Your Mother; come doppiatore, ha lavorato in Phineas e Ferb e Beavis and Butthead . Anche sceneggiatore e produttore, ha 64 anni.
Fun fact: Nicolas Cage e George Clooney erano due dei nomi papabili per interpretare Art Jeffries. ENJOY!
Nessun commento:
Posta un commento