Trama: in un futuro abbastanza vicino, alcuni detenuti vivono all'interno di un carcere all'apparenza dotato di ogni comodità, costretti tuttavia a testare sieri dagli effetti imprevedibili...
Tornata a casa dopo le ferie, ho chiesto consiglio agli amici di Facebook su quale film recuperare all'interno delle tre piattaforme a mia disposizione, ed è spuntato questo Spiderhead, disponibile su Netflix e tratto da un racconto di un autore a me sconosciuto, George Saunders. Come al solito non posso fare confronti tra racconto e film, quindi partiamo con l'usuale "recensione" ignorante. Spiderhead è il nome di un complesso fortificato, situato su un'isola deserta, che funge da carcere, ma con una particolarità; i detenuti sono trattati come gli ospiti di un hotel a quattro stelle da cui non possono ovviamente uscire, tuttavia per ottenere questo trattamento sono costretti a dare il proprio consenso per periodici esperimenti a base di sieri che alterano le emozioni. Se, all'inizio, lo spettatore si ritrova coinvolto nel "gioco" di scoprire i vari sieri e quali siano le loro funzioni, tra momenti molto faceti (pure troppo!) e altri più inquietanti, provandoli sulla pelle del protagonista Jeff, mano a mano che il film prosegue diventano chiare le implicazioni di un paio di esperimenti più crudeli e, soprattutto, la natura infingarda di Abnesti, capo della ricerca scientifica del carcere. Tra un esperimento, una confessione tra detenuti e i ricordi del protagonista, Spiderhead rimane per tutta la sua durata in perfetto ed incredibile equilibrio tra generi, senza sconfinare mai nel troppo fantascientifico o nel troppo horror (cosa che, a mio avviso, gli avrebbe dato una marcia in più) e, anche se la riflessione finale sull'autodeterminazione e l'importanza della volontà è chiara e rimarcata, non diventa mai neppure un racconto dalla morale netta. Ciò, da una parte, lo rende una perfetta opera d'intrattenimento, mentre dall'altra lo priva dell'incisività necessaria per essere qualcosa di più del solito film Netflix da dimenticare dopo un paio di giorni.
Peccato, perché la particolarità di Spiderhead è quella di offrire a Chris Hemswort la possibilità di tentare un ruolo un po' diverso da quelli soliti di babbeo o eroe, consegnandolo in un'inedita versione "villain". Come rimarcato nei dialoghi, Hemsworth è un uomo di grande bellezza, e questo lo avvantaggia nel ruolo di un genio (del male) che sfrutta l'aspetto e la retorica per attirare le sue vittime con un'apparenza gentile e affabile, con idee progressiste di libertà e condivisione, celando la sua reale natura di presuntuosa testa di pazzo che non si fermerebbe di fronte a nulla pur di blandire la propria genialità. Miles Teller, come contraltare, è forse poco incisivo ma ha abbastanza personalità per non farsi "mangiare" dal suo antagonista (o forse è Hemsworth a non riuscire a fare quel piccolissimo salto per diventare memorabile, come è stato invece per Sebastian Stan in Fresh), anche perché il cast potrebbe anche essere finito lì; gli altri attori, impegnati in ruoli più o meno minori, non saltano mai veramente all'occhio, e lo stesso vale anche per la regia di Joseph Kosinski, che porta a casa un lavoro dignitoso ma mai davvero particolare o entusiasmante. L'unica sequenza di Spiderhead che ricorderò finché campo, in effetti, è giusto quella dell'incidente in macchina che condanna Jeff a finire in carcere, scritta e realizzata con una sciatteria fuori scala: come faccia una persona a volare fuori dal parabrezza di un'auto, dopo averlo sfondato con la testa, ad atterrare scomposto come il bambino/pupazzo de La terza madre e a rialzarsi senza neppure una goccia di sangue sul volto, è qualcosa che mi porta a rivalutare l'uomo nascosto nel controsoffitto dell'astronave in Estraneo a bordo. A parte questo, comunque, è estate, Hemsworth è un bel vedere, la storia di Spiderhead è simpatica, quindi per una serata passata davanti a Netflix ci sono scelte ben peggiori.
Di Chris Hemsworth (Abnesti) e Miles Teller (Jeff) ho già parlato ai rispettivi link.
Joseph Kosinski è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Tron: Legacy, Oblivion, Fire Squad - Incubo di fuoco e Top Gun: Maverick. Anche produttore e sceneggiatore, ha 48 anni.
Jurnee Smollett interpreta Lizzy. Americana, la ricordo per film come La baia di Eva e Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, inoltre ha partecipato a serie come E.R. Medici in prima linea, Grey's Anatomy, Doctor House, True Blood e Lovecraft County. Anche produttrice, ha 35 anni e due film in uscita.
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