mercoledì 25 gennaio 2017

Hell or High Water (2016)

Siccome era tra i candidati agli ultimi Golden Globe, è candidato anche a quattro premi Oscar (non ne vincerà nemmeno uno ma le categorie sono Miglior Film, Jeff Bridges Miglior Attore non Protagonista, Miglior Sceneggiatura e Miglior Montaggio) e tutti ne hanno parlato molto bene, ho recuperato anch'io Hell or High Water, diretto nel 2016 dal regista David MacKenzie.


Trama: Toby e il fratello Tanner rapinano banche di piccoli paesi e presto attirano l'attenzione dell'anziano ranger Marcus Hamilton, prossimo alla pensione. Le rapine dei due nascondono però un motivo più profondo di quanto non appaia ad una prima occhiata...



Se devo essere brutalmente sincera, durante i primi dieci minuti di Hell or High Water ho avuto molta paura. Siccome non amo molto i western e ultimamente tendo ad addormentarmi persino al cinema davanti a Il GGG, dopo qualche minuto di uomini duri, sconfinate praterie, polverosi panorami e Nick Cave ho alzato gli occhi al cielo e mi sono preparata a chiuderli, con un senso di sconforto devastante perché, diamine, del film mi avevano parlato benissimo tutti. Fortunatamente, questo senso di imminente letargia è durato poco, forse perché Hell or High Water è popolato da personaggi interessanti nonostante la loro "anima" sia di fondo assai legata ai cliché tipici del genere e, soprattutto, perché i colpi portati a termine da Tanner e Toby non possono definirsi interamente "criminali", non senza tapparsi occhi e orecchie e fare finta di non vedere la triste società americana che li circonda. Quella di Hell of High Water è una storia di "frontiera" ma non ha il fascino dell'ignoto tipico dei combattimenti tra indiani e cowboy che ci esaltavano da bambini: è una frontiera triste, popolata da una squallida middle class di donne sfiorite e piene di problemi economici, bovari ignoranti come delle capre di Biella e armati fino ai denti, di banche che fanno i loro porci comodi aspettando solo che i pochi proprietari terrieri rimasti vengano strangolati dai debiti per poter mettere le mani sulle ricchezze celate nel sottosuolo, di vecchi malinconici arrivati ormai quasi alla fine del sentiero. Davanti ad un panorama così desolante viene spontaneo fare il tifo per Toby e Tanner, fratelli che apparentemente non potrebbero essere più diversi e distanti tra loro ma che in realtà sono più legati di quanto i loro litigi non diano a credere, soprattutto dal momento in cui il piano di Toby viene definito chiaramente anche a beneficio dello spettatore; l'idea di derubare chi, di fatto, deruba, per poi ripagarlo letteralmente con la stessa moneta ha sempre il suo fascino, sin dai tempi di Robin Hood. Allo stesso modo, però, è vero anche che Tanner è una grandissima testa di cazzo e ciò ci impedisce di parteggiare interamente per i fratellini, lasciando così spazio anche ad un sentimento di crescente stima per il Marcus Hamilton di Jeff Bridges, che non a caso era uno dei candidati al Golden Globe.


Quello di Marcus non è un carattere facilmente apprezzabile, beninteso. Il personaggio interpretato da Jeff Bridges è ignorante quanto i bovari di cui parlavo sopra e razzista nel modo antipatico di chi non si lascia scappare neppure un'occasione di dileggiare i suoi sottoposti (come il povero Alberto, mezzo pellerossa e mezzo messicano, figurarsi!), eppure sotto la scorza dura creata da quel tipo di società americana retrograda si scorgono un animo onesto, un cervello fino, una lealtà e una malinconia tali che rimane difficile, ad un certo punto, non sperare che sia Marcus a trionfare, mettendo le manette ai polsi di Toby e Tanner. Ecco, forse è proprio questo che ho apprezzato di Hell or High Water, la possibilità di parteggiare per entrambi i lati della barricata e di empatizzare con tutti gli aspetti che formano il gioco di guardie e ladri messo in piedi da David MacKenzie, senza essere costretti a vedere tutto bianco o nero. Poi, ovviamente, a sostegno di una bella sceneggiatura ci sono degli ottimi attori. Come dicevo, Jeff Bridges mi è piaciuto tantissimo e il personaggio dell'anziano ranger sembra essergli stato dipinto addosso, ma anche Ben Foster e Chris Pine sono molto bravi (anche se lì per lì il secondo mi è sembrato uno degli Hemsworth, sono un po' miope, sorry), nonostante il primo sia limitato dal solito cliché del criminale "pazzo" tutto parolacce e scatti d'ira. Ho apprezzato però soprattutto i personaggi secondari e i caratteristi utilizzati per interpretarli, indispensabili per rendere l'idea di una parte di America ancora piena di contraddizioni e in qualche modo "vecchia", dove pare che il tempo si sia fermato (quante banche non hanno neppure il sistema di video sorveglianza) nonostante cowboy e indiani abbiano imparato in qualche modo a convivere e si siano ritrovati persino, talvolta, a ruoli invertiti. Il mio consiglio spassionato è dunque quello di dare una chance a Hell or High Water anche se non vi appassiona il genere perché la pellicola di David MacKenzie è un bellissimo esempio di cinema "classico" come ultimamente non se ne vedono più, uno di quei film capaci di mettere d'accordo un po' tutti e di arricchire la serata, altro che fungere da sedativo!


Del regista David MacKenzie ho già parlato QUI. Ben Foster (Tanner Howard), Chris Pine (Toby Howard) e Jeff Bridges (Marcus Hamilton) li trovate invece ai rispettivi link.

Gil Birmingham interpreta Alberto Parker. Americano, ha partecipato a film come La casa di Helen, Twilight, New Moon, Eclipse, Breaking Dawn (prima e seconda parte), The Lone Ranger e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, Streghe, Veronica Mars e Nip/Tuck; come doppiatore, ha partecipato al film Rango. Ha 64 anni e tre film in uscita.


Se Hell or High Water vi fosse piaciuto recuperate Non è un paese per vecchi. ENJOY!

14 commenti:

  1. Come ti dicevo, non mi ha entusiasmato.
    Classico, ma così tanto che secondo me - anche per la carriera di Bridges - non dice niente di nuovo. Mi fa piacere la presenza agli Oscar, ma già so per cosa non tifare. :)

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    1. Dopo aver visto Arrival, al momento il mio cuore batte solo per lui. Quanto a Bridges, la mia preferenza invece se la becca tutta intera anche perché, con tutto il rispetto per Michael Shannon, avrei preferito Taylor-Johnson come miglior attore non protagonista (fermo restando che devo ancora guardare Moonlight, Lion e Manchester by the Sea).

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    2. Sì, anche a me mancano tutti, ma ho preferito Shannon a un Taylor-Johnson troppo esagerato per essere vero. Da persona che non sa leggere neanche a voce alta, figuriamoci recitare, secondo me quei ruoli così caricati, così sopra le righe, non sono difficili. Certo, se ti chiami Gabriel Garko sì. :'D

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    3. Vabbé, Gabriel Garko temo non riuscirebbe a ricoprire neppure il ruolo di Daniel Radcliffe in Swiss Army Man. Oppure sì...? XD

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  2. Anche se io odio il genere western, questo film mi ha convinto e coinvolto fin dall'inizio. A sorpresa.
    Sarà che, per fortuna, la puzza di western l'ho sentita poco o niente. :)

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    1. In effetti l'atmosfera è più simile a Non è un paese per vecchi. Grande film comunque! :D

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  3. Una visione molto piacevole tutto subito, poi però sinceramente più passa il tempo e più mi rendo conto che mi ha lasciato poco. Non sono del tutto convinta della sua presenza tra i nominati come miglior film.

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    1. Io invece ancora lo ricordo con piacere e rimango convinta della sua grandezza: l'avessero girato i Coen o Eastwood probabilmente non staremo neppure qui a discuterne.
      Sulla candidatura non mi pronuncio visto che finora ho guardato solo questo e Arrival che, obiettivamente, ho preferito per tutta una serie di motivi.

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  4. Un grande film con una grande anima.
    Per me uno dei migliori dell'anno scorso, ed uno dei western moderni più belli di sempre.

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    1. Tu sei sicuramente più esperto in materia quindi detto da te Hell or High Water acquista ancora più valore! :)

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  5. Continuiamo a rimandare,ma prima o poi lo vedremo anche noi!

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    1. Ma sì, dai! Superato il probabile primo momento "caffettiera" poi vi conquisterà! :)

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