Sembra che io stia facendo una maratona Brian De Palma ma non è così, giuro... anche se, effettivamente, oggi parlerò de Il fantasma del palcoscenico (Phantom of the Paradise), da lui diretto e sceneggiato nel 1974.
Trama: un compositore viene derubato della musica e dell'amore dal viscido produttore Swan. Sfigurato e ormai folle, giura vendetta contro il suo aguzzino...
Ma che meraviglioso delirio. Non esistono altre parole per descrivere Il fantasma del palcoscenico, un'esperienza visiva e uditiva come raramente se ne vedono al cinema, zeppo di quel fascino e quel kitsch tipici degli anni '70, un trionfo di scenografie e musiche e una delle più belle riletture sia del mito del Faust che del Fantasma dell'Opera, con un pizzico de Il ritratto di Dorian Gray e Il barile di Amontillado a rendere il tutto ancora più delirante. L'avrete capito: mi sono letteralmente (e tardivamente) innamorata del film di De Palma. E pensare che, probabilmente, se non avessi guardato Lupin e la pietra della saggezza col suo villain identico a Swan non mi sarebbe mai venuta la curiosità di recuperare Il fantasma del palcoscenico. Che, per inciso, è più disturbante di un horror e più divertente di un musical. All'inizio non gli avrei dato due lire, con quegli emuli di Elvis che sculettano su un palcoscenico per poi venire sostituiti da, orrore!, quel William Finley che fino ad oggi associavo solamente a Le notti proibite del Marchese De Sade. Poi, come Swan, sono stata attirata dalla canzone che questo folle, dinoccolato attore canta accompagnato solo da un pianoforte e dalla piega decisamente grottesca che caratterizza tutta la prima parte della pellicola: il protagonista, infatti, viene umiliato in tutti i modi possibili e immaginabili mentre De Palma filma tutte le sue disgrazie come se stesse girando un film comico. E anche se noi spettatori, tra una risata e l'altra, siamo ben consapevoli di stare vivendo in realtà un dramma, il dramma del Fantasma e del Faust, il cambio di registro arriva così subitaneo e inaspettato che l'effetto è a dir poco scioccante. E che Fantasma sfigato che continua ad essere il protagonista, nonostante l'inquietante e futuristico look che lo fa assomigliare a un rapace! La sua Christine (che qui si chiama Phoenix e ci mette davvero poco a perdere l'innocenza!) non subisce affatto il fascino dell'"angelo della musica" bensì quello dell'ambiguo e disgustoso Swan, che è contemporaneamente carnefice e vittima del Fantasma, Faust e Diavolo, ladro di musica nella finzione e vero compositore nominato all'Oscar per le melodie de Il fantasma del palcoscenico.
De Palma canta la morte dell'amore e critica il sistema musicale ormai corrotto con una spietatezza disarmante. La bellezza di una "cantata" viene letteralmente devastata da un'industria che la vuole rock, urlata da villici strepponi con velleità da prima donna, un sistema che non accetta lo sfigato che canta col cuore ma gli preferisce la zoccoletta strafatta di droghe che magari non è capace di cantare ma può offrire il suo bel corpo ai produttori e agli spettatori. Spettatori, per inciso, che dell'artista amano sì la voce, la bellezza, il talento, ma anche la carne (non a caso la "star", novella Carlotta del film versione maschile, si chiama Beef) e il sangue tanto che, persi nel delirio della folla, arrivano a desiderare o accettare con gioia addirittura la morte fisica del loro mito, l'unica cosa che lo consacrerebbe ad imperitura immortalità. In un simile ambiente l'amore soffoca o diventa spettacolo, la vita di una persona vale quanto un soldo bucato e l'unico modo per sopravvivere è fingere o snaturarsi; la tragedia di Winslow, del Fantasma, nasce dal rifiuto di "commercializzarsi", dal giusto e testardo desiderio di aggrapparsi al suo orgoglio di artista e alla purezza dell'amore nutrito per Phoenix e la sua voce, l'unica in grado di cantare degnamente i sentimenti del protagonista, un desiderio che si infrange, inevitabilmente, contro lo strapotere dei soldi e del successo. William Finley manifesta bene questa tragica follia e la goffaggine del suo personaggio, con lo sguardo stralunato e i movimenti scoordinati di chi non sarà mai affascinante o famoso, neanche per sbaglio; dall'altra parte, Paul Williams è viscido, abietto e bruttissimo, un folletto malvagio tirato a lucido che incarna alla perfezione l'assurda piccineria del suo grottesco impero (o del suo Paradiso). Entrambi gli attori sono perfetti, così come perfette sono la delicata bellezza di Jessica Harper, le barocche scenografie (ad allestirle ha collaborato anche la futura Carrie Sissy Spacek, che aveva anche fatto il provino per il ruolo di Phoenix), il tipico split screen di De Palma, il trucco sgargiante, le coreografie, i costumi e le musiche che, se permettete, ora cercherò per poterle ascoltare fino ad averne nausea. Così come, molto probabilmente, riguarderò fino allo sfinimento Il fantasma del palcoscenico, un cult senza tempo che merita subitanea rivalutazione e recupero!!
Del regista e sceneggiatore Brian De Palma ho già parlato qui. William Finley (Winslow/Fantasma) e Jessica Harper (Phoenix) li trovate invece ai rispettivi link.
Paul Williams interpreta Swan. Americano, più famoso come compositore che come attore (sua, per esempio, la sigla di Love Boat o Evergreeen, che ha vinto l'Oscar ed è stata cantata da Barbara Streisand in E' nata una stella), ha partecipato a film come Ecco il film dei Muppet, The Doors, a serie come Love Boat, Fantasilandia, Il mio amico Ricky, Walker Texas Ranger, Beautiful e ha doppiato il Pinguino nelle serie Batman: The Animated Series e Batman - Cavaliere della notte. Anche sceneggiatore, ha 74 anni.
Gerrit Graham interpreta Beef. Americano, ha partecipato a film come Generazione Proteus, Baby Killer III, Scuola di polizia 6: La città è assediata, Balle spaziali 2: La vendetta, La bambola assassina 2, Il mio primo bacio e a serie come Dinasty, Starsky & Hutch, A-Team, Hazzard, Ai confini della realtà, Saranno famosi, Miami Vice, Dallas e Otto sotto un tetto; inoltre, ha doppiato alcuni episodi della serie Gargoyles. Anche sceneggiatore, ha 65 anni.
Un non accreditato Rod Sterling, famoso creatore della serie Ai confini della realtà, è la voce narrante all'inizio della pellicola. Sebbene Brian De Palma avesse scritto il ruolo di Winslow con William Finley in mente, gli studios erano quasi riusciti ad assegnarlo a Paul Williams, con Gerrit Graham nel ruolo di Swan e il melbrooksiano Peter Boyle in quello di Beef; fortunatamente, Boyle non era disponibile e Williams non si sentiva fisicamente adatto per incarnare il Fantasma, quindi tutto è tornato come nei piani originali! Per concludere, se Il fantasma del palcoscenico vi fosse piaciuto recuperate anche Il fantasma dell'opera del 2004, La piccola bottega degli orrori e, ovviamente, The Rocky Horror Picture Show. ENJOY!
MI hanno sempre parlato di questo film come un cult da vedere assolutamente.
RispondiEliminaPurtroppo non l'ho ancora vista...
Recuperalo subitissimo e non potrai più farne a meno!! :D
Eliminal'ho visto anni fa, anche io l'ho trovato incredibile :)
RispondiEliminaBellissimo, da vedere e rivedere!!
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