venerdì 28 agosto 2020

Random Acts of Violence (2019)

Spinta dai sempre validissimi consigli di Lucia (e vi consiglio di leggere la sua recensione, meno banale e più interessante di quanto sarà la mia) ho recuperato anche Random Acts of Violence, diretto e co-sceneggiato nel 2019 dal regista Jay Baruchel e tratto dal fumetto omonimo di Jimmy Palmiotti e Justin Gray.


Trama: il creatore e l'editore del fumetto Slasherman si imbarcano in un tour promozionale in occasione dell'imminente chiusura della serie, assieme alla fidanzata del primo e a un'assistente. Sulla scia del loro tour cominciano tuttavia ad accadere delitti sanguinosissimi...


Siccome lo tirano abbastanza dietro se si è dotati di un Kindle (solo in inglese, sorry), prima di guardare Random Acts of Violence ho letto il fumetto omonimo, roba che prenderà al massimo un'oretta del vostro tempo nel caso voleste cimentarvi nell'impresa, e onestamente ci sono rimasta un po' maluccio. L'opera originale è infatti un fumettino abbastanza superficiale, più interessato a gettare uno sguardo su una parte dell'industria dei comics, quella dei successi istantanei con marketing sfacciato annesso e del fandom estremo, che sulle responsabilità di creare personaggi scomodi; nel fumetto, lo sceneggiatore è "più deprecabile" del disegnatore in quanto le idee derivano da una sua misoginia latente e da una generale incapacità di vivere nella società, ma alla fine ci rimette anche il disegnatore che diventa comunque l'unico capace di riportare su carta l'arte, alimentando la follia dello psicopatico fomentato da Slasherman, ma tutto (non sto scherzando) finisce comunque a tarallucci e vino, come se la violenza "random" del titolo fosse davvero una cretinata da scrollarsi di dosso come fosse acqua e magari anche monetizzare con un sorriso e qualche ferita. Ringraziando gli dèi, nonostante verso il finale perda un po' le redini del discorso, Jay Baruchel cerca invece di imbarcarsi in un'analisi un po' più profonda sul creare opere di fiction "di genere" basandosi su delitti realmente accaduti, sbilanciandosi a tratti verso la valenza catartica di dette opere e altre volte sposando invece il punto di vista di chi si mette nei panni delle vittime e non tollera definizioni come quella di "eroe" per un personaggio palesemente negativo, folle, misogino e sanguinario. Todd non è solo un fumettista che scrive opere splatter per insensibilità o bisogno di sfondare e il suo personaggio è un po' più approfondito di così; accanto a lui, la fidanzata Kathy raccoglie le testimonianze delle vittime del vero Slasherman e incarna la voce della coscienza di chi comunque riesce a cogliere le vere responsabilità anche di chi opera con le migliori (o più innocenti) intenzioni. Il punto di vista del Random Acts of Violence cinematografico diventa così un po' più vario di quello della sua controparte cartacea, più critico e passabile anche di suscitare qualche riflessione, sebbene ci vorrebbe ben più dello spazio risicato di un blog per sviscerarle tutte.


Tali riflessioni però si diluiscono nel desiderio che Baruchel ha di dimostrarsi anche un buon regista, o meglio, un regista con idee particolari, accattivanti, che possono piacere o meno allo spettatore, ovviamente. Personalmente, i flashback legati al personaggio di Todd li ho apprezzati parecchio; certo, incarnano un "mistero" che tale non è, però l'utilizzo di colori saturissimi, le riprese del volto del bambino, il sangue scuro e l'atmosfera natalizia hanno fatto abbastanza colpo su di me e, in generale, Random Acts of Violence mette in scena per l'appunto una violenza talmente casuale e feroce da avermi spesso lasciata scossa, soprattutto perché da uno come Baruchel, consacrato alla commedia, è raro aspettarsi qualcosa di simile. Al di là, infatti, del gusto "arty" del personaggio di Slasherman, sono le sequenze che precedono la sua cosiddetta "arte" a colpire, quei momenti bui in cui le vite delle vittime vengono spezzate tra urla disperate e la consapevolezza di stare per morire nel modo peggiore; le parole di Kathy, sul finale, e il suo "non voglio passare gli ultimi istanti che mi restano in preda al terrore" mettono i brividi tanto quanto lo sfogo con cui, giustamente, accusa Todd di avere condannato a morte lei e gli altri senza nemmeno capire di averlo fatto, per semplice noncuranza, per il gusto di portare su carta qualcosa di vendibile, per l'amore di un successo capace di creare se non mostri, comunque creature inquietanti. Random Acts of Violence non è un film perfetto ma non è nemmeno il film scemo che ci si aspetterebbe da Jay Baruchel e per affrontarlo serve un po' di pelo sullo stomaco. Al momento, ovviamente, non è disponibile in Italia ma chissà che qualche piattaforma illuminata non decida di metterlo in catalogo prima o poi.


Del regista e co-sceneggiatore Jay Baruchel, che interpreta anche Ezra, ho già parlato QUI mentre Niamh Wilson, che interpreta Aurora, la trovate QUA.

Jesse Williams interpreta Todd. Americano, ha partecipato a film come Quella casa nel bosco, The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca e a serie quali Grey's Anatomy. Anche produttore e regista, ha 39 anni.


Jordana Brewster interpreta Kathy. Americana, ha partecipato a film come Fast and Furious, Non aprite quella porta: L'inizio, Fast & Furious - Solo parti originali, Fast & Furious 5, Fast & Furious 6, Fast & Furious 7 e a serie quali American Crime Story. Come doppiatrice, ha lavorato in Robot Chicken. Ha 40 anni e un film in uscita, il nono capitolo della saga Fast & Furious.


4 commenti:

  1. Ho dei dubbi sull'attore protagonista (ma sono pronta a ricredermi), mentre Baruchel lo amo molto come attore comico (nella serie Man Seeking Woman ha raggiunto il suo apice secondo me, ma non solo). Per cui, come ho scritto anche nel blog di Lucia, sono molto curiosa di vedere questo suo esordio alla regia in un genere, tra l'altro, che non è mai stato il suo nemmeno come attore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per il ruolo che ha, il protagonista mi è piaciuto molto (e poi ha due occhi che... vabbé).
      Il film in sé è molto gradevole, quindi gli darei una chance!

      Elimina
  2. Sì lo conosco abbastanza bene perché seppur sporadicamente ho visto un bel po' di episodi di Grey's Anatomy, dove appunto è insopportabile :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io di Grey's Anatomy non ho visto neppure una puntata e lui lo ricordavo vagamente in Quella casa nel bosco dove però non era così gnocco u.u

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...