Lentamente, è cominciato il recupero di quei film di cui ho sentito parlare bene nei mesi passati, come per esempio The Atticus Institute, diretto e sceneggiato nel 2015 dal regista Chris Sparling.
Trama: all'interno dell'Atticus Institute vengono studiati i casi, veri o presunti tali, di persone dotate di poteri telecinetici. Quando Judith viene portata all'istituto i medici gioiscono davanti agli incredibili poteri della donna ma presto alla gioia si sostituisce il terrore...
The Atticus Institute è un piccolo horror che a tratti riesce a sorprendere per il modo intelligente (finalmente!) con il quale utilizza l'escamotage del mockumentary documentando, di fatto, il primo caso di possessione demoniaca osservata da un'entità governativa con lo scopo di incanalarne il potere e possibilmente sfruttarla a fini bellici. La storia di Judith viene raccontata al pubblico attraverso le testimonianze, a distanza di molti anni, di chi è sopravvissuto al terribile segreto celato all'interno dell'Atticus Institute, un luogo dove, negli anni '70, dottori competenti studiavano i fenomeni medianici sperando di trovare finalmente una persona realmente dotata di capacità sovrumane. Il regista e sceneggiatore Chris Sparling evita abilmente le trappole insite nel genere e sceglie di mostrare una vicenda palesemente ricostruita, quindi un collage di interviste, stralci di riprese dell'epoca e documenti cartacei che, nell'insieme, non danno quella sensazione di "finto" che spesso mi fa storcere il naso davanti a film del genere, piuttosto creano l'illusione di stare guardando un documento serio, come se davvero per gli Stati Uniti stesse vagando un'entità demoniaca e, dopo 40 anni, qualcuno avesse trovato il coraggio di rivelare all'opinione pubblica quello che, in sostanza, è un vero e proprio segreto di Stato. Proprio per questo, nonostante la mancanza di momenti davvero terrificanti dal punto di vista splatter o da "salto sulla sedia", The Atticus Institute riesce ad inquietare più di tanti altri suoi fratellini e personalmente non sono stata tanto turbata dalle immagini, quanto piuttosto dai racconti di chi ha avuto modo di incontrare Judith ed è sopravvissuto a malapena, continuando a vivere nell'angoscia di subire le conseguenze di un esperimento fuggito al controllo e, ancora peggio, alle mura sicure dell'istituto.
Come avrete capito, The Atticus Institute rifiuta di farsi catalogare "semplicemente" come horror ed effettivamente per buona parte della sua durata sta allo spettatore lasciarsi prendere e contagiare dal terrore come accade ai protagonisti oppure guardare all'operazione con occhio più critico (nel qual caso, mi spiace per voi ma rischiate che la noia regni sovrana), perché i momenti davvero spaventevoli sono dosati col contagocce. Fortunatamente queste poche sequenze sono state girate con perizia, senza abbondare nell'uso di effetti speciali digitali d'accatto ed affidandosi in buona parte a soluzioni artigianali e, soprattutto, alla fisicità degli attori. Rya Kihlsted l'avevo conosciuta come la sofisticata e crudele Erika Kravid di Heroes Reborn e qui non sembra nemmeno la stessa persona: sciupata, con lo sguardo nervoso, sfuggente ed inquietante, l'attrice con la sua sola presenza calamita l'attenzione dello spettatore, che non riesce a fare a meno di agitarsi in sua presenza. Il resto del cast di supporto, nel quale spicca il redivivo William Mapother, è formato da ottimi caratteristi divisi in coppie, chiamati ad interpretare i personaggi negli anni '70 e al giorno d'oggi senza scomodare truccatori e parrucchieri per imbarazzanti operazioni di invecchiamento o ringiovanimento. Un piccolo dettaglio che testimonia la cura e la passione con le quali è stato realizzato un film che meriterebbe un po' più di considerazione rispetto ad altre pellicole che hanno toccato argomenti simili e che, chissà come mai, periodicamente intasano la distribuzione italiana. Dategli una chance, se vi piace il genere!
Di William Mapother, che interpreta il dottor Henry West, ho già parlato QUI.
Chris Sparling è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo secondo lungometraggio. Americano, anche produttore e attore (è uno dei militari presenti nel film), ha 39 anni.
Rya Kihlstedt interpreta Judith Winstead. Americana, ha partecipato a film come Deep Impact e a serie come Criminal Minds, Dexter, CSI - Scena del crimine, Heroes Reborn e C'era una volta. Ha 46 anni e un film in uscita.
Se The Atticus Institute vi fosse piaciuto recuperate Afflicted e Last Shift. ENJOY!
Ne parlate così bene in tanti che dovrò prima o poi recuperare anche questo...e la lista si allunga...
RispondiEliminaEh, non dirlo a me. Dovrei smettere di avere una vita sociale per recuperare tutto XD
EliminaL'ho visto e concordo con te è uno dei pochi mockumentary che vale la pena salvare. Inoltre è bello e particolare poter vedere il bravo e sottovalutato William Mapother in un ruolo (quasi fino alla fine ) da "buono".
RispondiEliminaSì, effettivamente ha un volto così particolare che è un peccato non vederlo più spesso :)
EliminaNonostante sia horror, al mockumentary non so dire di no
RispondiEliminaOcchio perché mette una discreta ansia!
EliminaMesso in lista anche dal Khalasar!!!Grazie!!!!
RispondiEliminaGrazie a te di avere letto, spero vi piaccia!
EliminaErika Kravid era cattivissima, immagino qui!
RispondiEliminaQui non sembra nemmeno lei l'attrice, quasi non la riconoscevo!! :D
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