martedì 26 agosto 2025

Dangerous Animals (2025)

Mi aveva attirata già dal trailer, così, appena è uscito, sono corsa a vedere Dangerous Animals, diretto dal regista Sean Byrne.


Trama: Zephyr è una ragazza dallo spirito libero, che vive alla giornata surfando negli oceani australiani, finché, un brutto giorno, incappa nelle grinfie di un maniaco che si diverte a gettare le persone in pasto agli squali...


Allora, specifichiamo. Il trailer mi aveva attirata per la colonna sonora epica (impressione confermata durante la visione del film, in quanto sono bellissimi sia lo score originale che le canzoni non originali) e per l'idea interessante di un woman vs sharks o, meglio, di un woman vs serial killer with sharks. Poi è successo che sono riuscita a vedere Dangerous Animals in lingua inglese, trovandomi davanti un Jai Courtney dal pesantissimo accento Aussie, e il mio cervello è esploso. Da un lato, la mia parte razionale non poteva che provare disgusto per questo rozzo, laido barcaiolo con problemi psichici, convinto di poter giocare con la vita di ragazze innocenti senza neppure sporcarsi più di tanto le mani, sfruttando poveri squaletti affamati. Ci si impegnano, Sean Byrne e lo stesso Jai Courtney, a rendere repellente Tucker e il suo folle delirio di onnipotenza, tra terrificanti collezioni video e sguardi lubrichi ai danni delle vittime ignare, così come si sforzano a connotare la protagonista, Zephyr, nel modo più cool e positivo possibile; lo spettatore non può non fare il tifo per questo spirito libero, pieno di risorse, il cui terrore più grande è finire prigioniera dopo esserlo stata per tutta la vita e avere trovato un'indipendenza salvifica. E' dunque impossibile non godere di ogni calcio assestato sul muso di Tucker, di ogni goccia di sangue che gli viene spillata con fatica, e verrebbe voglia di percuoterlo forte, per poi gettarlo nell'oceano senza tanti problemi. Questo perché, ovviamente, Tucker è uno stronzo, un uomo convinto di essere un predatore alpha assimilabile, appunto, a uno squalo, e che tutti gli altri siano tanti anelli di una catena alimentare a sua totale disposizione, soprattutto le donne. Purtroppo, ci si è messa la mia parte irrazionale, che possiamo pure definire porcella. Jai Courtney è già di base un discreto figo ma qui, con accento australiano, barba, fisico massiccio sconfinante nel lardominale e carisma da vendere, divora talmente la scena che la mia suspension of disbelief ha domandato più volte: "Ma non sarebbe il caso di lasciare che 'sto tronco di uomo ci appenda e faccia di noi ciò che vuole?". La risposta giusta è NO, attenzione, bambine e bambini alla lettura, ma la carne è debole e, insomma, anche sì. 


Torniamo un attimo seri, dopo esserci asciugati quel rivoletto di bava inopportuno. Oggettivamente, Dangerous Animals è un bel film. Lo è, in primis, perché Byrne, da bravo australiano che si rispetti, conosce le potenzialità del territorio e lo sfrutta al meglio; l'Australia è quel posto dove "nessuno può sentirti urlare" se ti perdi in mezzo alla sua natura incontaminata, e questo vale certamente per il bush sconfinato, ma anche per l'oceano, cosa credete? Protagonista e comprimari, ma anche lo stesso Tucker, davanti a queste immensità naturali ed urbane diventano granelli di sabbia, a un passo dal perdere identità, libertà e vita solo per essersi illusi di avere il controllo o per aver sottovalutato le insidie di un luogo addomesticato, solo in apparenza, dal turismo. Il regista gioca con questi spazi enormi, ne ribalta la valenza affiancandoli al setting claustrofobico ed insalubre della barca di Tucker, ci brucia sotto un sole spietato e ci toglie il fiato immergendoci in un impenetrabile oceano notturno, e tutto questo facendoci persino venire voglia di nuotare con gli squali. Le sequenze che hanno per protagonisti questi giganteschi predatori, infatti, sono bellissime, quasi poetiche (persino poco "finte" nonostante il palese utilizzo di effetti speciali digitali), e riflettono la percezione che gli esseri umani presenti nel film hanno degli squali. L'occhio di Tucker ce li mostra come pedine di un suo gioco perverso, dunque terrificanti spazzini e assassini del mare, asserviti al voyeurismo della sua telecamera, ma sono Zephyr e Heather a rivelarci tutta la maestosa bellezza di questi animali e la loro innocente neutralità, in un paio di scene forse un po' surreali, ma di sicuro di grande impatto. Quindi, correte a vedere Dangerous Animals sul grande schermo, possibilmente cercando un cinema che lo dia in v.o., perché è un ottimo thriller estivo e perché, diciamolo senza paura, Jai Courtney è il pazzo più figo che incontrerete quest'anno sul grande schermo. 


Del regista Sean Byrne ho già parlato QUI

Jai Courtney interpreta Bruce Tucker. Australiano, ha partecipato a film come Die Hard - Un buon giorno per morire, Suicide Squad, Alita - L'angelo della battaglia e The Suicide Squad - Missione suicida. Ha 39 anni e quattro film in uscita. 


Hassie Harrison
, che interpreta Zephyr, ha partecipato anche a Southbound - Autostrada per l'inferno. Se Dangerous Animals vi fosse piaciuto recuperate Lo squalo, Wolf Creek e Wolf Creek 2. ENJOY!

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