Ogni tanto mi chiedo come oso avere un blog di cinema. La domanda è sorta spontanea qualche settimana fa, quando ho visto per la prima volta, santoddiolaprimavolta, La promessa dell'assassino (Eastern Promises), diretto nel 2007 dal regista David Cronenberg.
Trama: una quattordicenne muore di parto proprio durante il turno dell'ostetrica Anna, che si ritrova così tra le mani il diario della ragazza, scritto in russo. Visto il rifiuto dello zio di tradurlo, Anna si rivolge a Semyon, gestore di un ristorante ma soprattutto, all'insaputa della donna, boss della mafia russa, nonché direttamente coinvolto nella morte della quattordicenne...
Come ho potuto aspettare così tanto prima di vedere un film meraviglioso come La promessa dell'assassino? Eh, lo ammetto, col tempo ho perso fiducia in Cronenberg. Dopo A Dangerous Method e le infelici scelte che lo hanno portato a ingaggiare gentaglia infima come Robert Pattinson ho deciso di trincerarmi nei suoi più sicuri body horror e chissà perché, nonostante La promessa dell'assassino fosse stato girato prima di quella che per me è diventata la fase calante del regista, il film era comunque caduto nel dimenticatoio. Ora per fare ammenda ho comprato persino il DVD ma anche visto in TV, probabilmente tagliato e soprattutto con un doppiaggio italiano un po' infelice, La promessa dell'assassino è una pellicola di una potenza inaudita, nonostante i suoi aspetti più violenti vengano in gran parte suggeriti. Se andiamo a vedere, infatti, il film riesce ad immergerci nell'ambiente della mafia russa spargendo solo poche gocce di sangue e puntando maggiormente sull'aspetto quasi "religioso" legato al culto dei tatuaggi che raccontano, letteralmente, la storia di chi li porta addosso, sulle cerimonie che regolano i rapporti tra i vari membri della malavita, su una comunità chiusa e separata dal resto della città (in questo caso Londra), all'interno della quale chi dimentica le radici, la lingua e la cultura della terra natia è destinato a fare una brutta fine. In parte, questo è il caso di Anna, ostetrica che del retaggio passato ha tenuto soltanto una moto d'epoca appartenuta al padre e che si ritrova suo malgrado ad affrontare delle persone pericolose che non è in grado di capire e dalle quali, conseguentemente, non può difendersi. Nonostante i validi consigli dello zio autoproclamatosi ex membro del KGB, Anna diventa vittima degli inganni di Semyon il quale, a sua volta, come "capofamiglia" deve gestire un figlio che ha dimenticato le importanti regole della mafia e un autista dall'atteggiamento ambiguo e conciliante, l'ennesimo outsider all'interno di una Londra che pare brulicare in ogni angolo di immigrati russi.
La bellezza del film, per una volta, non è da ricercarsi nell'ardita regia di Cronenberg, che pur riesce a regalare sequenze mozzafiato come quella dell'imboscata all'interno della sauna o come quella, inquietantissima, dell'ingresso di Nikolai nella "famiglia" (per non parlare di quel pre-finale tesissimo dove la telecamera indugia sui volti di Anna e Nikolai), bensì nell'incredibile bravura degli attori. Ora, io sono di parte e quando vedo Cassel non capisco più niente ma capirete anche voi che appena il franzoso è comparso in scena accompagnato da un Viggo Mortensen di una bellezza quasi ultraterrena il mio cuoricino ha perso più di un paio di colpi. Vincent Cassel, non ve lo sto neanche a dire, "interpreta Cassel", ovvero il solito personaggio dalla sessualità ambigua, ubriaco e leppegoso a livelli quasi molesti, con un'atavica fame di pilu e violenza, ma la combinazione che lo vede affiancato a Viggo Mortensen, glaciale, misurato, una bestia tenuta a malapena a freno da una maschera di compostezza la cui reale natura sale in superficie attraverso il nero dei tatuaggi di cui è ricoperto, è qualcosa di spettacolare, tant'è vero che il buon Viggo quell'anno si è beccato la nomination all'Oscar (gliel'ha strappato Daniel Day-Lewis e non posso nemmeno bestemmiare perché non ho ancora visto Il petroliere. Datemi fuoco, vi prego.). Davanti a questi due mostri, "è praticamente ovvio" che Naomi Watts e Armin Mueller-Stahl, poverini, diventino delle comparse che la coppia di gran figoni guarda dall'alto al basso ma anche loro sono indispensabili per il film e regalano agli spettatori due personaggi di enorme profondità; in particolare, Anna riesce ad essere contemporaneamente un personaggio fragile ed indifeso ma anche molto forte nella tempra russa che mostra a tratti di possedere mentre Semyon è un boss ingannevole come pochi, un'"acqua cheta" che nasconde abissi di depravazione inauditi. Mi rendo conto di essere inadeguata a parlare di un film così bello ma se, come me, non lo avete ancora guardato, fondate assieme alla sottoscritta un "cineforum della vergogna" e recuperatelo immantinente!!
Del regista David Cronenberg ho già parlato QUI. Naomi Watts (Anna), Viggo Mortensen (Nikolai) e Vincent Cassel (Kirill) li trovate invece ai rispettivi link.
Armin Mueller-Stahl interpreta Semyon. Nato in territori che oggi appartengono alla Russia ma nel 1930 erano ancora tedeschi, ha partecipato a film come Momo, La casa degli spiriti, The Game - Nessuna regola, The Peacemaker, X-Files - Il film, Angeli e demoni e a serie come L'ispettore Derrick. Anche regista e sceneggiatore, ha 86 anni.
Sinéad Cusack, che interpreta la madre di Anna, è la moglie dell'attore Jeremy Irons. Detto questo, se La promessa dell'assassino vi fosse piaciuto recuperate A History of Violence, Era mio padre e The Departed. ENJOY!
Superfilmone,riguardatelo in originale!!!!!
RispondiEliminaTi capisco per la confusione mentale procurata da Cassell ;)
Oddio, stavolta ammetto che mi ha confusa di più Viggo XD
EliminaIl DVD è arrivato, è lì e appena avrò un po' di tempo lo distruggerò a furia di riguardarlo in lingua originale :D
Ammetto di non averlo mai visto!
RispondiEliminaLa parte su Viggo è tentarice...
Viggo è fuori dal comune. Meraviglioso.
EliminaGrandissimo e bellissimo film con un superlativo Aragorn! ;)
RispondiEliminaRibadisco l'impossibilità da parte mia di criticare la scelta di Daniel Day-Lewis ma un Oscarino qui ci stava tutto!
EliminaNon avevi ancora visto "La Promessa dell'Assassino"? :O :O :O
RispondiEliminaVa beh...dai, ti perdoniamo....;)
Ma sì, guarda. Merito vergogna eterna nonché ignominia.
EliminaL'ho visto l'altra sera in tv. Era la prima volta... Non ti nego che ho fatto fatica nel concludere la visione, ma alla fine ne è valsa davvero la pena.
RispondiEliminaL'importante è che ne sia valsa la pena allora, per quanto difficile :) Bravo Grande Arbitro!!
EliminaEsagero? Secondo me è il più bel film di Cronenberg
RispondiEliminaPer me il miglior Cronenberg è Videodrome ma questo gli sta appena poco dietro :)
EliminaFilmone! E forse parlerò da fanboy, ma anche nella sua 'fase calante' continuo a portare rispetto incredibile per Cronnie, perché pur non facendo la ciambella col buco pieno rimane fedele alla sua idea di cinema e non si ammorbidisce mai. Osa sempre, anche negli errori.
RispondiEliminaComunque devo ancora capire che ci trovano le donne in Cassel...
Non so dirti, sinceramente dopo il mezzo diludendo di A Dangerous Method ho scelto di lasciare Cronnie un po' da parte. Però questo è stato girato pre"fase calante" quindi tanta roBBa.
EliminaQuanto a Cassel non so dirti, si fa la stessa domanda anche mia madre che lo odia o__O Non è bello ma piace, per citare un grande Bardo XD