Ci ho messo qualche mese a recuperare L'uomo nel buio - Man in the Dark (Don't Breathe 2), diretto dal regista Rodo Sayagues, e onestamente un film simile poteva aspettare ancora un po'...
Trama: la vita di un uomo cieco e della figlia prosegue senza intoppi finché un gruppo di malviventi non penetra nella loro casa...
Avevamo lasciato l'uomo cieco interpretato da Stephen Lang su una barella, pronto per essere portato in ospedale dopo un'epica lotta contro i tre ragazzi che avevano tentato di derubarlo senza sapere di stare infilandosi nella tana di un mostro. Lo ritroviamo, anni dopo, più arzillo di prima e alle prese con una figlia di undici anni che tiene praticamente segregata in casa, tra homeschooling e lezioni di sopravvivenza nei boschi, consentendole solo di tanto in tanto un giretto in una Detroit popolata da reduci di guerra, drogati, trafficanti di organi e delinquenti della peggior specie. Tutto scorre "sereno" finché, come già nel primo film, qualcuno non decide di penetrare all'interno della casa del reduce cieco per portargli via qualcosa di molto importante, scatenandone la furia. Nel primo Man in the Dark il meccanismo straniante e il conseguente shock che ne derivava nasceva dal fatto che gli invasori erano sì dei ladri, ma per due terzi erano anche dei ragazzini disperati costretti a dover affrontare un mostro rapitore, assassino e stupratore, cosa che ovviamente ribaltava il punto di vista della "vittima" cieca e anziana costringendo lo spettatore (giustamente) ad empatizzare con i suoi rapinatori. Man in the Dark 2, purtroppo, non potendo più contare sull'effetto "sorpresa" e dovendo capitalizzare sull'innegabile carisma di un villain come l'uomo cieco, getta in pasto allo spettatore una scorrettissima storia di redenzione dove il rapitore, assassino e stupratore di cui sopra viene messo contro a gente ancora peggio di lui, pronta a sputare sulla maggior parte dei valori umani e a prendersela con i cosiddetti "intoccabili", ed elevato per questo a difensore di pargoli e San Francesco della situazione.
Una cosa simile può funzionare per chi non ha mai visto Man in the Dark, perché la rivelazione sulla natura abietta del protagonista viene liquidata con poche, lacrimevoli parole sul finale e, in tempi di cinema mordi e fuggi con un occhio allo schermo e uno al telefonino, il rischio di non capire la portata delle dichiarazioni dell'uomo cieco c'è; d'altra parte, anche chi ha visto Man in the Dark si ritrova a non temere mai per la ragazzina tutelata dal protagonista, il che rende il film un percorso di redenzione che comincia già in maniera sbagliata e si conclude nel più banale dei modi, con una punizione (subito smentita dalla scena post-credit) accompagnata dal perdono di chi ha rischiato di vedersi rovinare la vita per le fisime non già di un antieroe, ma di un vero e proprio psicopatico. Poi, se vogliamo apprezzare come sempre il phisique du rol di Stephen Lang e i modi estrosi con cui il suo personaggio riesce a superare l'handicap fisico che lo caratterizza oppure le morti violente di gente che non meriterebbe altro nella vita, ci piace vincere facile e chi sono io per giudicare chi guarda i film col cervello spento visto che spesso lo faccio a mia volta. Per quanto mi riguarda, in questo periodo non sono particolarmente dell'umore per tollerare qualcosa di simile: o mi realizzi un film stupido al 100%, fatto di puro divertimento gore tra l'assurdo e il surreale ma comunque coerente, o dell'idea di stravolgere completamente la percezione di un pazzo omicida facendo leva su uno scorrettissimo senso di pietà che i due sceneggiatori si sforzano di inculcare allo spettatore ne faccio anche a meno, grazie.
Di Stephen Lang, che interpreta l'uomo cieco, ho già parlato QUI.
Rodo Sayagues è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Uruguayano, è anche produttore e attore.
Ne ho lette talmente tante su sto film che, per quanto il primo mi sia piaciuto, ho perso ogni voglia di vederlo...
RispondiEliminaIo darei la priorità a qualcosa di più interessante, onestamente.
EliminaNon avendo apprezzato troppo neanche il primo, nonostante avesse una regia favolosa, non so bene se buttarmi.
RispondiEliminaAllora evitalo proprio. Ci sono molti film migliori in uscita.
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