venerdì 14 febbraio 2025

Anora (2024)

Il primo recupero eccellente fatto in vista degli Oscar è stato Anora, diretto e sceneggiato dal regista Sean Baker nel 2024, candidato a 6 statuette: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attrice Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Montaggio. Quale film migliore per augurare, a chi ci crede, buon San Valentino?


Trama: Ivan,  figlio di un oligarca russo, si invaghisce di Ani, ballerina ed escort in un locale di spogliarelliste. Dopo settimane di sesso e divertimenti, i due si sposano, ma la famiglia di Ivan si mette in mezzo...


Quella di Anora è la storia più vecchia del mondo. Lui, ricchissimo, incontra lei, poverissima, e scatta l'amore, ovviamente contrastato. Ma se Anora fosse davvero tutto qui, non sarebbe un film di Sean Baker, attento indagatore del mondo dei sex worker e, soprattutto, delizioso cantore di storie umane fatte di personaggi imperfetti, squallidi e "brutti". Di ragazze che, come già la Halley di Un sogno chiamato Florida, sono state costrette a crescere fisicamente pur rimanendo immature, facendo della loro disnibita bellezza un mezzo per poter portare a casa quanti più soldi possibili e fare un po' di bella vita, dimenticando la loro condizione di squallore almeno per qualche istante. Di Ani sappiamo poco o nulla, solo che ha origini russe e che rifiuta di usare il suo vero nome, Anora. Si è costruita una nuova identità, rifiutando il passato e smettendo di guardare al futuro, vivendo un eterno presente fatto di ricchi ubriaconi che la palpeggiano. Finché, un giorno, arriva Ivan. Giovane, bello (?), scemo e, soprattutto, sfondato di soldi. Dopo un paio di incontri, Ivan propone ad Ani di diventare la sua Pretty Woman, la sua ragazza per due settimane, un'ultima botta di vita americana, prima di tornare in Russia a lavorare per papà. Segue un periodo frenetico di feste, lussi ed eccessi, di sesso da ragazzini e giornate spensierate, finché non scatta la proposta di matrimonio, offerta ed accettata per motivi diametralmente opposti. Forse Ani comincia a pensare al futuro, a quanto sarebbe bello vivere per sempre un'esistenza libera da pensieri con un babbeo sostanzialmente innocuo, da prendere per mano e formare, anche nel sesso. Forse Ani comincia a pensare di amarlo, lei che l'amore non lo conosce affatto. Non lo sapremo mai, perché, alla notizia del matrimonio, la madre di Ivan sbrocca e manda un improbabile trio di galoppini a far rinsavire il figlio. Il film si trasforma: da commedia romantica fatta ad uso e consumo della Gen Z senza valori diventa un grottesco, esilarante emulo dei migliori film dei Coen. Se prima, infatti, Ivan scopava come un coniglio, di fronte alle minacce di mammà pensa bene di scappare come una lepre, costringendo Ani a far comunella con tre detestabili sconosciuti per ritrovare il fuggiasco e salvarsi matrimonio e futuro.


Se Anora fosse solo questo, però, per quanto divertente, sarebbe davvero poca cosa. E' l'ultimo atto del film che regala la chiave di lettura dell'intera opera, che apre gli occhi alla protagonista, le mostra quella "luce" nascosta all'interno del significato del nome da lei rifiutato. E' qualcosa che si fa strada a poco a poco e che rischia di perdersi, nella frenesia di abiti, gioielli, clienti, sesso, canzoni di volgarità inaudita, perché è piccolo e non eclatante, silenzioso e defilato. In maniera graduale, Anora si rivela un coming of age coi fiocchi, la storia di una ragazza che impara, se non cosa sia l'amore, almeno a percepire la mancanza di "qualcosa", che è andato perduto nella convinzione di essere solo un bellissimo pezzo di carne e di poter fare strada proprio grazie a questa fortuna. E, come ogni rivelazione importante, la consapevolezza è dolorosa. Il finale silenzioso di Anora arriva come la fine di una guerra, quando il giovane soldato entusiasta sopravvive a mille battaglie e mille trionfi, per ritrovarsi stremato, spogliato dell'innocenza, a contare i morti e pensare che, forse, ciò per cui aveva combattuto fino a quel momento non contava nulla; il soldato guarda il mondo con occhi nuovi, arriva a capire ciò che aveva sempre ignorato e, conseguentemente, disprezzato, sentendosi mortificato da quanto ci sia voluto per afferrare cose all'apparenza semplici. E' un finale che arriva con la stessa potenza di quello di Un sogno chiamato Florida, a strizzare il cuore di uno spettatore che si è innamorato di Ani per la sua caparbietà, la sua natura triviale e volgare, persino per la sua stupidità, e vorrebbe abbracciarla come chi è stato a lungo ad osservarla in silenzio, vedendo oltre le apparenze, sopportando insulti ed illazioni. In questo, Igor somiglia moltissimo al Bobby di Un sogno chiamato Florida. I suoi occhi (occhi da "stupratore", come gli rinfaccia rabbiosa Ani, lei che non riesce a staccarsi dall'idea che il sesso sia l'unico modo che hanno gli uomini di rapportarsi a lei) scorgono spiriti affini, non li giudicano, li sostengono per come possono con piccoli gesti di immensa dolcezza e umanità. Magari non risolveranno tutti i problemi, ché anche Igor, come Bobby, non è un supereroe, ma almeno restituiscono la dignità a chi ha dimenticato persino di averla.


La regia di Sean Baker muta seguendo le varie anime del film. Ai grandangoli, i momenti videoclippari e il montaggio frenetico del primo atto, zeppo di sequenze che faranno piangere di gioia gli orfani del Badabing! de I Soprano, seguono immagini concitate degne di un action "da camera", quando Igor, Taros e Garnik scoprono a loro spese cosa significhi avere un uragano di nome Ani intrappolato in un ambiente chiuso. Fa capolino anche lo stile guerrilla, durante la ricerca di Ivan, la cui foto viene mostrata ad ignari clienti di vari ristoranti e locali, ripresi di nascosto, ma tutto si attenua (martellante colonna sonora compresa) sul finale, dove il freddo di una neve "russa" avvolge le luci e i suoni di una New York grigia, invernale. A differenza degli altri film di Baker, la palette di colori è molto più ridotta, proprio per rispettare la stagione in cui è ambientato Anora, ma tutto viene vivacizzato sia dai fili brillanti che decorano i bellissimi capelli di Mikey Madison, sia da pennellate di rosso (la sciarpa della protagonista, fondamentale protagonista di momenti topici) e blu, due colori che si alternano negli abiti e negli oggetti associati ad Ani e Ivan. Ai due protagonisti mi collegherei per parlare degli attori, ma non saprei cosa dire, salvo che ogni membro del nutrito cast è perfetto, indispensabile alla riuscita del film, soprattutto perché a quasi tutti gli interpreti principali è chiesto di fare evolvere i loro personaggi sfidando cliché e prime impressioni. L'esempio più clamoroso di quanto affermo è Yura Borisov, figura di sfondo, semplice gregario che diventa, a poco a poco, la chiave di volta di Anora, facendosi strada nel cuore del pubblico (a parte che io mi sarei portata a casa tutti e tre i "marmittoni", in primis l'esilarante Toros). Quanto a Mikey Madison, già bucava lo schermo in Scream, ma qui regge sulle spalle tutta la pellicola, calamitando lo sguardo dello spettatore non solo per la sua innegabile, sensualissima bellezza (maledetta!), ma anche per la sensibilità nell'interpretare un personaggio molto più sfaccettato di quello che appare all'inizio. Lo avevate detto tutti che Anora era un trionfo, ma dopo le mezze delusioni di Emilia Pérez e, ancora prima, di Povere creature!, ci sono andata molto coi piedi di piombo, e mi sono dovuta ricredere! Agli Oscar tiferò, sempre ed inutilmente, The Substance, ma se, per miracolo, Anora facesse incetta di premi importanti, saltellerò di felicità!


Del regista e sceneggiatore Sean Baker ho già parlato QUI.

Mikey Madison interpreta Anora. Americana, ha partecipato a film come C'era una volta a... Hollywood e Scream. Ha 26 anni.


Yura Borisov
interpreta Igor. Russo, ha partecipato a film come Kapitan Volkonogov bezhal, AK-47 - Kalashnikov e Scompartimento n.6. Ha 33 anni e due film in uscita. 


Karren Karagulian
, che interpreta Toros, ha partecipato a tutti i film finora diretti da Sean Baker... e vi direi di recuperarli, se vi è piaciuto Anora! ENJOY!

8 commenti:

  1. Quando in Pretty Woman Kit fa notare a Vivian che con quell'uomo belloccio e ricco che se l'è caricata la sera prima può nascere una storia d'amore a lieto fine l'amica subito protesta facendole notare che è impossibile, non è mai successo: "Non succede mai, fammi solo un nome." "Cavolo, non sono brava con i nomi," le risponde Kit ma subito dopo: "Ah sì, aspetta: quella gran culo di Cenerentola!". E, infatti, Vivian/Julia Roberts è davvero Cenerentola perché Pretty Woman è il live action hollywoodiano del capolavoro Disney mentre, oggi, Anora è apparentemente la sua rivisitazione - trent'anni dopo. Anche Anora quando incontra il suo principe azzurro si sente come Cenerentola (vuole andare in luna di miele a Disney World, in quel mondo di plastica e colorato a due passi dal motel da due soldi dove vive Halley e che la figlioletta Moone sogna un giorno di visitare nell'altro gioiellino cinematografico di Baker, a Disney World vuole festeggiare Anora - e proprio nella suite di Cenerentola come le suggerisce l'amica). Ma se Marshall si diletta a raccontare una fiaba incuneata dentro le regole del nostro mondo, Baker invece ci blandisce con estetica e stilemi della fiaba per parlarci poi di come va davvero questo mondo che quotidianamente calpestiamo; Pretty Woman (che adoro e adoro) è innocente come la bugia di una madre pronta a proteggere il figlio-spettatore (c'è un solo momento di sincerità, quando Edward/Richard Gere dice a Vivian: io e te siamo uguali, fottiamo il prossimo per soldi) Anora (e qualsiasi altro film di Baker) è sincero e brutale sino al midollo e, di ogni suo personaggio, violento e tenero, puoi sentire il respiro sin fino l'odore acre del sesso e del sudore: questa è la sua inconfondibile cifra, confezionata in uno stile pop (qui meno marcato, come giustamente noti), ironico e sopra le righe solo come poi la vita sa essere. Mi trovo in tutto quel che hai scritto compresa la considerazione sulla Madison (che a Scream si era mangiata in pochi minuti la Barriera e la Ortega) superlativa e super-sexy.

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    1. A me invece Pretty Woman non ha mai fatta impazzire, pensa! Gli preferisco molto di più film "realistici", con personaggi immersi in profonde zone di grigio, come questo Anora.

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  2. E' una bellissima favola adulta, e in quanto tale (purtroppo) ben lontana dal mondo dei sogni... ma soprattutto è una bellissima commedia, divertente, amara e malinconica, come devono essere tutte le commedie. Solo che in Italia non le sappiamo più fare. Da tempo.

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    1. Ma dai che adesso arriva l'Inside Out per adulti e ci rimette a posto! XD
      (Ovviamente, sono ironica. Amaramente)

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  3. come chiunque può preferire Vanya quando Yuri è un cuccioletto adorabile che per tutto il film subisce e basta? 💙

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    1. Yuri modello di vita. Sopporta ma ti riduce in cenere con uno sguardo disgustato.

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  4. Caruccio, da Sean Baker mi aspettavo di più, ma si guarda con piacere. Lei stratosferica, per me davvero brava, ma anche il 'moccioso', è stato al gioco.
    Borisov è ipnotico, davvero potente nelle sue interpretazioni .
    Mi è mancato qualcosa, forse la commozione che mi regalò il suo Florida dream, 😉

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    1. Io ho pianto tantissimo anche qui, ma The Florida Project mi aveva annientata.

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