lunedì 16 aprile 2018
Tre giorni di tristezza con un pizzico(ne) d'ignoranza
Poi è scomparso Vittorio Taviani e qui devo ammettere di essere non carente, di più. Assieme al fratello ha portato onore e gloria al cinema italiano ma io non ho mai, e dico mai visto un film da lui diretto. Bella cinefila del menga, eh? Apro qui un ON DEMAND non ufficiale: consigliatemi IL film da lui diretto che devo assolutamente guardare e farò ammenda, prometto. Non costringetemi ad andare a caso e affidarmi alla mia ignoranza.
Ultimo, ma non per questo ultimo: il sergente che, grazie a Kubrick, più abbiamo amato odiare dal 1987 in poi, talmente iconico da essere finito a parodiarsi persino ne I Simpson e in Toy Story, per non parlare delle apparizioni speciali in film come Non aprite quella porta e, soprattutto, Sospesi nel tempo. Addio R. Lee Ermey, non esisterà mai più un sergente bastardo come il tuo!!
mercoledì 21 settembre 2016
Bollalmanacco On Demand: Amadeus (1984)
Trama: la vita e lo straordinario genio di Wolfgang Amadeus Mozart vengono raccontati dalla voce dell’anziano compositore Salieri, portato alla follia e al suicidio dai sentimenti contrastanti di invidia e profonda ammirazione nei confronti del giovane musicista…
Prima di cominciare a scrivere il post alzerò una prece al “Santo della mediocrità”, Antonio Salieri, al quale oserò anche dare del tu. Antonio, illuminami. Illuminami perché sulla rete ci saranno di sicuro almeno un migliaio di recensioni, analisi e finanche post amatoriali dedicati ad Amadeus che saranno cento volte migliori dei miei. Ma secondo te, perché Cthulhu o chi per lui mi ha dato la passione per il cinema e il desiderio di scriverne assieme alla consapevolezza che non riuscirò MAI a magnificare le lodi di film meravigliosi in maniera originale, interessante ed intelligente? Finirò anche io pazza e in manicomio, convinta di aver portato alla morte fior di critici cinematografici? Mah, speriamo di no ma tu mettici la manina santa e consentimi di arrivare perlomeno alla fine del post senza rendermi ridicola. Bando a tecnicismi, analisi profonde e giri intorno al mondo quindi, siamo mediocri fino in fondo: Amadeus è un film della Madonna. Quando ho cominciato a guardarlo quelle tre ore si stagliavano davanti a me come il monolite nero di 2001 Odissea nello spazio, presagio di probabile camurrìa ed imminente calar di palpebre. Fortunatamente è subito comparso sullo schermo un favoloso F. Murray Abraham, che urlava di avere ucciso Mozart e che cercava di spiegare le sue ragioni ad un prete incredulo, e il suo modo di raccontare una vicenda per me nuova e misteriosa mi ha catturata come mai avrei creduto possibile, forse proprio per la complessità di un personaggio come Salieri. E’ stata la voce narrante incredibilmente umana di Salieri a prendermi per mano e portarmi ad amare Mozart, a riascoltare melodie conosciute apprezzandone l’intrinseca genialità, a disprezzarlo per la boriosa superiorità mostrata nei confronti di tutto e tutti, a vergognarmi per essere riuscita ad empatizzare sia con “Wolfie” (nei momenti di crisi) che con un Salieri al massimo dell’abiezione, comprensibilmente pronto ad arrivare a qualsiasi estento pur di prendersi la sua rivincita su un Dio crudele. Ah, l’Amadeus, l’ “amato da Dio”, incarnato nientemeno che da un reduce di Animal House affetto da una risatina fastidiosa e insinuante! L’odio di Salieri è più che condivisibile ma alla fine ci si affeziona anche a questo geniale folletto del Caos, costretto nelle maglie retrograde di una società ancora legata alle tradizioni dell’Opera e ai voleri di un Imperatore illuminato ma comunque moscio ed ignorante come una capra di Biella, al punto da affermare che la musica di Mozart è bella ma “ha troppe note”. A differenza di Mozart, il bieco ma furbo Salieri sa come trattare con gente simile, come muoversi a Corte e come, senza esporsi troppo, fare terra bruciata attorno ad un nemico il cui genio nulla può senza le giuste conoscenze; schietto ed onesto, Amadeus è fin troppo vulnerabile alle regole di una realtà che non lo accetta e, come i migliori artisti, viene consumato sia da essa che dalla sua smania creativa.
L’interessantissima trama (che, come ama sempre ricordarmi Toto, è MOLTO romanzata rispetto alla realtà della vita di Mozart) consente al film di incastrarsi in due dei generi che più prediligo, quello storico-biografico e, ovviamente, il musical. Un montaggio ispiratissimo e, oserei dire, geniale quanto Mozart, porta lo spettatore a rimanere a bocca aperta davanti al modo in cui le sensazioni ispirate dalla musica in sottofondo animano non soltanto le espressioni ed il linguaggio corporeo degli attori ma diventano una propaggine indispensabile per gli eventi che scorrono sullo schermo; la melodia del Flauto Magico che nasce attraverso prove con gli attori ma anche, e soprattutto, grazie al disastroso incontro con la suocera di Mozart, la composizione del Requiem che si interrompe al momento della morte del musicista (e la cui melodia viene “costruita”, letteralmente, a beneficio delle orecchie dello spettatore), le espressioni di pura meraviglia e sofferenza mentre Salieri legge gli spartiti del rivale figurandosi la musica nella mente, sono tutti momenti di altissimo Cinema che difficilmente spariranno dalla mia memoria. La mia parte "musicalofila" si è poi immensamente goduta non soltanto la bellezza delle esecuzioni musicali (che apprezzo a mo’ di bue Crasso nella mia ignoranza, come il 90% penso delle persone) ma anche e soprattutto dei costumi e delle scenografie, beandomi in particolare del trionfo della Regina della Notte poco prima del finale, senza dimenticare ovviamente Papageno e Papagena, e di quel bel donnino imparruccato di Katerina Cavalieri, vero motore della vicenda, almeno per ciò che riguarda la Director’s Cut. Col senno di poi mi pento di non avere affrontato prima Amadeus, timorosa di trovarmi davanti una vicenda complicata o ad uso esclusivo degli appassionati di musica classica, quando invece avrei dovuto dare fiducia a Milos Forman e al suo modo irriverente e particolare di fare Cinema. Chissà, forse è proprio così che si raggiunge la mediocrità, assecondando la paura di affrontare ciò che è “nuovo”, lontano dal proprio gusto in quanto composto da “troppe note”? In tal caso, continuerò imperterrita a promuovere l’On Demand, così che il genio di qualche lettore illuminato mi porti a scoprire continuamente gemme come questo splendido Amadeus!
Del regista Milos Forman ho già parlato QUI. F. Murray Abraham (Antonio Salieri), Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart), Simon Callow (Emanuel Schikaneder), Jeffrey Jones (l'Imperatore Giuseppe II) e Vincent Schiavelli (il cameriere di Salieri) li trovate invece ai rispettivi link.
Cynthia Nixon interpreta Lorl. Americana, famosa per il ruolo di Miranda in Sex and the City, ha partecipato anche a film come La famiglia Addams 2, Il rapporto Pelican, Baby Birba - Un giorno in libertà e ad altre serie quali Nash Bridges, Oltre i limiti, E.R. Medici in prima linea, Dr. House, 30 Rock e Hannibal. Anche regista, ha 50 anni e tre film in uscita.
Tim Curry e Mark Hamill, che avevano entrambi interpretato Mozart a teatro (il primo assieme a Ian McKellen, tra l'altro!), hanno fatto il provino per il ruolo di protagonisti in Amadeus; oltre a questo, nell'autobiografia di Forman si legge che uno studio si era offerto di produrre il film a patto che fosse Walter Matthau ad interpretare Mozart, in quanto grande estimatore del musicista (Ovviamente, Forman ha rifiutato visto che Matthau aveva all'epoca già 60 anni) mentre pare che fosse nelle intenzioni del regista affidare il ruolo ad un giovanissimo Kenneth Branagh, prima di decidere per Tom Hulce. Meg Tilly avrebbe dovuto invece interpretare Constanze ma un infortunio accorsole proprio il giorno prima delle riprese le ha impedito di partecipare al film. Detto questo, se Amadeus vi fosse piaciuto recuperate The Prestige. ENJOY!
giovedì 28 maggio 2009
Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
La storia è quella di R.P. McMurphy, violento e folle galeotto che viene portato in un istituto per malati mentali, per definire se è realmente pazzo o se nelle sue azioni c’è del raziocinio. La sua presenza, va da sé, sconvolge la vita dell’istituto, normalmente scandita dalle ferree regole della fredda e dura infermiera Ratched, portando una ventata di libertà tra i pazienti, e rivelando anche qualche segreto…
Questo bellissimo film conferma la mia passione per le opere “corali” girate in ambienti difficili, dove una singola persona cerca di cambiare la realtà cupa che lo circonda, riuscendoci o meno, come in Le ali della libertà, Il miglio verde, in modi differenti anche Mystic River. Film con una trama solidissima, sostenuta da attori davanti alle cui interpretazioni qualsiasi altra cosa scompare e si rimane a bocca aperta a guardarli ed ascoltarli, immedesimandosi e commuovendosi. Qualcuno volò sul nido del cuculo è giustamente entrato nella storia perché conta tutti questi elementi e tratta temi universali inserendoli in un ambiente particolare e “delicato” come quello degli istituti mentali, senza cadere in facili clichè o baracconate da film di serie z.
Il cuore del film è ovviamente l’R.P. McMurphy di Jack Nicholson, la cui vitalità, la presunta follia, la profonda umanità rimangono impresse anche dopo aver spento il dvd. Un folle in un mondo di pazzi, oppure l’unico sano in un luogo dove la vera follia è l’impossibilità di evadere dalla malattia mentale, dove tutto viene tenuto sotto controllo, sacrificando la felicità dei pazienti per un presunto ordine? La presenza di Mac, come lo chiamano i degenti del manicomio, è un toccasana per tutti, un piccolo ciclone di caos che regala l’illusione di libertà, assai più umano di dottori e sorveglianti: non a caso è l’unico che riesce ad instaurare una sorta di relazione di amicizia con il sordomuto gigante indiano Chief, e a porre domande pericolose che ridestano i pazienti.
Molte sono le immagini allegre e folli del film, a cominciare dalla battuta di pesca, la partita di basket, l’ultimo dono di Mac che come un novello Babbo Natale regala ai suoi compagni una vigilia indimenticabile, la scena finale ormai diventata cult. Ma questa libertà incarnata da Mac vive una netta contrapposizione con la repressione “terapeutica” portata avanti dall’infermiera Ratched, vero idolo malvagio del film. Ad un certo punto i dottori commentano che l’unica che può combattere la follia di Mac, l’unica in grado di capirlo, è proprio quella che lui odia di più, ovvero l’infermiera stessa. Infatti, dove Mac combatte con la libertà e la “pazzia”, l’infermiera ribatte con la repressione e la fredda razionalità che sconfina nella crudeltà quando ai suoi occhi è ormai chiaro che non saranno più i suoi metodi a farle ottenere l’obbedienza e il rispetto dei pazienti. Tutta l’allegria della parte iniziale del film viene risucchiata e abbattuta da un triste e violento finale, che tuttavia non segna la vittoria dell’infermiera, anzi. Il seme della libertà, per quanto duramente represso, è stato piantato, e qualcuno deciderà di proteggerlo e farlo suo, superando il terrore palpabile che ogni personaggio del film prova: terrore di sé stessi, terrore del mondo esterno, terrore degli sbagli che ognuno compie, terrore del giudizio altrui. E’ questa la differenza tra Mac e tutti gli altri, ciò che lo rende “folle” e quindi pericoloso. La mancanza assoluta di paura, una salda volontà di vivere senza limiti, l’impossibilità quindi di essere manipolato se non con metodi drastici e definitivi. Non a caso lui è l’unico che è costretto a stare nell’istituto: come dice l’infermiera Ratched gli altri sono liberi di andarsene quando vogliono, rinchiusi per loro scelta. Ma Mac sa benissimo che nessuno di loro è realmente libero, presi come sono dalla paura del mondo esterno e il sottile, crudele gioco psicologico dei loro carcerieri che alimenta questa paura e soffoca ogni stimolo di ribellione, rendendoli degli automi, assuefatti alle medicine e ai ritmi dell’ospedale.
Come ho già detto, gli attori sono perfetti, a partire dall’ovvio Jack e dall’altra vincitrice Louise Fletcher. Ma il cast riserva grandi sorprese, mostrandoci un giovanissimo e dolcissimo Danny De Vito nei panni di un ritardato, il sempre lunatico ed inquietante Christopher Lloyd, l’esordiente Brad Dourif (anche lui candidato come miglior attore non protagonista, ahimé non ha vinto l’Oscar seppure il personaggio di Billy sia triste e bellissimo) e l’enigmatico Will Sampson nei panni di Chief. Altre comparse sono dei veri malati mentali, giusto per rendere il tutto il più realistico possibile. Tra i presenti anche Scatman Crothers, che i più ricorderanno come il Dick Halloran nello Shining di Kubrick. Un film da vedere e rivedere, imprescindibile a mio avviso, che piacerà sicuramente a tutti. Un caposaldo assoluto.
Milos Forman è il talentuoso regista della pellicola. I suoi film sono sempre qualcosa di grandioso, particolare, non per tutti i gusti. Personalmente, amo molto i suoi film, tra i quali rammento Hair, Amadeus, Larry Flint – Oltre lo scandalo, Man on the Moon. Il regista Ceco ha 77 anni e un film in uscita.
Jack Nicholson interpreta McMurphy. Penso che sia superfluo presentare l’attore più bravo di Hollywood, scoperto dal genio di Corman, l’attore a cui basta uno sguardo per comunicare qualsiasi emozione, capace di fare piangere un momento prima e quello dopo far morire di paura, e di essere cool, patetico, buono, cattivo, luciferino ed angelico nello stesso film. Corteggiato, e giustamente, da qualsiasi regista di fama mondiale, tra i suoi splendidi film rammento La piccola bottega degli orrori, I maghi del terrore, Easy Rider, Cinque pezzi facili, Chinatown, Professione: Reporter, Shining, Il postino suona sempre due volte, Voglia di tenerezza (il secondo Oscar della sua carriera), L’onore dei Prizzi, Affari di cuore, Le Streghe di Eastwick, Batman (cacca su Heath Ledger!! U__u Era uno splendido Joker, il migliore!!), Codice d’onore, Wolf – La belva è fuori, Tre giorni per la verità, Blood and Wine, Mars Attacks!, Qualcosa è cambiato (per il quale ha vinto l’Oscar), A proposito di Schmidt, Terapia d’urto, Tutto può succedere, The Departed. Ha 72 anni.
Louise Fletcher interpreta l’odiosa infermiera Ratched. Ammetto che, nonostante la filmografia sterminata, non ho mai notato sullo schermo l’attrice americana. Eppure qualcuno dei suoi film l’ho visto, come L’Esorcista II – L’eretico, Fenomeni paranormali incontrollabili, Invaders, Sfida tra i ghiacci, Scomodi omicidi e Cruel Intentions. Per la TV ha partecipato a episodi di Perry Mason, Ai confini della realtà, L’ispettore Tibbs, Racconti di mezzanotte, Star Trek, Settimo cielo e E.R. Ha 75 anni.
Ovviamente Louise è la vecchietta.. omiodio ma l'altro non è quel bolso di Pacey??
Brad Dourif interpreta il patetico Billy Bibbit. Strano il destino di questo attore, condannato, nonostante l’indubbia bravura, a passare ai posteri come LA voce (anche se noi italiani non ne beneficiamo..) del bambolotto Chucky della serie La bambola assassina, a cui è rimasto fedele per tutta la saga. Tra i suoi altri film ricordo I cancelli del cielo, Dune, Velluto blu, Mississippi Burning – Le radici dell’odio, L’Esorcista III, il nostrano Trauma, Alcatraz – L’isola dell’ingiustizia, Nighwatch, Alien – La clonazione, Urban Legend, La profezia, Il Signore degli Anelli (era Vermilinguo ne Le due Torri e ne Il Ritorno del Re), Halloween: The Beginning. Per la TV ha partecipato a Moonlighting, Miami Vice, La signora in giallo, Racconti di mezzanotte, X – Files, Star Trek, Millenium, Law and Order. Ha 59 anni e la bellezza di undici film di prossima uscita, tra cui H2, la seconda parte della saga di Rob Zombie dedicata alle gesta di Michael Myers e, forse, il remake de La bambola assassina, previsto per l’anno prossimo.
Danny De Vito interpreta il dolce e pacioso Martini. Quello che manca in altezza, questo splendido attore, produttore e fine regista (nonché idolo della mia infanzia scellerata) lo compensa in arguzia. Tra i film nei quali ha partecipato come attore ricordo Il dittatore dello stato libero di Bananas, Voglia di tenerezza, il divertentissimo All’inseguimento della pietra verde (e il suo degno seguito, Il gioiello del Nilo), I gemelli, il geniale La guerra dei Roses (di cui è anche regista), Batman – Il ritorno (dove ha interpretato un meraviglioso Pinguino), Last Action Hero, Senti chi parla adesso, Mezzo professore tra i Marines, Junior, Get Shorty, Matilda 6 mitica (nonostante il titolo idiota è una bellissima pellicola di cui è anche regista), Space Jam, Mars Attacks!, Hercules (dava la voce a Filottete), il bellissimo L.A. Confidential, L’uomo della pioggia, The Big Kahuna, Man on the Moon, Austin Powers in Golmember, Big Fish, Be Cool. Per la TV ha partecipato a Starsky & Hutch, la storica sitcom Taxi (che ha portato al successo geni del male come Adam Kaufman e Christopher Lloyd), Friends. Ha dato inoltre la voce a Herb Powell, il fratellastro di Homer, in due episodi dei Simpson. Ha 65 anni e quattro film in uscita.
Christopher Lloyd interpreta il folle Taber. E con quegli occhi spiritati il marchio di folle gli è rimasto, consentendo al buon Zemekis di regalargli (e regalarci) lo storico ruolo dello scienziato Doc in Ritorno al futuro e nei suoi due seguiti, nonché, in altra occasione, un magistrale ed indimenticabile zio Fester nei due film dedicati a La famiglia Addams. Anche lui è un mito della mia infanzia e per ricordarlo al meglio consiglierei di guardare Il postino suona sempre due volte, Star Trek III: alla ricerca di Spock, il cultissimo Signori il delitto è servito, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Quattro pazzi in libertà, Dennis la minaccia, l’interessante Cosa fare a Denver quando sei morto, la versione televisiva di Alice nel paese delle meraviglie, Man on the Moon. Per la TV ha partecipato al già citato Taxi, Malcom, Masters of Horror, Una pupa in libreria, Numb3rs e Law & Order. Ha inoltre doppiato l’ormai storico Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta (chi ricorda ancora la serie Duck Tales?), Anastasia e il recente Le avventure del topino Desperaux. Il nostro ha 71 anni e la bellezza di otto film in uscita tra cui, si spera, qualcosa che promette davvero bene: Piranha 3D. Pauuraaa!!!!
E ora, anche se so che non dovrei, vi lascio con una parodia di una delle scene più belle del film, fatta ovviamente da una delle serie più belle della TV... I Simpson!!! La qualità del video è scarsa, ed è pure in spagnolo, ma non ho trovato di meglio... ENJOY!!!