Per ovvi motivi, appena è uscito anche in Italia con l'innominabile titolo Il clown di Kettle Springs, ho recuperato Clown in a Cornfield, diretto e co-sceneggiato dal regista Eli Craig partendo dal romanzo di Adam Cesare.
Trama: Quinn si traferisce con suo padre nella cittadina di Kettle Springs. Lì, fa amicizia con Cole e con altri suoi coetanei, minacciati dall'inquietante presenza del clown Frendo...
Gli ovvi motivi, se seguite da un po' il mio blog, si trovano nel titolo del film. Due delle cose che mi terrorizzano di più, da quando ho cominciato a guardare gli horror, sono i clown e i campi di grano. Diciamo che Adam Cesare avrebbe fatto filotto se, nel titolo, avesse inserito anche bambole e burattini ma, anche così, il suo romanzo mi ha abbastanza incuriosita da leggerlo, quando ho saputo che ne avrebbero tratto un film. Clown in a Cornfield è uno young adult in salsa horror, scritto da un autore nato nel 1988 e quindi abbastanza vecchio da poter essere genitore di uno dei protagonisti; nonostante la "vecchiaia", o forse proprio grazie ad essa, Cesare ha basato il suo romanzo più famoso sulla lotta generazionale e sulla pessima abitudine che abbiamo noi Millenials (e le generazioni prima di noi) di rifiutare il passare del tempo, aggrappandoci testardamente a una nostalgia che sta progressivamente devastando il mondo in generale, e quello dell'entertainment in particolare. A questo, bisogna aggiungere che Clown in a Cornfield è ambientato nella cosiddetta flyover country, in bifolcolandia, dove le diavolerie moderne e il progresso sono guardati ancora più con sospetto, quindi terreno fertile per tradizioni stagnanti e potenzialmente pericolose. A Kettle Spring, paese dove si trasferiscono Quinn e suo padre, chiamato a ricoprire il ruolo di dottore locale, dette tradizioni (vecchie di BEN 100 anni!!) ruotano tutte attorno alla fabbrica di sciroppo di mais Baypen e della sua mascotte Frendo, un clown celebrato dalla gente del luogo come un eroe leggendario. Gli unici immuni al fascino di Frendo sono Cole e i suoi amici, i quali, da bravi zoomers, sognano un futuro migliore e lontano ma, nel frattempo, si divertono a tutto spiano cercando fama e followers su internet caricando video di burle pesanti, arrivando persino a screditare Frendo presentandolo come un serial killer. I problemi, ovviamente, iniziano quando gli adolescenti di Kettle Springs cominciano a cadere davvero come mosche per mano dell'inquietante clown.
Il film di Eli Craig segue in buona misura la trama del libro, con un'unica differenza davvero importante, ovvero quella di riservare il plot twist al finale, mentre Cesare scopre le carte ben prima. Il medium cinematografico è anche più rapido e divertente, popolato da personaggi un po' più stereotipati e superficiali (protagonista compresa), che seguono modelli di comportamento più esasperati e meno inquietanti rispetto alle loro controparti cartacee. Il risultato, però, non è affatto disprezzabile ed è un simpatico dito medio rivolto agli slasher nostalgici, un horror per i ragazzi di oggi e per gli adulti che hanno abbastanza cervello da ridere di loro stessi, magari riconoscendosi un po' negli abitanti di Kettle Springs e nel goffo padre di Quinn (la battuta pronunciata dalla ragazza, "Sai che gli anni '80 sono lontani da me quanto lo erano per te gli anni '40?" mi ha stesa anche se, come direbbe Titty Ferro, fa "male, male, male da morire"). A livello di gore, Clown in a Cornfield regala un paio di morti molto belle ai danni di poveri ragazzetti, mentre il sembiante del clown Frendo, riproposto in un terrificante carillon con pupazzo a molla che non vorrei in casa nemmeno me lo regalassero, è inquietante a sufficienza per il pubblico a cui è rivolto (non supererà MAI l'orrore dei clown di Hell House LLC, ci mancherebbe, ma fa il suo). Anche gli attori sono molto validi. La ragazza che interpreta Quinn è bellina e cazzuta, Cole è come me lo sarei aspettato leggendo il libro e Kevin Durand regala sempre grandi gioie; continuo a contestare un po' il casting di Will Sasso nei panni dello sceriffo, e anche personaggi come Janet e Ronnie sono un po' sottotono, ben diverse dalla queen bee e dalla zoccolotta del libro, per non parlare di quel blocco di tufo che interpreta Rust, ma non si può avere tutto dalla vita. Sarei curiosa di vedere adattati gli altri romanzi della serie, arrivata ormai al terzo capitolo, ma temo che rispecchierebbero un po' troppo la realtà Trumpiana, soprattutto Frendo Lives!, e servirebbe un approccio meno giocoso rispetto a quello di Eli Craig. Ma mai dire mai, comunque!
Del regista e co-sceneggiatore Eli Craig ho già parlato QUI. Kevin Durand (Arthur Hill) e Will Sasso (Sceriffo Dunne) li trovate invece ai rispettivi link.
Se Clown in a Cornfield vi fosse piaciuto, recuperate Tucker and Dale vs Evil. ENJOY!
Ho il post in rampa di lancio dalle mie parti quindi ti leggo tranquillo, devo dire che ho apprezzato più il messaggio alla base, l'idea di scontro nella storia che il resto, "Tucker and Dale" era un'altra cosa, ma come Slasher estivo il suo dovere lo fa. Cheers!
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