mercoledì 13 agosto 2025

2025 Horror Challenge: Sleepaway Camp (1983)

Il tema della challenge horror, questa settimana, era "Film anni '80", quindi ho scelto Sleepaway Camp, diretto e sceneggiato nel 1983 dal regista Robert Hiltzik. Siccome è molto difficile parlare di Sleepaway Camp senza scendere nei dettagli, il post conterrà molti SPOILER, quindi non leggetelo se non avete mai visto il film.


Trama: Angela, rimasta orfana da bambina dopo un incidente costato la vita anche al fratellino, viene mandata in campeggio estivo assieme al cugino Rick. La timidezza di Angela, che sconfina nel mutismo, la rende vittima di bullismo, e le cose peggiorano ulteriormente quando un killer comincia a mietere vittime...


Nell'epoca di internet, è incredibilmente difficile non venire a conoscenza di twist famosissimi, in questo caso famigerati. Infatti, la mia esperienza con Sleepaway Camp è stata "rovinata" dall'averne visto su parecchi siti, nel corso del tempo, le immagini finali, accompagnate in tempi recenti da caption o indizi che indicano il film come un'opera dalle fortissime tematiche queer. Senza questi due aspetti particolari, il film sarebbe ben poca cosa, soprattutto perché, a livello di regia e attori, è poco meno che amatoriale, e l'unico membro del cast a spiccare è proprio l'allora tredicenne Felissa Rose, la quale è costretta ad interpretare una ragazzina talmente timida da risultare patologica. Ma di cosa parla, dunque, Sleepaway Camp, e perché merita comunque di venire ricordato ancora oggi? Il film inizia con un incidente nautico, che vede morire il fratello di Angela e suo padre. Angela viene affidata alla zia e, dopo qualche anno, viene mandata in un campeggio estivo assieme al cugino Rick. Poiché Sleepaway Camp è un rip-off di Venerdì 13, gli ospiti del campeggio e gli animatori cominciano ad essere sistematicamente uccisi da una mano sconosciuta; "casualmente", le vittime sono sempre persone che hanno insultato o bullizzato Angela, e a un certo punto il laido gestore del campeggio arriva a sospettare proprio di suo cugino Rick. Nulla di nuovo sotto il sole, come vedete, non fosse che Sleepaway Camp si distingue per avere come protagonisti dei ragazzini di tredici anni, se non più piccoli, colti nel momento di massima confusione sessuale, sconcertati e spesso frustrati dalle prime esperienze di cuore. In film come Venerdì 13 (e come la maggior parte degli slasher dell'epoca) siamo in zona Porky's, coi protagonisti impegnati nella ricerca costante della scopata e puniti proprio per questo desiderio "impuro", mentre qui gli approcci sono goffi, e i maschi si stupiscono di come ragazze infantili ed amicissime l'anno prima siano all'improvviso diventate delle "vamp" poco disposte al gioco e ben più interessate a ragazzi grandi e carini. E poi, ovviamente, c'è Angela, la cui natura, col senno di poi, risulta chiara fin dall'inizio, il che fa di Sleepaway Camp un film raffazzonato sotto molti aspetti, ma non quello della sceneggiatura.


Lo spettatore attento potrebbe notare un'incongruenza fin da subito, ma il rischio è quello di venire sviati dalla weirdness della zia, la quale già nel primo dialogo offre un indizio importante sulla vera identità di Angela. All'interno di sequenze allucinate che farebbero la felicità di qualsiasi horror italiano di serie Z dell'epoca, assistiamo al tormento interiore di Angela e alla confusione sessuale che l'attanaglia, dal momento in cui la zia, desiderosa di avere una figlia femmina, ha costretto il nipote sopravvissuto a fingersi tale, ma le tracce atte a svelare l'arcano sono sparse per tutto il film. Angela non vuole mostrarsi in costume, non vuole fare la doccia con le coetanee, rimane sconvolta quando l'amico di Rick la bacia, scegliendola tra tutte le altre ragazze, ed è lì che la protagonista comincia a mettersi in discussione. La confusione sessuale e la fragilità della propria percezione come donna, unite ad un palese senso di colpa, si traducono in una follia omicida, in primis quando lo schifosissimo cuoco pedofilo tenta di metterle le mani addosso, e si rivolge verso tutti coloro che, in un modo o nell'altro, arrivano a prenderla in giro, sminuirla o tradirla, seppure temporaneamente. La terrificante scena finale, che mette i brividi oggi come quarant'anni fa, non risulta dunque messa lì come mero shock value, ma come la chiusa perfetta di un percorso di presa di coscienza talmente subitaneo e violento da annullare qualsiasi facoltà mentale. Questa sequenza cult mostra tutta la cura infusa nei pochi effetti speciali del film (nonostante lo scarso budget), i quali tuttavia non riescono a rendere entusiasmanti gli scarni omicidi, fiaccati da una carenza di gore inusuale per questo genere di produzioni. Fortunatamente, come ho scritto sopra, il valore di Sleepaway Camp sta altrove, e mi ritengo molto soddisfatta di avere guardato una piccola pietra miliare dell'horror che ancora mi mancava all'appello. 

Robert Hiltzik è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto un altro film, Return to Sleepaway Camp. Anche produttore e attore, ha 68 anni. 


Felissa Rose
, che interpreta Angela, è scomparsa dalle scene per vent'anni, dopodiché ha partecipato a una marea di horror indipendenti di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza (e il sito Imdb ne elenca altri 38 che devono ancora uscire), ed è comparsa in Tales of Halloween e Terrifier 2. Sleepaway Camp ha generato quattro seguiti, Sleepaway Camp II: Unhappy Campers, Sleepaway Camp III: Teenage Wasteland, Sleepaway Camp IV: The Survivor e Return to Sleepaway Camp, tutti inediti in Italia. Se il film vi fosse piaciuto, ovviamente recuperateli. ENJOY!

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