martedì 7 settembre 2021

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (2021)

I cinema hanno riaperto ed è tornata la gioia di guardare anche i cinepanettoni Marvel su grande schermo. Domenica è toccato a Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings), diretto e co-sceneggiato dal regista Destin Daniel Cretton.


Trama: Shaun è un immigrato cinese che si arrabatta con un lavoro da parcheggiatore assieme all'amica Katy. Tuttavia, dopo essere stato aggredito da degli energumeni sul bus, Shaun è costretto a rivelare a Katy di essere figlio di un supercriminale millenario, deciso a riunire la famiglia dispersa...


Come al solito, avevo letto le cose peggiori su Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: è una baracconata, è noiosissimo, è lungo come la morte, è inutile, ecc. Poiché non avevo assolutamente idea di chi fosse il personaggio Shang-Chi, non avendolo mai incontrato durante le mie varie peregrinazioni all'interno del Marvel Universe cartaceo, una volta seduta in sala mi sono preparata psicologicamente a guardare un film da recuperare solo per motivi di completezza e da stroncare appena tornata a casa. E invece, carramba che surprise!, mi sono divertita molto e, dovessi proprio dire, il buon Shang-Chi non sfigura davanti a molti prodotti minori delle fasi precedenti del MCU (se non sbaglio siamo alla quarta, ma correggetemi pure). Togliamoci subito il dente dei dolorosi e inevitabili difetti, uno molto soggettivo e l'altro, spero, oggettivo per tutti quelli che avranno visto il film. Soggettivamente parlando, l'ultima mezz'ora a base di CGI, talmente invasiva che i miei bulbi oculari stavano per rotolare a terra, mi ha fatta piangere come si dice sia successo al povero Ian McKellen sul set de Lo Hobbit e sentivo fortissimo nelle orecchie l'urlo disperato della me del passato, costretta a guardare quella poracciata immonda di Dragonball Evolution, di cui le sequenze clou di Shang-Chi sono un palese omaggio; oggettivamente parlando, avrei invece tranquillamente evitato la presenza di un povero attore premiato con l'Oscar nel lontano 1982 e che qui viene inserito di straforo e forzatamente giusto per fargli fare la figura del minchione di Snainton alle prese con bioccoli pelosetti e carucci, probabilmente buoni per il merchandising ma fastidiosi come una scheggia di bambù sotto l'unghia. Tolti questi due trascurabili difetti, il resto è tutto roba molto buona.


Quello che mi è piaciuto di più di Shang-Chi è l'abbondanza di scene action ben coreografate e dirette, quella sull'autobus in primis, debitrici di uno stile che ricorda molto gli stunt dei film con Jackie Chan, e il secondo "debito" di stile verso un cinema di Hong Kong rimasticato per un pubblico occidentale che ho molto apprezzato è quello, innegabile, nei confronti del wu xia e film come Hero, La foresta dei pugnali volanti e La tigre e il dragone; questi sono i momenti in cui mi sono sinceramente emozionata, forse perché trattasi di cinema un po' più "fisico" e legato ai movimenti e all'espressività degli attori più che al barbaro dispendio di coloratissima CGI, e devo dire che questo mix di atmosfere e stili si innesta perfettamente nella generale atmosfera da cinecomic che ovviamente permea Shang-Chi, arricchendolo. Rimanendo in campo attoriale, molto apprezzabile il lavoro di Simu Liu nei panni dell'eroe titolare, con quella faccetta da orsotto asiatico che lo rende comunque credibile sia nei momenti più introspettivi che in quelli più spacconi (e che fisico nasconde il fanciullo!), mentre Awkwafina è carinissima come comic relief mai troppo sfacciato o fuori contesto e la semi-esordiente Meng'er Zhang, tolta la orrida capigliatura che le hanno appioppato, spacca culi come poche altre eroine. Certo, a surclassare questo trio all'erta e pieno di brio ci pensa un raffinatissimo ed elegante Tony Leung, che merita la palma di UNICO attore in grado di rendere sfaccettato ed indimenticabile un villain del MCU e si conferma, assieme alle succitate scene action, il motivo principale per cui chiunque sia anche solo vagamente appassionato dei cinecomic dovrebbe provare a dare una chance a questo Shang-Chi. Onestamente, salvo per una guest star affine a livello di nazionalità ho capito poco del perché o percome il film dovrebbe connettersi al resto dell'universo Marvel ma vi consiglio di non perdere le due scene post-credit, se non altro per godere del ritorno di un paio di personaggi molto amati e anche di un karaoke assai esilarante. Con gli appassionati del genere ci si risente a Novembre con Eternals!


Di Tony Leung (Xu Wenwu), Awkwafina (Katy), Michelle Yeoh (Ying Nan), Benedict Wong (Wong), Ben Kingsley (Trevor Slattery) e Tim Roth (Abominio) ho già parlato ai rispettivi link. 

Destin Daniel Cretton è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Hawaiiano, ha diretto film come Short Term 12, Il castello di vetro e Il diritto di opporsi. Anche produttore, ha 43 anni. 


Donnie Yen era tra i vari prescelti per il ruolo di Xu Wenwu mentre in lizza per quello di Shang-Chi c'era Steven Yeun. Michelle Yeoh è al suo secondo ruolo all'interno del MCU visto che aveva già interpretato Aleta Ogord in Guardiani della galassia vol. 2. Se Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli vi fosse piaciuto ma non avete voglia di recuperare tutti i film del MCU cercate almeno di guardare Iron Man, Iron Man 2, Iron Man 3, Marvel One-Shots: All Hail the King, L'incredibile Hulk, Doctor Strange e Captain Marvel, tutti disponibili su Disney +. ENJOY!

2 commenti:

  1. Anche io sto sentendo dire in giro tutto il male possibile su "Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli", ho imparato però a non fidarmi mai delle stroncature asoslute, quindi lo andrò a vedere senza problemi. poi ti saprò dire se confermo o meno le tue opinioni, del tuo giudizio però posso dire che-a differenza degli stroncatori professionisti, di cui parlavo prima- mi fido molto.

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    1. Grazie mille per la fiducia!
      Spero sia stata ben riposta, alla fine :)

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