Ho aspettato un sacco ma alla fine anche io sono riuscita a vedere Povere creature! (Poor Things), diretto nel 2023 dal regista Yorgos Lanthimos e candidato a undici Oscar: Miglior film, Miglior regista, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior attrice, Miglior attore non protagonista, Miglior montaggio, Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi, Migliore colonna sonora, Miglior trucco e acconciatura. Attenzione, segue lungo sproloquio!
Trama: il geniale chirurgo Godwin Baxter recupera il cadavere di una donna suicida e le dà nuova vita, impiantandole il cervello del bambino che portava in grembo. "Nasce" così Bella, creatura in cerca della libertà, della conoscenza e del suo posto nel mondo...
Questa volta più di altre mi pento di non avere letto il romanzo omonimo di Alasdair Gray prima di accingermi alla visione di Povere creature!, perché, nonostante il film sia stato incensato da chiunque, a me è sembrato di non avere colto qualcosa. Prendete dunque questo post come una riflessione personalissima e sentitevi liberi (anzi, fatelo!!) di venire incontro al mio ignorantissimo cervello nei commenti. L'ultimo film di Lanthimos è un'opera che mescola le suggestioni e lo stile dei romanzi di formazione e picareschi, condito da abbondanti tocchi di horror, humour nero e situazioni grottesche, avente per protagonista la giovane Bella Baxter. Quella che viene presentata allo spettatore è la seconda vita di Bella: come un novello mostro di Frankestein, Bella è un cadavere rianimato dallo scienziato Godwin "God" Baxter, che l'ha creata inserendo il cervello di un bambino mai nato nel corpo della madre morta suicida, e l'ha cresciuta come un esperimento controllato. Proprio la natura peculiare del cervello di Bella la rende una creatura di pura innocenza ed istinto, dotata (come appunto i bimbi piccoli) di una spiccata percezione dei propri bisogni che spesso sconfina in un testardo e capriccioso egoismo. Ciò, unito a una rapidissima capacità di sviluppo e apprendimento, la porta presto a diventare insofferente verso i limiti imposti da God e le cose precipitano quando la sessualità di Bella si risveglia con un'urgenza resa pressante da tutte le caratteristiche di cui sopra; l'arrivo dello spregiudicato e disnibito avvocato Duncan Wedderburn spingerà Bella a fuggire con lui e ad iniziare il suo viaggio alla scoperta del mondo e di se stessa. Pur non avendo letto con attenzione le varie recensioni scritte in rete onde evitare spoiler, persino io ho capito che il comun denominatore delle stesse fosse la parola "femminismo". In effetti, le vicende di Bella nascono da un atto di "potere" commesso da un uomo ai danni di una donna che ha cercato di togliersi la vita e proseguono seguendo il tentativo della protagonista di liberarsi dall'influenza di uomini pronti a decidere cosa sia meglio per lei e, in seguito, a plasmarla in base ai propri desideri. La sessualità femminile, la presenza di un organo destinato esclusivamente al piacere come il clitoride, è il fulcro della narrazione per la prima parte del film e ritorna, prepotente, verso la fine, incarnando (da un punto di vista maschile) tutto ciò che c'è di bello e terribile nelle donne. Quasi tutti i personaggi cercano infatti di approfittare dello sfrenato desiderio sessuale di Bella per poterla controllare: God cerca di imbrigliarlo affibbiandole un marito scelto da lui, così da poter continuare l'esperimento in sicurezza, Duncan desidera al fianco una donna-bambina dall'appetito insaziabile e facile da plasmare, la maitresse punta a trarne il massimo profitto, Alfie decide di inibirlo per sempre onde evitare di gestire una donna che già si era liberata dalla sua influenza suicidandosi e privandolo di un figlio.
Bella, in tutto questo, se ne batte allegramente le balle, passatemi il termine, ed è conseguentemente meravigliosa. Determinata a fare solo ciò che può farla stare bene, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e asseconda chi ha a che fare con lei per il tempo che le serve a ottenere ciò che desidera. Sesso, cultura, cibo, denaro, informazioni, ognuna di queste cose è fondamentale per Bella, con un grado di importanza che varia in base al suo sviluppo fisico e mentale, alla sua crescita. Impermeabile, apparentemente, a qualunque cosa legata ad aspetti meramente "sentimentali", Bella ragiona col piglio di uno scienziato secondo rapporti di causa ed effetto, non tanto come "donna" ma come persona pienamente autoconsapevole, al di là di ogni definizione di sesso, età o classe sociale. E' qui, dunque, che mi viene da chiedermi se Povere creature! sia un film "femminista" o se non faccia, invece, un discorso aperto a tutt*, lanciando un invito ad essere la nostra versione migliore, con un occhio alle brutture della società che ci circonda, coltivando "egoisticamente" passioni e bisogni in modo da rendere il mondo un posto più gradevole per tutti quelli che lo meritano (le facce di merda irrecuperabili, invece, possono rimanere in ginocchio a belare nel pantano a cui sono destinati). Ed è sempre qui che, lo ammetto, il mio entusiasmo per Povere creature! si è incrinato, scontrandosi con quella che io ho percepito come una superficialità perplimente. Premesso che Bella ha delle origini tragiche e terribili e che sul suo corpo è stata commessa una violazione imperdonabile, nel corso del film non c'è un solo momento in cui la protagonista si trovi davvero nelle condizioni definite dalle parole della maitresse parigina, apparentemente tra le più importanti della pellicola: "We must experience everything. Not just the good, but degradation, horror, sadness. This makes us whole Bella, makes us people of substance. Not flighty, untouched children. Then we can know the world. And when we know the world, the world is ours". Certo, a un certo punto del film Bella impara che alcune persone soffrono e muoiono ingiustamente e, in seguito, diventa prostituta, ma la prima situazione è un'apostrofo bruciato dal sole tra una patata e una sisa, mentre la seconda è all'acqua di rose: Bella SCEGLIE di prostituirsi, tenta per cinque minuti di instaurare il socialismo (altro concetto apparentemente importantissimo inserito qui e là nei dialoghi e mai approfondito...) all'interno della struttura del bordello e se ne va senza problemi quando decide di essere stufa di quella vita. In realtà Bella, salvo i criticabili, odiosi limiti della sua condizione di donna (che, peraltro, nessuno riesce ad imporle in virtù della natura di ciolla molla di ogni uomo presente nel film), nasce come privilegiata alto borghese, viene "rapita" da un perdigiorno che comunque la mantiene, torna ad una vita che le consentirà di diventare ciò che desidera, quindi la sua vicenda risulta priva di quel tormento che le darebbe non solo un po' più di consistenza, ma anche maggiore profondità.
Al di là di queste considerazioni personalissime, non è che Povere creature! non mi sia piaciuto. Ho un po' sofferto la pesante ingerenza della computer grafica nei colori e nei fondali, questo sì, ma ho apprezzato molto la sperimentazione estrema di Lanthimos e del direttore della fotografia Robbie Ryan, quella manifesta volontà di giocare con le lenti, le luci e le inquadrature, in perfetta sincronia con le esperienze sempre diverse vissute da Bella e con la sua voglia di esplorare. Gli ambienti ricostruiti in studio, con quelle suggestioni steampunk e i dettagli surreali, sono dei micromondi senza tempo che risultano contemporaneamente familiari ed estranei, e riescono a spiazzare lo spettatore di continuo, così come le mise intrigantissime di Bella, un perfetto mix di "decoro" da gentildonna e spirito libero punk. All'interno di questi abiti allucinanti, Emma Stone ci sguazza e si profonde nell'interpretazione migliore di sempre. Senza alcun senso di pudore o di vergogna, la Stone mette a nudo non solo il suo corpo, ma occhi di un'innocenza spiazzante, che accompagnano, con quello sguardo diretto e stralunato, parole scandite con candida perfidia, capaci di strappare più di una risata di sconcerto o ammirazione. Se la Stone è sicuramente ipnotica, non è meno azzeccata l'interpretazione di Mark Ruffalo, al quale è stato offerto il ruolo della vita, portato a casa in maniera egregia. Duncan Wedderburn è un buffone matricolato e una persona pessima sotto ogni punto di vista, ma in alcuni momenti l'interazione con Bella è talmente avvilente per questo povero creaturO che è difficile non provare un minimo di pena (e poi io un attore che improvvisa un BELLAAAA!! neanche fosse un novello Kovalski lo amo a prescindere), mentre il favoloso ballo che vede impegnati entrambi sulla nave è talmente esaltante a livello di chimica e coreografia da essere quasi ai livelli di quelli che vedeva impegnati il compianto Raul Julia e Anjelica Houston nei due film de La famiglia Addams. Ho detto QUASI! E quasi è la parola chiave di ciò che ho provato guardando Povere creature!: mi ha quasi convinta, ma non al 100%, diciamo, per rimanere in tema, che non ho raggiunto l'orgasmo. Se però si porterà a casa ogni Oscar per cui è candidato mi vedrete saltellare felice ugualmente!
Del regista Yorgos Lanthimos ho già parlato QUI. Emma Stone (Bella Baxter), Willem Dafoe (Dr. Godwin Baxter), Christopher Abbott (Alfie Blessington) e Mark Ruffalo (Duncan Wedderburn) li trovate invece ai rispettivi link.
Credo che la natura di privilegiata sia inevitabile, essendo nata per mano di uno scienziato - e solo gli abbienti potevano permettersi di studiare.
RispondiEliminaPer il resto, l'ho visto come un film sullo sguardo. L'inquadratura si allarga col proseguire della pellicola, così come Bella fa il pieno di esperienze, divenendo un essere umano completa proprio perché sperimenta e decide autonomamente, spoglia delle convenzioni sociali.
Un film sullo sguardo mi piace come descrizione. Sulla ricerca di se stessi, sulla percezione del mondo in rapporto a ciò che siamo o impariamo, tutto mi piace di più. Sul femminismo è troppo riduttivo.
EliminaL'ho visto e l'ho trovato malsanamente stupendo.
RispondiEliminaA tratti anche io ho pensato che alla fine Bella ha potuto scegliere di fare quello che voleva grazie al suo status e alla sua bellezza... di certo ci sono donne che non hanno questo tipo di fortuna e la scelta viene loro preclusa.
Resta comunque una bellissima opera.
Più che la bellezza, conta davvero lo status. O le persone che ci vogliono bene e ci appoggiano, dandoci una mano quando serve. Comunque la mia non vuole essere una "recensione" denigratoria, anzi. E' un film bellissimo.
EliminaErica, stavolta non sono d'accordo con te. Come si può avere dubbi sul fatto che "Povere Creature!" non sia un film femminista? Diciamo che, al limite (ed è vero), può essere considerato un film ANCHE femminista e non SOLO femminista (del resto il titolo è eloquente: le povere creature sono tutte quelle che rimangono ai margini di una società bigotta e prevaricatrice, donne comprese ovviamente) ma trovo incontrovertibile il messaggio aniti-patriarcale. Bella Baxter una privilegiata? Mah... se così vogliamo chiamarla una che muore suicida dopo un matrimonio infelice, viene raccattata in fondo a un fiume da uno scienziato pazzo e deriso da tutti, dopodichè cresce come una freak con un cervello da neonata... ma anche così fosse, dopo aver regalato ingenuamente ai "poveri" i soldi di Wedderburn, e dopo aver regalato allo stesso Wedderburn i soldi di Doc per levarselo di torno, Bella riparte da zero, senza un soldo e facendo la puttana. Le rimane la bellezza, certo, ma anche le altre "colleghe" meretrici sono bellissime: Bella ha in più di loro la consapevolezza e la determinazione, che si è conquistata durante la sua crescita atipica. Mi pare tutto fuorchè un privilegio. Ti lascio qui sotto il link di una bellissima recensione di una mia amica, e che condivido in toto. Molto meglio di come l'ho detto io :)
RispondiEliminahttps://www.liminarivista.it/camera-obscura/povere-creature-lanthimos-e-la-libera-ricerca-del-se/
Ho paura di non essermi spiegata bene. Quello che volevo dire è che ovunque il film viene elevato a manifesto di femminismo, quando invece a me sembra molto più universale. E' vero che gli uomini vengono rappresentati in maniera molto negativa, e che in almeno un dialogo si parla di manipolazione da parte degli stessi, ma (al di là di un modo inevitabilmente femminile di soddisfarsi sessualmente) Bella si evolve come persona, prima ancora che come donna, come essere umano, quindi il film veicola un messaggio di conoscenza di sé e spregio delle convenzioni che può essere aperto a tutti.
EliminaPer quanto riguarda la condizione privilegiata, è quello che ho scritto: "Bella ha delle origini tragiche e terribili e sul suo corpo è stata commessa una violazione imperdonabile", nessuno lo nega, men che meno io. Ma ogni sua scelta successiva, tolto il "rapimento" di Wedderburn che, alla fine, si rivela determinante per il suo sviluppo intellettuale, è per l'appunto sua: Bella SCEGLIE di legarsi a un uomo che reputa inadatto, per fare esperienza e perché scopa bene, sceglie di fare la prostituta, sceglie di andarsene e tornare a casa, sceglie andare con l'ex marito per conoscere il suo passato, sceglie (giustamente) di mandarlo a quel paese quando capisce di avere a che fare con un matto pericoloso, sceglie cosa diventare nel futuro. E questo non solo per la sua indubitabile e giusta consapevolezza ricavata da un lungo percorso, ma anche perché chi la circonda la agevola. Ma questo è il pensiero incompleto di chi non ha letto il romanzo e trova che il film lasci in sospeso un po' di questioni e sicuramente è un pensiero personale e probabilmente sbagliato, che nulla toglie alla bellezza e alla complessità del film.
Appena avrò tempo leggerò volentieri il post della tua amica!
Sì, ma... è ovvio che Bella SCEGLIE, però ogni scelta comporta dei rischi: Bella sceglie accentandone le conseguenze, positive e negative. Nessuno le regala niente, a parte i soldi di Doc e Duncan (che finiscono presto). Tutto il resto lo compie da sola, a suo rischio e pericolo. Continuo a non vederci privilegi in questo :)
EliminaIo ci ho provato. Io che detesto Lanthimos da Kinetta in avanti (tutto quindi). Lo condannerei a simbolica estrazione forzata del canino, tanto detesto il fake che rappresenta nel cinema cosiddetto d'autore. Al quale lui non appartiene, ne sono convinta. Ma tant'è, torna sempre e con budget sempre più consistenti.
RispondiEliminaVoglio essere molto generosa con quest'ultima boiata fastidiosa : scenografia e costumi sono notevoli per creatività onirica. Un Oscar tecnico , estrazione del canino (ci penso io di persona), poi fuori dai piedi. Uh, perdonami, Bollicina, sono cattiva 😈
A me invece Lanthimos piace molto, l'unico suo film che non mi ha particolarmente colpita è stato The Lobster e questo, beh, probabilmente partivo con aspettative troppo alte. Sicuramente, fotografia, costumi e Migliore Attrice sono suoi, forse anche miglior attore non protagonista, il resto non saprei.
Elimina“Ogni vita vera è incontro” Martin Buber
RispondiEliminaSottoscrivo pienamente che Povere creature! non sia un film femminista e, ancor più, che Bella possa rappresentare un modello di ispirazione di autodeterminazione della donna. Bella è solo in apparenza un personaggio tragico ma sotto questa superfice drammatica (la sua storia), grattata la vernice, c’è un’anima alquanto tragicomica anche se non così meschina come quella svelata da molti dei personaggi che le gravitano intorno (ma resta comunque macchiettistica ed è così priva di quella complessità e profondità che ad un’eroina drammatica chiunque chiederebbe). Pur conquistandosi la propria indipendenza Bella, che “nasce” bambina, resta tuttavia bambina perché sebbene poi incontri il mondo questa sua scelta di esplorazione si ferma - come per un infante - alla mera sfera sensoriale. Epidermicamente Bella vive ma liberamente rinuncia, priva di interesse, a stare nel mondo: il mondo lo vive se non per sé stessa e così anche quella ineluttabile presa di consapevolezza che fa del proprio corpo poi non la consegna a nessuna costruzione di vita interiore la quale si realizza sempre e solo nell’incontro con l’altro attraverso reciprocità e co-sentimento (soucit direbbe Kundera). Gli uomini (e le donne) per Bella, infatti, sono strumento di piacere o forme di minaccia e in lei non si trova alcuna passio genuina e gratuita (la velocità con il quale nasce e subito dopo muore il fuoco del non più che disagio verso i poveri sofferenti è cartina di tornasole), nessuna responsabilità ancora (la maniera con la quale prova a spegnere questo improvviso incendio interiore: un furto). Bella, una bambina che vive in un corpo di donna, resta imprigionata in un personaggio privo di crescita ed evoluzione ed Emma Stone, pur magistrale nel rappresentarla, porta così sullo schermo un personaggio molto meno complesso e sfaccettato della Mollie Kyle della Gladstone: per questo avrei preferito vedere vincere Lily.
Dopo l'incontro con la signora anziana in nave secondo me Bella evolve ulteriormente, non solo a livello sensoriale ma anche spirituale e filosofico (è da lì, se non ricordo male, che anche la sua proprietà di linguaggio ha un'impennata), però a mio avviso è mancato qualcosa a livello di sceneggiatura perché, come dici tu, anche le passioni politiche e altruistiche durano il tempo di un pianto. Devo ancora leggere il romanzo quindi continuo, per ora, a sospendere il giudizio definitivo.
EliminaAnche io non ho letto il libro (mi fermo all'idea che mi sono fatto della trasposizione) e probabilmente è vero che come dici Bella a metà film cresca (e il più ricco vocabolario è sicuramente conseguenza di questa evoluzione) ma l'apertura al mondo non si accompagna - per me - a un'apertura verso gli altri, Bella esiste solo per se stessa dall'inizio alla fine. Poi sono innamoratissimo di Scorsese ma quest'ultimo film mi ha un po' deluso (finale a parte che è tanta roba) però il personaggio della Gladstone (che tra l'altro mi sembra di capire sia meno centrale di quanto si era proposto lo stesso Scorsese) e la sua interpretazione mi hanno toccato tantissimo. Insomma il film lo rivedrei solo per lei (e Di Caprio, bravissimo). Mi chiedo se questa sia stata l'interpretazione della vita (spero di no) e se avrà possibilità di qualche altro ruolo importante in qualche produzione di rilievo.
RispondiEliminaScorsese è il mio primissimo amore cinefilo, quindi gli voglio un bene spassionato, ma anche io ritengo che questo suo ultimo film sia stato meno bello/interessante/centrato rispetto ad altri. La Gladstone è bravissima e la mia intenzione è quella di riguardare il film in lingua originale (purtroppo solo Poor Things! è passato in v.o dalle mie parti, quindi probabilmente ho apprezzato di più Emma Stone anche per questo motivo). In tutta onestà, le auguro di non fare la fine di altre colleghe nominate per, appunto, il ruolo della vita e poi sparite nel nulla, ma è quel che temo.
EliminaPurtroppo alla Gladstone hanno lasciato un ruolo troppo limitato. Capisco come l'Oscar sia finito in mano alla Stone, super scoppiettante in un personaggio molto "originale". Spero anch'io per lei che non sia una meteora e di poterla rivedere on altre produzioni.
RispondiEliminaIo non l'ho trovato così limitato, ma certo la Stone è più "presente", anche perché il film verte tutto su di lei!
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